Home » Topic » Tecnica fotografica » …ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ???

…ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ???

Stai visualizzando 15 post - dal 91 a 105 (di 164 totali)
  • Autore
    Post
  • #1272977
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da ZingaraDeiMari: [quote]Originariamente inviato da fra65: [IMG]public/imgsforum/2007/17.05.07_Torino_0252rid.jpg[/IMG] Posso chiederti in che occasione è stata scattata? cosa c’era quella sera? una prospettiva bella mi piace. Cme bel lavoro di luci. Da come ho capito non hai fatto grandi modifiche a photoshop a queste foto vero?

    Quel giorno c’era molto a fermento in città, diverse manifestazioni, una in bicicletta e questo concerto musicale per manifestare a favore di tutte le diversità, che si è tenuto in piazza castello. no, proprio non ho l’ho toccata su PS, solo su DPP, curva della temperatura colori, luminosità e risoluzione. è stata scattata a 1600 iso perchè lavoravo a mano libera 😉

    #1272987
    enrix
    Partecipante

    [Senza mettere in dubbio l’esistenza delle cose, la realtà esiste perché esiste nella persona che la interpreta, e questa realtà è diversa, perché è diverso il modo di vederla di ognuno di noi. In altre parole, c’è una verità in ogni cosa e c’è una verità in ogni persona, quindi se questa visione di realtà è relativa, perché non può esserlo anche nella fotografia? Il mio concetto di realtà fotografica e che questa realtà è mutevole, nulla è fermo, uguale, perché ogni fotografo scrive la propria realtà, la propria visione di realtà] Certo ognuno puo filtrare la realtà a modo suo, ma più s’interpreta e più ci si allontana dal vero in quanto la realtà è oggettiva e questo è inconfutabile. Faccio un esempio banale, ma calzante e prendo come esempio una mela rossa. La mela è rossa per tutti, per chi la mangia, per chi la compra, per il fruttivendolo e per noi che la fotografiamo (almeno che non vi siano problemi di daltonismo!). La bravura del fotografo stà a mettere in luce particolari aspetti della mela. Se noi mettiamo la macchina fotografica frontalmente alla mela perfettamente sullo stesso asse avremo un’immagine quasi piatta, a forma di cuore, sempre di colore rossa e chi vedrà quella foto (mettiamo il caso che non conosca il frutto) dirà che la mela ha una forma appiattita (visione distorta della realtà = fotografo mediocre). Se il fotografo cambia il punto di visuale, lo innalza e lo trasla lateralmente, avrà una panoramica più completa e paleserà nella foto una forma più corretta, più reale e comunicherà al fruitore dell’immagine la realtà vera o presunta (fotografo bravo). Ancora, se un altro fotografo fa un giro intorno alla mela (studia maggiormente, fiuta, ha il colpo d’occhio = fotografo bravissimo) e si accorge che sul lato opposto vi è un bel buco nero e lo coglie con la sua fotocamera, trasmetterà la vera realtà e cioè che la mela in essenza è marcia! Comunque la realtà rimane oggettiva: abbiamo una comune mela rossa con un lato che sembra sano e l’altro marcio. Con il software di post elaborazione se vogliamo dare maggior risalto alla parte marcia possiamo agire sui livelli di luminosità o con le maschere di contrasto e la realtà non viene violata, anzi mettiamo in maggior risalto un aspetto molto importante della foto. Se il colore della mela in realtà rosso vivo appare nella foto giallognolo, possiamo agire sui colori selettivi, sui toni, sulla gamma, ripristinando il reale colore rosso della mela. E fin qui, la realtà non viene alterata o stravolta e possiamo ancora parlare di fotografia nel senso di “scrivere con la luce”. Ma se a qualcuno non piace quel buco nero e con un pennello clone chiude perfettamente la parte marcia, crea una nuova mela, artificiosa, ingannevole per chi crede che la mela sia perfettamente integra. Non è più la mela fotografata ma è un frutto creato con l’arte digitale, forse, esteticamente più bello, ma inverosimile!

    #1272991
    jack64bit
    Partecipante

    …mentre la nostra amica ZingaraDeiMari punta molto sul concetto: Fotografo = colui che esegue una foto con la macchina fotografica e poi, senza “manipolazione alcuna”, la espone al pubblico ed alla critica, tu ed il nostro Amico fra65 siete passati ad un’altro aspetto della filosofia della comunicazione visiva e cioè “il linguaggio” e quindi, di conseguenza, “all’interpretazione” di tale linguaggio. Proprio perchè esiste l’interpretazione, bisogna capire anche che tale interpretazione può essere condiziontata da tanti fattori tra i quali la propria personalità, cultura o esperienza. Non è detto quindi che nel primo caso che citi, quello della mela quasi piatta per intenderci, tutti vedano una mela piatta e così via. Se quindi la fotografia è un linguaggio e come tale si accettano neologismi o nuove costruzioni grammaticali (date un’occhiata ai moderni dizionari…) io penso si debbano accettare anche i nuovi metodi di comunicazione visiva proposti dall’epoca del digitale che molti studiosi considerano una vera “frattura” tra il “vecchio” modo di parlare ed il “nuovo”. Leonardo diceva “…quelli che si innamorano della pratica senza la scienza sono come il nocchiero che monta sulla nave senza il timone o la bussola e non ha mai la certezza di dove va…”. Ciò che dobbiamo scoprire e capire quindi non è tanto come viene interpretata la nosta mela fotografata più o meno bene (tanto ognuno la vedrà diversa…), ma capire dove si vuole arrivare… Ciao Jack [lo]

