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Luglio 17, 2007 alle 7:54 pm #1277206eosmacPartecipante
Originariamente inviato da gloster1974: parlando con un mio amico amante della fotografia naturaliostica come me , si discuteva di vari forum specializzati e mi faceva notare che in certi siti la differenza la fanno certi utenti che sanno utilizzare davvero molto bene photoshop . . . e questo mi lascia perplesso , adesso io non me la cavo affatto bene con i programmi di fotoritocco ma la mia domanda e’; utilizzando come si deve un determinato programma una foto puo’ cambiare cosi’ tanto da passare da mediocre a perfetta? io su questo sono molto scettico , se non hai una base bella non puoi fare miracoli altrimenti non e’ piu’ fotografia ma si passa a grafica artistica ;hm
Hai colto il nocciolo della questione. La fotografia sta morendo e non mi venite a fare i soliti discorsi del cavolo: ma no non dire così… non è vero… ma dai come puoi dire così…ecc ecc Dopo tanti anni di studio, di sacrifici e di tanta passione posso permettermi di fare un’affermazione così drastica. Non sopporto questi pseudo fotografi del cacchio che si credono di essere dei veri professionisti del settore soltanto perchè sanno usare un certo filtro in quel dannato programma rovina fotografi. Mettetevi in testa una sacrosanta verità, che a volte può far male, si incomincia a diventare fotografi quando si inizia a guardare il mondo che ci circonda con una certa curiosità. Con la nostra fotocamera dobbiamo interagire con tutto ciò fino a quando le nostre immagini possano espimere delle emozioni che possiamo custodire soltanto nel nostro animo. Non perdete del tempo prezioso e armatevi di tanta pazienza. Alla fine anche il computer vi sembrerà così limitato che inizierete ad usarlo con un’approccio diverso. Ciao
Luglio 17, 2007 alle 9:43 pm #1277222gloster1974Partecipanteallora mi sento di rispondere alla domanda “chi e’ un vero fotografo” ; e’ quella persona come me che da quando ha sposato questo magnifico modo di esprimersi guarda il mondo come se la sua vista fosse un bellissimo obiettivo ( serie super L f 0,5 😉 ) e ogni piccolo dettaglio ispira la fantasia e stimola quel lato nascosto che solo tramite un’immagine riesce a tirare fuori. e qui chiudo il mio intervento [lo]
Luglio 18, 2007 alle 4:05 am #1277290Robbyby30Partecipante8) Scusate se mi dilungo. La parola fotografia ha origine da due parole greche: φως (phos) e γραφίς (graphis). Letteralmente quindi fotografia significa scrivere (grafia) con la luce (fotos). Ebbe origine dalla convergenza dei risultati ottenuti da numerosi sperimentatori sia nel campo dell’ottica, con lo sviluppo della camera oscura, sia in quello della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. La prima camera oscura fu realizzata molto tempo prima che si trovassero dei procedimenti per fissare con mezzi chimici l’immagine ottica da essa prodotta; le sue prime applicazioni per la fotografia si ebbero con Niepce, al quale viene abitualmente attribuita l’invenzione della fotografia. In collaborazione con il fratello Claude, Niepce cominciò a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d’argento e nel 1816 ottenne la sua prima immagine fotografica. Il primo successo con la nuova sostanza fotosensibile risale al 1822, con la riproduzione su vetro di un’incisione che raffigurava papa Pio VII. nel 1841 Francois Antoine Claudet diede nuovo impulso alla ritrattistica introducendo lastre per dagherrotipia a base di cloruro e ioduro d’argento, che consentivano pose di pochi secondi nel 1851 Frederick Schott Archer ideò il procedimento al collodio che si diffuse al posto della dagherrotipia e della callotipia. nel 1859 R. Bunsen e H. E. Roscoe realizzarono le prime istantanee con lampo al magnesio. Infine, nel 1873 H. Vogel scoprì il principio della sensibilizzazione cromatica e realizzò le prime lastre ortocromatiche. Diversi sono i processi diffusivi nei quali l’alogenuro non impressionato viene trasformato in un sale solubile che diffonde dal negativo verso un supporto sul quale viene ridotto ad argento metallico dando luogo alla formazione dell’immagine positiva. Questo procedimento, descritto per la prima volta nel 1939 e utilizzato inizialmente per materiali da fotoduplicazione, consente la cosiddetta fotografia istantanea. Le prime applicazioni pratiche si ebbero nel 1948 con il sistema Polaroid in bianco e nero che permetteva di ottenere una positiva in soli 