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La magia di una fotografia

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  • #1391598
    lidiapoe
    Partecipante

    In questi giorni di influenza ( sarà colpa degli antinfiammatori:) ), ho avuto modo di dedicarmi alla visione di tante opere fotografiche antiche e moderne, E di riflettere su quanta magia risieda in alcune di loro, quale coinvolgimento emotivo scatena la perfezione o l’imperfezione di uno scatto, che sia in b/n o colori, che sia in digitale o no, è innegabile che in alcune di esse risieda qualcosa di davvero speciale. Ma quale sarà l’alchimia da rubare? come far nostri gli insegnamenti dei grandi? sono tecnica o regole del cuore? mi piacerebbe discuterne con voi. [bir]

    #1391619
    mauromo69
    Partecipante

    A mio avviso sono “regole del cuore” ma supportate dalla tecnica. Vanno di pari passo, imparare la tecnica per poter esprimere al meglio le proprie emozioni, cercando di trasmetterle nel miglior modo possibile. Ottimo spunto speriamo che non si perda tra i vari plasticotti e sensori vari 😀 Mauro

    #1391670
    batigol
    Partecipante

    vedi Lidia quando ho iniziato a dipingere ho passato 10 anni fra istituto d’arte e corsi vari, frequentando insegnanti che oltre la tecnica non riuscivano ad insegnarmi altro. La svolta nel mio caso è avvenuta quando ho comiciato a conoscere chi il pittore lo faceva di mestiere, non che non mi sia servita la scuola ma lavorare sul campo mi ha formato molto piu degli anni scolastici. Credo che il paragone con la fotografia possa essere calzante. Ritengo comunque molto valido e costruttivo questo sito è non finiro mai di ringraziare tutte le persone gentili che con infinita pazienza mi aiutano nei primi passi nel mondo fotografico. un bacio in particolare alla BARBARA che ho scocciato spesso. saluti Duilio

    #1391679
    barbara_74
    Partecipante

    Sono sempre stata una fervida sostenitrice dello scatto fatto con il cuore in primis e la tecnica a seguire ma sottovalutandola parecchio. Un pochino la mia visione è cambiata, specialmente negli ultimi tempi. Mi sono accorta che non sempre cio’ che i miei occhi vedono riesco a riportarlo sulla foto.. questo perchè? Per mancanza di tecnica.. La tecnica penso possa aiutarci nel difficile compito di mostrare quel che vedono i nostri occhi e il messaggio che vogliamo dare. In definitiva ognivolta che scattiamo dobbiamo farlo con il cuore aiutati dalla tecnica. [lo] Grazie Batigol! 🙂

    #1391685
    lidiapoe
    Partecipante

    Ma non si rischia di fare uno scatto da sala operatoria così? siamo forse troppo legati alle regole da aver paura di infrangerle che limitiamo la nostra creatività? Perchè ci interessiamo alla ricerca spasmodica della lente più nitida, del sensore più potente e poco discutiamo di regole compositive, di armonie di effetto nel colore, sono meno importanti o forse le stiamo sottovalutando? Quante volte è capitato di vedere uno scatto ben eseguito ma incapace di trasmettere alcunchè?, qualcosa manca e che cosa? ogni tanto penso sia giusto fermarsi a riflettere [pen]

    #1391693
    max59
    Partecipante

    Scusate se mi intrometto, sono solo un modesto fotografo della domenica, ma è da quando frequento il sito che mi pongo la stessa domanda (magari tirando l’acqua al mulino di chi come me di tecnica ne ha poca). Di fotografia so poco, ma nella musica c’è il musicista sporco, autodidatta, tutto budella che suonando ti strappa il cuore e c’è il freddo, supertecnico, tecnologico, razionale, che può anche suscitare emozioni, ma diverse. Personalmente apprezzo il primo e quindi, tornando a noi, apprezzo la foto che mi emoziona, che si racconta e non mi importa se non è perfettamente a fuoco o se c’è il micromosso. Il digitale e la supertecnica ci sta, secondo me, fuorviando: in cosa si è trasformata l’arte del fotografare. Oggi si scatta a raffica, si scarica in computer e si rielabora come si vuole. Non è ne meglio, ne peggio, ma se volete un mio modestissimo parere è un’altra cosa. Vi faccio un esempio: nell’album di Fireblade (scusa la citazione) c’è la foto di un bimbo che dorme: è talmente bella come idea, come inquadratura, come soggetto, trasmette l’amore per il bimbo (il figlio immagino) e la cura che ne vuole avere. Racconta della preparazione in punta di piedi, sussurrando a fior di labbra: “dai che lo svegli, ma no dorme come un ghiro!”, del prima e del dopo la foto…eccetera. Bello. Ebbene fosse stata un po’ mossa, leggermente sfuocata, un pelino più chiara o più scura avrebbe cambiato qualcosa? per me no. Sarà come sempre, e come è ovvio e giusto che sia, una questione di gusti, ma io penso che voi che siete bravi, valutando le foto che vengono postate, dovreste dire se queste foto, oltre che essere tecnicamente valide o meno , vi hanno lasciato qualcosa: mi piacerebbe che su questo si incentrassero i commenti e forse ci potremmo insegnare l’un l’altro, leggendoli, a “vedere” di più e a conoscerci di più e a fare foto più significative. L’ho fatta lunga, scusate. Buon pomeriggio a tutti. Max