    #1273012
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Certo ognuno puo filtrare la realtà a modo suo, ma più s’interpreta e più ci si allontana dal vero in quanto la realtà è oggettiva e questo è inconfutabile.

    Ciao, Innanzi tutto grazie mille della risposta. La tua visione della realtà è molto pratica, stavo cercando di andare piu’ in profondità nell’argomento, per far capire perché questa visione pratica conduce ad un pensiero sbagliato nei confronti di una fotografia che si ritiene essere non-fotografia, e quindi a sua volta una discriminazione in chi l’ha scattata, il fotografo, oggetto di questo thread. La realtà è oggettiva, ma la visione della realtà è soggettiva, da Platone in poi è stato uno degli argomenti piu’ discussi e penso che non ci sia piu’ molto da dire. – Una fotografia cos’è? Un immagine – e l’immagine cos’è? È quello che noi vediamo – e cosa vediamo? Vediamo quello che i nostri occhi elaborano – e cosa elabora? Elabora il pensato – cos’è il pensato? È la visione soggettiva della realtà. – Cosa pensa il fotografo o lo spettatore, quando guardano una foto? pensano in modo soggettivo ad un’immagine di un soggetto, e a loro volta immaginano questo soggetto in modo oggettivo, lo materializzano nella propria fantasia, lo immaginano come reale.

    Originariamente inviato da enrix: Faccio un esempio banale, ma calzante e prendo come esempio una mela rossa. La mela è rossa per tutti, per chi la mangia, per chi la compra, per il fruttivendolo e per noi che la fotografiamo (almeno che non vi siano problemi di daltonismo!). La bravura del fotografo stà a mettere in luce particolari aspetti della mela. Se noi mettiamo la macchina fotografica frontalmente alla mela perfettamente sullo stesso asse avremo un’immagine quasi piatta, a forma di cuore, sempre di colore rossa e chi vedrà quella foto (mettiamo il caso che non conosca il frutto) dirà che la mela ha una forma appiattita (visione distorta della realtà = fotografo mediocre). Se il fotografo cambia il punto di visuale, lo innalza e lo trasla lateralmente, avrà una panoramica più completa e paleserà nella foto una forma più corretta, più reale e comunicherà al fruitore dell’immagine la realtà vera o presunta (fotografo bravo). Ancora, se un altro fotografo fa un giro intorno alla mela (studia maggiormente, fiuta, ha il colpo d’occhio = fotografo bravissimo) e si accorge che sul lato opposto vi è un bel buco nero e lo coglie con la sua fotocamera, trasmetterà la vera realtà e cioè che la mela in essenza è marcia! Comunque la realtà rimane oggettiva: abbiamo una comune mela rossa con un lato che sembra sano e l’altro marcio.

    l’esempio calza bene, la mela è rossa non perché è rossa ma perché la vediamo rossa (ma come ben sappiamo non tutti la vedono rossa)………….. il colore non esiste, è un parametro esclusivamente soggettivo, i nostri occhi trasformano le radiazioni che vengono emanate da ogni fonte di luce in informazioni elettriche, e poi il nostro cervello elabora un distinguo tra una gamma di radiazioni e l’altra….. però come ben sappiamo non tutti noi vediamo i colori allo stesso modo, colore, nitidezza, intensità e contrasto possono variare da persona a persona. La scena che tu descrivi, quella del fotografo che gira intorno al soggetto cercando la prospettiva migliore, descrive bene il grado di abilità del fotografo. Ti faccio notare che pesanti ritocchi su PS possono allo stesso modo migliorare la leggibilità e “l’interpretazione” del soggetto. Comunque è giusto affermare che il fotografico che riesce a descrivere con grande efficacia il soggetto che vuole riprendere, è un bravo fotografo, ma questa è un’altra discussione (etica del fotografo), adesso parliamo della liceità di poter dire che un fotografo è tale anche quando intenzionalmente o non intenzionalmente fà una fotografia (con o senza programmi di elaborazione, in realtà questo fattore a parer mio è secondario) che si d