15 secondi; in seguito fu messo a punto un analogo sistema per le positive a colori ottenibili in circa un minuto. .. .. .. Il 15 dicembre 2006, Adobe rilascia la prima beta pubblica della versione CS3 di Photoshop Adobe Photoshop è un’applicazione informatica prodotta dalla Adobe Systems Incorporated specializzata nell’elaborazione di fotografie (fotoritocco) e, più in generale, di immagini digitali. Si può fermare il progresso? La mia risposta a questa domanda: ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ??? è SI. Penso che tutti possiamo procurarci un software per elaborazioni di immagini, come tutti possiamo procurarci una fotocamera, dei pennelli e della tela, uno strumento musicale o altro, ma poi dobbiamo riuscire con questi a trasmettere emozioni, se un fotografo di oggi ci riesce con un software per me è un VERO FOTOGRAFO. Logicamente questo è il mio parere personale. [lo] [lo]
Luglio 18, 2007 alle 6:52 am #1277305FrancoPartecipanteho letto diverse perle di saggezza, e tra tutte mi hanno colpito quelle di EosMac, perchè riflettono un’intima conoscenza del mondo vissuto della fotografia. Per me il fotografo deve vivere la fotografia deve respirarla in mezzo ai suoi soggetti deve sentirne l’alito e la bellezza, la crudezza e la drammatica passione che li travolge, deve immortalarla e quindi deve capirla e comprenderla. un fotografo deve essere assente a tutto, tranne che al soggetto, quasi come uno stato simbiotico, un limbo meditativo dove c’è un solo obbiettivo, un centro da raggiungere. a questo punto……… davanti al PC, è ancora un fotografo? la mia risposta a malincuore è no! (a malincuore perchè qualcuno travisera quest’affermazione) ha già svolto la sua funzione di fotografo, e quello che viene dopo è d’importanza minore. Il lavoro sul pc è indispensabile, serve a realizzare in modo compiuto la fotografia. Tutti gli interventi fatti in post che hanno la funzione di valorizzare la foto, variando i parametri e le curve, possono essere di routine (semplice sviluppo) oppure possono essere la “coda” del lavoro svolto in fase di scatto e pre-scatto. Non è possibile escludere l’aspetto artistico limitando il piu’ possibile l’intervento manuale in fase di post, anche se dobbiamo dire che quando questo è superiore al lavoro svolto in fase di scatto, è legittimo affermare che vi è uno squilibrio dei valori. Detto in altro modo, se impiego 1 minuto per scattare velocemente una brutta foto e 20 minuti per elaborarla, posso affermare che manca un equilibrio. Però se il risultato è identico alla foto ottenuta da colui che impiega 20 minuti per un ottimo scatto e 1 minuto per il lavoro in post, chi ci dice quale delle due foto è migliore? lo spettatore le vedrà uguali…… per finire…… l’essere o il non essere un fotografo è un problema intimo, riguarda solo il fotografo e le sue scelte. Per me il discorso si chiude qui, l’aspetto di cui possiamo parlare riguarda il risultato finale la FOTOGRAFIA. alla domanda…… “ma chi elabora le foto in digitale, è un vero fotografo?” io risponderei …….. dipende dalla fotografia. a questo punto si pone l’altra domanda: ……”ma la foto elaborata in digitale, è una vera fotografia?”…………
Luglio 18, 2007 alle 7:04 am #1277306FrancoPartecipanteSe prendiamo la creta, il blocco di marmo, la tela, i tubetti dei colori, tanto per citare alcuni elementi classici utilizzati normalmente dagli artisti, prendiamo il pretesto per creare arte, non creiamo un soggetto ma una sua rappresentazione, l’arte in questo caso non è l’oggetto, ma l’azione creatrice che spinge a modificare, plasmare, scolpire, in una sola parola, a creare. Nella fotografia a parer mio avviene la stessa cosa, tramite una netta separazione, facile da definire in termini filologici e filosofici ma meno facile da distinguere nella realtà pratica, abbiamo: – fotografia – fotografia artistica – arte fotografica dove la FOTOGRAFIA è il risultato dell’intento di riprendere la realtà (riprenderla, attenzione non vuol dire che è la realtà, ma la sua immagine) senza secondi fini, solo l’atto, l’azione dello scatto, del meccanico premere il pulsante di scatto, ad esempio, per scattare una fotografia aerea per fini geologici, per scattare la foto di una costellazione per studi astronomici oppure una macro per studi biologici, per scattare una foto di gruppo della cena tra amici, insomma…. l’esecuzione senza l’intento artistico, l’esecuzione con il solo scopo di riprendere la realtà. a questo punto