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Non fotografare…. Ando Gilardi

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  • #1621621
    mukko
    Partecipante

    credo calzi a pennello http://www.clickblog.it/post/9924/il-dilemma-etico-dei-fotoreporter ci vuole sempre la misura in tutte le cose. ci sono avvenimenti che si svolgono anche al di fuori del nostro intervento fotografico, e quelli direi che non è un dramma riprenderli. ci sono altri avvenimenti che si svolgono perchè c’è qualcuno che è li per documentarli e lì entra in gioco il valore etico del racconto fotografico o video. ci si deve porre la domanda fatidica.

    #1623271
    Franco
    Partecipante

    condivido in pieno il pensiero di Bepoc, Ando Gilardi ha espresso un suo pensiero, ma l’ha fatto solo a metà, non ha guardato all’altra faccia della medaglia: perchè non fotografare? chi sono io per decidere se una foto non dev’essere fatta? chi è piu’ colpevole, chi scatta la foto o chi compra i giornali per guardarla? è probabile che la sua provocazione fosse rivolta nei confronti di certi paparazzi di gossip scandalistico, o fotoreporter di cronaca nera di cui Weegee è l’antesignano, dove spesso il rispetto umano si contrappone alle esigenze pecuniarie, e dove l’interesse morboso della società di vedere ciò che non si dovrebbe guardare si rivela nella sua piu’ atroce dimensione offendendo in modo coercitivo l’esigenza di tutela dell’immagine altrui. Personalmente, quando fotografo mi curo che il soggetto abbia la giusta dignità che confà ad ogni essere umano, poco importa se versa in condizioni disagiate oppure se è una persona di alto rango sociale, nella foto mi curo (almeno qui posso farlo) che la sua dignità non venga offesa, prima, durante e dopo lo scatto. Ma questo “cappello” morale non sempre è sufficiente, a volte è meglio non fotografare, anzi è meglio neppure pensarlo……

    #1653449
    Anonimo
    Ospite

    Io personalmente ho un idea molto precisa in merito,credo che la fotografia, anche quella amatoriale, ha dalla sua una grande valenza storiografica, cronachistica e antropologica ed è nostro diritto sacrosanto fotografare quel che avviene per strada, detto questo ritengo che spettacolarizzare l’umana sofferenza (non parliamo poi di malattie e deformità) appartenga ad uno squallido modo di fare “arte”. ognuno è libero di fare come crede, sia chiaro, ma dare contenuto a una foto usando gli altrui problemi è troppo, troppo facile, oltre che amio avviso di pessimo gusto. Se ci rifacciamo ai grandi del genere street(HC Bresson ?) noteremo come nelle loro foto sia il soggetto e il momento a farla da padrone, senza però ritrarre persone in difficoltà, siano essi barboni, puttane o storpi, usando la forza del soggetto per dar forza allo scatto. 😉

    #1653461
    scaramik
    Partecipante

    totalmente d’accordo con il pensiero di Gilardi, altro non aggiungo.

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