    #1273174
    enrix
    Partecipante

    Senza cimentarmi in caloriche elucubrazioni, ribadisco in poche parole il mio pensiero. La realtà è oggettiva (se io tocco il fuoco mi brucio, se tu tocchi il fuoco ti bruci, se egli tocca il fuoco si brucia!)!!! Chi la interpreta può distorcerla a suo piacimento. Lo spettatore che non ha toccato il fuoco vedrà la realtà con gli occhi di chi l’interpreta e di conseguenza capirà se il fuoco brucia oppure no! Comunque alla bese c’è una realtà oggettiva! La realtà non è mutevole, la rendono volubile i vari interpreti! Non sostengo assolutamente che il fotografo debba per forza coglierla ed esprimerla. Vi sono vari tipi di fotografia e tutti questi possono essere artistici ed emozionanti. In generale mi piace tutta la fotografia (buona) e questo lo si può percepire dai miei commenti alle molteplici fotografie postate sul sito. Ma ho una grande predilizione, leggete l’articolo INTERAMENTE, mi raccomando: http://www.cultframe.com/26/29/856/igmarte.asp? Questo è il mio concetto di fotografia!

    #1273369
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Senza cimentarmi in caloriche elucubrazioni, ribadisco in poche parole il mio pensiero. La realtà è oggettiva (se io tocco il fuoco mi brucio, se tu tocchi il fuoco ti bruci, se egli tocca il fuoco si brucia!)!!! Chi la interpreta può distorcerla a suo piacimento. Lo spettatore che non ha toccato il fuoco vedrà la realtà con gli occhi di chi l’interpreta e di conseguenza capirà se il fuoco brucia oppure no! Comunque alla bese c’è una realtà oggettiva! La realtà non è mutevole, la rendono volubile i vari interpreti! Non sostengo assolutamente che il fotografo debba per forza coglierla ed esprimerla. Vi sono vari tipi di fotografia e tutti questi possono essere artistici ed emozionanti. In generale mi piace tutta la fotografia (buona) e questo lo si può percepire dai miei commenti alle molteplici fotografie postate sul sito. Ma ho una grande predilizione, leggete l’articolo INTERAMENTE, mi raccomando: http://www.cultframe.com/26/29/856/igmarte.asp? Questo è il mio concetto di fotografia!

    …..letto l’articolo su HCB…….. rispecchia il mio pensiero e in alcuni casi coincide perfettamente, come coincide anche il suo modo di vedere la fotografia, rispetto quanto già scritto. Quello che tu dici circa l’oggettività della realtà e che tu descrivi come il toccare il fuoco è una considerazione scontata, nessuno la mette in dubbio, ma nel nostro caso è necessaria una distinzione tra oggetto e soggetto per poi contestualizzarli nella pratica fotografica. Ovvero…..la realtà è oggettiva, mentre il pensiero di questa realtà no! La foto è un filtro di questa realtà, non può avere la pretesa di sostituire la realtà, è un filtro che attraverso la nostra ragione e ci consente d’immaginare il pezzo di realtà che viene rappresentata nell’immagine. Questo pezzetto di realtà che noi interpretiamo in modo soggettivo è del tutto immaginario anche se rispecchia una realtà oggettiva. Se tocchi un fuoco ti bruci. Se tocchi la foto di un fuoco, no! puoi immaginare di si, come io posso immaginare una gelida notte invernale e il piacere emanato del calore del fuoco. Spetta al fotografo la scelta, è allo spettatore la libertà d’interpretarla. Si tratta in tutti e due i casi di scelte soggettive, quella dello spettatore e quella del fotografo che può interpretare liberamente il soggetto utilizzando tutti i metodi che non snaturino l’essenza del soggetto (altrimenti la fotografia artistica diventa arte fotografica, oppure solo grafica). Ti porto un esempio, faccio la foto di una mela rossa su uno sfondo rosso, ma arrivando a casa mi rendo conto che non c’è contrasto cromatico, trasformo questa mela rossa in una verde, non sono piu’ un fotografo? ho trasformato una foto in opera grafica? per chi osserva questa foto, quale problema si pone se la mela è rossa o verde, se lo sfondo e blu o giallo? Se invece deformiamo la mela e gli diamo la forma di una fragola, compiamo una trasformazione tale da uscire fuori dal campo della fotografia, entriamo in un altro campo, l’arte fotografica, rispettabile forma d’espressione ma ben distinta rispetto la fotografia artistica. Se vogliamo discutere di etica e di relativismo etico nel settore della fotografia, facciamolo pure, dopotutto se vogliamo dare una risposta alla domanda del thread dovremo prima o poi arrivarci, ma è indispensabile dare per scontato quanto detto sopra per evitare di dare anche all’etica un valore oggettivo. Infatti sarebbe sbagliato pensare che nella fotografia l’etica debba essere fondata sulla foto (oggetto) o sul contenuto del soggetto. Essa è una disciplina morale relativa al fotografo o all’osservatore, che potremmo separare in due differenti etiche, quella del fotografo e l’etica dell’osservatore, ma come ho già detto sono argomenti noiosi…..

