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La regola dei terzi o dei 5/13?

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  • #1649328
    Luca Lupi
    Partecipante

    Originariamente inviato da esaurito: bisogna anche che gli altri, utenti medi del forum, pensino che tu conosca queste regole e che le abbia deliberatamente ignorate. Se pensano questo allora le tue foto postate riceveranno elogi, in caso contrario si tirano fuori le “regole”.

    Ah beh, ma c’è una semplicissima prova del nove: Se un commento dovesse “tirar fuori le regole” sarà sufficiente spiegare perché e come queste siano state deliberatamente ignorate. Se lo si è fatto consapevolmente se ne sarà in grado, diversamente no 😉

    #1649344
    Carlo
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Perché l’uomo è tendenzialmente insicuro, e cerca conforto in una regola, qualsiasi regola, che giustifichi e normalizzi il suo comportamento. Che poi la regola sia da osservare o da infrangere poco importa, l’effetto è lo stesso. Ecco perché abbiamo fanatici seguaci dei collarini rossi o delle regole/non-regole di composizione. Il grande Feininger, dopo averle enunciate in uno dei suoi libri (credo fotografia totale) poi scrisse: “nulla di più noioso che osservare le foto tristemente uniformate alla regola dei terzi” (non alla lettera, ma il succo è questo).

    Caspita Fireblade, come non essere d’accordo con quanto scrivi !!! Non voglio banalizzare la discussione e tantomeno avere la presunzione di stravolgere le consuetudini fotografiche, ma una foto è emozione. Con o senza regole (dei terzi, dei 5/13…). Carlo

    #1649347
    EddieNeo
    Partecipante

    Mi piace proprio stare qui in mezzo a voi, grazie gente! Ora posso tornare a preparare il pomeriggio lavorativo in scioltezza. p.s.: a proposito di regole, a me piacciono molto i ritratti dove il volto prende buona parte dell’inquadratura e che sia posto quasi ai lati (sx o dx) 🙂

    #1649367
    gianluigi71
    Partecipante

    *** rimosso.

    #1649370
    nixray
    Partecipante

    Originariamente inviato da Lookaloopy: C’è da dire che per poter ignorare una regola, ad esempio nel campo della composizione, bisogna prima comprendere questa regola e perché la si vuole ignorare. Ora, dato che il forum giorno per giorno è frequentato sia da vecchie volpi che da giovani pulcini, bisogna dar modo anche ai giovani pulcini di imparare le regole, perché possano decidere coscientemente di ignorarle quando sarà avvenuta la metamorfosi pulcino>vecchia volpe. Che poi l’insieme di circostanze citate da Sandro (insicurezza, pigrizia o che dir si voglia..) portino anche alcune vecchie volpi a ostinarsi a beccare i semi invece di dar la caccia ai polli, beh questo è altrettanto vero..

    Come non quotare tutto, parola per parola?? Io non sono andato a rivedermi il link, troppo poco tempo a disposizione. Però in questo 3D mi pare che nessuno abbia affermato che le regole (dei terzi, dei quarti o quant’altro) vadano seguito alla lettera. Si stava solo disquisendo e spiegando queste regole 🙂 Se è per questo i vari Fibonacci e seguaci hanno nel tempo affermato anche che pure l’uomo sia stato “costruito” dal nostro creatore seguendo la regola della sezione aurea. Ed anche per questo è detta “aurea” perchè rappresenterebbe il numero segreto di Dio. Un mio zio “Rocco Panzarino” ha scritto un libro dal titolo: “Dio Sezione Aurea Bellezza” Schena Editore – Fasano 2004. Quando il libro era ancora una bozza, lo zio venne a visitarmi al mare. C’era la mia fidanzata di allora, una bellissima bionda, genitori di origini slava, tutti per strada si giravano a guardarla. Ci spiegò tutto della sezione aurea. C’erano almeno 10 persone. Poi ci spiegò che nell’uomo il punto di “misura” e di divisione della sezione aurea è l’ombellico. Poi iniziò a misurarci tutti, uno per uno. Ovviamente le proporzioni erano giuste per tutti. Infine toccò alla mia ragazza. Mio zio stesso affermò che pure una donna così bella come Stacy doveva possedere quelle proporzioni. Gambe più lunghe delle nostro solito tipo mediterraneo… …venne fuori che lei non rientrava nelle proporzioni della sezione aurea!!! Rimanemmo tutti a bocca aperta [sci] [sci] [sci] Grande amarezza per lei che era convinta di essere la dimostrazione umana della perfezione divina!!! [ist] [ist] Morale della favola? Ogni regola nasce per essere infranta!! 😉

