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Ottobre 28, 2010 alle 3:27 pm #1609529firebladePartecipante
Quella foto mi ha profondamente ferito. Temo di non poter esprimere adeguatamente ciò che provo in questo momento. Penso che giudicare sia molto, molto difficile.
Ottobre 28, 2010 alle 3:29 pm #1609530EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da lorisfromfvg: Concordo pienamente, ma la fotografia non centra nulla, non odiamo il mezzo…. ma chi lo usa senza vergogna! Nobel aveva inventato la nitrogliceriana a fini nobili….
Loris, certamente non è che odio LA fotografia, odio bensì QUELLA fotografia, mi fa sentire inerme, piccolo, bestiale, perchè penso a quello che un essere umano è in grado di fare. Doppiamente. Sia chi ha causato la sofferenza di quella bimba, e pure io sono responsabile nella mia inedia quotidiana, sia chi non ha voluto aiutarla per poter produrre una immagine “sensazionale”, sia chi ha voluto così premiarla, alimentando questo genere di atteggiamento nei confronti del reportage. Seriamente, se guardi “war photographer”, c’è una denuncia molto forte contro QUEL tipo di fotogiornalisti, freddi, cinici, veri e propri bastardi, capaci a volte non solo di ignorare la sofferenza di un essere umano per uno scatto, ma pure di alimentarla. Sono schifato, la foto l’ho guardata piccola un secondo, poi ho chiuso gli occhi. Davvero, a volte è meglio non guardare.
Ottobre 28, 2010 alle 3:32 pm #1609533FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da EnricoX: Ma qui si tratta di una situazione totalmente diversa. Non critico infatti il fatto di aver documentato questa tragedia, ma il come è stata scattata la foto. La totale disumanità di questo bastardo, che se ne è fregato totalmente della sofferenza di un essere umano, ha aspettato mezz’ora fermo come l’avvoltoio che succedesse qualcosa, e poi SE NE E’ ANDATO!!!!!!!! A piangere!!!!!!! Ma che essere umano è questo? Cosa gli costava dopo lo scatto provare ad aiutare la bambina? Niente. Nessun uomo può vivere con simili atrocità dentro di se.
dall’esterno non possiamo giudicare….. non siamo tutti uguali, il fatto che si sia ucciso perchè ha visto quello che abbiamo visto noi (nelle sue foto) lo scagiona dall’accusa di aver agito in modo disumano, aveva una coscienza, ma era incapace di reagire (i motivi possono essere molteplici) in queste situazioni, forse per paura, forse perchè oramai abituato a situazioni di guerra. La foto della bimba è comunque atroce, perchè testimonia un duplice avvenimento, la fine di molte persone lasciate indifese al loro destino, e l’indifferenza di chi guiarda le cose dall’esterno, quasi come se stesse riprendendo un evento naturale, l’attacco di un falco su una colomba……. in questo contesto il fotografo si immedesima nell’avvoltoio, è lui stesso un avvoltoio……
Ottobre 28, 2010 alle 3:35 pm #1609534Luca LupiPartecipanteEnrico, moderiamo le esternazioni, ti va? Capisco che queste immagini e l’articolo che le accompagna suscitano sentimenti forti. Ma nessuno di noi è in grado di calarsi nei panni di chi le ha scattate, nessuno di noi era lì, nessuno di noi sa quante di queste scene queste persone hanno dovuto vedere, e forse non le hanno testimoniate. Non sappiamo quali e quante siano le ferite che potessero affliggere la loro mente. Siamo qui, seduti dietro a un monitor a mezz’ora dalla pausa pranzo impegnati a inveire contro un suicida. I giudizi, per favore, lasciamoli fuori dai nostri commenti.
Ottobre 28, 2010 alle 3:45 pm #1609538EnricoXPartecipanteTanto per esemplificare il mio ragionamento, se vai sul sito http://www.jamesnachtwey.com/ e guarda gli scatti fatti in Sud Africa. Anche qui è documentata la grande tragedia della fame in Africa, ma la posizione che il fotografo evidenzia con forza e più volte nel film è che lui ha scattato le immagini dentro a un campo di assistenza per la fame, quindi queste persone erano assistite, lui ha documentato la loro tragedia certamente, ma non ha assistito impunemente alla loro condanna. Questo e altri esempi per capire, seguendo le parole del grande fotografo americano che mi hanno molto profondamente colpito, che esiste una linea sottile, molto sottile, che non si dovrebbe mai attraversare, tra reportage e crudeltà. Ti invito alla visione del film, veramente stupendo, fortissimo, sconvolgente se vuoi, ma anche una vera grande lezione di fotografia.
Ottobre 28, 2010 alle 3:51 pm #1609540Luca LupiPartecipanteLo farò Enrico, E non intendo assolutamente contestare la tua reazione, di fronte a queste immagini ognuno riflettendo trae le proprie conclusioni. Quello che ti chiedo però, è di lasciar fuori dai commenti i giudizi. Credo che nessuno di noi possa arrogarsi il diritto, dopo aver letto un articolo di giornale, di definire ‘bastardo’, ‘freddo’, ‘cinico’ chicchessia, e sicuramente non è questa la sede. Concordi su questo?