    #1273379
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da jack64bit: Proprio perchè esiste l’interpretazione, bisogna capire anche che tale interpretazione può essere condiziontata da tanti fattori tra i quali la propria personalità, cultura o esperienza. Non è detto quindi che nel primo caso che citi, quello della mela quasi piatta per intenderci, tutti vedano una mela piatta e così via. Se quindi la fotografia è un linguaggio e come tale si accettano neologismi o nuove costruzioni grammaticali (date un’occhiata ai moderni dizionari…) io penso si debbano accettare anche i nuovi metodi di comunicazione visiva proposti dall’epoca del digitale che molti studiosi considerano una vera “frattura” tra il “vecchio” modo di parlare ed il “nuovo”. Leonardo diceva “…quelli che si innamorano della pratica senza la scienza sono come il nocchiero che monta sulla nave senza il timone o la bussola e non ha mai la certezza di dove va…”. Ciò che dobbiamo scoprire e capire quindi non è tanto come viene interpretata la nosta mela fotografata più o meno bene (tanto ognuno la vedrà diversa…), ma capire dove si vuole arrivare… Ciao Jack [lo]

    Quello che scrivi è giusto, se la fotografia arriva ad un pubblico, assurge il valore di un linguaggio figurativo, diventa una forma di comunicazione. Prima era un semplice pezzo di carta, un file dentro una cartella, ma quando arriva al pubblico diventa un potente mezzo comunicativo. Il fotografo e lo spettatore sono come due terre lontane che non si toccano, ma pur essendo distanti li unisce un ponte, che è la fotografia. Il fotografo ha un intimo e segreto desiderio, quello di percorrere questo ponte e scoprire mondi nuovi, oppure sperare che siano gli spettatori a percorrerlo e infine, raggiungerlo. Il soggetto della foto è niente senza fotografo e spettatore, come un ponte è privo di senso senza due terre che lo congiungono. Allo stesso modo una terra (fotografo) con un ponte sul vuoto, sono uno scenario desolante. Come lo spettatore che passeggia su un ponte che non comunica da nessuna parte. Personalmente, come spettatore tendo a non spezzare l’unione che lega fotografo-foto-spettatore, per me sono tutt’uno e quando guardo una foto, inconsciamente osservo molti particolari che mi consentono di capire meglio la creazione e la spinta creatrice della foto (quando c’è). Ciao (o) [lo]

    Originariamente inviato da ZingaraDeiMari: Ma senza dubbio il discorso sulla realtà è essenzialmente quello che tu ci poni, è così senza ombra di dubbio. Io semplicemente come detto già in altre risposte,non critico mezzi o quant’altro, semplicemente critico l’uso eccessivo di alcuni e questo uso accessivo che cambia la forma e la naturale essenza dell’immagine. Tutto qui. Non è pregiudizio ne condanna ma solo criticità verso l’uso massiccio che manipola la radice……

    Infatti, come avevo scritto in un altro post, poi alla fine non possiamo che essere tutti d’accordo, capisco il tuo pensiero e anche quello di Enrix perché poi alla resa pratica è anche il mio pensiero (piu’ o meno) Mi fa piacere che la foto del concerto ti piaccia, è stata scattata con 350D e 17-40L senza filtri, la fotocamera era sul cavalletto che veniva sorretto con la mano destra e alzato un metro sopra il livello della testa (il mixer era sul palco) mentre la sinistra premeva il telecomando, Non ricordo, ma penso di averla raddrizzata……

