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IMMAGINE e LATENTE

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  • #1765388
    acrobat
    Partecipante

    Immagini a margine di un’enigmatica cioncidenza o presenze illusorie. Personali visioni, fermate non per esigenze prettamente fotografiche, fotografie da immagini che avrei colto comunque, pur senza una fotocamera, non rappresentazioni figurative di un segno, quanto silenziose forme automatiche negative. Fotografie di ombre d’esperienze impossibili, prive di oggettività concreta. Le quali, infine, non sottendono una qualsiasi richiesta di conferma. fotografia assente – strumento tecnica irrilevante – visione soggettività rivelate – titoli assenti Qualsiasi osservazione soggettiva fondata su criteri oggettivi – è assolutamente irrilevante, specie se fotografica, la cui oggettività è pura illusione! L’osservazione evocata da letture immaginarie, da richiami sottesi o svelati potrebbe essere interessante. Dunque secondo un criterio comune, i “commenti e critiche”, non sono graditi. __________________________________________________________________________________________________________ _1_ [ Turi (Ba.) maggio 2013 ] [IMG]public/imgsforum/2013/5/_MG_9013_b_Turi_900_copia.jpg[/IMG] .

    #1765390
    valeriobry
    Partecipante

    [sci] Dopo quel po’ po’ di prefazione, almeno il posteriore della 127 l’avrei eliminato (e pure i watermark)… [bir]

    #1765392
    marco66
    Partecipante

    Credo che sia solo un’immagine dei luoghi dove lui ha provato personali sensazioni , che comunque non sarebbe riuscito a trasmettere con delle foto , per quanto tecnicamente perfette, e quindi ne ha messa una che ti tecnico non ha niente. Almeno e’ quello che io ho inteso nella premessa ,oltre non ci arrivo ,e posso non aver capito un’h [pen] [lo]

    #1765407
    Itzer
    Partecipante

    A suo tempo, ho già consumato abbastanza notti a cercar di decifrare ben altri ermetismi. Ma eran quelli un genio: Francesco De Gregori

    #1765420
    GianMauro
    Partecipante

    L’osservazione evocata da letture immaginarie, da richiami sottesi o svelati potrebbe essere interessante”. C’è qualcuno? No…. è solo un’impressione. Eppure c’è stato qualcuno, ha lasciato un segno. Mente, si sicuramente quest’immagine mente. Ma se c’è un segno allora c’è anche un linguaggio. Ma quale codifica può farmi percepire l’assenza. ….. ….immagino….l’immagine…. ….. è come la storiella dell’aratro. Sai… quella del solco, se c’è il segno sulla terra allora qualcuno è passato su quella terra con l’aratro. ….. ….immagino….l’immagine…. ….. Allora è forse il proprietario della 127 e mi guarda proprio da quella finestra. E’ inquietante. E magari ha anche costruito quella casa…. non quella bianca, quella aurea. ….. ….immagino….l’immagine…. ….. che strana questa sensazione, provo una pace inquietante. Si c’è proprio un segno, altrimenti come potrei spiegare questa sensazione? ……… allora quest’immagine necessariamente…. mente.
    596058 Ciao e benvenuto sul forum. Ho dato un’occhiata alla scheda tecnica dei 3 modelli da te indicati ed effettivamente sono molto simili, anzi, per molti versi indistinguibili. Il modello di fascia” più alta è la r37 (l’unico con memoria integrata) e con qualche funzione in più rispetto alle altre due, anche se nulla è veramente irrinunciabile. Le r306 e r406 invece non hanno memoria integrata e quindi devono fare affidamento solo sulla scheda SD/SDHC/SDXC e sono praticamente la stessa videocamera, se non che la r406 ha finalmente un processore di nuovo (il DIGIC DV 4), dopo quasi 4 anni di vita della versione vecchia era decisamente ora che cambiasse qualcosa. Da questa novità ci si può aspettare qualche miglioramento nella compressione video (che non fa mai male) e (se guardi nella scheda tecnica) la compressione a 28 megabit contro i 24 megabit dei modelli precedenti, il che si traduce in file un po’ più pesanti ma al tempo stesso un po’ più ricchi di dati. Conclusione, se dovessi scegliere io, andrei sulla r406. L’unica ragione per scegliere la r37 (per me) sarebbe la memoria integrata, ma essendo abituato ad usare solo le schede non avrei vantaggi reali.

    #1765432
    Franco
    Partecipante

    Bello questo topic…. anche se ho l’impressione che farà impazzire qualcuno…. no scherzo! Stimolante proposta, Claudio, quella di provocare il “criterio comune” su cui fondano molti commenti e critiche, esortando la discussione sulla sostanza ma soprattutto sull’essenza di questa fotografia, dagli elementi tanto differenti quanto inscindibili tra loro, come le luci e le ombre, e i luoghi della memoria ove non risiede la luce, e luce dove non c’è memoria. Mi viene in mente il concetto di forma e materia, quando parliamo di materia e forma in fotografia, per “materia” s’intende l’essenza intelligibile delle cose materiali, e per “forma” la manifestazione di toni, colori e dimensioni fisiche che attraverso il mezzo fotografico, e si trasformano in un documento in grado di registrare una rappresentazione soggettiva di una realtà oggettiva, quindi metafisica, intesa come “oltre le cose fisiche”, poiché in essa non percepiamo una realtà fisica e neppure la forma reale, privata (la foto) della percezione sensoriale completa. La fotografia è immaginazione, rappresentazione del reale. Ritornando alla proposizione iniziale, può essere corretto parlare di ciò che è, senza prender spunto dalle sensazioni, dalle emozioni che procura in noi? Per trovare una risposta a questa domanda dobbiamo tenere bene in mente che tutte le cose derivano dall’essere, dall’essere beninteso in potenza, ma soprattutto dal non-essere in atto. Non tanto dall’essenza delle cose che nella foto ha perso ogni tratto reale, ma piuttosto dalla raffigurazione fotografica, voluta dall’autore stesso, e dalla superficie delle cose, la loro forma, ben lontana, anzi totalmente snaturata nell’essenza originaria.