    #1649377
    GianMauro
    Partecipante

    Interessante discussione.  Prenderei anche in considerazione quanto segue perché secondo me, la fotografia ha un ruolo diverso a secondo dei contesti di utilizzo, che può essere puramente artistico, giornalistico-documentaristico, pubblicitario, o semplicemente un ricordo.  Se si fanno foto artistiche (o perlomeno ci si prova) si può sicuramente prescindere dalle regole (terzi, sezione e spirale aure… ) ed essere altrettanto originali seguendole. Qui dipende tutto dalla psicologia (sia del fotografo che dell’osservatore). Sull’originalità c’è poco (o tanto) da dire troppo soggettiva Sulla psicologia invece spenderei qualche parola, faccio un esempio banale: quando notiamo linee convergenti in una foto, l’istinto naturale ci porta a seguirle e lo stesso accade sia che guardiamo una prospettiva sia che guardiamo una strada tortuosa. Quando si applicano le regole dei terzi e la sezione aurea valgono in generale le stesse cose.  Cioè  l’occhio dell’osservatore, cade nell’incrocio delle linee e quant’altro già sapete. Se poi si aggiunge ad un ritratto, la messa a fuoco selettiva sull’occhio  più vicino, con l’incrocio delle linee delle solite regole sull’occhio, il gioco e’ fatto. La foto ricordo….Beh si commenta da se, cioè anche qui l’utilizzo delle regole e’ soggettivo possiamo utilizzarle oppure no ed ottenere ugualmente scatti bellissimi. Ma allora le regole a che servono? Si potrebbe rispondere  che queste regole servono più per uno scopo che per il fotografo. Sarebbe più corretto affermare, che si costruisce la foto seguendo le regole perché si vuole che si guardi piu’ una cosa in particolare che  non il resto. Allora, quando non si applicano  le regole (terzi, aurea…)? Nella fotografia giornalistica-documentaristica (per ovvi motivi) e nelle foto pubblicitarie Perché? Per motivi pratici (spazio messaggi, impaginazione  e proporzioni diverse) oppure perché  si sfrutta purtroppo la psiche del consumatore Nella pubblicità, infatti, il messaggio viene diviso in fasi, la prima e’ la caratteristica del prodotto (p. Es. Lo sciampo e’ anti forfora) il secondo e’ il vantaggio nell’utilizzo dello stesso (elimina la forfora) il terzo e’ il beneficio che se ne trae (i miei capelli sono più belli, io sono più bello/a) Oppure si può stimolare l’osservatore a porsi una domanda cioè gli si crea un problema, successivamente si espone il vantaggio cioè la soluzione  e si espongono infine le caratteristiche del prodotto che fa la differenza. Il primo viene continuamente applicato nella pubblicità che di solito e’ unidirezionale, come la fotografia. per  il secondo occorre che  ci sia un confronto e viene più utilizzato nella vendita face to face. Nel mondo della pubblicità le ultra citate regole (terzi, aurea..) si applicano poco perché se fossero seguite l’osservatore guarderebbe soltanto uno dei messaggi e tralascerebbe il resto mentre si ha la necessita di dare più informazioni al potenziale acquirente che altrimenti, per pigrizia, non percepirebbe. Quando si applicano lo si fa per creare grandi zone negative per lasciare spazio al messaggio, come nella pubblicità dei costumi da bagno (dove la modella di solito si trova quasi sempre in un estremo dei due lati verticali del manifesto o sdraiata al sole orizzontalmente in basso per lasciare spazio ai messaggi-marchio in alto. Ma il vero  messaggio e’ quello subliminale mettiti quel costume e sarai bella come la modella, ma che purtroppo  si razionalizza solo in un secondo momento. C’è infine un altro problema nella pubblicità fotografica, gli standard dei tabelloni che sono 6×6, 6×3 e 12×3 naturalmente sono metri. Quindi  1:1, 2:1, 4:1 se si esclude quello quadrato, gli altri rapporti sono diversi dai rapporti fotografici e di conseguenza non vengono quasi mai applicate perché considerate dispersive e non funzionali. Quando per la prima volta  ho commentato il post sono stato troppo superficialmente  e ho risposto: quella dei terzi. Visto che la discussione si e’ piacevolmente complicata, ho voluto fare questa precisazione Maturata per esperienza in 10 anni di lavoro nel marketing, ma naturalmente parliamo di teorie e non di principi.