    #1273386
    enrix
    Partecipante

    Fra65 scrive: […..letto l’articolo su HCB…….. rispecchia il mio pensiero e in alcuni casi coincide perfettamente, come coincide anche il suo modo di vedere la fotografia, rispetto quanto già scritto] Scusami, ma trovo una leggera contraddizione in quello che dici. Se sei d’accordo sul modo di vedere la fotografia secondo Bresson, non puoi sostenere questo: [la foto è un filtro di questa realtà, non può avere la pretesa di sostituire la realtà, è un filtro che attraverso la nostra ragione e ci consente d’immaginare il pezzo di realtà che viene rappresentata nell’immagine. Questo pezzetto di realtà che noi interpretiamo in modo soggettivo è del tutto immaginario anche se rispecchia una realtà oggettiva] la foto non è un filtro (il filtro implica un’alterazione) ma è un occhio puntato sulla realtà: (“Per Bresson la macchina fotografica non è che un mero mezzo col quale fissare la realtà; e del tutto realistiche pretendono di essere le sue immagini, scattate sempre con un obiettivo che restituisce un’immagine in tutto simile a quella vista dall’occhio (un 50 millimetri) e fedelmente riportate in stampa a pieno formato, senza escludere nulla di ciò che l’occhio ha visto nel mirino. La sua Leica diventa “un prolungamento dell’occhio”)(“La fotografia è per Cartier-Bresson un punto di vista sul mondo…”)(“modifichiamo le prospettive con una leggera flessione delle gambe, produciamo coincidenze di linee con il semplice spostamento della testa di una frazione di millimetro… “; “eppure tutto è già dato nella realtà…”) Fra65 scrive: [Ti porto un esempio, faccio la foto di una mela rossa su uno sfondo rosso, ma arrivando a casa mi rendo conto che non c’è contrasto cromatico, trasformo questa mela rossa in una verde, (…………)**, per chi osserva questa foto, quale problema si pone se la mela è rossa o verde, se lo sfondo e blu o giallo? Se il tuo esempio si limita alla mela, diciamo, che potrebbero non esserci problemi, anche se dal mio punto di vista già ci sono! Ma se fosse una bandiera, di quanto cambierebbe il significato? Fra65 scrive: **[non sono piu’ un fotografo?] Non ho mai detto questo e rispetto ed ammiro tutti i rami della fotografia. Nel precedente post ho detto:”Vi sono vari tipi di fotografia e tutti questi possono essere artistici ed emozionanti. In generale mi piace tutta la fotografia (buona) e questo lo si può percepire dai miei commenti alle molteplici fotografie postate sul sito” Ho solo espresso il mio concetto di fotografia! Quella che ammiro maggiormente s’intende, non quella che faccio…speriamo in futuro hehe! In definitiva quoto quello che ha scritto “zingara dei mari”: [Non è pregiudizio ne condanna ma solo criticità verso l’uso massiccio che manipola la radice……] Esattamente! jack64bit scrive: […io penso si debbano accettare anche i nuovi metodi di comunicazione visiva proposti dall’epoca del digitale che molti studiosi considerano una vera “frattura” tra il “vecchio” modo di parlare ed il “nuovo…] ma, sicuramente è una scienza bellissima, potente, nuova e rivoluzionaria…ma non puoi sostenere in assoluto, facendo un esempio, che un chitarrista classico debba per forza usare un sintetizzatore solo perchè la scienza va avanti…!? E’ sempre e solo una questione di gusti! [….ma capire dove si vuole arrivare…] precisamente, questò è lo spirito critico, la domanda arguta che ognuno dovrebbe porgersi dinnanzi a qualsiasi forma d’arte eseguita o proposta, per capire la finalità di ogni opera compiuta. un sentito saluto e grazie a tutti!

    #1273532
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Fra65 scrive: […..letto l’articolo su HCB…….. rispecchia il mio pensiero e in alcuni casi coincide perfettamente, come coincide anche il suo modo di vedere la fotografia, rispetto quanto già scritto] Scusami, ma trovo una leggera contraddizione in quello che dici. Se sei d’accordo sul modo di vedere la fotografia secondo Bresson, non puoi sostenere questo: [la foto è un filtro di questa realtà, non può avere la pretesa di sostituire la realtà, è un filtro che attraverso la nostra ragione ci consente d’immaginare il pezzo di realtà che viene rappresentata nell’immagine. Questo pezzetto di realtà che noi interpretiamo in modo soggettivo è del tutto immaginario anche se rispecchia una realtà oggettiva] la foto non è un filtro (il filtro implica un’alterazione) ma è un occhio puntato sulla realtà: (“Per Bresson la macchina fotografica non è che un mero mezzo col quale fissare la realtà; e del tutto realistiche pretendono di essere le sue immagini, scattate sempre con un obiettivo che restituisce un’immagine in tutto simile a quella vista dall’occhio (un 50 millimetri) e fedelmente riportate in stampa a pieno formato, senza escludere nulla di ciò che l’occhio ha visto nel mirino. La sua Leica diventa “un prolungamento dell’occhio”)(“La fotografia è per Cartier-Bresson un punto di vista sul mondo…”)(“modifichiamo le prospettive con una leggera flessione delle gambe, produciamo coincidenze di linee con il semplice spostamento della testa di una frazione di millimetro… “; “eppure tutto è già dato nella realtà…”)

