Home » Topic » Canoniani Cafe’ » I paparazzi della morte. Spunti per una riflessione. (lungo)

I paparazzi della morte. Spunti per una riflessione. (lungo)

Stai visualizzando 15 post - dal 31 a 45 (di 56 totali)
  • Autore
    Post
  • #1609556
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da jackerss: dove e quando scavalca il confine dell’etica. Che per antonomasia rimane COMUNE A MOLTI MA NON A TUTTI, quindi fa un apsso indietro e ritorna soggettiva.

    Quello che tu sollevi è un problema davvero spinoso, e ridurre il concetto di etica alla banale e mera “soggettività” è pericoloso, essendo l’etica una tematica fondamentale e fondante sia delle società umane che del comune sentire, nonchè indispensabile alla struttura di una qualunque società civile. Ci sono ovviamente le sensibilità individuali, le contingenze storiche, le situazioni particolari. Quello che vorrei porre alla tua attenzione è il travalicamento di una linea sottile, ovvero quanto è lecito fare per poter ottenere uno scatto “sensazionale”, che non vuol dire necessariamente “bello”, nel senso artistico del termine, ponendo nella parola bello i suoi molteplici significati estetici e concettuali, il suo diciamo “significato” e “significante”. Fotografare significa “esserci”, certamente, e tramite l’azione, la dedizione, la maestria e la sensibilità di tanti grandissimi fotografi abbiamo avuto modo di poter conoscere e guardare con gli occhi, con il cuore e con la coscienza la VITA, quella vera, quella che come fai notare tu non è necessariamente quieta come le nostre serate davanti al piatto di pasta fumante, o peggio davanti allo schermo ipnotico dalla luce bluastra. Come in tutte le attività umane esistono limiti, oltre i quali si travalicano concetti di giustizia, di bene, oltre i quali sintetizzando si valica il confine sottile dove finisce la tua libertà e cominci a ledere il diritto di un altro essere umano, nel caso nostro specifico il diritto di questo essere umano alla vita. La critica a questo GENERE di reportage, quello ipersensazionalistico, quello spregiudicato, pronto a tutto per documentare SENSAZIONALISTICAMENTE un evento, è quello di travalicare il diritto alla libertà di informazione, al diritto anche delle vittime degli eventi di poter far conoscere al mondo il loro dramma, ledendo alcuni aspetti fondamentali della loro vita, spesso anche la loro stessa incolumità fisica. Tornando alla foto in se, io non la trovo assolutamente magnifica, solo estremamente choccante, non usa un linguaggio poetico per documentare un evento (diciamo alla Pellegrini), non presenta una composizione particolare, non ha nulla di esteticamente indimenticabile, documenta solo la sofferenza di un essere umano. Non trovo nulla di sbagliato nel documentare la tragedia della vita, essendone una parte integrante, salvo che nel farlo ci sia il profondo rispetto per essa, per quello che sta passando. Quello che spesso non hanno questi fotogiornalisti.

    #1609560
    Carlo
    Partecipante

    Permettimi Enrico di non essere d’accordo su: “Tornando alla foto in se, io non la trovo assolutamente magnifica, solo estremamente choccante, non usa un linguaggio poetico per documentare un evento (diciamo alla Pellegrini), non presenta una composizione particolare, non ha nulla di esteticamente indimenticabile, documenta solo la sofferenza di un essere umano” Spesso i giudizi che leggiamo e che diamo alle foto dei canoniani evidenziano il fatto che un’immagine non trasmette emozioni, sensazioni. beh questa foto lo fa. Certo in maniera dirompente e devastante. Per questo io la giudico un’opera d’arte. Non parlo di tecnica (anche il mosso e lo sfuocato possono rendere un’immagine bella e intensa. Di fronte ad un quadro posso emozionarmi. Di fronte a questo scatto mi sono emozionato. E ripeto che volutamente l’analisi della fotografia è fatta senza contare tutto quello che sta dietro… la composizione poi invece penso ci sia eccome. fondo chiaro, due macchie scure che attraggono l’occhio. Cosa sono ? una bimba e un avvoltoio… la bimba la vita, l’avvoltoio la morte. Non aggiungo altre considerazioni perchè mi viene male… Anche questo pugno nello stomaco secondo me è un’espressione artistica… C.

    #1609562
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da climberigor:questo a mio avviso è da condannare.

    Sentendomi chiamato in causa per le mie esternazioni sopra le righe, volevo solo chiarire che le mia non era presunzione ma solo indignazione. Vedo però che concordi nel condannare il comportamento del fotografo.

    #1609565
    climberigor
    Partecipante

    Originariamente inviato da EnricoX: Sentendomi chiamato in causa per le mie esternazioni sopra le righe, volevo solo chiarire che le mia non era presunzione ma solo indignazione. Vedo però che concordi nel condannare il comportamento del fotografo.

