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Dicembre 15, 2014 alle 9:26 pm #1820155rockallPartecipante
Salve ragazzi,
sono fresco fresco di ritorno dalla bellissima retrospettiva di HCB a Roma! [app] Vabbè, si potrebbe discutere di come l’abbia trovata un po’ “caotica”, rispetto a quelle (sempre a Roma di questi mesi) di Fontana, Berengo e Erwitt, ma è pur vero che quella dell’Ara Pacis è più “mastodontica” e magari un percorso più lineare sarebbe stato più complicato.Comunque, ciò che mi ha davvero sorpreso, considerando che più o meno le foto in b/n del Maestro mi erano già note, sono state quelle a colori, in questo caso esposte in un piccolo slideshow digitale. Ebbene, poichè le ho trovate davvero eccezionali (il passare durante la visita da un preponderante b/n a scene “colorate” dello stesso “occhio” aveva un non so che di “magico”) mi chiedevo se voi siete al corrente dell’esistenza di un libro (magari esaustivo) che conservi le sole foto a colori di HCB, anche in lingua straniera. Mi piacerebbe acquistarne uno!
Grazie mille!
Dicembre 16, 2014 alle 6:16 am #1820176FrancoPartecipanteUna delle poche cose che unisce due autori molto differenti come Ansel Adams e Bresson, è la tecnica del Bianco e nero, in entrambi i casi fù una scelta artistica e tecnica, ma non mancarono le sperimentazioni con il colore che però finì sempre per deludere profondamente i due grandi maestri.
Di Bresson in particolare, gli unici colori che vale la pena vedere sono i suoi dipinti e acquerelli dove metteva tutti i colori che aveva rinnegato nella fotografia, non conosco nessun testo che riporta tutte le sue foto a colori, almeno quelle conosciute, perché al di fuori delle testimonianze pervenute dalle riviste con la quale ha collaborato, in particolare Life, distrusse tutti i negativi a colori. Possiamo trovare alcune foto a colori, non molto significative in “Vive la France”, il libro che racchiude tutte le foto fatte alla fine degli anni ’60 dopo aver girato in lungo e in largo il suo paese d’origine.
Ne “lo zen e la fotografia” di Jean-Pierre Montier c’è una citazione di HCB sul colore :
[i]“Ho fotografato a colori la cina e la senna per “Paris Match”, “Life” e “Stern”, e la Francia per l’editore Robert Laffont. Era per necessità professionale…….
la mia unica buona foto a colori è apparsa sulla copertina di “Camera” all’epoca della mia mostra al Pavillon de Marsan nel 1954, ma non aveva alcun senso, era una caduta nell’estetismo.
Solo l’ingegner Kudelski mi ha fornito un punto di vista interessante spiegandomi che il colore consente una più rapida identificazione di un documento. Ma questa è un’altra questione. L’emozione io la trovo nel bianco e nero che è uin’astrazione, un’anomalia e traspone la realtà. La realtà è un diluvio caotico e, in questa realtà, si deve effettuare una scelta che metta insieme in modo equilibrato il fondo e la forma; figuriamoci se in più bisogna preoccuparsi del colore! e poi, colori naturali è un’espressione priva di senso. Visione castrata: la fotografia a colori incanta soltanto i mercanti e le riviste illustrate.”[/i]in “post scriptum a l’istant décisif” di HCB del 1985 troviamo :
“il colore è un importante strumento d’informazione, molto limitato però sul piano della riproduzione, che resta chimica e non trascendentale, come nella pittura. A differenza del nero che ci dà la gamma più complessa, il colore offre una gamma affatto frammentaria”
Benvenuto nella nuova sezione bibliografica.
Dicembre 16, 2014 alle 3:16 pm #1820199rockallPartecipanteGrazie mille!
Beh io credo che a parità di composizione, da quello che potuto osservare, un Bresson a colori o in b/n potrebbe anche equilvalersi…certo, se poi ricerchiamo eventuali sperimentazioni col colore, allora si potrebbe (anche) rimanere delusi. Io le ho trovate molto affascinanti comunque. Chissà che un giorno qualcuno non ne faccia un libricino, almeno per dovere di storia, come quello per Capa.Dicembre 16, 2014 alle 4:35 pm #1820204ClaudioPartecipanteDicembre 16, 2014 alle 7:35 pm #1820219FrancoPartecipanteConcordo, per comprendere il lavoro di Bresson e il suo modo d’intendere la fotografia, sarebbe interessante vedere riunite le foto a colori che si sono salvate, che comunque mantengono la visione e la capacità di fermare l’attimo cruciale che è tipica di questo autore, le stesse qualità di base.
La critica di Bresson sul colore è strumentale ed era riferita alla capacità espressiva del BN di entrare in un mondo astratto e immaginario dove le forme e le masse, i volumi non subissero l’influenza dirompente del colore.
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