- Questo topic ha 5 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 16 anni, 8 mesi fa da Anonimo.
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Marzo 1, 2008 alle 9:21 pm #1328353AngorPartecipante
spero di non sbagliare sezione, volevo chiedere un consiglio. Mi piacciono i ritratti, ma non ho alcuna base “teorica” e purtroppo ho la sensazione di avere qualche “errore” fondamentale che mi sta ficcando in una strada senza uscita. Naturalmente so che esistono centinaia di libri sulla fotografia, di tutti i generi….ma onde evitare di perdermi in un mare di acquisti che poi magari si rivelano inutili o banali (con il tipico: per fare un buon ritratto dovete inquadrare il soggetto in modo da valorizzarlo….eh, già…bella scoperta), chiederei se qualcuno ha un titolo specifico da indicarmi, che lui stesso abbia trovato utile. grazie mille [lo]
Marzo 1, 2008 alle 9:58 pm #1328361emmeti71PartecipanteCiao Angor, ho visto una bella monografia sulle techiche del ritratto che fa parte delle guide fotografiche del National Geographics. L’ho solo sfogliata, ma mi è sembrata interessante. http://www.nationalgeographic.it/nat_geo/lib_sch.jsp?codArt=131
Marzo 1, 2008 alle 10:26 pm #1328366AngorPartecipanteti ringrazio…per 13 euro spedizione compresa credo proprio che la prenderò…sperando non abbiano solo pagamento con carta di credito :s
Marzo 19, 2008 alle 4:39 pm #1332868AnonimoOspiteIo ti consiglierei anche di studiare un po’ le opere dei grandi pittori, non solo l’aspetto tecnico strettamente fotografico. Caravaggio, Rembrandt, ecc., possono insegnare veramente molto. Le regole espressive e compositive della fotografia sono le stesse della pittura. Non si tratta di copiare questi maestri, quanto piuttosto di capire come reagisce il cervello agli stimoli grafici. L’illuminazione, la composizione, il rapporto che esiste tra i colori, la prevalenza di alcuni di essi su altri, l’importanza dello sfondo, delle linee (anche improprie) che attraversano il campo di ripresa, la prospettiva, la tridimensionalità. E questo è formativo anche per gli altri generi della fotografia. Spesso si vedono splendide foto rovinate da particolari che distolgono l’attenzione. Noi prestiamo più attenzione agli obiettivi ed alla tecnica in generale, che alla composizione. Alla fine la foto sarà perfettamente esposta, ma qualcosa nell’immagine ci darà fastidio e non riusciremo a capire cosa.
Marzo 19, 2008 alle 6:10 pm #1332889AngorPartecipanteAntonino, è vero quello che dici…però ci ho già provato qualche volta, ma senza grossi risultati. Ti faccio un esempio con la famosa regola dei terzi: solo DOPO averla saputa ho cominciato a notarla e anche a notare quando volutamente viene omessa. Ad esempio 2: ho letto in questi giorni su un vecchio libro di fotografia una frase che sicuramente terrò presente d’ora in poi: quando guardiamo una scena reale, ci concentriamo sul soggetto per due motivi: 1) perchè l’occhio ha una zona centrale di visione definita molto stretta 2) perchè non ci interessa quello che sta intorno Lo stesso succede quando inquadriamo nel mirino: di fatto vediamo solo il soggetto principale, ma quando la foto è scattata ciò non è più vero perchè la foto diventa TUTTA soggetto centrale. Per cui nel libro consigliavano di scorrere con l’occhio anche i bordi dell’inquadratura, non solo guardare il soggetto. Ecco, io cerco “consigli” del genere….poi è chiaro che altre abilità e sensibilità si acquisicono con la pratica, SE si acquisiscono. Cmq, ho ordinato il libro di NG e scriverò le impressioni appena mi arriva. ciao
Marzo 20, 2008 alle 9:13 pm #1333234AnonimoOspiteOriginariamente inviato da Angor: Antonino, è vero quello che dici…però ci ho già provato qualche volta, ma senza grossi risultati. Ti faccio un esempio con la famosa regola dei terzi: solo DOPO averla saputa ho cominciato a notarla e anche a notare quando volutamente viene omessa.
