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Gennaio 30, 2014 alle 3:51 am #1792610Rob70Partecipante
[IMG]public/imgsforum/2014/1/IMG_4604.JPG[/IMG]
Gennaio 30, 2014 alle 1:46 pm #1792622WolfriendPartecipanteSecondo me l’idea é ottima e parecchio provocatoria…. il titolo poi é geniale !!! Peccato, sempre secondo me, che non sia stata adeguatamente realizzata…. il doppio senso si perde nella confusione dello sfondo che crea distrazione. Dovresti cercare di enfatizzare i due elementi forti (scultura e alberi), magari tornando sul posto e valutando una nuova composizione e poi giocando come si deve in PP; potresti addirittura pensare ad un b/n. Per me ne vale assolutamente la pena…
Gennaio 30, 2014 alle 1:55 pm #1792623rossomotoPartecipanteConcordo con Wolfriend: bellissima idea! Come “composizione alternativa” io suggerirei di avvicinarmi, abbassarmi ed inquadrare verso l’alto (non troppo) in modo da avere solo il fogliame come sfondo. PS: Dov’é ‘sto posto?
Gennaio 30, 2014 alle 5:32 pm #1792645ItzerPartecipanteIo lavrei intitolata “Il boschetto di Venere”. Certo che, se fosse possibile, anche in PP, isolare tutto il resto e concentrare il fogliame solo al centro della scultura… Il tutto acquisterebbe ancor piů e geniale significato. Però, anche lo scultore… devessere proprio un bel tipo! Chi é?
Gennaio 30, 2014 alle 6:37 pm #1792647Rob70PartecipanteGrazie a tutti per i commenti,purtroppo la foto non é replicabile in quanto é stata fatta durante una vacanza estiva a Bratislava,lo scultore non era menzionato ma doveva essere senz’altro un bel tipo,riguardo alla composizione purtroppo c’erano molti elementi di disturbo che non era possibile isolare dal vivo,ne ripropongo una versione croppata e con alcuni elementi esterni rimossi. [IMG]public/imgsforum/2014/1/IMG_46041.JPG[/IMG]
Gennaio 30, 2014 alle 7:34 pm #1792653ClaudioPartecipantePermettete anche me di elogiare una cosě smisurata genialità, di certo salutata con giubilo dalla cittadinanza del comune ungherese che accoglie l’installazione. L’autore ha saputo mirabilmente coniugare, con una maestria che allibisce, doti eccelse di saldatura creativa e una prorompente verve dissacrante. Ha cosě congiunto in un’opera d’impatto mistico la matericità della scultura e l’afflato erotico che solo il pube femminile sa infondere, non pornigraficamente ostentato bensě delicatamente alluso con la raffinatissima metafora del boschetto. Già nel lontano 2002 apprezzai divertito la probabilmente altrettanto geniale trovata del poeta pop-rock autore della canzone “L’aiuola”. E sempre in quei primi fertili anni del nuovo millennio, in una indimenticabile scena della storia del cinema (si spulci nella pentalogia di Scary Movie) si poté assistere alla trasposione cinematografica della metafora del boschetto, con tanto di uccelli che spiccano in volo (chissà forse in omaggio alla bocca-mondo del Pantagruele rebelaisiano). E ora apprendo in un sol colpo che la motafora del boschetto é stata consacrata anche nell’universo artistico della scultura; nonché documentata fotograficamente. Amen, direi. C’é infine la foto del nostro Rob70 su cui mi pare sia già stato detto molto e opportunamente. Appreso con estremo rammarico dell’irreplicabilità dello scatto, dò senza dubbio la mia personale preferenza al realismo descrittivo della prima foto. Quanto al discreto pudore con cui l’autore (dell’installazione) ha sagacemente tenuto celato il proprio nome, che si può dire se non augurarsi che qualche geniale sindaco dei nostri fiorenti comuni italiani, indagando e scovando la misteriosa di lui identità, possa accaparrarsi l’esposizione italica di questa godibilissima scultura. Oppure butto lě un’idea: e se la si mettesse all’ingresso, novello colosso di Rodi, della prossima Biennale della Fotografia? Ovviamente faceto, mando a tutti un caro saluto, ciao!
Gennaio 30, 2014 alle 8:11 pm #1792657ItzerPartecipanteOriginariamente inviato da clanon: … di certo salutata con giubilo dalla cittadinanza del comune ungherese…
Ehmmmmmm….. [scr] da un uomo di cultura qual tu certamente sei, questa non me l’aspettavo.
Gennaio 30, 2014 alle 8:13 pm #1792658valeriobryPartecipanteOriginariamente inviato da clanon: Permettete anche me di elogiare una cosě smisurata genialità, di certo salutata con giubilo dalla cittadinanza del comune ungherese che accoglie l’installazione. L’autore ha saputo mirabilmente coniugare, con una maestria che allibisce, doti eccelse di saldatura creativa e una prorompente verve dissacrante. Ha cosě congiunto in un’opera d’impatto mistico la matericità della scultura e l’afflato erotico che solo il pube femminile sa infondere, non pornigraficamente ostentato bensě delicatamente alluso con la raffinatissima metafora del boschetto. Già nel lontano 2002 apprezzai divertito la probabilmente altrettanto geniale trovata del poeta pop-rock autore della canzone “L’aiuola”. E sempre in quei primi fertili anni del nuovo millenio, in una indimenticabile scena della storia del cinema (si spulci nella pentalogia di Scary Movie) si poté assistere alla trasposione cinematografica della metafora del boschetto, con tanto di uccelli che spiccano in volo (chissà forse in omaggio alla bocca-mondo del Pantagruele rebelaisiano). E ora apprendo in un sol colpo che la motafora del boschetto é stata consacrata anche nell’universo artistico della scultura; nonché documentata fotograficamente. Amen, direi.