    No, no, nessun riferimento a te o ad altri, la mia riflessione era in generale: anche perchè questo può essere un interessante scambio d’opinioni, non deve diventare uno scontro tra opinioni magari diverse. Ripeto, a volte si esprimono giudizi sugli altri “presumendo” di esser migliori: ma in questo caso, e visto quel che ha dichiarato lui stesso (mezz’ora di attesa, poi via senza far nulla….) mi sento di confermare il mio disgusto per il suo comportamento DOPO aver scattato la foto. 😉

    #1609581
    LOOSE
    Partecipante

    E’ chiaro che la foto della bambina non avrebbe mai dovuto esserci, che il soccorso doveva avvenire all’istante e non dopo mezz’ora passata a cercare inquadrature (anzi, il soccorso non c’è proprio stato!). Fotograficamente è la negazione di ogni linfa utile, la fine definitiva dell’essere fotografo. Trovo grossolano premiare una foto che ha delle forti implicazioni etiche, la morte non è stata la fame, non è stata l’avvoltoio, non è stata l’omissione di soccorso del fotografo, ma il consumismo dello spettacolo ad ogni costo, che ha condizionato e richiesto questo scatto, questa lunga, infinita, attesa letale.

    #1609583
    Anonimo
    Ospite

    Ho guardato, leggendo fino in fondo, la pagina del link ed ho letto i vostri interventi. Dapprima ho provato (come sempre) un’immensa tristezza ed una grande rabbia per le situazioni che toccano quei paesi in cui ci sono guerre, carestie, cataclismi… e ho anche provato rabbia nello specifico per quell’inumanità nel non aiutare una povera bambina che soffriva per la fame e la denutrizione. Poi, pian piano mi sono anche venuti i mille dubbi e le mille domande senza risposta… A parte il fatto di aspettare mezz’ora per allontanare l’avvoltoio perché, cito testualmente dal sito segnalato «Speravo che l’uccello aprisse le ali per ottenere un effetto più forte…», mi lascia veramente senza parole sull’inumanità di certe persone e con mille dubbi su quello che può avergli passato per la mente in quel momento. Riflettendoci, mi viene da pensare… Capisco, in parte, il desiderio o l’esigenza (o quello che è) di documentare, anche tramite foto choccanti, le conseguenze di certi avvenimenti nella speranza che le foto possano documentare ed aiutare a porre fine a tali avvenimenti (* nota inserita in fondo al mio intervento), tuttavia la foto in questione era già forte così. Perché aspettare ulteriormente? Non sono un medico, ma so quanto in certi casi un minuto in più od in meno possa fare la differenza tra la vita e la morte ed allora – nel tentativo di capire – mi domando…perché sprecare del tempo che avresti potuto impiegare per salvare quella persona? Non solo… perché non hai cercato di salvarla? Non potevi perché rischiavi la vita? Eri paralizzato dalla paura (ma in questo caso neanche avresti scattato la foto)? C’era qualcuno che te lo impediva? Mah… non lo posso sapere, certo mi viene da pensare che se il fotografo fosse stato in grave pericolo non avrebbe avuto il tempo o l’incoscienza per andarsene a piangere sotto un albero. Non sono mai stato in una zona di guerra e non ho mai fatto il reporter nemmeno di cronaca nera, ma mi viene un’altro dubbio… Non è che a trovarsi in quelle situazioni si finisca, per non impazzire, a congelare/rimuovere la propria umanità? [pen] … il che poi vorrebbe dire impazzire ugualmente! [pen] * Un po’ come fece quella famosa foto, scattata durante la guerra nel Vietnam, in cui una bambina scappava da un bobardamento al napalm sul suo villaggio.

    #1609586
    picar68
    Partecipante

    Le foto parlano da sole.. la domanda, dal mio punto di vista, è unica: è giusto o non è giusto pubblicare cose del genere? in entrambi i casi è sbagliato! Nel primo perchè problemi veri come quiesti sarebbere ignorati del tutto, nel secondo perchè sono immagini forti, scioccanti, e “offendono” l’essere umano in quanto tale. Riguardo la questione del comportamento del fotografo non so esprimermi. I suoi rimorsi, però, lo hanno portato fino alla morte.. direi che ha pagato il suo debito nei confronti della Vita. Io sarei intervenuto, avrei preso la bambina (ma, mi sarebbe stato permesso? non ho, non abbiamo elementi concreti per valutare il contesto)e avrei cercato di darle aiuto e portarla in salvo ma, sei il mio scopo fosse stato quello di documentare, avrei scattato comunque! La speranza è che immagini come queste (s)muovino le coscienze e si producano interventi a favore delle situazioni denunciate.. è solo una speranza. Oggi dominano i nani, i giullari e le soubrette che di tutto questo “non se ne possono fregà de meno”!!!