    Originariamente inviato da acrobat: ……. Dunque secondo un criterio comune, i “commenti e critiche”, non sono graditi.

    Questa frase potrebbe essere motivo di equivoci, spero di averne interpretato il senso, ma si, è evidente : non sono graditi i commenti e le critiche quando questi si basano su presupposti (piuttosto comuni) che tendono ad interpretare l’essenza di una foto (nello specifico, di queste foto) distaccata dall’oggettività contenuta nell’immagine stessa e al tempo stesso distaccata (l’essenza) dalle sensazioni che questa evoca in noi, a favore di una lettura prettamente tecnica, e se vogliamo, formale. Nello specifico, queste fotografie (uso il plurale perché da quello che ho capito si tratta di un “contenitore” Work-in-Progress) non vogliono essere uno “studio” frutto di elucubrazioni intellettuali quindi non vogliono esprimere valori concettuali, e neppure un’esercizio di tecnica od estetica, una ricerca fine a se stessa con lo scopo di scaturire nell’osservatore determinati risultati, ma nascono come una recondita esigenza di fermare, o meglio registrare un’esperienza (non per questo, priva di studio inteso come “studium”) dove ogni commento e critica, che esulano da una lettura (da parte del commentatore) che potremmo definire “ideale”, dev’essere (o meglio, dovrebbe essere) intesa come, non gradita. Quindi, sperando di aver compreso il desiderio di Claudio e basandomi su questa specifica e legittima richiesta …….. trovo la foto 1 veramente molto bella, una sintesi dell’essenza fotografica più’ vera e genuina formata da contrasti primari di grande forza evocativa. La presenza umana, tangibile quanto invisibile: finestre, porte, segnali grafici (sopra la porta), il retro di un’auto, un paletto e una catena di delimitazione, i cavi in cui scorre la corrente elettrica e le conversazioni telefoniche che “aleggiano” sulla scena. In realtà la foto in sè non esprime molto, anzi sembra composta in modo automatico per essere il prologo di una serie, sotto certi versi incompleta, come l’immagine riflessa e impalpabile che pervade l’immagine, interrotta a metà in tutte le cose raffigurate, come un’ombra che taglia in due il soggetto determinando due realtà diverse e al tempo stesso profondamente connaturate tra loro….

    #1765436
    gabriele77
    Partecipante

    Non commento, aspetto lì, accucciato sul gradino d’entrata, lì dove cade l’ombra. Seguo.

    #1765903
    saiot
    Partecipante

    mi ricorda la copertina di Creuza de Ma, di De Andrè, con questa associazione mentale faccio fatica a non farmela piacere…

    #1783153
    acrobat
    Partecipante

    _2_ [ Locorotondo luglio 2013 ] [IMG]public/imgsforum/2013/10/_MG_4706_Via-Regolo_900_copia.jpg[/IMG] __________________________________ Grazie a tutti del passaggio, e a Franco in particolare, ancora elaboro..!

    #1783155
    acrobat
    Partecipante

    _3_ [ Locorotondo luglio 2013 ] [IMG]public/imgsforum/2013/10/_MG_4843_Loco_900.jpg[/IMG] __________________________________

    #1783156
    Franco
    Partecipante

    Anche in questa seconda foto troviamo una composizione accurata e rispettosa delle forme e delle misure, con un’accostamento di ombre e luci ben esposte, in un panorama insolito formato da quello che Scianna era solito chiamare “non colore”, ovvero il bianco. Il monocromatismo della scena consente all’osservatore di concentrarsi sugli aspetti formali della scena, sulle geometrie e strutture, sulle prospettive formate dai diversi piani di luce ed ombre, senza l’inevitabile distrazione dei colori Una serie di linee verticali ed alcune diagonali che partendo dall’angolino in basso a destra conducono verso l’insegna della via, in forte evidenza e opposta rispetto l’ingresso della porta. Un pò meno significativa la terza foto, ma sempre interessante. [lo]

    #1783157
    acrobat
    Partecipante

    _4_ [ Conversano giugno 2013 ] [IMG]public/imgsforum/2013/10/_MG_1812_a_Conversano900.jpg[/IMG] ________________________________

    #1783158
    acrobat
    Partecipante

    _5_ [ Bari, dintorni giugno 2013 ] [IMG]public/imgsforum/2013/10/_MG_2263_a_copia.jpg[/IMG] ____________________________________

    #1783230
    valeriobry
    Partecipante

    Fotografie di ombre? Fotografie di luce? Bella e “forte” nella sua delicatezza la #2! [app]

    #1783248
    Mullahomark86
    Partecipante

    La #2 è una bellissima fotografia, [lo]

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