Ottobre 28, 2010 alle 3:52 pm #1609541EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da Lookaloopy: I giudizi, per favore, lasciamoli fuori dai nostri commenti.
Ho letto l’articolo, non giudico le foto, giudico le azioni di una persona, oltretutto le sue dichiarazioni sono forse più choccanti delle sue foto. E’ vero, non ero lì, ma non mi sarei mai permesso di giudicare nulla se non avessi letto della mezz’ora passata ad attendere che l’avvoltoio aprisse le ali, dell’aver lasciato la bambina sul posto. Permettimi, credo di avere umanamente tutto il diritto di sentirmi svuotato, distrutto, penosamente ferito, e di poter giudicare disumano quel comportamento. Che non ha nulla a che fare con la Fotografia, con l’arte che amiamo. E giudico anche prendendo come esempio il lavoro di altri grandi fotografi. Dare giudizi non rientra nelle mie aspirazioni, nè è mia abitudine farlo ma umanamente mi sembra impossibile non sentirsi coinvolti da una tale barbarie, e non giudicare un comportamento abominevole quello tenuto dal fotografo per QUELLA immagine.
Ottobre 28, 2010 alle 4:02 pm #1609542Luca LupiPartecipanteI tuoi sentimenti Enrico, lo ripeto, non sono in discussione. Lo sono invece i termini, gli epiteti, riportati poco sopra. E’su quelli che ti ho chiesto moderazione. 😉
Ottobre 28, 2010 alle 4:05 pm #1609543EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: dall’esterno non possiamo giudicare….. non siamo tutti uguali
Probabilmente hai ragione, l’emotività che scaturisce da queste immagini è talmente forte, e mi colpisce in profondità su un tema fondamentale della nostra esistenza: l’ingiustizia della vita in se. Sarebbe da fare un lungo penoso discorso filosofico, ma a volte nella vita, per spezzare queste ingiustizia a cui non ci sembra mai di poter porre rimedio, basta un gesto. Mi ha fatto pensare ad un film molto toccante, The Constant Gardener, con Ralph Fiennes, che parla proprio dell’Africa. Ci sono due scene che esemplificano l’atteggiamento occidentale, e che ancora oggi a distanza di anni mi tormentano. Lui è un diplomatico di stanza, lei sua moglie un’attivista per i diritti umani. Guidano una jeep e ci sono migliaia di persone in cammino lungo le strade. Lei vede un bambino e sua madre che erano venuti a trovarla in ospedale, in cammino. Chiede al marito di accompagnarli al loro villaggio, distante molti chilometri, e quindi evitare il rischi di essere preda di bande armate, di predoni, di stupratori. Lui dice: non vedi quante persone ci sono in cammino? Non puoi aiutarle tutte. Lei dice: si, ma posso aiutare QUELLE persone, adesso. Ma lui non si ferma. Alla fine del film c’è un ribaltamento, doloroso, dove è lui che vorrebbe aiutare una piccola bambina disperata a cui hanno appena bruciato un villaggio, e il pilota di un aereo soccorsi ONU si rifiuta di farlo, perchè “sono le procedure” e perchè “non vorrà mica aiutarli tutti”. Ecco, forse qui è racchiuso il senso della mia indignazione, non possiamo renderci complici di tutto lo schifo che ci circonda, ignorandolo. Un semplice gesto segna il confine tra noi e i carnefici. Comunque chiedo scusa, questa foto ha probabilmente mosso in me sentimenti profondi e violenti.
Ottobre 28, 2010 alle 4:06 pm #1609544EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da Lookaloopy:. E’su quelli che ti ho chiesto moderazione. 😉
Certo, modererò i termini e continuerò a riflettere. Chiedo scusa per lo sfogo.
Ottobre 28, 2010 alle 4:17 pm #1609546jackerssPartecipanteRagazzi ragazzi, siamo tutti grandie rispettosi. Anche io avevo scritto Cinico nel post in priam pagina ma non ha scandalizzato nessuno. Si chiede di non giudicare e poi si applica il proprio metro. A tutto. Su tutto. Lo avete fatto tutti. Lo abbiamo fatto tutti. Ma siamo qui per questo no? Per far coesistere piu’ pensieri che per forza di cose, hanno forme e sapori diversi. Io sono stato uno dei primi ad esporsi, dicendo che quello scatto è magnifico. Dal punto di vista tecnico, dal punto di vista emozionale, dal punto di vista del sensazionalismo. Chiunque vuol fare quello che fa nel migliore dei modi, e sta solo a lui capacitarsi di come, dove e quando scavalca il confine dell’etica. Che per antonomasia rimane COMUNE A MOLTI MA NON A TUTTI, quindi fa un apsso indietro e ritorna soggettiva. Quella foto sta facendo discutere oggi noi, in un microcosmo contenuto; mi domando cosa abbia scaturito quando ès tata pubblicata e data in pasto al mondo. Sarà piu’ cinico il fotografo che ha ritratto un pezzo di verità che ESISTE o è piu’ cinica quelal fetta di mondo che affaccia sempre dalla parte del sole? Della pastasciutta ogni sera a cena? Del bicchiere di barolo? Della barca e della Sardegna l’estate? Ragazzi, amiamo un’ate coraggiosa, dovremmo lasciar essere coraggiosa l’anima. Anche. La vita è questa, purtroppo e per fortuna.