    #1609590
    Franco
    Partecipante

    foto come queste devono essere pubblicate (in adeguati contesti)!!! assolutamente! sicuramente non ci rendiamo conto di quello che il fotoreporter può vivere in queste situazioni, personalmente non le ho mai vissute e non mi azzardo a condannarle, però l’azzardo non esclude che in futuro possa vedere le cose in modo diverso, quindi mi guardo bene nel giudicare chi condanna, ma mi permetto di fare alcune considerazioni. C’è un elemento che non si considera debitamente, l’assuefazione agli eventi, al dolore, alla morte. Per portare un esempio pratico, più’ comprensibile, chi di noi si indegna vedendo le difficoltà che deve sopportare un clochard? oramai siamo abituati a vederli, spesso tiriamo dritto, raramente ci fermiamo a parlare, lasciando un obolo. Eppure, appena diciottenne ricordo, comprai una vecchia dyane e mi misi a girare dappertutto, quando arrivai in jugoslavia, soprattutto nelle grandi città come Zagabria e Ljubljana, rimasi sconcertato dalla grande presenza di barboni che vivevano in condizioni disumane (dove abitavo non c’erano), erano persone invisibili, si sentivano invisibili e quando raramente ricevevano uno sguardo, era di totale disprezzo, c’era una netta divisione sociale, questo mi portò a tenermi distante……… questa distanza permane ancora oggi, solo che l’abitudine ha preso il posto dello sdegno…… chi di voi non si è assuefatto alla figura del clochard? tutti gli inverni migliaia di loro muoiono di stenti. francamente non me la sento di condannare nessuno senza, al tempo stesso, condannare tutti, preferisco limitarmi a giudicare me stesso, o in questo contesto di forum, le fotografie. La fotografia della bambina è atroce, non solo tragica, drammatica, di più’, Atroce!! perché? forse perché la foto và oltre l’evidenza, riprende la nostra indifferenza tu che guardi la foto, saresti intervenuto per salvare la bambina? il fotoreporter no, si sà che in quel momento si è unito all’avvoltoio. Io sarei intervenuto!!! ma questo non mi fà onore perché mi pone in una posizione di privilegio io ho la forza per intervenire, ma non lo faccio!!!!!!!!!! coloro che hanno vissuto la situazione, il fotografo la bambina, non possedevano questa forza!!!! altrimenti l’avrebbero fatto!! non credo alla versione che vede il fotoreporter crudele, malvagio, penso piuttosto sia una vittima. perché è atroce? perchè la foto comunica questa sensazione? non perché un essere umano è probabilmente morto di stenti, un’altra persona di rimorso ma perché lo spettatore della foto beneficia di una condizione agevolata, può essere spettatore e giudice, senza farsi diretto carico dei drammi di altre persone, popoli. è atroce perché mostra lo specchio più’ torbido della cosidetta società civilizzata, i cui atteggiamenti a volte, ben poco hanno di umano.

    #1609600
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da McBrandon: Mah… non lo posso sapere, certo mi viene da pensare che se il fotografo fosse stato in grave pericolo non avrebbe avuto il tempo o l’incoscienza per andarsene a piangere sotto un albero.

    non conosco bene la storia della foto e il periodo in cui è stata scattata, ma ricordo che in sudan nel periodo della ribellione, le cronache riportano che ad ogni angolo c’era un morto, interi villaggi sterminati, bambini che morivano di stenti…… ricordo in tv le lunghe file di persone che si ammassavano vicino i confini per scappare alla guerra….