    Scusami anticipatamente se le mie risposte sono troppo passionali, con alcuni argomenti non riesco ad evitarlo, niente di personale, per me è solo una discussione tra amici riguardo l’argomento del thread. Scrivendo mi ero reso conto che il nome “filtro” era poco chiaro, ma non ne ho trovato uno migliore. Intendevo dire che la foto filtra la realtà, non ha la pretesa di sostituirla, quindi la foto è un pezzo di realtà filtrata dal fotografo, foto che a sua volta davanti allo spettatore subisce un altro filtro…….. HCB è per me un riferimento, e il suo modo di vedere il reportage, tra tutti i fotografi è quello che piu’ si addice al mio. Tutte le frasi che hai riportato e che erano presenti nell’articolo da te citato, coincidono con quello che ho precedentemente scritto. HCB era un realista e aveva inclinazioni artistiche tutt’altro che manieriste, almeno nei reportage. Amava stampare senza ritaglio non per motivi “puristi” o perché interpretasse la misura della pellicola in modo realistico (affermazione assurda) ma perché la sua cura in fase di scatto era maniacale, in ogni foto (quelle che lui ha pubblicato) era sempre tecnicamente perfetto! Non facciamo confusione con la scelta di stile di HCB di riprendere nel momento decisivo le scene di vita quotidiana nella sua veloce e spontanea frenesia emotiva della società reale, lui descriveva i momenti della vita umana con un preciso scopo, opporsi al manieristico metodo dei fotografi d’allora di mettere i soggetti in posa studiata, lui li riprendeva nell’immediatezza del loro agire, anche grazie all’uso di macchine veloci e tascabili come la sua Leica, e lo faceva con perfezione tecnica assoluta, non scattava foto, le pennellava con il suo genio. Invece i ritratti erano l’emanazione e la raffigurazione del personaggio, però in questo caso la posa era studiata. Questa è una sua scelta di stile, non confonderla con i discorsi che stiamo facendo e che riguardano altri temi. Affermare che HCB amava rappresentare la realtà, non è la stessa cosa di affermare che una foto non potrà mai farlo, e di fatto non riesce a farlo, stiamo parlando di due cose diverse……. HCB cercava di idealizzare le sue foto, era un ARTISTA della pellicola e anche del pennello (cubista, tutt’altro che realista), amava il simbolismo e per questo a volte toglieva spazi al realismo, anzi i suoi r

    #1273533
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Fra65 scrive: [Ti porto un esempio, faccio la foto di una mela rossa su uno sfondo rosso, ma arrivando a casa mi rendo conto che non c’è contrasto cromatico, trasformo questa mela rossa in una verde, (…………)**, per chi osserva questa foto, quale problema si pone se la mela è rossa o verde, se lo sfondo e blu o giallo?] Enrix scrive: Se il tuo esempio si limita alla mela, diciamo, che potrebbero non esserci problemi, anche se dal mio punto di vista già ci sono! Ma se fosse una bandiera, di quanto cambierebbe il significato?

    Non cambierebbe, se io fotografo un paesaggio con una bandiera Francese e poi la cambio in PS con i colori della bandiera Italiana perché a parer mio deve dare questo messaggio, vale lo stesso discorso fatto per la mela, e ottengo quello che volevo, e lo spettatore (con piu’ probabilità) capirà quello che volevo….. in un caso come questo mi dici quale sbaglio compio nei confronti della fotografia, del fotografo o dello spettatore? Dimmelo con parole semplici, senza troppe scappatoie intellettuali, vedrai che non ne trovi……… PS: potresti dirmi che così facendo commetto un errore nei confronti della realtà, potrei allora dirti che il BN sarebbe un delitto alla realtà, visto che la realtà non è in BN.

    #1273534
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Ho solo espresso il mio concetto di fotografia! Quella che ammiro maggiormente s’intende, non quella che faccio…speriamo in futuro hehe! In definitiva quoto quello che ha scritto “zingara dei mari”: [Non è pregiudizio ne condanna ma solo criticità verso l’uso massiccio che manipola la radice……] Esattamente!

    Indipendentemente dai gusti personali, vedi che infine la pensiamo tutti allo stesso modo, anche se non vogliamo capire, aspiriamo tutti allo stesso modo di fare fotografia…… Quando una fotografia è bella, indipendentemente da quanta postproduzione abbia subito, è bella! Una foto con ritocchi e bilanciamenti mal fatti, è brutta, ma indipendentemente dal lavoro in post!!!! È brutta perché non piace (soggettiva), non perché non rispecchia la realtà (oggettiva)!!!!! L’IDEALE, ALMENO IL MIO, è DI OTTENERE IL RISULTATO FINALE IN FASE DI RIPRESA, LIMITANDO PER QUANTO POSSIBILE GLI INTERVENTI IN POST. Ma non mi disturba chi cerca la via piu’ facile e comoda, quella del post. Non mi disturba perché quello che conta è il fine non il mezzo, ognuno ha il suo, e quando la foto non mi soddisfa la modifico anch’io, senza limiti etici, nei limiti del (mio) buon gusto!!!! (non faccio un cielo rosso, perchè è esagerato, ma potrei limitarmi a dargli una tonalità piu’ satura)

    Originariamente inviato da enrix: jack64bit scrive: […io penso si debbano accettare anche i nuovi metodi di comunicazione visiva proposti dall’epoca del digitale che molti studiosi considerano una vera “frattura” tra il “vecchio” modo di parlare ed il “nuovo…] enrix scrive: ma, sicuramente è una scienza bellissima, potente, nuova e rivoluzionaria…ma non puoi sostenere in assoluto, facendo un esempio, che un chitarrista classico debba per forza usare un sintetizzatore solo perchè la scienza va avanti…!? E’ sempre e solo una questione di gusti!

