@ Luca e Paolo, grazie di aver chiarito il concetto, accetto anche (con speranza comunque di superarlo), un lecito che palle le tue foto, come forse quello degli gli ipotetici amici costretti alle mie proiezioni.
Certo meglio se invece mi si invita a pensare di più lo scatto e entrare in sintonia con l’ambiente, anzi questo è uno stimolo positivo per me.
La foto delle patatine che pur non essendo niente di che, mi piace per alcuni motivi, tipo il contrasto del giallo con i colori tenui sporchi,la nitidezza non aggressiva, il vetro, la signora che frigge e l’odore d’Africa che sento un po’.
Spero che dal viaggio in Tanzania, possa proporvi foto più incisive.
@ Giulio: ottimi gli orientamenti che mi proponi di cui ti ringrazio. Devo dirti però per onestà che non posso usufruire delle “attenuanti”che mi concedi. Infatti io viaggio quasi sempre solo con mia moglie e il viaggio lo organizza lei, su internet.
Se non entro in sintonia con le situazioni quindi, è solo colpa mia. I tempi sono comunque contingentati e non viaggiamo per fotografare, ma fotografiamo viaggiando, da semplici amatori di entrambe le due cose.
Condivido con te però quello che hai detto. Troppo facile accontentarsi di beccare qualche bella singola immagine (che cmq non ci sputo), ma già presentarne due insieme…. Figuriamoci un reportage. Anche se lo prendessi allo scatto, non avrei da solo forse la razionalità e capacità per assemblarlo ed elaborarlo coerentemente. Vediamo quello che è uscito fuori dall’incredibile incontro con i Boscimani, non le ho ancora aperte tutte, ma avessi preso almeno qualche bella foto di viaggio, chiamiamola pure “istantanea” che mi suona meglio di punta e scatta, ti assicuro già sarei contento. Magari potessi scegliere se scattare alla Salgado o alla McCurry.
Salgado è il sale della vita, McCurry becca svariate belle foto. Fossi un fotografo di un livello da poter scegliere, proverei alla Salgado, ma già so che “finirei” alla McCurry.(Magari) [sbv] [sbv] [lo]
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