- Questo topic ha 28 risposte, 15 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 2 mesi fa da GianMauro.
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Gennaio 24, 2012 alle 3:23 am #1691088GianMauroPartecipante
…. c’era una provocazione? non l’avevo capito [scr] ciao 😀 😀 😀
Gennaio 25, 2012 alle 11:29 pm #1691497mactoms76PartecipanteDiscussione molto interessante e foto bellissime! Non penso che da tutte le foto sbagliate si possa ricavare qualcosa di buono, ma di sicuro da oggi in poi sarò meno “schiavo” delle regole e dei canoni.
Gennaio 26, 2012 alle 12:41 am #1691511GianMauroPartecipantegrazie mactoms76, assolutamente d’accordo con te.
Marzo 21, 2012 alle 5:38 pm #1700665ilsaxPartecipanteCiao a tutti. Ripesco questa discussione molto interessante per dire un po’ la mia. Innanzitutto faccio i complimenti per le foto. Alcune mi hanno davvero colpito. Personalmente sono un fotografo amatoriale, un neofita, che ha tanta voglia di imparare. Ho letto anche io alcuni testi, ma si è trattato sempre di cose leggere, per capire un po’ più di tecnica e di regole di composizione. Spesso però mi sono ritrovato a confrontare qualche mio catto con quelli di qualcun altro e… alla fine mi rendo conto che anche se i miei scatti possono risultae più corretti, difettano dell’aspetto narrativo e comunicativo di altri scatti. Parafrasando l’adagio mi accorgo che spesso “la foto del vicino è sempre più vivida”… però spesso il ap, la distanza tra tecnica e comunicazione si avverte in modo notevole. Personalmente credo che ci siano foto belle, che trasmettono sensazioni, meraviglia, storia, colori e foto brutte che non dicono molto, che non raccontano niente, che si perdono nelle decine di milioni di foto in giro ogni giorno. Ecco, molto spesso ho fatto delle bruttissime foto molto precise e delle sconclusionate foto molto belle. L’argomento è comunque molto vasto e credo che poi molto dipenda dalla sensibilità di chi garda un’immagine. Dal canto mio però mi sforzerò per cercare di dare maggior senso alle cose che vedo e che mi spingono a fare una fotografia, piuttosto che ad applicare una regola piuttosto che un’altra. La tecnoca migliora, ma non fa una foto…e forse, quello che ci vuole, a volte, è tentare di conseguire qualcosa che assomigli un po’ più all’ingenuità.
Marzo 21, 2012 alle 9:59 pm #1700695GianMauroPartecipanteCiao ilsax, Mi fa molto piacere leggere la tua risposta, sono contento che alcune foto ti siano piaciute. Ad un certo punto del mio del mio cammino fotografico ho smesso di leggere di tecniche fotografiche, di composizione, di regola dei terzi e sezioni auree, l’ho fatto perché ho capito che per me la fotografia non significava replicare la realtà, ma bensì interpretarla. Devo è doveroso, ringraziare per questo un altro Canoniano Claudio (acrobat) perché casualmente stimolò la mia curiosità consigliandomi indirettamente (lui lo ricorda bene) il mio primo libro di fotografia, quello di doisneau e il secondo quello di Kertez. Quello che per me conta in una fotografia è il risultato, che questo sia premeditato o casuale (come quasi tutte le mie foto di questo post) non ha importanza. La contestualizzazione della foto, la capacità narrativa di questa non dipende dal soggetto ma dalla capacità del fotografo di catturare l’attimo e se queste sono “sbagliate” ma belle poco mi importa. Spesso esco per strada a fare foto “street” e nel 20-30% dei casi scatto senza neanche guardare nel mirino. Mi fido delle scelte iniziali di impostazioni del diaframma (f/11-f/16) e del grandangolo e quasi sempre sono le foto più belle e spontanee o forse come tu stesso le hai definite “ingenue” Ciao
Agosto 27, 2012 alle 10:20 pm #1727339GianMauroPartecipanteContinua una ricerca fotografica un po’ particolare, quella dell’errore fotografico. Questa volta, in barba allo stereotipo Hipster (da cui mi dissocio) ho usato le plasticose Holga e Diana. Gli “errori” non sono casuali ma premeditati…. vi è in queste foto una chiara e discutibile ricerca di un immagine nell’immagine senza però discontinuità tra i soggetti ripresi.