    Jack è un altro patito di HCB, quindi non può aver detto che l’opposto di quanto scrivi, ovvero che siamo LIBERI di utilizzare i mezzi che vogliamo, HCB amava la libertà e lottava contro tutti i “costringimenti” della vita (e della fotografia). Utilizzava una nuova (per l’epoca) Leica a telemetro (il top di allora), perché, rispetto i banchi ottici e le folding di quei tempi, gli consentiva di essere libero d’interpretare la fotografia a modo suo! Oggi avrebbe senz’altro una macchina digitale, e idee diverse, attuali rispetto il contesto passato, almeno questo è quello che penso. Ciao

    #1273648
    enrix
    Partecipante

    Fra65, amichevolmente parlando, sei un abilissimo oratore e starti dietro e davvero difficile! Riesci con le parole a giralrle così vorticosamente che in fine anche cambiando il colore ad una bandiera che per antonomasia sono il simbolo della specificità, di uno stato, di un partito, di un modo di pensare, dici quale sbaglio commettrei? Lo sbaglio principale lo commetti quando dici: [HCB è per me un riferimento, e il suo modo di vedere il reportage, tra tutti i fotografi è quello che piu’ si addice al mio. Tutte le frasi che hai riportato e che erano presenti nell’articolo da te citato, coincidono con quello che ho precedentemente scritto] però io ho anche citato: [“Per Bresson la macchina fotografica non è che un mero mezzo col quale fissare la realtà; e del tutto realistiche pretendono di essere le sue immagini”; “eppure tutto è già dato nella realtà…”] C’è qualcosa di contradittorio in tutto questo! Invece non commeteresti alcun sbaglio se il tuo fine fotografico fosse, come dici tu, di filtrare la realtà e proporla allo spettatore secondo il tuo punto di vista, secondo la tua interpretazione. Questo è un altro tipo di fotografia, non quello di HCB, ma importante in egual misura. Fra65 scrive: [potrei allora dirti che il BN sarebbe un delitto alla realtà, visto che la realtà non è in BN]. Dipende da quello che vuoi rappresentare. Come ho già detto in un altro post a volte i colori possono essere estetica, contorno e non contenuto e possono fuorviare l’attenzione da quello che si vuole mettere in evidenza. I colori sono belli, riempitivi, ricchi e togliendoli in una scena di un povero che chiede l’elemosina, rafforzerebbero maggiormente quello che si vuol raffigurare e cioè la povertà! La realtà in questo caso non verrebbe distorta, ma, anzi, irrobustita. Invece, una bandiera ha la sua ragione di esitere grazie al suo colore… Comunque, ti ringrazio per l’arricchimento mentale che mi hai dato con questo scambio e confronto di opinioni. Visto che potremmo discutere all’infinito, per me è opportuno terminare questo thread qui anche per il fatto di rasentare “l’off topic”. Comunque, sono curioso e mi metto in attesa di una tua gradita risposta. [lo] [lo] [lo]

    #1273656
    jack64bit
    Partecipante

    Cari Amici miei… è veramente difficile starvi dietro… 😉 Ottimi post questi ultimi e “mi devo dare atto” che con questo 3D sono riuscito a far discutere i canoniani di qualche cosa di diverso rispetto agli argomenti normalmente affrontati su questo sito. Finalmente si è parlato di FOTOGRAFIA… Sembra strano ma, secondo me, nella maggior parte dei messaggi si parla di ben altro (non me ne voglia nessuno…) e peccato che spesso ce la suoniamo e ce la cantiamo in pochi su certi argomenti… sarebbe bello avere ancora più feedback. Bresson… mito di un nuovo modo di vedere il mondo… padre del “reportage da strada”, predilezione della presenza umana nelle sue fotografie che raccontavano, appunto, il volgere della vita della gente comune… Scusate la divagazione… torniamo a noi! Come avrete capito dai miei interventi, a volte scritti in modo provocatorio per spronare le persone a dire quello che pensano in un modo o nell’altro, io stò nel mezzo… Provo piacere immenso quando dalla mia macchina fotografica vengono fuori foto subito “pronte” 🙂 ma non disdegno affatto l’uso della tecnologia e questo lo dimostra il fatto che uso solo ed esclusivamente apparecchiature digitali. Non amo agire pesantemente su quanto ho realizzato ma sono anche un fanatico “sfegatato” dell’uso del computer e vi inviterei a vedere le mie diavolerie elettroniche… 🙂 Sono quello che si usa definire “uno spirito libero” 😀 e farei, o meglio, userei qualsiasi mezzo, per poter fermare un momento che per me risultasse interessante od emozionante. Come diceva il nostro HCB… la fotografia è un modo di vivere… Il resto è un mezzo per raggiungere lo scopo e come tale penso che ugnuno sia libero di agire come meglio crede… Jack [lo]

