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Paesaggi ferroviari

  • Questo topic ha 49 risposte, 15 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni fa da Anonimo.
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  • #1822453
    marco66
    Partecipante

    Secondo me nelle foto di Marco credo sia piu’ che lecito usare i termini molto in voga nell’arte in generale
    tipo progetto,sperimentazione,stile ,tecnica ,ecc.
    Sono le foto forse piu’ estreme che si possono vedere in questo sito e quindi forse per questo ne stiamo discutendo

    Qualcosa di banale e insignificante che puo’ essere fatto da tutti senza neanche particolari attrezzature ma non tutti hanno avuto l’idea
    l’idea e il fatto che possa (ho detto possa) funzionare e piacere non e’ poco in fotografia
    Poi e’ un’altro e’ il fatto che piacciano o no o che uno veda solo palazzi come tanti e altri vedano invece qualcosa di piu’ . [lo]

    #1822454
    albo49
    Partecipante

    Mi rendo conto in questo post di non avere i mezzi per seguirvi ed ancor meno per raggiungervi.
    Sono immagini che non mi trasmettono particolare interesse.
    Sono in treno, fotografo attraverso un finestrino: che non vedo, sono su un mezzo in movimento: ma non me ne accorgo. Il paesaggio stimola la mia curiosità, è un paesaggio particolare: no, le immagini suggeriscono un fine sociale: no.
    Riguardo le immagini e la mente mi riporta alla mia lunga vita da pendolare ed ai mie moltissimi scatti dal finestrino: tutti finiti nel cestino. Sarà forse per quell’inconscio ricordo che non riesco a soffermarmi per più di qualche secondo su queste immagini?
    Certo è che la storia fotografica di Marco mi condiziona e mi aspetto sempre molta creatività, non tanto sull’originalità dei soggetti quanto sulla scelta estetica che spesso apprezzo nelle sue opere.
    Mi sento di ribadire che a nulla valgono le dotte citazioni, nessun paragone storico sui contenuti, sulle intenzioni e sui mezzi a disposizione, non mescoliamo forzatamente saperi e sapori.
    Oggi noi facciamo foto per piacere e non per necessità, non stiamo documentando un evento storico che va oltre ogni richiesta estetica e formale, non siamo agli inizi della fotografia di cronaca, non è un documento di denuncia, ma solo appunti di viaggio.

    Queste foto hanno certamente il grande merito di stimolare il dibattito: e non è poco. La differenza rispetto alle belle cartoline è proprio questa, con le belle cartoline che raffigurano paesaggi, avifauna, macro ecc.., se ben fatte, raramente si va oltre il “mi piace, bellissima ecc..”, anche i commenti degli amanti del genere non vanno oltre, ci sarà un motivo ?

    #1822458
    Massimo
    Partecipante

    [quote=”Albo49″ post=648462]Queste foto hanno certamente il grande merito di stimolare il dibattito: e non è poco. La differenza rispetto alle belle cartoline è proprio questa, con le belle cartoline che raffigurano paesaggi, avifauna, macro ecc.., se ben fatte, raramente si va oltre il “mi piace, bellissima ecc..”, anche i commenti degli amanti del genere non vanno oltre, ci sarà un motivo ?[/quote]

    Ben venga il dialogo…… ce ne fossero di post come questo…….. (o) (o) (o)
    La risposta alla tua domanda Alvaro, secondo me, è che alcuni non ritengono questi generi degni di essere commentati oltre al semplice mi piace……… quasi come se ci fosse una sorta di repulsione a questa fotografia di serie B….. :~( :~( :~(

    #1822459
    Anonimo
    Ospite

    Condivido particolarmente la parte che cito qui sotto Albo, era la seconda parte del commento che stavo per scrivere

    [quote=”Albo49″ post=648462]

    Queste foto hanno certamente il grande merito di stimolare il dibattito: e non è poco. La differenza rispetto alle belle cartoline è proprio questa, con le belle cartoline che raffigurano paesaggi, avifauna, macro ecc.., se ben fatte, raramente si va oltre il “mi piace, bellissima ecc..”, anche i commenti degli amanti del genere non vanno oltre, ci sarà un motivo ?[/quote]

    Questo è in particolar modo vero, è questo il quid, questa serie di foto al di là di tutto quello che mostra, fa parlare, ci mette in condizione di farci delle domande, (come nel mio primo commento, dove IO vedevo una certa serialità, e poi ne ho incontrata un’altra, con piacere e stupore) il che la rende a mio avviso maggiormente interessante, al di là del piacere in senso stretto.
    E’ possibile gradire un lavoro a prescindere dalla qualità tecnica/estetica o dalla nostra idea soggettiva del concetto di bello?
    Penso proprio di sì, l’apprezzamento può spingersi oltre, non credo si possa negarlo..