[ado] [ado] [ado]
Gennaio 30, 2014 alle 8:26 pm #1792662ClaudioPartecipanteOriginariamente inviato da Itzer: Ehmmmmmm….. [scr] da un uomo di cultura qual tu certamente sei, questa non me l’aspettavo.
Ahahah Paolo, lascio esibita la gaffe senza correggere sennò poi non si capisce piů il tuo intervento. La memoria ha fatto cilecca. D’altra parte, di fronte a una statua cosě…
Gennaio 30, 2014 alle 8:53 pm #1792669ItzerPartecipanteOriginariamente inviato da clanon: … La memoria ha fatto cilecca. D’altra parte, di fronte a una statua cosě…
Succede. Mi son permesso di fartelo notare solo perché ormai tutti riconosciamo la tua preparazione.
Gennaio 31, 2014 alle 12:41 am #1792700Rob70PartecipanteOriginariamente inviato da clanon: Permettete anche me di elogiare una cosě smisurata genialità, di certo salutata con giubilo dalla cittadinanza del comune ungherese che accoglie l’installazione. L’autore ha saputo mirabilmente coniugare, con una maestria che allibisce, doti eccelse di saldatura creativa e una prorompente verve dissacrante. Ha cosě congiunto in un’opera d’impatto mistico la matericità della scultura e l’afflato erotico che solo il pube femminile sa infondere, non pornigraficamente ostentato bensě delicatamente alluso con la raffinatissima metafora del boschetto. Già nel lontano 2002 apprezzai divertito la probabilmente altrettanto geniale trovata del poeta pop-rock autore della canzone “L’aiuola”. E sempre in quei primi fertili anni del nuovo millennio, in una indimenticabile scena della storia del cinema (si spulci nella pentalogia di Scary Movie) si poté assistere alla trasposione cinematografica della metafora del boschetto, con tanto di uccelli che spiccano in volo (chissà forse in omaggio alla bocca-mondo del Pantagruele rebelaisiano). E ora apprendo in un sol colpo che la motafora del boschetto é stata consacrata anche nell’universo artistico della scultura; nonché documentata fotograficamente. Amen, direi. C’é infine la foto del nostro Rob70 su cui mi pare sia già stato detto molto e opportunamente. Appreso con estremo rammarico dell’irreplicabilità dello scatto, dò senza dubbio la mia personale preferenza al realismo descrittivo della prima foto. Quanto al discreto pudore con cui l’autore (dell’installazione) ha sagacemente tenuto celato il proprio nome, che si può dire se non augurarsi che qualche geniale sindaco dei nostri fiorenti comuni italiani, indagando e scovando la misteriosa di lui identità, possa accaparrarsi l’esposizione italica di questa godibilissima scultura. Oppure butto lě un’idea: e se la si mettesse all’ingresso, novello colosso di Rodi, della prossima Biennale della Fotografia? Ovviamente faceto, mando a tutti un caro saluto, ciao!
Grazie Claudio (ed anche a tutti gli altri),davanti a tanta cultura non posso che inchinarmi,da parte mia posso aggiungere che un sottile velo di erotismo dà molta piů “verve” alle discussioni di quanto possa fare un nudo esplicito,da questo punto di vista l’autore della scultura,a mio parere,ha centrato in pieno l’obiettivo che si era preposto.
Gennaio 31, 2014 alle 1:44 am #1792713ClaudioPartecipanteOriginariamente inviato da Rob70: […] da parte mia posso aggiungere che un sottile velo di erotismo dà molta piů “verve” alle discussioni di quanto possa fare un nudo esplicito,da questo punto di vista l’autore della scultura,a mio parere,ha centrato in pieno l’obiettivo che si era preposto.
C’é sempre da capire se, dato un certo ambito di discussione, sia piů importante che si parli di qualcosa o piuttosto il come se ne parli. Se insomma conti piů la quantità o la qualità. In questo senso il riferimento alla Biennale della Fotografia era ironico sě, ma non verso la statua bensě verso quello che pare abbia combinato l’organizzazione della Biennale: http://www.jumper.it/biennale-della-fotografia-pasticcio/. Ciao!
Gennaio 31, 2014 alle 2:33 am #1792717Rob70Partecipante[quote]Originariamente inviato da clanon: C’é sempre da capire se, dato un certo ambito di discussione, sia piů importante che si parli di qualcosa o piuttosto il come se ne parli. Se insomma conti piů la quantità o la qualità. In questo senso il riferimento alla Biennale della Fotografia era ironico sě, ma non verso la statua bensě verso quello che pare abbia combinato l’organizzazione della Biennale: http://www.jumper.it/biennale-della-fotografia-pasticcio/ Credo Claudio che in questa situazione,come in tutte le altre,sia sempre il modo in cui se ne parla che faccia la differenza,non voglio entrare nel merito delle discussioni sulla Biennale ma credo che anche nel campo dell’arte della fotografia (anzi soprattutto nel campo della fotografia)non si possa andare oltre certi limiti di quello che viene comunemente chiamato buon gusto,in una immagine ognuno ci vede quello che la sua personalità gli ispira,si potrebbe quasi dire che rappresentano un test psicologico alla stregua delle “macchie di Rorschach”.
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