Hai fatto bene a comprare il libro. Le regole non puoi “ricavarle” da solo. Hai bisogno di indicazioni. Ma dopo che le hai imparate, riscontrale sugli autori, fotografi e pittori, per verificarne l’effetto. Anche per acquisire una capacità critica. Vedrai che queste regole delle volte si infrangono e capirai perché.
Antonino, è vero quello che dici…però ci ho già provato qualche volta, ma senza grossi risultati. Ti faccio un esempio con la famosa regola dei terzi: solo DOPO averla saputa ho cominciato a notarla e anche a notare quando volutamente viene omessa. Ad esempio 2: ho letto in questi giorni su un vecchio libro di fotografia una frase che sicuramente terrò presente d’ora in poi: quando guardiamo una scena reale, ci concentriamo sul soggetto per due motivi: 1) perchè l’occhio ha una zona centrale di visione definita molto stretta 2) perchè non ci interessa quello che sta intorno
Il nostro occhio osserva solo la prima volta il soggetto che vede, passando da una zona all’altra, non solo il centro, se non si è un po’ superficiali, diciamo … “negati per la fotografia”. ahah Successivamente dà per scontato quel poco che ha già “visto”, disinteressandosi di tutto il resto. L’importante, normalmente, è sapere dove si mettono i piedi… Fotografare richiede la capacità di impararare ad “osservare”, non solo guardare. Il fotografo bravo riesce a carpire molti più dettagli, ad analizzarli, a dare significato ad “una parte” del “tutto”. Invece l’osservatore superficiale resta al primo sguardo, non osserva più. Se ripercorri con calma le strade che hai percorso mille volte, facendo più attenzione, ti accorgerai di dettagli che non hai mai osservato, cui non hai mai dato importanza, mai cercato di dare significato. Se ti fermi, impari a cogliere quello che tu e gli altri normalmente non vedono. Impari a esaminare in modo critico, quasi a “scansionare” il soggetto.
Lo stesso succede quando inquadriamo nel mirino: di fatto vediamo solo il soggetto principale, ma quando la foto è scattata ciò non è più vero perchè la foto diventa TUTTA soggetto centrale. Per cui nel libro consigliavano di scorrere con l’occhio anche i bordi dell’inquadratura, non solo guardare il soggetto.
Direi che bisogna imparare ad osservare, non solo guardare. Se hai osservato solo certi dettagli, guardando la foto, hai l’occasione di rivederla e ti accorgi di qualcosa che non avevi osservato prima. Ma questo deriva anche dal fatto che prima non hai avuto tempo di osservare di più, invece ora sei seduto, sei curioso di guardare quello che hai fatto, hai più attenzione, non hai fretta di passare ad altro. Quando fotografi cammina più piano, con calma; rifletti, gusta quello che hai intorno, assorbi come una spugna i contrasti, i colori, le linee. Lasciati incuriosire dalle ombre, dai dettagli.
Ecco, io cerco “consigli” del genere….poi è chiaro che altre abilità e sensibilità si acquisicono con la pratica, SE si acquisiscono. Cmq, ho ordinato il libro di NG e scriverò le impressioni appena mi arriva. ciao
Ma certo. Prendi tutto il tempo che vuoi. Il gusto è nella ripresa, nell’esserci, in prima fila, ragionando. Col gusto di vivere, di recepire, carpire, sognare, immaginare, fantasticare, perderti nei colori, nelle forme. Senza fretta. Fotografare è bellissimo. La fotografia è fatta di immaginazione, di fantasia; di “momenti tuoi”, che vuoi condividere con gli altri. Alla fine ti sentirai stanchissimo, ma felice. Auguri. Diverrai bravissimo. Ma soprattutto ti divertirai tantissimo, imparando a vivere in un modo diverso. <
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