    Qui Invece:

    “Oggi noi facciamo foto per piacere e non per necessità, non stiamo documentando un evento storico che va oltre ogni richiesta estetica e formale, non siamo agli inizi della fotografia di cronaca, non è un documento di denuncia, ma solo appunti di viaggio.”

    penso che non si possa generalizzare, la maggioranza delle mie fotografie nasce da un esigenza, sia anche del tutto privata, come l’esorcizzare uno stato d’animo(il più delle volte), ma anche di denuncia, e riesce nel suo intento(la denuncia) quand’è pubblicata(esposta in galleria, al circolo fotografico del paese, o su canoniani,it) sempre che faccia parlare di sè.
    Ma ovviamente faccio anche foto per il solo piacere di farle, ci mancherebbe, e Filippo, l’ho ribadito e lo ripeto, sulla legittimità del far foto io mi sono sempre espresso in maniera più che accondiscendente, chiunque può far qualsiasi cosa, non scherziamo.
    Poi c’è da considerare altra esigenza di ogni uomo e donna: l’essere accettati, il piacere agli altri, il far parte di qualcosa. E’ anch’essa un’esigenza, una necessità, anche se più frivola, ma umana…

    Il fatto è però, porre l’accento su alcuni aspetti, (come fa Max ad esempio, in completa buonafede, sia chiaro), mi pare un ridimensionamento forzato del commento, vieni giù da lì, che commentiamo col bene bello bravo. Stop.

    “cit.
    Ultimamente sembra che per una foto essere bella e fatta bene sia una cosa penalizzante…….. un po’ come la credenza che se una donna è bionda e bella è stupida in automatico………”

    ma nessuno dice così. nessuno accusa nessuno, qui si tratta di proposta fotografica di maggior spessore rispetto al “classico da forum” è inevitabile che alimenti commenti più partecipi, e favorisca letture, che altre immagini non possono e non riescono a favorire.
    Il fatto che alcuni di voi(noi!) si domandino perchè una serie di foto così “brutte” stimoli un dibattito più approfondito(spero auspicato/auspicabile per tutti coloro volessero ricevere commenti) senza trovare risposta, non vi mette in condizione di pensare”non la capisco”? e di qui 2 strade
    1 sto zitto e cerco di capire perchè qualcun’altro la trova interessante.(serve apertura mentale 😀 )
    2 intervengo esponendo i miei dubbi e perplessità, volte a comprendere il lavoro, non a smontare il tal autore/commentatore..(serve apertura mentale, capacità di fare un passo indietro, o in avanti, e umiltà nell’esporsi come “colui che non ha capito” 😀 )

    Perchè non deve essere tollerato, non dico compreso ma tollerato, che il piano della discussione verta su altri aspetti?
    Perchè qui il senso è ” io non capisco perchè cacchio tutte ste parole per ste foto che tecnicamente vacillano” e io ho scritto un papiro ragazzi, che sò matto? può anche darsi….si, categoria fuori di testa se la giuoca alla pari col Fautore, oh. [stp]
    O è solo questione di legittimità del commento, e allora ci si può far ben poco..(se commenta pippo è ora colato, se topolino allora no)
    Questo detto in totale serenità ragazzi, non sono accuse non prendetele male davvero, sono solo analisi personali, ma vorrei capire.. ogni volta che si parte con qualcosa di più, vien fuori la menata.. 🙂 [bir] [lo]

    #1822461
    Anonimo
    Ospite

    [quote=”maxcasa72″ post=648465]
    La risposta alla tua domanda Alvaro, secondo me, è che alcuni non ritengono questi generi degni di essere commentati oltre al semplice mi piace……… quasi come se ci fosse una sorta di repulsione a questa fotografia di serie B….. :~( :~( :~([/quote]

    Max, ma va che non è proprio così. E’ un discorso diverso, è il contenuto. Non c’è pregiudizio, e nemmeno serie A o B. Solo che spesso non c’è altro da dire che “bello”, e non è che sia necessariamente un male..

    #1822471
    Lorenzo Canoniani
    Amministratore del forum

    Trovo oculata l’osservazione che talune immagini indipendentemente dalla loro valenza estetica riescono ad instaurare delle interessanti discussioni che consentono di creare piacevoli dibattiti.

    In situazioni come queste credo che sia per tutti un arricchimento poter dare il proprio punto di vista ma soprattutto ricevere quello altrui nell’intento di creare nuovi spunti di riflessione e nuovi stimoli per leggere le immagini con diverse chiavi interpretative.

    Il confronto dovrebbe servire proprio per questo, fornire il proprio parere ma soprattutto rimanere aperti al ragionamento, altrimenti se rimaniamo convinti che sia esatto solo il nostro pensiero il dibattito perde subito consistenza, non crea piu’ nessun interesse e si perde un’ottima occasione di arricchimento reciproco.

    [lo]

    #1822487
    Itzer
    Partecipante

    [quote=”Albo49″ post=648462]
    … La differenza rispetto alle belle cartoline è proprio questa, con le belle cartoline che raffigurano paesaggi, avifauna, macro ecc.., se ben fatte, raramente si va oltre il “mi piace, bellissima ecc..”[/quote]

    Su questo posso darti ragione, importante, come dice Max, evitare distinzioni tra fotografia di serie A e serie B e relativi atteggiamenti snobistici.

    #1822511
    Mullahomark86
    Partecipante

    Innanzitutto grazie di nuovo a tutti per esservi soffermati, contento che si sia generata questa discussione che personalmente trovo interessante. Nel rispondervi vado un po’ a memoria, se dimentico qualcosa lo riprenderò successivamente.

    GM hai ragione: la prima foto ha una dominante diversa dalle altre, spostata verso il magenta mentre le altre sono più giallognole. Ovviamente ciò non è dovuto a nessuna PP, come ha specificato Anna, ha fatto tutto la pellicola. Non sono intervenuto per omogeneizzare i toni perché nel fare queste fotografie, e nel proporle, non ho perseguito alcuno scopo di progetto/ricerca, due termini che, quando vengono utilizzati massicciamente in fotografia fino ad abusarne, mi fanno orrore. E oggi la tendenza generale è questa. E’ ovvio che nel tempo si possa approdare a un progetto o a qualcosa comunque di strutturato, che abbia una coerenza su più piani.

    Da un po’ di tempo e anche ora, invece, quello che cerco sempre di fare quando fotografo è proporre il mio punto di vista sulle cose, in questo ultimo periodo su luoghi e paesaggi che mi piace riprendere anche nella loro apparente banalità. La fotografia è un modo di vedere il mondo e di descrivere la sua interpretazione e queste foto sono un esercizio in questo senso, sono la mia interpretazione di questi paesaggi tanto comuni quanto banali. Qualcuno ha detto che la fotografia “è un metodo per descrivere come sembrano le cose” e io mi ritrovo perfettamente in questa definizione.

    Nessuna fotografia di serie A e serie B, quindi, ma semplicemente modi diversi di vedere e di fare le cose, ognuno col proprio bagaglio di esperienze e di cultura, con i propri filtri e la propria sensibilità, con le proprie influenze più o meno inconsce e più o meno assorbite. Nessun messaggio, nessuna ossessione per la bellezza, specialmente quella dettata da altri secondo incomprensibili canoni di categoria, ma solo un modo di vedere le cose. In questo contesto è normale che molti restino indifferenti. Ed è molto bello quando si riesce, viceversa, ad intercettare il gradimento di altri,
    Dico questo perché condivido molto quello che ha detto Simone sul perché fare fotografia: quello che posso dire è che io fotografo in primis per me stesso. Ma il passo immediatamente successivo è quello di rapportarsi con gli altri, il riconoscimento da parte dell’altro è fondamentale. Volendo fare un paragone, si può anche scrivere il migliore dei libri, ma poi se nessuno lo legge, cui prodest?

    Sul discorso tecnica/estetica/comunicazione cercherò un giorno di dire come la penso in maniera più precisa.

    Grazie ancora [lo]

    #1822524
    bexio
    Partecipante

    Esprimo un mio parere.
    Cosa percepisco da questi scatti?il nulla degli spazi vuoti, vuoti di vita e di colore, sono comunque spazi umani, brutti… cosa vorrei per queste foto? che aspettino di essere riempite da luci, sorrisi, lacrime, ansie, attese, speranze…vita.
    Vi invito a vedere la galleria fotografica di un fotografo spezzino che ha fotografato spesso alla stazione di casa http://www.cesaresalvadeo.it/street-photography.html

    #1822532
    Mullahomark86
    Partecipante

    [quote=”bexio” post=648516]…luci, sorrisi, lacrime, ansie, attese, speranze…vita.[/quote]

    Tutte cose con le quali preferisco non relazionarmi quando fotografo e penso che sia chiaro ormai 🙂

    Grazie anche a te Riccardo [lo]

    #1822538
    Stefania
    Partecipante

    Devo dire che le foto mi piacciono molto , soprattutto le prime due, anche se non è il mio genere hanno dei colori e mi danno il senso di qualcosa che continua non vedendo ne l’inizio ne la fine delle rotaie…. Penso che se Marco non ha voluto inserire delle persone è perché non ama fotografarle, come me ,e non vedo perché tutti dicono sempre che la figura umana aggiunge qualcosa allo scatto…

    #1822553
    Mullahomark86
    Partecipante

    [quote=”StefyM” post=648529]e non vedo perché tutti dicono sempre che la figura umana aggiunge qualcosa allo scatto…[/quote]

    Come ho già detto in un altro post, trovo la figura umana un elemento di distrazione più che di interesse, si può ugualmente raccontare l’uomo e la società in cui vive senza includerlo esplicitamente nell’immagine.

    #1822554
    Anonimo
    Ospite

    [quote=”Mullahomark86″ post=648507] Non sono intervenuto per omogeneizzare i toni perché nel fare queste fotografie, e nel proporle, non ho perseguito alcuno scopo di progetto/ricerca, due termini che, quando vengono utilizzati massicciamente in fotografia fino ad abusarne, mi fanno orrore. E oggi la tendenza generale è questa. E’ ovvio che nel tempo si possa approdare a un progetto o a qualcosa comunque di strutturato, che abbia una coerenza su più piani.

    [/quote]