possiamo dire (prima con Enrix ci eravamo arenati sullo scoglio realtà e non riuscivamo a proseguire) che l’intento di riprendere la realtà è il fine della fotografia di per sé, ma non il fine del fotoamatore, quali noi siamo. La foto di un soggetto realistico è l’immagine di questo soggetto fine a se stessa, è un pezzetto di carta, senza materia, è l’immagine di un evento, di un oggetto senza pretesa artistica, salvo l’intenzione da parte dello spettatore di attribuirgli un valore artistico (molte foto di Capa, nell’intento non volevano essere artistiche, di fatto alcune persone le considerano tali, preciso che io assolutamente non sono tra queste) ma qui rientriamo in un discorso piu’ ampio di cui farò qualche accenno dopo. Bisogna dare per scontato che tutto quello che noi facciamo è legato da una spinta artistica, una spinta che ci porta a creare, questa linfa scorre nelle vene del fotoamatore, non in quella del possessore di una compatta che sosta nello zaino con l’unico scopo di scattare una foto ricordo in cima alla montagna. Il fotoamatore è un fotografo artistico, crea immagini uniche e non produce clichè. Da questo spunto verrebbe da fare una considerazione, citata prima e piu’ volte accennata in questo thread, riguardo l’esigenza di non scindere colui che crea, dall’oggetto creato, questo almeno nell’ambito della critica fotografica e del giudizio dell’osservatore, e legare fotografo, foto ed eventuale spettatore in un unico corpo per meglio giustificare ed apprezzare l’intento, le capacità e l’intenzione in rapporto al risultato ottenuto (aspetto tecnico). Ma siccome si tratta di argomento diverso, forse avremo modo di parlarne in un altro ambito. Mentre la FOTOGRAFIA ARTISTICA non è solo fotografia, ma anche molto di piu’, è l’intento di creare, e l’oggetto che cessa di essere tale per vestire i panni della creazione. Non è piu’ l’immagine ovvero la ripresa della realtà com’era nella Fotografia, ma la sua rappresentazione. In quest’ambito può essere considerato lecito cambiare con PS e altri programmi la natura dell’immagine primitiva, a patto che non stravolgano l’immagine e la verità ma anzi che ne accrescano il potenziale, questo sempre per asservire il nostro stimolo e impulso creativo di fare arte, di creare (non di riprodurre, riprendere come avviene nella fotografia). Nella fotografia artistica il fotografo esercita la sua arte in diversi modi, principalmente la esercita nel momento che precede lo scatto, poi nel momento dello scatto, e infine in camera oscura oppure bianca (sul PC). E’ importante capire quest’aspetto…….. l’espressione artistica del fotografo non viene esercitata solo nel momento che precede lo scatto, come Enrix riportava citando HCB, ma può man
Luglio 18, 2007 alle 12:42 pm #1277330frabruniPartecipanteCome avevo previsto e ripromesso col mio intervento, siamo scivolati sulla filosofia ed è veramente interessante leggere tanti pareri e correnti di pensiero. E se provassimo a ricondurre tutto su un piano più semplice ( e non per questo meno profondo ), per dirla come bennato, “non mettetemi alle strette, sono solo canzonette” Intendo che “il vero fotografo” forse è semplicemente colui che “sa fotografare”. Uno che sa fotografare è un fotografo, punto. Uno che sa fotografare può deformare le sue immagini al pc, oppure spruzzare vernice sulle sue fotografie, tagliuzzarle, comporle in un collage, resta un fotografo. Chi invece fa tutto questo senza saper fotografare, magari è u rande artista, ma non un fotogrfo. Questa credo sia la mia opinione definitiva, ma come sempre sono aperto al pensiero di tutti. Ciao,buoni scatti ai “Fotografi”
Luglio 18, 2007 alle 1:43 pm #1277342rpolonioPartecipanteIl titolo di questo topic, dice già molto. Se andiamo a vedere cosa vuol dire il termine elaborare, vediamo che indica “trasformare”. E’ chiaro che questo processo viene fatto dopo, colui che usa il “dopo” può essere qualsiasi, uno che non sa niente di fotografia, uno che non sa come scattare una foto, uno che non ha mai visto una macchina fotografica (per eccesso). Ritornando alla parte finale del titolo tutto fa capo a “VERO”, che messo li così sta ad indicare una certa capacità nel fotografare, il “dopo” è una soluzione che rimane per uno scatto eseguito male. Pertanto secondo me uno che elabora può essere uno che non sa fotografare, è uno che pensa al “dopo”. Uno può dire: io la elaboro perchè così è perfetta, ma perfetta per chi, per il professore?.