    #1273662
    aldo1971
    Partecipante

    Va bene, mi lascio provocare ed allora vorrei aggiungere la mia. Come facciamo a distingure una bella foto da una meno “bella”? Semplicemente se ci piace, se ci colpisce e cosi’ via. Allora perche’ limitare il nostro campo di azione che oggi risulta piu’ ampio grazie alle tecnologie digitali? Io penso che dipenda un po’ dalla nostra natura e quindi assecondiamola, sbizzarriamoci oppure lasciamo lo scatto cosi’ com’e’. Io fotografo per il mio piacere personale, anche se ovvio, mi stimola il parere altrui, soprattutto se positivo. E’ bello camminare con il fardello di lenti, corpi macchina, cavalletti e magari fare un solo scatto in tutta una giornata, a me piace cosi’, non mi diverto a stare ore davanti al pc per cambiare cio’ che non ho saputo fare al momento giusto. A questo punto diro’ veramente la mia: non mi va l’idea di definire semplici fotografie, dei file elaborati e modificati con l’uso di pc e software vari. Si corre il rischio di definire fotografo chi sa bene utilizzare un pc e non macchina ed obiettivo. Ma anche li, vedremo sempre la differenza tra uno scatto curato e poi elaborato ed uno scatto qualunque. Se mi dovessi collocare, mi metterei piu’ verso i puristi, ma spesso l’HDR ci fa vedere dei veri e propri capolavori che sembrano quadri d’autore e allora che possiamo dire? Soddisfiamo noi stessi e lasciamoci criticare dagli altri, anche se comunque non potremo mai paragonare un file elaborato ad uno gia’ bello di per se! A questo punto vi lascio sparare a zero. Aldo

    #1273745
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Lo sbaglio principale lo commetti quando dici: [HCB è per me un riferimento, e il suo modo di vedere il reportage, tra tutti i fotografi è quello che piu’ si addice al mio. Tutte le frasi che hai riportato e che erano presenti nell’articolo da te citato, coincidono con quello che ho precedentemente scritto] però io ho anche citato: [“Per Bresson la macchina fotografica non è che un mero mezzo col quale fissare la realtà; e del tutto realistiche pretendono di essere le sue immagini”; “eppure tutto è già dato nella realtà…”] C’è qualcosa di contradittorio in tutto questo! Invece non commeteresti alcun sbaglio se il tuo fine fotografico fosse, come dici tu, di filtrare la realtà e proporla allo spettatore secondo il tuo punto di vista, secondo la tua interpretazione. Questo è un altro tipo di fotografia, non quello di HCB, ma importante in egual misura.

    Non c’è contraddizione, la vedi tale perché continui a immaginare l’ideale di foto di HCB come se fosse l’unico modo per riprendere la realtà, anzi come se fosse la realtà. HCB è stato un grande genio, ma sarebbe come dire che Michelangelo è l’arte.Le frasi dell’articolo :[“Per Bresson la macchina fotografica non è che un mero mezzo col quale fissare la realtà; e del tutto realistiche pretendono di essere le sue immagini”; “eppure tutto è già dato nella realtà…”]vogliono riprendere il pensiero e l’etica di questo grande fotografo, quando si dice che per HCB la macchina è un mero mezzo col quale fissare la realtà, non si dice che per HCB la realtà è dentro le sue foto, ma che si è sforzato di fissare la realtà che i suoi occhi, o meglio la sua mente hanno visualizzato prima dello scatto.Le sue foto non sono la realtà ma il suo teatrino umano, piu’ o meno studiato.

    Originariamente inviato da enrix: Fra65 scrive:[potrei allora dirti che il BN sarebbe un delitto alla realtà, visto che la realtà non è in BN]. Dipende da quello che vuoi rappresentare. Come ho già detto in un altro post a volte i colori possono essere estetica, contorno e non contenuto e possono fuorviare l’attenzione da quello che si vuole mettere in evidenza. I colori sono belli, riempitivi, ricchi e togliendoli in una scena di un povero che chiede l’elemosina, rafforzerebbero maggiormente quello che si vuol raffigurare e cioè la povertà! La realtà in questo caso non verrebbe distorta, ma, anzi, irrobustita. Invece, una bandiera ha la sua ragione di esitere grazie al suo colore…Comunque, ti ringrazio per l’arricchimento mentale che mi hai dato con questo scambio e confronto di opinioni. Visto che potremmo discutere all’infinito, per me è opportuno terminare questo thread qui anche per il fatto di rasentare “l’off topic”. Comunque, sono curioso e mi metto in attesa di una tua gradita risposta.

    Scusa, ma di contraddittorio c’è che definisci “rappresentazione” e poi “realtà” la stessa cosa, invece non possono essere la stessa cosa.Come ti avevo scritto, se dessimo per scontato questo fattore, sarebbe tutto piu’ chiaro……… la realtà è il soggetto e noi la rappresentiamo dandone una nostra interpretazione, soggettiva nell’interpretazione e oggettiva nel contenuto iniziale del soggetto. Non penso che siamo OT, comunque concordo, visto che possiamo solo girarci attorno, se vuoi proseguiamo via email……. [lo] [lo]

Stai visualizzando 15 post - dal 91 a 105 (di 164 totali)
  • Il topic ‘…ma chi elabora le foto in digitale…è un VERO FOTOGRAFO ???’ è chiuso a nuove risposte.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX