[Angor]

Sappiamo tutti che montando un obiettivo FD su EOS mediante semplice adattatore si perde il fuoco all’infinito, causa differente tiraggio. Però, quando ho smontato il pentacon per pulirlo, una cosa che mi è successa nel rimontarlo è stata proprio che ho spostato il fuoco, ovvero il fuoco all’infinito era a metà ghiera circa. Quello che mi chiedo è: non sarà per caso possibile recuperare il fuoco all’infinito di un obiettivo FD adattato semplicemente smontandolo e rimontando la vite di messa a fuoco spostata di un paio di filetti? Ovviamente poi questo obiettivo non potrebbe essere più usato su una canon non EOS, a meno di riadattarlo. Se ci fosse qualcuno di Brescia con un FD e relativo adattatore disposto a fare qualche esperimento, potrebbe essere interessante.

[squinza]

Troppo facile… No, non è possibile… 🙁

[Angor]

perchè dici di no così sicuro? io credo invece che sia possibile: sono certo che anche gli FD hanno un certo “margine” di fuoco oltre l’infinito: la rotazione della ghiera quasi sicuramente si ferma contro un blocco, non per fine corsa. Magari non è così tanto come i pentacon e lo jupiter che ho smontato, che potrei far diventare dei macro con messa a fuoco a 20cm, ma sicuramente si riesce a spostare di qualche mm il movimento delle lenti. In questo periodo sono in vena di esperimenti…alcuni vanno a buon fine, altri un po meno [mat]

[fireblade]

Ne ho smontati diversi, qualcuno per riparare un diaframma unto, qualcun’altro per pulire muffe o patine di sporco sulle lenti interne. Ritengo che non sia possibile recuperare lo spessore di un adattatore con la corsa a vuoto dell’elicoide. I barilotti FD sono studiati in modo da minimizzare lo spreco di spazio e peso, inoltre c’è da considerare la geometria delle scanalature scorrevoli dei gruppi di messa a fuoco. Spesso non sono “semplicemente” elicoidali, specie su ottiche sofisticate, con gruppi flottanti o lenti asferiche, quindi semplicemente l’extra corsa non è affatto prevista. In ogni caso la filettatura del manicotto di comando, che è sempre almeno a tre o quattro principi, è sempre limitata all’essenziale, per risparmiare peso ed ingombro. Inoltre l’aggiustaggio della messa a fuoco è coadiuvato da rasamenti calibrati nelle battute delle lenti che riducono la necessità di corsa supplementare. Infine vi è la complessità dovuta alle prolunghe interne dei rinvii di azionamento del diaframma che, specie sugli zoom, sono lunghe e congegnate in modo da sfruttare il pochissimo spazio esistente. Alcuni barilotti (24/1.4, 85/1.2) sono dei piccoli capolavori di meccanica e miniaturizzazione. Ho provato ciò che intende fare angor su di un 28/2 al quale ho smontato il tripletto posteriore sporco ed ho notato che per ottenere maggior corsa sull’infinito non c’è filettatura disponibile, cioè il nocciolo ottico scappa fuori sede, mentre invece è possibile fare l’incontrario, cioè “accorciarlo” nei limiti di un millimetro (forse), ma in questo modo si ottiene l’effetto opposto, ulteriore perdita di messa a fuoco sul lontano.

[Angor]

direi che questo taglia la testa al toro…e anche qualcos’altro mi sto solo chiedendo com’è possibile che tu abbia una risposta sempre per tutto [can]

[fireblade]

Originariamente inviato da Angor: direi che questo taglia la testa al toro…e anche qualcos’altro mi sto solo chiedendo com’è possibile che tu abbia una risposta sempre per tutto [can]

Sono un trafficone incallito 🙂

[squinza]

Originariamente inviato da Angor: perchè dici di no così sicuro?

Perché l’avrebbero già fatto, c’è tutto un mercato dietro le ottiche usate… Forse forse qualcosa in più si può fare con le ottiche molto lunghe, o comunque con schema teleobiettivo, ma temo che bisognerebbe segare via un pezzo di montatura…

[Autore]

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