Luglio 18, 2007 alle 2:15 pm #1277350mauromo69Partecipante;hm Da quanto leggo alla fine colui che scatta in RAW, apre la foto con il programma x, regola livelli, saturazione, contrasto, taglia (se serve e lo ritiene il caso) e converte le foto è un grafico…. Alla fine comincio a pensare che siamo tutti grafici e non fotografi (di sicuro io non sono fotografo nel senso letterale del termine ma non mi ritengo neanche un grafico… sarò un ibrido 😉 ) 🙂 [lo]
Luglio 18, 2007 alle 3:49 pm #1277366BassierEPartecipanteForse per certi versi si sta travisando il senso stesso del dibattito… il confine dall’essere “puri” fotografi e dei grafici è dove lo poniamo noi… se vogliamo eliminare tutte le IMPUREZZE della fotografia classica allora anche il contrasto, la desaturazione mirata, il crop e tutte quelle “modifiche” che di solito si concedono alle nostre opere in realtà sono opere di grafica… se poi invece vogliamo concedere ad un fotografo qualcosa di più verso la grafica… allora dobbiamo tenere per noi stessi dove poniamo il limite. Come ribadisco sempre io ho fatto il percorso a ritroso… dalla grafica mi spingo verso la fotografia… non sono ancora un fotografo di livello… ma molte delle mie fotografie hanno dei FORTISSIMI ritocchi di grafica… che rimangono più o meno celati… ma rimangono fotografie… e allora io che le ho scattate cosa sono?… forse sono tutti e due… o forse nessuno se mi paragono agli artisti ma comunque sono una persona che esprime e produce i propi sentimenti e le propie sensazioni con più strumenti su una stessa tela… io dipingo anche miniature… e nel girare in questo mondo vedo delle vere e propie opere d’arte… al limite tra la pittura, la scultura e le miniature… non esiste un termine che copra tutto ma credo che ritenerci “neo-artisti” in un termine vago possa calzare… e ritenerci FOTOGRAFI solo perchè ci proviamo… credo che sia dovuto…
Luglio 19, 2007 alle 4:43 am #1277521FrancoPartecipanteSulla paternità dell’appellativo di fotografo non abbiamo alcun dubbio, però ne abbiamo molti quando ci troviamo di fronte ad una foto, oppure quando dobbiamo definire cos’è la fotografia ai giorni nostri. Quando pensiamo alla domanda fatta dall’Amico Jack, in realtà andiamo piu’ avanti, diamo per scontato che il fotografo sia colui che scatta la foto, indipendentemente dall’uso che ne farà, chi scatta una foto è un fotografo. Dando per assimilato questo concetto, ci catapultiamo piu’ avanti, all’oggetto fotografia. Questo argomento è ancora vivo GRAZIE ai dubbi e le paure di qualcuno che ancora pensa che la fotografia non debba essere troppo elaborata e afferma (giustamente) ma speculativamente che l’arte è astratta e non reale e che quindi non è roba per noi fotografi, e che solo l’immagine pura ovvero depurata da ogni elaborazione, da ogni spauracchio di competizione tra avventori delle nuove tecnologie e tradizionalisti possa evitare la morte della fotografia. Ci teniamo stretto quello che abbiamo e guardiamo con diffidenza quello che sta arrivando, senza accorgerci che stiamo tutti (anche Polonio) lentamente scivolando verso l’evoluzione del nostro modo di fotografare, la fotografia stà cambiando, ma la vecchia fotografia, quella che è dentro il nostro immaginario soggettivo, quella presente dentro ognuno di noi non può morire, e a quella possiamo far appello tutte le volte che vogliamo, le idee di A.Adams, di HCB, di Capa si muoveranno sempre tra le nostre fotografie, ma aspettiamoci nomi nuovi………
Luglio 19, 2007 alle 6:27 am #1277525FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da rpolonio: Il titolo di questo topic, dice già molto. Se andiamo a vedere cosa vuol dire il termine elaborare, vediamo che indica “trasformare”. E’ chiaro che questo processo viene fatto dopo, colui che usa il “dopo” può essere qualsiasi, uno che non sa niente di fotografia, uno che non sa come scattare una foto, uno che non ha mai visto una macchina fotografica (per eccesso). Ritornando alla parte finale del titolo tutto fa capo a “VERO”, che messo li così sta ad indicare una certa capacità nel fotografare, il “dopo” è una soluzione che rimane per uno scatto eseguito male. Pertanto secondo me uno che elabora può essere uno che non sa fotografare, è uno che pensa al “dopo”. Uno può dire: io la elaboro perchè così è perfetta, ma perfetta per chi, per il professore?.
