Un’immagine in cui mi hanno colpito innanzitutto l’ordine e la compostezza dei due soggetti, e della scena. La simmetria e la specularità delle due figure, così somiglianti nei modi e nei tratti che li si potrebbe persino pensare come fratello e sorella. Entrambi seri, apparentemente concentrati, quasi come se l’atto del mangiare richiedesse un’attenzione tutta particolare. Lo sguardo basso di lei si posa sul piatto, mentre pare intenta a pulirsi le mani; lo sguardo di lui, identico nell’angolazione, segue il boccone che sta portando alla bocca. I colori tenui e in gran parte freddi, appaiono come il corrispettivo cromatico del distacco, della monotonia. E non basta il giallo della birra e del vino a dare vivacità alla scena, come se nemmeno l’alcool potesse tanto. La vita è fuori, oltre lo schermo della vetrata baganta da gocce di pioggia, oltre il sipario del tendone che, raccolto, ce la mostra, quasi fosse una soggettiva, sfocata e indecifrabile. Eppure (ce lo dice l’allusione del titolo) si tratta probabilmente di due turisti in vacanza! E così, dopo aver vagato per l’immagine in cerca di risposte, la chiave per intendere le emozioni dei due non ci riesce di trovarla, e la scena, in una sorta di simbiosi corale di tutti gli elementi, ci trasmette soltanto apatia. Quantomeno a me. Ciao!
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