    Ciao Marco, il tuo commento mi ha fatto pensare.
    Sopratutto quando sostieni di non perseguire scopi di progetto/ricerca.
    Probabilmente non ho ben capito quello che vuoi dire, potresti chiarire meglio?
    Non si può negare una ricerca nelle tue fotografie, fosse anche solo una ricerca estetica, tant’è. Non credo che si debba aver paura di chiamare le cose con il proprio nome.
    La tendenza generale a mio avviso non è quella di abusare di termini tecnici, propri della critica fotografica e quindi adatti allo scopo(perchè aborri?non necessariamente il parlare con termini tecnici è un abuso, spesso è una necessità di essere più precisi- io ad esempio non è che io parlo così per mettermi in buona luce, o darmi delle arie, o pormi su un gradino più alto, di chi, di cosa.. è solo il mio lavoro a definirmi in questo contesto, non quello che io dico, e se sto postando in questo periodo fotografie qui è per dare la possibilità, a chi riceve una mia critica/commento, di definirmi, in modo da pesare la critica) , bensì, a mio parere, c’è la tendenza a ridimensionare il lavoro su altri piani di dialogo, penso per togliersi responsabilità di dosso, diventando inattaccabili(esempio: io dico che la mia serie proposta è frutto di ricerca, e sono “attaccabile” in questo senso, metto a disposizione oltre che le immagini anche il senso e lo scopo che vorrei attribuirle, rendendole passibili di critica molto più ampia, sulla forma, sulla coerenza, sul “messaggio” parola che tanto fa paura, e non dovrebbe, tutte le fotografie lo contengono, sia pure del tutto casuale e fuori dal controllo del fotografo. chi fa il contrario ottiene una barriera sicura, le sue foto sono commentabili su piani di lettura molto più semplici-sottoesposta-troppa maschera di contrasto-composizione sbilanciata-, e facilmente condivisibili anche dai non addetti ai lavori).
    Un esempio propedeutico è l’autodefinirsi, “io sono uno che cazzeggia, io sono solo un principiante, io faccio solo fotoricordo, io non mi prendo mai sul serio” e allora perchè cerchi commenti e critiche, mi chiedo… L’importante è prendere le distanze. Autodefinirsi è quanto di più sbagliato si possa fare, lasciamo che siano gli altri se proprio, a valutare il nostro lavoro.
    Il perchè potrebbe ricercarsi in tante direzioni, nel tuo caso potrebbe essere semplicemente poca fiducia nei propri mezzi. E sarebbe un peccato. Ma ovviamente potrebbe anche essere molto lontano dalla mia lettura, e la mia lettura essere completamente errata, non posso saperlo, ipotizzo.
    Il tuo negare uno scopo e negare una progettualità però mi mette in difficoltà. non credo che ti manchi la consapevolezza sul tuo fotografare. Perchè avresti partecipato a letture portfolio senza uno scopo fotografico?
    Anche perchè poi dici “E’ ovvio che nel tempo si possa approdare a un progetto o a qualcosa comunque di strutturato, che abbia una coerenza su più piani” quindi sai bene che questo fa parte di un cammino, a che punto sia il lavoro lo sai tu ma non centra, approdare a un qualcosa di strutturato è la fine del cammino e ciò che consentirebbe una presentazione portfolio. Ma stai già lavorando in modo progettuale, non credi? Ricerchi le stesse composizioni, riproponi scelte estetiche che sono quasi diventate dei cardini della tua fotografia, almeno qui dove ti si conosce fotograficamente, senza uno scopo? 😉 [lo] [bir]

    #1822558
    Luca Lupi
    Partecipante

    Può essere che l’impronta data dal proprio modo di esprimersi fotograficamente venga riconosciuta più facilmente dagli osservatori che da sé stessi?

    #1822562
    Mullahomark86
    Partecipante

    Ciao Simone, ti faccio subito i complimenti per la tua facilità di scrittura, un po’ te la invidio 🙂

    Parto col rispondere a questo tuo ultimo intervento, le questioni tecniche cui hai fatto riferimento in post precedenti possono aspettare per ora.

    Quello che volevo dire nel pezzo che tu hai riportato ho provato a spiegarlo meglio nel resto del mio commento. Per chiarire ancora meglio: “ricerca” e/o “progetto” non sono due termini che posso adattare a queste fotografie e sottolineo a queste. Mi riferivo esclusivamente a queste cinque fotografie.

    Tuttavia, anche queste cinque fotografie rientrano in un mio modo di vedere, e questo è innegabile.

    Ora si tratta di una questione linguistica secondo me, io non ho nessun problema se qualcuno vuole far coincidere il mio approccio fotografico con una ricerca, anzi per certi versi mi fa piacere perchè è pur sempre una forma di riconoscimento. Oggi però pare non sia possibile fare fotografia (a tutti i livelli) senza aver prima redatto un progetto minuzioso dalla a alla z. Io faccio tantissimo affidamento sul vagabondare, sulla non linearità e anche sugli “innamoramenti” estemporanei per certi tipi di visione, e poi cerco di pormi la domanda fondamentale: “perché?”. E non sempre è facile rispondere, anzi per certi versi proprio non riesco a rispondere, anche ora che la mia consapevolezza è decisamente aumentata. Forse ciò è anche dovuto a quello che scrivevi tu, alcune cose restano fuori dal controllo dello stesso fotografo. Sicuramente tutto nasce da una necessità profonda e anche qua sono d’accordo te. Ma non credo sia un bene, per la fotografia e per le fotografie, relegarle a mero supporto della parola (che spessissimo non ha valenza tecnica ed è inadatta) in nome di un messaggio o uno scopo preciso. Ci vuole molto equilibrio secondo me tra immagine e parola, e ci vuole tempo per raggiungerlo.

    Procedo in modo progettuale? Non lo so, cerco di trovare un ordine. Che in fondo, è anche lo scopo. [lo]

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