    #1649378
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da bepoc: …………..

    grazie della conferma…. può essere vero che in alcuni generi dove la composizione è molto curata, come avviene in un lavoro Tableau Vivant, ci sia una cura maniacale della scena a tal punto da curarla nei minimi particolari, come avveniva nelle opere d’arte classica…… ma oggi quanti di noi possono dire di rifarsi unicamente a questa regola prima ancora di aver eseguito lo scatto?? Forse, talmente pochi che non vale la pena di enfatizzare la regola, almeno qui….. E giusto conoscerla, ma non diamogli eccessiva importanza….. Se studiamo la storia dell’arte scopriamo che, come avviene in altri campi (l’oroscopo, uno a caso) è più’ comune l’associazione della regola all’esempio, piuttosto che il contrario. E’ anche vero che alcuni grandi autori, Leonardo era tra questi, per loro stessa ammissione tenevano in grande considerazione questa regola, in generale nella ritrattistica la regola aurea era spesso applicata al triangolo, ma trovava anche altre conferme…….

    a : Caspita Fireblade, come non essere d’accordo con quanto scrivi !!! Non voglio banalizzare la discussione e tantomeno avere la presunzione di stravolgere le consuetudini fotografiche, ma una foto è emozione. Con o senza regole (dei terzi, dei 5/13…).

    queste regole vorrebbero proprio accentuare, convogliare lo stato emotivo dello spettatore sugli elementi dell’immagine nulla di piu’…. Lo scopo delle regole della composizione è guidare il fotografo verso un’estetica fondata su un linguaggio in grado di esprimere con efficacia, un concetto, un’emozione. la cosa che mi preoccupa a questo punto è questa, la regola dei terzi è una delle regole più’ importanti, non demoliamo le regole, prima ancora di averle consapevolmente applicate….. da qualche parte ho letto, le regole sono state fatte per essere trasgredite ma almeno proviamo ad applicarle…

    Originariamente inviato da gianluigi71: Ma l'”Arte” non dovrebbe mostrarci qualcosa di nuovo?

    il punto è proprio questo, è stato rilevato in molti interventi, non dobbiamo sentirci impegnati nel rispettare le regole, ma dobbiamo conoscerle, se vogliamo applicarle. Potremmo scrivere poesie senza conoscere un linguaggio, o aver mai scritto e letto??? la fotografia artistica è una forma di linguaggio visivo, possiamo avere grandi doti e scrivere bellissime parole senza aver mai letto e scritto, ma se vogliamo farlo con efficacia è (esiste anche l’eccezione, ci sono anche i geni) è necessario conoscere mezzo e regole. a mio parere, tra tutte le regole (regole, che brutto nome!) quella dei terzi è quella piu’ utile. personalmente la applico di frequente. qualche volta, raramente, quando lo scatto è meditato mi diverto sezionando gli elementi della scena, pensando anche in sezione aurea….. mentre la regola dei terzi segue un’ordine regolare (divisione in terzi) e si adatta a tutti i formati la sezione aurea è vincolata a determinate misure e le sezioni non sono regolari, è presente un’orientamento…… però trova un’applicazione molto, molto più’ vasta…… conoscendola in modo approfondito può dare al fotografo grande soddisfazione nella composizione dell’immagine….