Pellicola Kodak Portra 160 rulli da 120
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…commento e critica gradito ciao
Agosto 27, 2012 alle 11:03 pm #1727352rbuontemPartecipanteCiao, a mio modestissimo avviso, lavori interessanti, che in passato ho tentato anche io (con risultati ben peggiori…) con la gloriosa Lomo. Mi piace molto, anzi moltissimo, la prima, mi piacciono la terza e l’ultima; faccio fatica, per un mio limite, con le altre tre. Comunque, personalmente apprezzo molto la volontà di lavorare con apparecchi (e pellicola) non certo facili, nè lontanamente paragonabili allo stereotipo citato (da cui anche io mi dissocio, anche se utilizzo Lightroom). Sempre i miei complimenti! Renato
Agosto 27, 2012 alle 11:15 pm #1727354GianMauroPartecipantegrazie rbuontem, ti dirò, questo tipo di apparecchi non sono difficili da utilizzare, anzi credo in tutta onestà che che sia più facile utilizzare questi strumenti piuttosto che le moderne SLR digitali. Le cose più difficili sono fondamentalmente due, levare il tappo copri obbiettivo prima dello scatto e ricordarsi di avvolgere la pellicola dopo. Per il resto è tutta libera interpretazione grazie di nuovo ciao
Agosto 28, 2012 alle 1:20 am #1727378albo49PartecipanteAvresti dovuto aprire un nuovo topic. Questi non sono errori. Condivido la volontà di sperimentare, di curiosare, quasi a violentare l’idea stereotipata dell’immagine perfettina ottenuta da macchine perfettine con ottiche perfettine. Però credibile solo dopo solide fondamenta come nel tuo caso. Ciao
Agosto 28, 2012 alle 3:22 am #1727422GianMauroPartecipanteGiusto non sono errori perché sono stati voluti, ma lasciamelo scrivere, sono foto canonicamente sbagliate. Che è in pratica quello che affermava Cheroux. Mi spiego: Chi giudica se una foto è corretta o sbagliata? L’osservatore da cosa è influenzato l’osservatore nella sua critica? dal contesto Il contesto è chiaramente influenzato da pre-impostazioni culturali e sociali, fenomeni fortemente radicati nella società, fatti da hobbysti che scattano foto a tramonti sempre tutti uguali, che vanno al cimitero monumentale a scattare foto sempre dello stesso tipo (che noia) e più in generale in questo momento il contesto è influenzato da Mpix, da lenti super nitide, dall’ariosità (?), da stabilizzatori, da MK III piuttosto che MKII e l’idea di violentare lo stereotipo delle macchine perfettine è decisamente stimolante oltre che curioso. C’è in me un’insana voglia di riconversione, senza contestazione, solo sperimentazione e senso critico. Solo per imparare qualcosa di nuovo. Ti ringrazio della stima
Agosto 28, 2012 alle 6:15 am #1727438FrancoPartecipanteè incredibile quanto siano radicate in tutti noi alcune convinzioni, anche in modo non voluto .. l’errore è spesso frutto del caso, ma può essere anche voluto. è voluto quando l’autore commette volutamente degli errori che infrangono i tabu’ e le regole definite dalla comunità di praticanti. Dall’arte contemporanea in poi l’errore è accettato come parte fondamentale dell’azione artistica, mentre in fotografia, dove i dogmi “tecnologici” caratterizzano fortemente l’inconscio collettivo di autore e spettatore dell’immagine fotografica, la pratica di infrangere le regole della grammatica fotografica in modo sistematico può apparire inusuale, addirittura innaturale, un’errore! In questo caso l’errore viene visto a priori dalla volontà dell’autore .. L’errore è generato da uno sbaglio, senza volere, oppure senza sapere, per distrazione o per ignoranza. Invece l’errore può nascere anche da un’atto di consapevolezza. Bella quest’ultima serie, in particolare la prima e la 5a, dove però la standarizzazione dell’errore (come la sovrapposizione di diverse immagini) segue forme ripetitive e per questo motivo dovrebbe corrispondere ad una ben definita esigenza artistica dell’autore, che non dovrebbe (l’uso dei condizionali è assolutamente d’obbligo) ridursi ad una semplice negazione delle regole. Da osservatore recepisco una sequenza di immagini molto dinamiche dove la disposizione dei piani di ripresa spaziale, di osservazione, non sembra seguire regole, è apparentemente caotico, ma non necessariamente casuale, un po’ come avviene nel cubismo “analitico” di Picasso dove il soggetto viene rappresentato da diversi punti di ripresa adottando pochi colori, in genere l’ocra e il grigio/verde proprio come nelle tue foto .. Trovo questi ultimi “errori fotografici” molto creativi, meritevoli di un’accurato approfondimento. [lo]
Agosto 28, 2012 alle 12:54 pm #1727455dMikiPartecipanteMolto daccordo con fra65. Vorrei aggiungere che attraverso l’errore voluto in fase di composizione si possono creare dei messaggi voluti e destinati alla trasmissione di un determinato tema, ma anche dei messaggi involontari per l’autore ma intensi per l’osservatore. Non so se voluto dall’autore, in questo caso, ma a mio avviso c’è una forte trasmissione del senso del tempo. Tempo breve in alcune immagini e tempo relativamente lungo in altre (come nell’ultima). L’esperienza ci insegna che la creazione di metodologie artistiche innovative è tale proprio per la rottura degli schemi tecnici classici. I nuovi schemi poi, una volta diventati anch’essi classici, saranno destinati ad essere infranti da un’altro innovatore. Altrimenti rimaremmo sempre ai cloni. Bravo GianMauro
Agosto 28, 2012 alle 2:31 pm #1727486marco66Partecipanteammiro molto queste realizzazioni perche’ sono qualcosa di diverso (almeno se non nella fotografia in generale) ma sicuramente in questo forum . mi interesso di questo tipo di fotografia dopo aver letto il libro di Cheroux. oggi purtroppo e difficile rompere gli schemi in maniera “accidentale” che sarebbe via la migliore per ottenere sorprese nei riusultati e poi eventualmente sviluppare il concetto.
Agosto 28, 2012 alle 10:02 pm #1727594GianMauroPartecipanteRagazzzi Vi ringrazio tantissimo Sono veramente soddisfatto di aver sviluppato questo aspetto della fotografia e non posso non sottolineare quanto costruttivi ho trovato i vostri commenti. Grazie
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