    #1391696
    barbara_74
    Partecipante

    Vabbè io proseguo.. Hai ragione che l’esasperata ricerca dell’ultimo modello, della ottica piu’ splendida possa portare ad un impoverimento di creatività, però proviamo ad analizzare qualche caso. Ad esempio c’è chi per esprimersi ha bisogno di avere certi tipi di ottiche ad esmepio chi preferisce il settore dell’avifauna.. (non mi metto a descrivere le loro necessità tutti piu’ o meno lo sappiamo). POi c’è chi pensa che avere tutte queste cose possa fare di lui un fotografo e possa fargli fare meno errori e scatti piu’ belli.. Bisognerebbe capire cio’ che per noi è piu’ appropriato per esprimerci al meglio senza dover per forza cercare l’ultima novità.. Non è l’attrezzatura che fa la foto.. siamo noi con il nostro bagaglio di esperienze emotive, culturali, di vita e quant’altro. [lo]

    #1391706
    lidiapoe
    Partecipante

    per me però c’è anche un vizio di filosofia di fondo: siamo sicuri che non confondiamo la tecnica con la meccanica? Non è che è più facile comprare il superobiettivo che non studiarsi un manuale che spiega cosa siano le regole compositive e le corrispondenze di colore? se è così allora forse è giusto fermarci e chiederci se dietro tanta ricerca spasmodica su come sostituire il plasticotto in realtà si nasconda la voglia di bruciare le tappe sperando che il mezzo nasconda le nostre debolezze. Giusta osservazione poi quella di max: la ricerca del commento critico e costruttivo è sempre una buona cosa ma, rischia di replicarsi su concetti triti e ritriti che se non ampliati nello scambio collettivo,finiscono per divenire addirittura noiosi. Allora come sforzarsi di avere qualcosa di più? Non sarebbe una buona idea mettersi in moto in una ricerca colletiva dei segreti del fotografo, quello con la F maiuscola per farli nostri? [pen]

    #1391727
    fireblade
    Partecipante

    Ritengo che la tecnica sia indispensabile agli inizi, quando non si conosce il mezzo che usa e si brancola nel buio, per tentativi. Una prima formazione tecnica quindi è indispensabile, e ritengo che sia la parte più noiosa, e più lunga da apprendere, quando si cercano spasmodicamente relazioni tra i parametri che in realtà non esistono, o perlomeno non sono generalizzabili. Dopo l’apprendistato iniziale, che può essere anche lungo, dove si scatta a qualsiasi soggetto, nasce la “consapevolezza tecnica”, ossia quell’esperienza che permette di sapere all’istante come regolarsi in una certa situazione senza doverci riflettere troppo; a questo punto il fotografo diventa disinvolto e sa rendersi conto di quali situazioni siano fotografabili oppure no. Passata questa fase, in alcune persone nasce una spinta interiore difficile da definire , che “chiede” qualcosa di più, quel qualcosa che è la visione artistica della fotografia, citata tra le righe da max59. C’è da dire però che questa “fase” del fotografo richiede impegno, studio, osservazione delle opere altrui, lettura di libri e visione di raccolte di foto…..non tutti hanno tempo e voglia per questa dedizione approfondita, che puo essere infinita, se questa passione infiamma il cuore. Ecco quindi che molti preferiscono fermarsi al gradino precedente, più facile e comodo, ma i loro lavori sono facilmente riconoscibili, scarni e tutti simili tra loro. Una fotografia emozionante non nasce mai per caso, essa è l’insieme di tante caratteristiche che non sono altro che il riflesso in un fotogramma della personalità del fotografo, della sua cultura, del suo impegno, della sua sensibilità. [lo]

    #1391740
    Brained
    Partecipante

    E’ bello leggere tante belle parole su questo post, poi però si sfoglia il forum e si inizia a leggere… “I bianchi sono bruciati..” “Non c’è dettaglio nelle ombre…” Io avrei usato quel diaframma perchè col flash che si calcola con la radice quadrata di cippa per lippa… E allora? Proviamo a leggere davvero questo topic e a mettere in atto ciò che si legge più o meno velatamente tra le righe. Ben vengano le idee altrui e le proposte altrui ma commenti come “Io avrei fatto così” sono del tutto inutili, in quanto in primis la foto (si presume e si auspica) è stata pensata da chi l’ha scattata, pertanto se l’autore ha fatto determinate scelte, è bene commentare su quelle, non su quello che si sarebbe potuto fare… Anche io avessi avuto 3 palle sarei stato un flipper magari….