    Originariamente inviato da nixray: Quando il libro era ancora una bozza, lo zio venne a visitarmi al mare. C’era la mia fidanzata di allora………….

    🙂 🙂 🙂

    #1649384
    fotoit
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Perché l’uomo è tendenzialmente insicuro, e cerca conforto in una regola, qualsiasi regola, che giustifichi e normalizzi il suo comportamento. Che poi la regola sia da osservare o da infrangere poco importa, l’effetto è lo stesso. Ecco perché abbiamo fanatici seguaci dei collarini rossi o delle regole/non-regole di composizione. Il grande Feininger, dopo averle enunciate in uno dei suoi libri (credo fotografia totale) poi scrisse: “nulla di più noioso che osservare le foto tristemente uniformate alla regola dei terzi” (non alla lettera, ma il succo è questo).

    Bravo “fireblade”! Le foto devono trasmettere quello che noi vediamo non se abbiamo seguito le regole,spesso a seguire la regola dei terzi la nostra visione della foto viene stravolta. Una serie di foto scattate secondo le regole rischiano di divenire noiose!

    #1649484
    Franco
    Partecipante

    fermi un attimino…… non facciamo confusione!!!!! ok, che si scriva che le regole della composizione sono utili e al tempo stesso possono essere ignorate, si scrive una banalità, forse utile per togliere regole e tecnica dall’impaccio dello scomodo piedistallo, in cui a volte vengono messe però attenzione a non portarsi troppo al largo…….. in acque troppo fonde le regole sono semplicemente dei “consigli” su come impostare un’efficace composizione, sono la millenaria esperienza (la storia) e il sapere umano nel campo dell’arte e dell’estetica . l’alternativa a seguire le regole della composizione è: – copiare uno stile (che sotto certi versi è come seguire le regole) – fare a caso, lasciandosi guidare dall’istinto (quindi dalle regole dell’inconscio) – creare uno stile proprio (consapevolmente) mentre i primi due punti sono molto comuni l’ultimo non è consueto, forse perchè presuppone un’approfondita conoscenza delle regole

    #1649489
    GianMauro
    Partecipante

    più che conoscenza delle regole io scriverei: consapevolezza

    #1649714
    Franco
    Partecipante

    nel terzo punto avevo scritto: “creare uno stile proprio (consapevolmente)” a meno di non essere geni, la consapevolezza non arriva senza conoscenza quindi per creare uno stile proprio, basato su una precisa ricerca concettuale, è necessario innanzi tutto conoscere le regole che governano il linguaggio visivo/estetico. E’ forse possibile scrivere con efficacia un libro o semplicemente una poesia in modo da trasmettere allo spettatore un’emozione, una storia, un’arricchimento culturale, oppure semplicemente un fatto, senza conoscere le basi della grammatica Italiana?

    Originariamente inviato da GianMauro: più che conoscenza delle regole io scriverei: consapevolezza

    è corretto quello che scrivi le regole hanno l’ambizione di aumentare la consapevolezza del fotografo nei confronti degli elementi che compongono la scena, lo istruiscono sulle motivazioni per cui risulta utile (efficace) agire in una maniera piuttosto che un’altra, lo esortano ad un’attenzione speculativa continua sul soggetto, anche quando l’azione non è meditata, ovvero quando le regole sono oramai assimilate e vengono attuate anche in situazioni dove non è possibile (o non si vuole) valutare il soggetto razionalmente. Le regole sono utili anche per lo spettatore, altrimenti è come un dialogo tra persone che parlano la stessa lingua, ma con dialetti molto stretti…… potrebbero non capirsi. [lo]

    #1649833
    GianMauro
    Partecipante

    per fra65: probabilmente la mia risposta è stato dettata dall’incoscio. Inutile sottolineare che sono perfettamente d’accordo con te ciao

    #1649866
    Franco
    Partecipante

    [bir]

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