Ottobre 28, 2010 alle 4:20 pm #1609548touringPartecipanteSono immagini terribili che sulle prime mi hanno fatto chiudere il browser. Però poi mi hanno fatto riflettere e ho letto l’articolo. Era ancora più sconcertato. E’ vero però che dal proprio pc in ufficio è facile giudicare e voler restare nell’ignoranza di quello che succede. Se non vedo e non so posso tornarmene a casa la sera tranquillo e fare finta di niente. Nascere li e vivere li non è facile e per noi è impossibile anche solo immaginarlo. Di tutti quelli che hanno criticato i quattro e le loro foto (non solo su canoniani ma nel mondo) quanti in qualche modo anche marginale hanno fatto qualcosa affichè non successe più? mah… sarò in idealista ma a volte mettiamo in discussione noi stessi dopo gli altri. Nicola
Ottobre 28, 2010 alle 4:31 pm #1609552CarloPartecipanteAnche io sono decisamente combattuto nel guardare e giudicare la foto di cui si parla sopra. Lo scatto è un ‘opera d’arte nel vero senso della parola, ovvero suscita una fortissima emozione a chi la guarda. Sia che si sappia di quello che c’è dietro lo scatto, sia che la si osservi esclusivamente dal lato estetico e drammatico. Posso giudicare lo scatto, ma non posso giudicare il fotografo. O meglio, anche io di primo acchito sono tentato nel biasimare l’atteggiamento di chi ‘ha aspettato 30 minuti sperando nell’apertura delle ali dell’avvoltoio’ e poi dopo aver preso qualcosa (la fotografia, che gli ha permesso di vincere l’ambito premio) se n’è andato. Ha preso senza dare. O perlomeno senza dare alla creatura che seppur involontariamente si è prestata per il suo lavoro. Eppure la foto ha dato… sicuramente chi la guarda (e questo post ne è l’esempio) non rimane insensibile. Questo è positivo e potrebbe essere (lo speriamo) lo scopo di questo genere di fotografia. Questo basta ? Forse no. Forse Carter poteva aiutare la bambina, forse avrebbe potuto fare altro… ma nessuno di noi era li. Nessuno può sapere cosa ha provato e passato l’uomo, l’uomo non il fotografo. Il fatto stesso che il tormento l’abbia accompagnato fino al suicidio alla fine ci fa capire che il lato umano ha vinto su quello professionale. C.
Ottobre 28, 2010 alle 4:32 pm #1609554lovis1PartecipanteOgnuno nel proprio piccolo può fare qualche cosa anche stando a casa…un’adozione a distanza costa molto meno di certe ottiche…e almeno togli da li qualche d’uno.Ciao Giulio
Ottobre 28, 2010 alle 4:37 pm #1609555climberigorPartecipanteNon è semplice esprimere con una tastiera quel che si prova dopo aver letto l’articolo, visto LE foto e letto i commenti di chi mi ha preceduto. Vediamo. Io distinguerei tra foto e fotografo. Le foto sono la cruda testimonianza di situazioni che si verificano tutti i giorni, è inutile negarlo e negarselo, non nascondiamoci dietro a un dito: come le immagini di guerra, dei terremoti e di tutte le sciagure che affliggono l’Umanità, spesso causate dall’umanità stessa. In quanto tali, è giusto scattarle ed è giusto diffonderle nella loro intera crudezza, perchè testimonino situazioni vere e reali: non scattare non aiuterebbe ad eliminare il problema, ma semplicemente lo nasconderebbe ai più (il che sarebbe negativo, a mio avviso: occultare le notizie giova solo a pochi tornaconti personali). Quindi non odio nessuna foto. Il fotografo: ehhhhh, qui è dura……forse l’abitudine ad assistere a scene cruente, terribili, disumane abitua al distacco necessario per inquadrare e scattare, a stare al di fuori, a non farsi coinvolgere…..però….è vero, bisogna trovarsi lì, in quel momento, e averne viste di tutti i colori, e comunque dare giudizi categorici sugli altri è sempre difficile e un po’ presuntuoso….. ma in questa specifica situazione mi sembra che il freddo cinismo del fotoreporter abbia prevalso su tutto il resto, sull’Uomo: e questo a mio avviso è da condannare.
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