    #1391747
    gloster1974
    Partecipante

    Per quanto mi riguarda la fotografia , per come la concepisco io , e’ per la maggior parte frutto di un sentimento e di una emozione che in quell’istante mi permette di fissarlo nella memoria per sempre. La tecnica da autodidatta e’ , anche se in percentuale minore , la base di questa nostra passione. Una situazione tipo potrebbe essere , noi difronte ad una scena che ci emoziona e che scatena in noi l’irrefrenabile voglia di fermare quell’attimo , prendiamo in mano la macchina e scattiamo??????? Non verifichiamo prima i settaggi , non osserviamo prima la luce , i riflessi , le ombre e infine la composizione dell’immagine che possiamo osservare attraverso il mirino????? Quella e’ tecnica e se non ci padroneggiamo della stessa si fa poca strada , le immagini che escono non riescono a trasmettere quello che in quell’attimo i nostri occhi hanno visto. Tecnica si ma regole poche. Questo e’ il mio pensiero , se vuoi ottenere immagini fantastiche capaci di emozionare le regole le devi metetre da parte , o quantomeno non far si che influenzino la nostra vena creativa. Io quando osservo le opere dei Grandi spesso vedo dei particolari che anche sul nostro sito verrebbero definite errate sotto l’aspetto tecnico , ma fino a che non si va’ oltre con la mente non si carpisce il senso e il significato di quell’immagine , magari vista da un angolazione diversa o in un momento dove la quotidianita’ non offusca la mente ci trasmette esattamente il lato emotivo che spinse l’autore a scattare quell’immagine. Siamo troppo tecnici e ci lasciamo troppo condizionare dai manuali del bravo fotografo , trascurando quello che in realta’ e’ lo sprono alla nostra passione . . . . il sentimento. Purtroppo devo ammettere che io per primo spesso mi comporto in maniera superficiale quando commento e osservo un’immagine , soffermandomi solo sui lati tencnici e non emotivi e questo e’ sbagliatissimo per chi puo’ dire realmente di essere un appassionato. Grazie Lidia per la possibilita’data a me a a tutti quanti di potersi mettere in discussione come fotografi , una riflessione per capire dove stiamo andando e se la strada scelta e’ quella giusta. La risposta e’ da cercare tra le immagini dei grandi autori. Roby [gra]

    #1391751
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Ritengo che la tecnica sia indispensabile agli inizi, quando non si conosce il mezzo che usa e si brancola nel buio, per tentativi. Una prima formazione tecnica quindi è indispensabile, e ritengo che sia la parte più noiosa, e più lunga da apprendere, quando si cercano spasmodicamente relazioni tra i parametri che in realtà non esistono, o perlomeno non sono generalizzabili. Dopo l’apprendistato iniziale, che può essere anche lungo, dove si scatta a qualsiasi soggetto, nasce la “consapevolezza tecnica”, ossia quell’esperienza che permette di sapere all’istante come regolarsi in una certa situazione senza doverci riflettere troppo; a questo punto il fotografo diventa disinvolto e sa rendersi conto di quali situazioni siano fotografabili oppure no. Passata questa fase, in alcune persone nasce una spinta interiore difficile da definire , che “chiede” qualcosa di più, quel qualcosa che è la visione artistica della fotografia, citata tra le righe da max59. C’è da dire però che questa “fase” del fotografo richiede impegno, studio, osservazione delle opere altrui, lettura di libri e visione di raccolte di foto…..non tutti hanno tempo e voglia per questa dedizione approfondita, che puo essere infinita, se questa passione infiamma il cuore. Ecco quindi che molti preferiscono fermarsi al gradino precedente, più facile e comodo, ma i loro lavori sono facilmente riconoscibili, scarni e tutti simili tra loro. Una fotografia emozionante non nasce mai per caso, essa è l’insieme di tante caratteristiche che non sono altro che il riflesso in un fotogramma della personalità del fotografo, della sua cultura, del suo impegno, della sua sensibilità. [lo]

    Vero non avrei sicuramente saputo dirlo in modo migliore, ma penso che il discorso, riferito al forum, sia come mai ci si ferma più al lato tecnico, alla ricerca di chissà cosa nell’ultimo ritrovato tecnologico e mai su una foto, su cosa abbia voluto dire l’autore al di là se è mossa storta o fuori fuoco, se rispetta la regola dei terzi o quarti o quinti… Vero è che ci vuole impegno e tempo ma se ci fermiano alla lotta dei Mpx o se è meglio un Macro IS con rapporto 5:1 a 150 euro su ebay non aiutiamo più ( o meglio non mi aiutate più) a crescere. Sono daccordo che non si può avere solo tecnica o solo “espressione” ma se riusciamo ad avere una bella via di mezzo ….. [can] forza 😀 😀 p.s. brained con 3 palle saresti un fenomeno 😉