Vorrei dare per scontato che anche tu ritieni inutile discutere sul “fotografo” perchè siamo tutti fotografi quando scattiamo una foto. Quindi è anche scontato che l’argomento riguardi la singola foto oppure la fotografia vista nel suo complesso. Immagina due fotografi sulla riva di un lago, tutti due vogliono riprendere lo stesso soggetto, il panorama…… uno scatta una foto mediocre e poi in postproduzione la ritocca per migliorarla, l’altro invece ritocca poco o niente perchè lo scatto è già bello in partenza. Tutti due ottengono una foto simile, qual’è la differenza tra le due foto, tra i due modi di vedere la fotografia? non sono forse uguali? Immagina sempre gli stessi fotografi, tutti due ottengono un risultato scadente perchè si è levata la nebbia e un turista armato di ombrellone e sdraio si e seduto in riva al lago, uno di loro elabora la sua foto migliorandola ed eliminando l’intruso. è meglio la foto brutta o la foto bella di chi l’ha elaborata? (per generalizzare uso il termine bello e brutto, pur sapendo che è utilizzato in modo molto approssimativo e relativo all’osservatore). Mi spieghi perchè è meglio la foto brutta ma non elaborata? e perchè un mezzo come photoshop debba essere escluso a priori? Se proprio vuoi vedere una differenza devi tirare in ballo la tua etica personale di fotografo. Quindi per i tuoi principi etici perchè una foto elaborata con un programma di fotoritocco è male? – Perchè non è seria (non ha il senso dell’humor) – Perchè (apparentemente) i programmi di fotoritocco sono alla portata di tutti e quindi rendono la fotografia troppo “facile”? (mentre premere il tasto di una macchina è molto difficile) – Perchè tu non riesci o non vuoi utilizzarli? (per forza sei sempre fuori a scattare foto….) – Perchè ai tuoi tempi non si usavano i PC…… (e per giunta i PC hanno il monitor a colori e non sono neppure reflex!) – Perchè trasformano la foto originale (feticismo puritano o talebano?) – Perchè Photoshop è riservato a chi non sà fotografare (e se sà fotografare gli diamo Elements?) – Perchè chi elabora una foto in post, tocca una foto senza premere il pulsante di scatto? (allora perchè non mettere un pulsante di scatto anche sul mouse?) – Perchè una foto finisce dopo lo scatto e quello che viene dopo può solo svilirla? (e potrebbe anche offendersi…..) heheh Ciao [lo]
Luglio 19, 2007 alle 8:27 pm #1277638enrixPartecipanteQuesto è un pò il sunto del mio ultimo post, forse non lapalissiano nell’esposizione ma alquanto pertinente al mio pensiero. “…ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ???” Se il senso della domanda è inteso letteralmente così come è scritto la risposta potrebbe essere sì, ma anche no! La soluzione è in ultimo. Mi spiego.Come ho già detto precedentemente io parto dal presupposto che il fotografo, da sempre, è quello che scatta le fotografie, colui che ha locchio fotografico, colui che conosce la pdf, i tempi di scatto, lesposizione, ecc. ecc. Prima dellavvento del digitale, esistevano già tanti e tanti fotografi e solo una piccola parte di questi erano anche tecnici e avevano le camere oscure per lo sviluppo delle foto (tranne che per i primissimi fotografi che erano un po tuttofare). Ma la massa dei fotografici o pseudo, affidava i propri rullini ai laboratori fotografici (come ancora oggi!!!) che si occupavano dello sviluppo e che se non avevano rare esplicite richieste di particolari effetti sulle foto, si attenevano il più fedelmente possibile alle informazioni impresse sul rullino e agli standard di luminosità e di colore. Quindi il fotografo vero (quello che scatta le fotografie!) è sempre esistito, anche se non sviluppava le sue foto e non lelaborava , anche se non usava