    #1609687
    fabiettodj
    Partecipante

    Non voglio andare controcorrente, ma dopo aver letto tutto mi sorgono molte domande. Chi mettere alla gogna il fotografo o l’uomo? Il fotografo che lavora in queste zone e’ quasi costretto, sia dalle agenzie di stampa, sia anche da quella strana voglia umana di visionare immagini crude e cruente, a documentare il tutto con foto che, molto spesso, ci fanno sobbalzare dal nostro comodo divano. Chi non ha visto, passando ore ed ore, incollato alla tv, le crude immagini riprese durante l’attentato dell’11 settembre, “ammirando” incolpevoli impiegati, madri e padri di famiglia, gettarsi dalle Torri gemelle, ed andare in contro ad una morte orribile? Nessuno a criticato quelle immagini, ma siamo stati spettatori del dramma in diretta tv, comodamente seduti sul divano. Il dramma altrui, purtroppo, fa vendere; chi e’ piu’ colpevole qui: il fotografo o l’acquirente? Quante persone ogni giorno vivono lo stesso momento drammatico di quella povera bimba, senza che nessuno lo documenti con uno scatto? Ma quando ce lo troviamo sbattuto, duramente davanti agl’occhi, ci scandalizziamo. Per chi lavora in quelle zone e’ facile passare per sciacallo od opportunista, ma sono convinto che la maggior parte di essi, voglia gridare al mondo, attraverso le proprie immagini, quello che accade negli angoli piu’ remoti di questo vecchio, pazzo mondo. Credo che lavorare in quelle zone porti ad un po’ di insensibilita’; la guerra ti entra dentro, lasciandoti solo, con i tuoi incubi; ti uccide psicologicamente e lentamente ogni giorno. Sono andato a rivedere la famosa foto di Eddie Adams, dove un generale spara ad un vietcong: mi sono chiesto cosa gli sara’ passato per la mente in quell’istante: paura, rabbia, incredulita’? Poi ho provato ad immedesimarmi nei panni di chi ha ripreso quella scena: saro’ onesto, la foto l’avrei fatta sicuramente anche io, certamente dopo avrei cercato di aiutare in qualsiasi modo la piccola. Con queste mie parole, spero di non aver offeso nessuno. Ringrazio Carlo, che ha aperto una discussione seria e ha dato a tutti noi un momento per riflettere in modo profondo. Fabio.

    #1609692
    pitagora
    Partecipante

    beh… credo che io non avrei molta fortuna come fotografo di zone di guerra… e me ne devo fare una ragione… Queste fotografie ti mettono direttamente a contatto con paure e contraddizioni del nostro tempo, che sono contraddizioni anche dell’uomo. Probabilmente sarei corso immediatamente a soccorrere la bambina. Come lei la madre, il padre, e la gente incolonnata che sfuggiva dalla guerra e dalla fame. Come non lo sò, ma qualcosa avrei fatto… Questa foto doveva essere scattata? Se qualcuno mi raccontasse questa scena a parole, forse crederei ma con dubbio… la foto mi toglie i dubbi… Prima contraddizione; SI, questa foto doveva essere scattata come altre che testimoniano quello che succede in questo girone dell’inferno… …..

    #1609696
    chinaski
    Partecipante

    L’articolo mi ha colpito. Non conoscevo nessuno di loro nè avevo mai sentito parlare del gruppo Bang Bang. Certo la foto che pubblica il corriere della bambina che stremata si trascina con un avvoltoio a pochi metri che aspetta… beh è stato un colpo allo stomaco.

    QUESTO, ti può far capire quanto i fanatici della fotografia possano essere IGNORANTI nella situazione FOTO/CULTURALE/ARTISTICO……………………………… ps non ho letto le 5 pagine che contornano il tuo link, quando ne avrò voglia lo farò…. al momento rimango con la risposta al tuo messaggio….

    #1609697
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: è atroce perché mostra lo specchio più’ torbido della cosidetta società civilizzata, i cui atteggiamenti a volte, ben poco hanno di umano.

    Come non essere d’accordo, al cento per cento.

    #1609699
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da carlop: Anche questo pugno nello stomaco secondo me è un’espressione artistica…

    Ciao Carlo, guarda, da amante delle performance di Marina Abramovic, certamente non sono quello che reputa un “pugno nello stomaco” un qualcosa che non può assurgere ad opera d’arte. In serata e a mente più fredda, posso serenamente dire che tale tipo di reportage non riesco comunque a capirlo o giustificarlo, preferendo e sentendo mio un linguaggio come quello di Maurizio Pellegrin, ma soprattutto un approccio etico al lavoro differente. E’ una intera giornata infatti che non riesco a smettere di pensare a quello scatto. Indubbiamente, mi ha segnato. Non è forse questo il fine ultimo dell’operato di ogni fotografo? Certamente si. In quello scatto è insito un doppio dramma, quello della bambina e quello del fotografo stesso, questo è evidente. E forse questo, la vita che entra così prepotentemente nello scatto fino a rimanerne stravolta, la loro, la sua vera forza. Non è lo scatto che mi rimane dentro, è il dramma di quella bambina, l’angoscia del fotografo, la sua disumanizzazione avvenuta certamente per l’assuefazione a tante e tali orribili situazioni, è il senso di impotenza e, se vuoi, di inutilità, che così spesso pervade le mie giornate, se solo per un momento mi soffermo a pensare, a riflettere. Sono comodo nella mia casa, certo, ma dentro ho un grande senso di vuoto.

    #1609700
    Carlo
    Partecipante

    … “QUESTO, ti può far capire quanto i fanatici della fotografia possano essere IGNORANTI nella situazione FOTO/CULTURALE/ARTISTICO” Verissimo Chiniaski, anzi io mi metto primo nella lista degli ignoranti… un po’ dietro invece in quella dei ‘fanatici della fotografia’ :s Carlo

Stai visualizzando 15 post - dal 31 a 45 (di 56 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX