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piccolo sfogo

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  • #1630878
    Brained
    Partecipante

    Mike, quanti fotografi professionisti, quelli con la F maiuscola stanno su facebook? ci sono i ciarlatani come me, gli altri lavorano, non han tempo per queste stupidate 🙂

    #1630880
    mabriola
    Partecipante

    Be Andrea…il cirlatano di cui sopra, il famoso Carlo Carletti, guarda caso è su FB…se vuoi tre ne cito un’altra tonnellata. Questo non significhi che anche milioni di ciarlatani si siano iscritti e che postino valanghe di “capolavori”…

    #1630881
    Brained
    Partecipante

    c’è anche il profilo di Shakespeare, ma inizio ad avere qualche dubbio sia quello reale… ci sono agenzie che si occupano anche dei social network, i diretti interessati delegano e via…

    #1630882
    mabriola
    Partecipante

    A proposito Andrea, “consentimi” come dice il tuo concittadino famoso…non giudicarti così male, vedi al di là di ogni considerazione che tu possa fare su te stesso, le modalità, la qualità delle tue fotografie non meritano l’appellativo di ciarlatano. La passione che tu spesso mostri nei tuoi lavori, la voglia di ricercare nuovi stimoli ed orizzonti, ti elevano spessissimo oltre quanti invece si ritengono professionisti. Ecco perchè io spesso argomento che i “fotoamatori volenterosi” spesso, come dicono qui nel povero sud, si “mettono in tasca” molti professionisti.

    #1630885
    Brained
    Partecipante

    Intanto grazie per le belle parole! Come ben sai, avevo provato la via del professionismo, ma avevo smesso di divertirmi quando fotografavo, arrivando ad avere la nausea delle foto. mi tengo stretti la mia passione ed i miei amici, va benissimo così 🙂

    #1630887
    austriaco
    Partecipante

    Fabrizio, ti capisco benissimo e só di cosa stai parlando, come hai visto io in questo gruppo non commento molto, mi é passata la voglia vedendo certi atteggiamenti “da partita iva” e specialmente da quella volta che si discuteva sulla regola dei terzi e la sezione aurea, non só se hai letto anche tu ma uno di questi psuedo-professionisti ad un certo punto chiese: -Ma cos´é questa regola dei terzi?-………..beh..ho detto tutto.

    #1630893
    Fabrizio_Shake
    Partecipante

    manuel,tra l’altro hanno cancellato i miei commenti e le foto incriminate diciamo,quasi a voler eliminare traccia e nascondere le prove.Io non avevo nulla da nascondere,ho scritto pubblicamente quello che pensavo e trovo che chi nasconda le ”prove”,cosi’ come in ambito giuridico,abbia qualcosa da nascondere anche a se stesso… non so se tu hai letto la discussione avuta inerente al taroccare gli scatti,al dire che lo scatto deve essere come uscito dal raw senza modificare nulla se non convertirlo con parametri a 0 e poi a presentare foto con il cielo inserito a pc,tra l’altro la seconda foto che si trovava poco tempo fa su google scrivendo ”fotografia cielo”… Io alcuni scatti da principiante ed amatore li ho inseriti,quattro per la precisione e aspetto le critiche e i consigli di chi sapra’ aiutarmi a crescere. Interessante discussione in ogni caso,lo dicevo oggi con Mabriola: sono contento di questo perche’ permette ad ognuno di noi di esprimere il proprio punto di vista,chiaramente con le differenze del caso…e questo permette a tutti noi di crescere e scoprire magari cose nuove o nuovi modi di vedere le cose. McCurry a me piace,lo trovo molto abile nella scelta delle cromie…di salgado sono personalmente innamorato di libro di sue foto,Africa,ve ne sono diverse che mi piacciono davvero tantissimo. In ogni caso,siamo liberi di pensarla come vogliamo! magari ad una persona non piacciono i paesaggi di adams o le street di bresson,è questione di gusti personali ed ognuno di noi ha i propri 🙂

    #1630899
    skylight
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Il professionista è un galantuomo. Una persona che bada ai suoi interessi, ma con il fine ultimo della totale soddisfazione del cliente. Per raggiungere questo scopo deve essere capace, preparato, saper ascoltare il cliente per indovinare le sue esigenze e proporre la soluzione che dia il miglior risultato con la minima spesa. Deve essere umile e sagace, ma deve anche essere acuto per capire se si sta tentando di fregarlo. Inoltre non deve essere permaloso, saccente, borioso. Chi sa dimostra con i fatti, non millanta a parole e questo è assai evidente per chi non si ferma alla bandana colorata intorno ai capelli: basta far parlare le persone. Non c’è cosa più odiosa che rendersi conto che un professionista è miseramente impreparato, irritabile, presuntuoso. Quando mi capitano figuri di questo genere li saluto e me ne vado immediatamente, non amo perdere tempo con chi vuol farmi perdere denaro.

    Bellissima definizione, dovrebbero leggerla tutti quelli che si iscrivono ad un ordine professionale! Purtroppo la realtà moderna è ben diversa, e la tipologia più spesso ricorrente è quella del professionista mediocre che farebbe carte false pur di accappararsi il lavoro. L’onestà, quella vera è merce davvero rara… Sono vari i meccanismi che portano a questa realtà, ma alla base c’è (secondo me) una mancanza di valori che è ormai diffusa nelle persone per cui gli interessi di profitto vengono prima di tutto… Aggiungo anche che purtroppo chi entra nel mondo del lavoro raramente trova qualcuno che gli insegni questi valori, ma sempre piu spesso si trova a confrontarsi con una realtà in cui vince il più furbo…

    #1630906
    Franco
    Partecipante

    Ognuno di noi ha la possibilità di superare gli steccati e le barriere costruite da coloro che credono (magari con ragione) d’indossare un’investitura che li rende superiori agli altri, ha poca importanza se questi sono professionisti o dilettanti “evoluti”. Vado controcorrente, se proprio dobbiamo dare delle colpe, non ritengo che queste siano esclusivamente di colui che si arroga la paternità del sapere comune, di colui che associa la sua appartenenza ad una “casta” superiore perchè in possesso delle “generalità”. La colpa è anche di colui che inconsapevolmente avvalora l’esistenza di questa casta. E’ un’utopia, ma per evitare che questo accada, è sufficiente che ognuno valuti le persone per il prodotto e il servizio offerto alla “società”, ovvero, valutiamo le foto (e le parole) cercando di non farci condizionare dall’autore, dalla fama, competenza, professione, attrezzatura. Valutiamo semplicemente le foto, quello che ci trasmette l’immagine tutto il resto ha ben poca importanza……

    #1630913
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: E’ un’utopia, ma per evitare che questo accada, è sufficiente che ognuno valuti le persone per il prodotto e il servizio offerto alla “società”, ovvero, valutiamo le foto (e le parole) cercando di non farci condizionare dall’autore, dalla fama, competenza, professione, attrezzatura. tutto il resto ha ben poca importanza……

    Eh, si, è un’utopia, almeno in ambito matrimonialistico. Quante persone sono veramente in grado di giudicare il lavoro di un fotografo di matrimonio? Io direi poche. La maggior parte si fa impressionare solo dal fatto che le persone ritratte siano propri cari nel giorno dello sposalizio, si fa pervadere da un senso di ottusa felicità e spegne le percezioni sulla bontà del lavoro (ammesso che le abbia). Salvo ovviamente casi tragici dove il misfatto è di assoluta evidenza. Fate un esercizio. Soffermatevi sulle vetrine dei fotografi che realizzano matrimoni, ed osservate attentamente i loro scatti. La maggior parte dimostra un gusto freddo, impersonale, imbellettato con effetti speciali assolutamente agghiaccianti. Sono queste le foto che oggi vanno per la maggiore. Facce stupide, smorfie, movenze da soubrettes d’avanspettacolo. La caduta del gusto e della sobrietà è generalizzata, ed i fotografi di matrimonio non possono che rifletterla pedissequamente nei loro lavori, altrimenti non camperebbero. Poi ovviamente, come in tutti gli ambiti, esistono persone sobrie, professionisti preparati che rifiutano di imbastardire il loro lavoro e tutte le altre eccezioni del caso. Fermatevi ad osservare le persone, gli invitati, gli stessi sposi. Abiti da uomo assolutamente ridicoli del tutto fuori luogo in un matrimonio, con scelte di gusto veramente pessimo….gessati con rigatura riflettente, gemelli in finto cristallo, plastron spianati come un paio di mutande stirate, gilet con bottoni diamantati in stile settecentesco e così via, per non parlare dell’invasione dei colletti ribattuti verso l’alto usati ad ogni piè sospinto. Come possono persone del genere scegliere un professionista che non avvalori le loro richieste? Non lo farebbero mai, perché il professionista serio non vuole farsi cattiva pubblicità avallando scelte discutibili, mentre il non-professionista asseconda il cliente in tutte le richieste, anche quelle contrarie all’etica del mestiere. Fra non molto negli album di matrimonio vedremo anche le scene degli addii al nubilato ed al celibato. Per non parlare dell’abitudine di girare il filmatino, diventata anch’essa di prammatica. Manco si sposassero un’altra volta Lady Diana Spencer ed il Principe Carlo. La scorsa estate, in un soggiorno a Livorno sono entrato in una chiesa per osservare le scene di un matrimonio. Sposi vestiti in modo ridicolo, abiti sfarzosi ed assolutamente incoerenti, due giganteschi fari da un chilowatt erti sull’altare ad illuminare i due poveri futuri divorziandi (accecando il pubblico) ed uno stuolo di bucefali con telecamere e macchine fotografiche di tutte le specie. Ho pensato tra me “ma che bel matrimonio!” e me ne sono uscito. Quindi alla fine si meritano ciò che hanno pagato; perlomeno un tempo la mancanza di gusto era una questione squisitamente privata, oggi invece te la devono pure sbattere in faccia. Il “mio” professionista “galantuomo” è ovviamente una figura retorica. Ma qualcuno che si comporta così esiste ancora. Speriamo solo che riesca a tramandare i suoi valori, altrimenti nessuno potrà salvarci dalla barbarie del 22° secolo.

    #1630919
    marco66
    Partecipante

    Fire a me sembra che il professionista a cui ti riferisci e piu’ un artista che un (senza offesa) mestierante ma quanti artisti servirebbero per immortalare tutti i matrimoni che si celebrano. e poi artisti si nasce, l’estro la sensibilita’ la capacita’ di cogliere attimi (scatti) immortali e irripetibili nel breve e concitato tempo di una cerimonia purtroppo non e’ da tutti. ho provato anchio (e se fossi un prof. sarei sicuramente un mestierante) a guardare le vetrine dei fotografi matrimonialisti e molte non mi sono piaciute per niente. [lo]

    #1630932
    MR79bis
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Quante persone sono veramente in grado di giudicare il lavoro di un fotografo di matrimonio? Io direi poche. La maggior parte si fa impressionare solo dal fatto che le persone ritratte siano propri cari nel giorno dello sposalizio, si fa pervadere da un senso di ottusa felicità e spegne le percezioni sulla bontà del lavoro (ammesso che le abbia). Salvo ovviamente casi tragici dove il misfatto è di assoluta evidenza.

    Verissimo, l’importante è essere immortalati, ma anche se bruci i bianchi non se ne accorgono, anzi pensano che sia l’effetto “bagliore” di PS

    Originariamente inviato da fireblade: Sposi vestiti in modo ridicolo, abiti sfarzosi ed assolutamente incoerenti, due giganteschi fari da un chilowatt erti sull’altare ad illuminare i due poveri futuri divorziandi

    Poveri AHAHAHA, bhè almeno rispiarmano soldi per le lampade prima del viaggio di nozze.

    #1631038
    GianMauro
    Partecipante

    Sono certo che tra i professionisti ci sia tanta gente capace ed educata. Tra le tante risposte mi colpito una in particolare e con il rischio di andare off topic scrivo: Migliorabile quando fa riferimento alla sua professione fa dei riferimenti rigorosi, cioè titoli di studio, lavoro, riconoscimenti ecc. Da parte mia vi posso dire che mi occupo di pubbliche relazioni, e l’azienda per cui lavoro mi affianca spesso un trainer e faccio continuamente corsi di comunicazione-formazione da migliaia di euro per preparami al meglio e il tutto viene rigorosamente certificato. Risultato, mi viene riconosciuto un contratto di lavoro ad hoc e le mie referenze sono accreditate legalmente. Cioè senza presunzione sono un professionista non solo dal punto di vista legale, ma anche da quello etico e morale. Tutto ciò mi fa riflettere su una cosa interessante, cioè: a parte la P.IVA, con quale criterio uno (e parlo in generale) si può attribuire il titolo di “professionista”? Certo per fare l’idraulico o il muratore non serve certo una scuola ma solo tanta esperienza, sudore onestà e l’iscrizione alla camera di commercio, ma per fare l’insegnante occorre una laurea e un’abilitazione, così come per il medico, l’ingegnere, l’avvocato e via discorrendo. Questo giustamente non stupisce, lo sappiamo o diamo per assodato che quel medico, farmacista o ingegnere sia iscritto all’albo e sia abilitato legalmente alla professione cioe sia accreditato e il tutto culmina con il titolo. Ma per accreditarsi a fotografo professionista chi da l’abilitazione il WPP, il National Geografic o la camera di commercio, o semplicemente come avviene spesso in Italia ci si auto abilita-accredita? Vi invito a riflettere che non esiste un albo dei fotografi, titoli di studio riconosciuti, un fondo cui rivalersi in caso di fallimento (se non che i pochi euro della srl versati alla camera di commercio), ed altro ancora. Quindi esperienza lavorativa a parte, come ci si accredita a fotografo professionista? Come fa il povero consumatore a difendersi dai vari furbetti se non esiste nulla di rigorosamente riconosciuto legalmente? Naturalmente mia personalissima opinione. Attenzione! qui non si parla di arte ma di lavoro

    #1631122
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da GianMauro: … Ma per accreditarsi a fotografo professionista chi da l’abilitazione il WPP, il National Geografic o la camera di commercio, o semplicemente come avviene spesso in Italia ci si auto abilita-accredita?…

    Questa può essere utile…. http://www.fotoscuola.it/come_diventare_fotografo.htm

    #1631163
    mabriola
    Partecipante

    Originariamente inviato da GianMauro: Come fa il povero consumatore a difendersi dai vari furbetti se non esiste nulla di rigorosamente riconosciuto legalmente? Naturalmente mia personalissima opinione. Attenzione! qui non si parla di arte ma di lavoro

    Gianmauro, il consumatore, cliente finale, valuta la bontà dell’offerta che il “mercato” offre sulla base di variabili proprie che potrebbo definire nel gusto, cultura fotografica, sensibilità, prezzo ed altro, chi più ne ha più ne metta. La capacità di intercettare una media di tali variabili sta al proponente tarando il suo prodotto in modo opportuno. Ci si difende stipulando un contratto, o che dir si voglia, nel quale sia indicato tutto quanto richiesto e nei dovuti termini. Tale contratto in caso di eventuale controversia è utilizzato, da entrambe le parti, per eventuali punti non rispettati o tali da richiedere opposizioni. Questo è liscio come l’olio per quanto riguarda questo iter, diversamente accade quanto invece ci si affida a qualcuno che non è in grado di garantire quanto sopra. Questo se parliamo di lavoro, non vedo difficoltà in tal senso onestamente. Aspetto da qualcuno un elenco delle scuole e di tutti gli enti che hanno “certificato” la professionalità e professione dei più grandi fotografi al mondo…. Anzi vogliamo parlare di arte? Van Gogh addirittura fu internato…

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