il computer e i programmi di fotoritocco, non per paura del nuovo ma perché non erano ancora nati! Tutto questo per ribadire la specificità dei ruoli. Il fotografo ha un suo range di lavoro: coglie ed imprime la scena (scrive con la luce) su un supporto che sia analogico o digitale, crea una fotografia. E qui finisce il suo lavoro! Il temine fotografia è per forza strettamente ed inevitabilmente concatenato a chi la compie, non può avere una valenza diversa in quanto è nata con il fotografo, è etimologicamente e concretamente il fine dellazione prodotta dal fotografo. Quindi con lui nasce e con lui si ferma, sempre nel suo range di lavoro. Vogliamo cambiare le definizioni dei dizionari e delle enciclopedie? Non credo si possa fare! Tutto ciò che accade dopo, non è più fotografia, è esattamente definito POST ! Entrano in gioco altri ruoli, tecnici , professionisti, artisti che lavoreranno sulla materia prima chiamata fotografia. Se la foto verrà soltanto depurata, ottimizzata, regolarizzata e manterrà le sue caratteristiche in essenza, o meglio, vivrà di luce propria(scritta con la luce) sarà ancora una fotografia. Ma se la post-elaborazione è spinta, aggiuntiva, trasformativa o addirittura stravolgente, la luce iniziale, quella che per un portentoso fenomeno ottico, aveva impresso unimmagine reale esterna su un supporto captivo, è una luce spenta per sempre e una luce fittizia sostituita da bit e byte. Ed in questo senso la fotografia muore! Con ciò, non voglio assolutamente sminuire lelaborazione digitale. Ha un suo prestigio, ha una sua giusta collocazione nellera moderna e fatta a certi livelli è una stupefacente forma darte! Ma non è fotografia! Quindi mio caro Fra65, se non vuoi che sia un motivo etico, che in effetti potrebbe essere discutibile, ma rimane sempre un valida ragione, penso che oggettivamente il discorso dovrebbe essere valutato sul reale significato dei termini. E la risposta è proprio lultima delle tue ipotesi ma senza la parte finale! 😉 P.S. “…ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ???” come avrebbe detto Catalano 🙂 (da Quelli della notte): Si, se chi elabora, è anche un fotografo tanto i due ruoli sono distinti! No, se è solo un artista digitale e non è un fotografo
Luglio 30, 2007 alle 12:26 pm #1279582alex19PartecipanteCiao a tutti. Vorrei esprimere la mia modesta opinione a proposito. Derivando la mia esperienza dalla foto analogica e da quanto era possibile fare in camera oscura durante la stampa, penso che un certo tipo di ricerca sull’immagine acquisita sia possibile e, anzi, a volte doverosa. Studiare il taglio del formato, lavorare sulle luci e sulle ombre, sull’effetto flou o sulla nitidezza (questo a me non piace). Penso che un buon lavoro in “camera oscura” senza sagerazione ed esaltazioni “picassiane” faccia comunque parte del lavoro di un buon fotografo. Alex
Luglio 30, 2007 alle 1:04 pm #1279587eosmacPartecipanteLa questione è centrata sul tipo di approccio che si ha con l’elaborazione di un’immagine. La postproduzione deve essere parte integrante del bagaglio tecnico di un fotografo ma non ci consentirà mai di coprire le nostre lacune fotografiche, anzi le andrebbe ad evidenziare con risultati alquanto falsi ed artificiali. Diverso il discorso per quanto riguarda la grafica al servizio della fotografia ma in questo caso parliamo appunto di grafica che non deve alterare il concetto stesso di fotografia. In questi casi otteniamo un’opera grafica che trova modo di manifestarsi in altri contesti tipo grafica pubblicitaria ad esempio. Ciao
Settembre 3, 2007 alle 4:08 am #1287519alby555PartecipanteCiò che conta è il risultato ! Sempre !!!!
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