    #1391752
    The_red_dragonlord
    Partecipante

    Io sono assolutamente d’accordo con quello che dice fireblade! La tecnica è assolutamente indispensabile per impadronirsi di uno “strumento”. Riguardo alla mia interpretazione (chiedo venia se sbaglio) di quanto detto da brained invece sono parzialmente d’accordo, nel senso che se una foto è VOLUTAMENTE sottoesposta piuttosto che ipersaturata piuttostco chessoiò, allora sono d’accordo che i commenti cui tu fai riferimento siano “aria fritta”, penso anche però che se tali aspetti siano invece frutto di errori che si tenta di far “passare” per voluti (e qui TUTTI ci si casca prima o dopo) allora il fatto di dire “io avrei fatto così piuttosto che cosà” diventa anche un aiuto, non credi? Alla fin fine io sono convinto che la tecnica la impari, l’Arte no perchè è qualcosa che o nasce dal tuo cuore o non “arriverà” mai, in tutti i campi vi sono ottimi tecnici che però dal punto di vista artistico sono più freddi di un iceberg… Ciaooooooooooooooo Andrea

    #1391759
    mabriola
    Partecipante

    Trasmettere forti sensazioni da una fotografia può avere diverse spiegazioni, una di queste a mio avviso per il mio modo di intendere la trasmissione di una forte sensazione, vuol dire esser riuscito a catapultare al suo interno lo spettatore di quell’istante rendendo possibile, anche se per un solo attimo, il vivere il momento che l’immagine in se desidera proporre nell’intento di chi l’ha realizzata. Questo in definitiva vuol dire all’atto dello scatto, ed è vero in modo particolare nel tipo di foto che io amo ovvero il reportage, essere in grado di porsi non in qualità di semplice osservatore all’interno della scena ma bensì, cosa assai più difficile, riuscire a viverla direttamente essendo invisibile agli occhi che ci osservano cibandoci di ogni stupido, all’apparenza, dettaglio, di ogni respiro di ogni “scorrere del tempo”. In questo modo, vivendo l’attimo da protagonisti, si è in grado di aggiungere, a mio avviso, non solo “l’istante” sulla pellicola ma anche il vissuto e di conseguenza tutti i sentimenti, emozioni che esso trasporta con se. Questa caratteristica è principalmente una dote che ha poco a che fare con la tecnica compositiva/scatto dell’immagine ma molto a che fare con la capacità individuale sensibile di ognuno di trasporsi all’interno di una scena ed è generalmente trasportabile su qualsiasi genere fotografico. Aggiungendo la padronanza tecnica alla dote di cui sopra si riesce a portare con se un “scatto parlante” magari agghindato di un bellissimo vestito ovvero insieme la perfezione compositiva/realizzativa dell’istante. Con la giusta dose di conoscenza tecnica si ha la possibilità, difficile poi saperla effettivamente cogliere, di poter realizzare ciò che ci proponiamo più facilmente ma senza la “dote” di cui sopra porteremmo a casa splendidi scatti privi del plus che farebbero la differenza tra una “opera d’arte” ed una “ottima realizzazione”. Un saluto

    #1391760
    giack
    Partecipante

    Originariamente inviato da brained: E’ bello leggere tante belle parole su questo post, poi però si sfoglia il forum e si inizia a leggere… “I bianchi sono bruciati..” “Non c’è dettaglio nelle ombre…” Io avrei usato quel diaframma perchè col flash che si calcola con la radice quadrata di cippa per lippa… E allora? Proviamo a leggere davvero questo topic e a mettere in atto ciò che si legge più o meno velatamente tra le righe. Ben vengano le idee altrui e le proposte altrui ma commenti come “Io avrei fatto così” sono del tutto inutili, in quanto in primis la foto (si presume e si auspica) è stata pensata da chi l’ha scattata, pertanto se l’autore ha fatto determinate scelte, è bene commentare su quelle, non su quello che si sarebbe potuto fare… Anche io avessi avuto 3 palle sarei stato un flipper magari….

    Noto un tono polemico nella tua disquisizione. Io sono d’accordo con te pero’ credo che se una persona mette in condivisione un suo lavoro in un sito gratuito con 20000 iscritti ci sta’ anche di trovare qualche commento stupido,fuori luogo.Il bello della fotografia e’l’emozione che riesce a trasmettere,anche se solo a una persona su mille che hanno visto quella foto. Ciao

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