- Questo topic ha 44 risposte, 20 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 13 anni, 11 mesi fa da 7ThSon.
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Dicembre 18, 2010 alle 1:58 am #1619286dirosa82Partecipante
Che dire Sandro, è una storia bellissima, ed è tutto vero. Ho letto questo tuo ultimo messaggio con voracità!!! [sni] [ado] [can]
Dicembre 18, 2010 alle 2:12 am #1619291gloster1974PartecipanteUn frammento di memoria che ha viaggiato nel tempo sino ad arrivare a quel bambino di due anni , un ricordo che ha un valore impagabile , complimenti Sandro.
Dicembre 18, 2010 alle 2:22 am #1619295nixrayPartecipanteCaspita, è proprio vero che spesso la realtà supera la fantasia. Questa storia è così fantastica che nessun autore l’avrebbe usata per un proprio racconto, proprio perché troppo inverosimile. Invece è tutta realtà!!! Con un epilogo bellissimo!! Bravo Sandro. [app] [app] [app]
Dicembre 18, 2010 alle 2:23 am #1619296archiaPartecipanteLa vita e’ un romanzo che nemmeno il piu’ brillante degli umani potrebbe scrivere.
Dicembre 18, 2010 alle 2:28 am #1619299bepocPartecipanteDa acrobat … forse è patologia …
È possibilissimo ma non è certo! Definire chiaramente cosa è patologico e cosa è, invece, normale non è facilissimo. Noi siamo arcisicuri di saperlo, ma è proprio vero che lo sappiamo? Abitualmente definiamo patologico un atteggiamento altrui, ma mai, o quasi mai definiamo patologico un nostro atteggiamento. Lo definiamo sempre normale. Questa dicotomia mi fa pensare che la differenza tra i due termini non abbia una definizione propria. Ma sia, invece, equivalente alla differenza che passa tra: Noi e gli Altri.
Dicembre 18, 2010 alle 2:40 am #1619302acrobatPartecipanteInutile dire che questa vicenda mi ha commosso fino alle lacrime. Terrò questa vecchia fotocamera e quei negativi per tutta la vita, perché grazie ad essa ho restituito un momento di gioia ad un essere umano. Ed è una cosa che non ha prezzo.
Come non condividere queste tue emozioni di ‘carattere’… E ringraziarti di aver condiviso in modo direi elegante, sono soddisfazioni che vanno oltre la passione nello specifico, sarebbe bello che tu riuscissi ad andare in Belgio con animo leggero, ti esorterei dunque a non dubitare e partire! Da un apparentemente piccolo dettaglio, una grande opportunità, un viaggio della memoria simbolico e vero, vivilo! Ti ‘invidio’…
Dicembre 18, 2010 alle 2:53 am #1619305acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da EnricoX: Tu che ben conosci Barthes, sai che non c’era nessuna nota dolente nelle mie parole. Fotografare e ricordare, non sono alla fine, nel comune immaginario, cose del tutto simili? Non si fotografa per ricordare? O forse si, la fotografia fatta per ricordo, duole una volta che ciò che raffigura è svanito. [lo]
Oh guarda, non ti avevo letto… No, io fotografo per ‘sottrarre’ senso all’indistinto. ‘Mi piace la scultura, forse più di tutte le altre forme d’arte…’ ..forse più che la benevolenza di Roland Barthes, per la tua visione, ti elogierebbe Berengo Gardin… [leg]
Dicembre 18, 2010 alle 3:05 am #1619306lecicalePartecipantegrande sandro ………..mi hai quasi fatto venire i lucciconi…..ci sarebbe da fare un grande film …..ho già il titolo ” le foto dimenticate”………..
Dicembre 18, 2010 alle 3:20 am #1619309acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da bepoc: È possibilissimo ma non è certo! Definire chiaramente cosa è patologico e cosa è, invece, normale non è facilissimo. Noi siamo arcisicuri di saperlo, ma è proprio vero che lo sappiamo? Abitualmente definiamo patologico un atteggiamento altrui, ma mai, o quasi mai definiamo patologico un nostro atteggiamento. Lo definiamo sempre normale. Questa dicotomia mi fa pensare che la differenza tra i due termini non abbia una definizione propria. Ma sia, invece, equivalente alla differenza che passa tra: Noi e gli Altri.
Definire chiaramente cosa è patologico e cosa è, invece, normale non è facilissimo. Infatti non lo è affatto, anzi è forse pretenzioso, una sfida all’umano sentire… Per quanto mi riguarda, credo di essere assolutamente ‘normale’, dunque di fatto, patologico… Interessante assai la tua coda interprettiva, e di non facile replica, in questo momento! [leg]
Dicembre 18, 2010 alle 6:24 am #1619317FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: Dopo tre mesi questa storia ha avuto un insperato epilogo…….
beh, è difficile aggiungere altre parole, solo…… la fotocamera è capitata nelle mani giuste, tienici informati se puoi…… mi nasce spontanea una riflessione, spesso ci affanniamo nel cercare quello che gli occhi non vedono, l’arte. Che fine faranno queste immagini? non voglio approfondire l’argomento, volevo solo far notare che spesso sono le foto della nostra famiglia e di tutto ciò che la circonda che vivranno nel tempo, queste foto fanno la storia, sono la nostra storia….. Ci sono immagini bellissime morte al loro nascere, perchè inutili. Altre sbiadite e consunte dal tempo, che ancora oggi raccontano storie, parlano nei ricordi di chi ha vissuto quei momenti, raccontano le radici dov’è partito tutto… Ad agosto ho partecipato ad una mostra nei locali del comune di Lu Monferrato, di fronte alla chiesa di S.Giacomo. La mostra è stata organizzata e curata da un appassionato di fotografia che per anni ha cercato e scansionato migliaia di pellicole e stampe che ritraevano l’attività quotidiana nei paesi del monferrato, dall’inizio del 900 fino all’avvento della repubblica. Le ho guardate con interesse e proprio nell’ultima stanza ho avuto l’inaspettato piacere di vedere un’immagine cara, la foto era intitolata “le ricamatrici” ed era stata scattata in un convento di suore, riprendeva una decina di alunne che frequentavano il corso, tra le quali, mia madre all’età di circa 10 anni. Mia madre non sà ancora nulla, l’organizzatore mi ha detto che mi avrebbe spedito una copia 20×30, forse prima di Natale….. spero, ne son certo, un pezzo di storia che si ricongiunge ai ricordi
Dicembre 18, 2010 alle 2:30 pm #1619329marsssPartecipanteche storia!!! meravigliosa
Dicembre 18, 2010 alle 4:44 pm #1619348treemmePartecipantesemplicemente commosso non poteva avere epilogo migliore una storia cosi’ bella e vera
Dicembre 18, 2010 alle 6:00 pm #1619357porcospino99PartecipanteE’ una cosa stupenda!!!! Se lo avessi letto o visto avrei pensato alla solita “americanata strappalacrime” ma per fortuna in casi come questo scopri che cosi’ funziona la vita e che il bello di essere persone e non bestie suscita sentimenti che vanno oltre a tempo e confini geografici. Un incastro perfetto di persone ha permesso di far rivivere ricordi ed emozioni positive, e posso immaginare la cura e la passione che metterai nello stampare quei negativi. Spero anche per te che tu possa trovare il modo ed il tempo un giorno di andare in Belgio a trovare il “bimbo” della foto. Grazie per aver condiviso. Nicola
Dicembre 20, 2010 alle 12:48 pm #1619645mukkoPartecipantela fotografia digitale una fotografia, veloce, molto meno adatta a perdurare nel tempo, come archivio intendo, almeno per la stragrande maggioranza di utenza. quasi tutti si preoccupano di procurarsi l’attrezzatura più bella, moderna, veloce, ma quanti investono in sicurezza e stampe delle foto? la pellicola era più slow… dalla realizzazione dello scatto alla conservazione dello stesso. eri costretto a conservare i negativi, e anche se in malo modo chiunque sapeva quel minimo di accortezze per non rovinarli. anche il peggior conservatore di negativi li ha visti durare per almeno due decenni. c’è poco da fare, la fotografia va stampata… tra 50 anni sarà difficile aprire qualche baule e trovarci dentro delle stampe sbiadite fatte in digitale. ricordo ancora a casa del nonno la scatole con le foto sparse dentro dei nonni e dei bisnonni. erano li. fare fotografia non significa solo saper realizzare uno scatto piacevole. significa anche farsi carico di tramandare il proprio operato al futuro, raccontare parte del nostro mondo e farlo conoscere. non dico che l’ìanalogica sia meglio, ma sicuramente veniva più naturale seguire determinati accorgimenti, e la stampa era una pratica molto più utilizzata. io credo che tra 50 anni, facendo le corna, sicuramente troveranno qualche mio lavoro a pellicola, piuttosto che qualcuno in digitale.
Dicembre 28, 2010 alle 4:24 am #16210037ThSonPartecipantecaro Sandro , questa tua avventura è la miglior storia di natale si possa leggere , potresti scrivere un libro documentario sulla forza di un istante imprigionato per anni nel buio , in balia del tempo nell’attesa di un spiraglio di speranza , rivivere quella luce gioiosa che impressionò quei momenti felici , un ricordo di un vissuto passato ma ancora vivo e presente , grazie al tuo contributo ha di nuovo un futuro di continuità , un ricordo da tramandare
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