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Lazzaro, alzati e cammina…

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  • #1758971
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Lippolo: francamente ho grandi difficoltà ad inquadrare questo tuo intervento… il mio non è un racconto, nè tantomeno un raccontino (come lo chiami tu). è semplicemente un reportage di una processione religiosa che ha come tema la Domenica delle Palme. …

    Se per Reportage non intendiamo “raccontare” qualsiasi cosa sia… lasciamo perdere. Non importa.. va bene così. Prego [bir]

    #1758973
    Luppolo
    Partecipante

    il “Reportage” non è propriamente un raccontino… è una cronaca, una memoria di viaggio… poi se vogliamo lasciar perdere, per me va bene

    #1758975
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Lippolo: il “Reportage” non è propriamente un raccontino… è una cronaca, una memoria di viaggio…

    Ma quando fai della cronaca… non racconti? Raccontino perchè sono 10 foto.. se ti da fastidio il termine possiamo anche cambiarlo.. ma non è che cambi di molto il contesto. Bisogna essere predisposti alle critiche nel momento in cui pubblichiamo le nostre fotografie, le quali possiamo ritenerle fondate o meno, ma senza l’umiltà di accettare il parere altrui (me compreso ovviamente) lasciamo perdere. Non mi sembrava così complicato il mio discorso, ma forse abbiamo aspettative diverse. Buona luce [bir]

    #1758977
    Luppolo
    Partecipante

    è la questione della fantasia che non capisco… non sempre è possibile generare curiosità o stimolare la fantasia nell’osservatore a volte basta rappresentare la realtà

    #1758982
    Itzer
    Partecipante

    Originariamente inviato da mauromo69: Non mi sembrava così complicato il mio discorso, ma forse abbiamo aspettative diverse.

    Originariamente inviato da Lippolo: non sempre è possibile generare curiosità o stimolare la fantasia nell’osservatore a volte basta rappresentare la realtà

    Scusate se mi intrometto, ma la questione mi sembra piuttosto interessante. Se da una parte capisco Filippo quando dice che la realtà è quella che è, dall’altra è pur vero quanto dice Mauro, secondo il quale c’è modo e modo di raccontare. A questo punto, potrebbe essere davvero illuminante un esempio di quanto lo stesso Mauro asserisce.

    #1758985
    albo49
    Partecipante

    Originariamente inviato da mauromo69: Un racconto fotografico deve saper attanagliare il fruitore alle fotografie ed alla fine lasciargli la voglia di continuare a “vedere quelle che non ci sono”. Il tutto con stile. Questo raccontino lo trovo leggermente didascalico, troppo letterale, non mi lascia spazio alla fantasia (nel senso che non mi lascia intuire niente, è tutto scritto)… stilisticamente è un b/n anche ben fatto, mi lasciano leggermente perplesso le due foto verticali (non che siano brutte, ma lette in un racconto basato su foto orizzontali stonano un pochino). In definitiva farei una scelta di alcune foto che sono quasi doppioni delle precedenti… so che è difficile scegliere le proprie foto, ma è necessario se voglio fare in modo di incantare chi guarda. Tutte queste sono le mie impressioni di lettore.. (forse toglierei anche le didascalie… si intuiscono comunque i possibili dialoghi dei partecipanti). 😀

    Mi piace molto questo commento. Concordo con Mauro su alcuni aspetti formali, sembra banale ma, come in un portfolio, l’eleganza della presentazione è fondamentale e spesso conviene spezzare la proposta con una serie orizzontale e una verticale. Sono in disaccordo sul termine “fantasia” che esula dal racconto fotografico. Un racconto è per sua natura didascalico, ogni immagine contribuisce alla cronologia del racconto. Queste proposte non dovrebbero stimolare la fantasia, non siamo di fronte ad una interpretazione. Il racconto deve avere un inizio, una fine ed uno svolgimento e l’osservatore, seguendo un filo logico, si aspetta una sequenza chiara e lineare. Mauro, richiama in modo critico un’altra verità: la descrizione di una foto. Se è vero che una foto non dovrebbe (condizionale) avere bisogno di spiegazione, è anche vero che le citazioni si usano e sono spesso usate anche da noti autori e sono poste a indice della narrazione con lo scopo di guidare l’osservatore sul soggetto e, ancora più importante, sull’immagine successiva. In questo caso le citazioni potrebbero vivere anche senza immagini e porterebbero l’osservatore ad immaginare la scena come visione storico-culturale, per eccesso si potrebbe dire che sono le foto a corredo della citazione e non viceversa. Come ho detto, mi è piaciuto questo commento perchè dimostra di avere idee, attenzione e consapevolezza. Ciao

    #1758988
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Albo49: Sono in disaccordo sul termine “fantasia” che esula dal racconto fotografico.

    In effetti “fantasia” non è il termine più appropriato.. ma sui due piedi è l’unico che mi è sovvenuto. Forse meglio “immaginazione”, lasciare al lettore la possibilità di immaginare qualche possibile aneddoto della vicenda lo reputo un modo di porre attenzione sull’operato del narratore. E’ altresì vero che il racconto deve avere un inizio, uno svolgimento ed una fine, ma se troppo “precisi” rischiano di annoiare… stile quelle serate-resoconto dell’ultimo viaggio degli amici… 2000 fotografie di un viaggetto di una settimana in qualche luogo esotico (partendo dal check-in dell’aeroporto al bacio al terreno del rientro…) estremizzando ovviamente 😉

    #1758990
    albo49
    Partecipante

    Originariamente inviato da mauromo69: In effetti “fantasia” non è il termine più appropriato.. ma sui due piedi è l’unico che mi è sovvenuto. Forse meglio “immaginazione”, lasciare al lettore la possibilità di immaginare qualche possibile aneddoto della vicenda lo reputo un modo di porre attenzione sull’operato del narratore. E’ altresì vero che il racconto deve avere un inizio, uno svolgimento ed una fine, ma se troppo “precisi” rischiano di annoiare… stile quelle serate-resoconto dell’ultimo viaggio degli amici… 2000 fotografie di un viaggetto di una settimana in qualche luogo esotico (partendo dal check-in dell’aeroporto al bacio al terreno del rientro…) estremizzando ovviamente 😉

    Forse è vero il contrario. in una noiosa e lunga presentazione (da non proporre mai), se non ci fossero dei punti di riferimento, scritti o vocali, gli spettatori sarebbero presto tra le braccia di morfeo.

    #1758997
    Luppolo
    Partecipante

    l’alternanza di formati a me non disturba, soprattutto se il cambio è supportato da scelte compositive precise. in questo caso su 10 foto solo 2 sono verticali e ritraggono entrambe due figure umane vicine tra loro. la scelta di inserire didascalie “vincolanti” è stata ragionata… non ci può essere spazio, a mio avviso, per l’immaginazione nel trattare un argomento noto come il passo del Vangelo a cui si riferiscono le foto. ho preferito guidare l’osservatore.

    #1759006
    Luppolo
    Partecipante

    grazie ad Albo, ho capito cosa volevate dire… l’alternanza di formati può non disturbare la visione del reportage sul web, se osservo una sola foto alla volta. ho provato ad allineare le 10 foto sul tavolo… le due verticali staccano troppo… grazie ad entrambi per lo spunto di riflessione 😉

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