la foto è bella, l’incrocio delle mani della ragazza quasi a volersi nascondere, coprire, rende lo scatto ermetico creando un velo impenetrabile sul corpo. Lo sguardo dello spettatore è quindi irresistibilmente attratto verso l’unica finestra aperta, il volto, gli occhi che fissano la camera e il sorriso enigmatico della modella. La post-produzione è appropriata al soggetto, e la (riprovevole) presenza di toni grigi poco profondi non può essere discussa, in quanto trattasi di scelta artistica, peraltro efficace perché il netto contrasto degli occhi risalta sul tono della pelle piatto e neutro. Se proprio vogliamo essere cattivi, la posizione della modella è discutibile, o meglio della fotocamera al momento dello scatto, siccome sullo sfondo non erano presenti riferimenti verticali, era preferibile inclinare leggermente la fotocamera in modo da evitare la simmetria (quasi) parallela di occhi/spalle/fotogramma, spostando la posizione degli occhi più’ in basso (terzo superiore) in modo da farli risaltare maggiormente
se guardi l’immagine a 50cm dal monitor non ti rendi conto di questo (l’occhio osserva porzioni della foto), ma se ti allontani oppure se stampi
ciao [lo]
.
