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Dicembre 11, 2009 alle 3:01 am #1533923porcospino99Partecipante
Premessa metodologica: ho uno scanner che praticamente mi hanno regalato HP g3010, ad occhio direi di aver compreso di qualità mediocre. Non ho mai scansionato le foto, in quanto sono “tornato” all’analogico da poco. Ho cercato di supplire alle carenze dello scanner con un il software vuescan (e di primo impatto direi che ho fatto benissimo), ed infine l’analogico mi ha ricatturato da poco e quindi sono ancora in fase di sperimentazione, questa foto è fatta poi ancora con la vecchia Fujica 605n con un 55mm f1.8 (la canon F1 è appena arrivata ed il primo rullo è allo sviluppo). Unica cosa ottima la pellicola una Ilford hp5 plus 400 e tirata a 800. Ma dopo le premesse ecco la foto:
Dicembre 11, 2009 alle 3:02 am #1533925porcospino99Partecipante[IMG]public/imgsforum/2009/12/Scan-091210-0002.jpg[/IMG] ovviamente il soggetto è di prim’ordine!!!
Dicembre 11, 2009 alle 3:06 am #1533926hispanikoPartecipanteil soggetto è fuori discussione, ovvio, la foto cosi come la vedo dal mio video non sembra male. Attendiamo giudizi più autorevoli. un saluto.
Dicembre 11, 2009 alle 9:35 pm #1534099EnricoXPartecipanteL’immagine postata è un pò piccola per poter valutare… hai scansionato direttamente il negativo? Qual’è la risoluzione massima? PS: complimenti per il pupo Enrico
Dicembre 11, 2009 alle 9:41 pm #1534103FloFloPartecipantePer il soggetto avrei evitato di tagliare il piedino sinistro….però è un mio parere. Al di fuori di ciò mi piace, bello il pupo 🙂
Dicembre 11, 2009 alle 9:54 pm #1534105firebladePartecipanteLa scansione mi sembra abbastanza equilibrata. Conoscendo la resa tonale della HP5 direi che lo scanner ha fatto un buon lavoro. Naturalmente il giudizio è basato sulla foto web piuttosto minuscola, per esprimere un parere più attento occorrerebbe osservare la scansione a piena risoluzione. Ti consiglio di non superare i 2400dpi, e di non fare nessun tipo di correzione dal software di scansione, molto meglio agire in photoshop.
Dicembre 12, 2009 alle 4:33 am #1534217CppOOPPartecipanteMolto bella
Dicembre 26, 2009 alle 12:46 pm #1537814marsssPartecipanteA mio avviso(personalissimo) non ha molto senso scattare in analogico e poi scansionare. A quel punto tanto vale scattare in digitale direttamente. A maggior ragione se quando scansioni usi uno scanner mediocre.
Dicembre 26, 2009 alle 1:45 pm #1537823firebladePartecipanteOriginariamente inviato da marsss: A mio avviso(personalissimo) non ha molto senso scattare in analogico e poi scansionare. A quel punto tanto vale scattare in digitale direttamente. A maggior ragione se quando scansioni usi uno scanner mediocre.
Sull’ultima affermazione concordo pienamente, usare uno scanner mediocre per fare scansioni di pellicole può dar luogo a risultati poco piacevoli, specie se non c’è modo di controllare il piano di fuoco e la planarità della pellicola. Sulla prima affermazione invece sono discorde, secondo me il senso c’è, eccome, specialmente per foto in bianco e nero. Quando acquisisci una esperienza sui vari tipi di pellicola in commercio, sai bene che potrai arrivare a determinati risultati, che dipendono appunto dall’emulsione, da come la esponi, da come viene sviluppata, dall’attrezzatura che usi. La combinazione di questi fattori permette di arrivare a risultati finiti con un semplice clic, quello dell’otturatore. In digitale invece….prima di trovare un flusso di lavoro adeguato ce ne vuole, in ogni caso devi preventivare un bel po’ di tempo davanti al pc. Scansionare il negativo può essere inoltre una soluzione quando non si disponga di laboratori adeguati e si voglia stampare in casa tramite le ultime moderne inkjet con inchiostri a pigmenti, che permettono risultati veramente notevoli ad un costo però, tra inchiostri e carte, che supera quello della stampa chimica in laboratorio, senza contare l’acquisto della macchina. A solo titolo di esempio ti invito ad osservare questo scatto: public/imgsforum/2009/12/IMG020_900.jpg che è frutto di qualche minuto di osservazione e di un sessantesimo di secondo di tempo di scatto; acquisito poi dallo scanner senza nessuna altra operazione. A mio avviso è uno scatto finito, che non potresti mai imitare con tecnologia digitale; forse ti ci puoi avvicinare a prezzo di parecchie ore di lavoro….sai che divertimento. C’è poi una componente emotiva nella conservazione dei supporti: i negativi se ben conservati possono durare molti decenni, mentre i files sugli hard disk sappiamo bene a quale trafila devono essere assoggettati per dare una tranquillità relativa sulla loro durata (stabilità dei supporti, tecniche efficienti di backup, rischio sulla compatibilità futura per i formati adottati, perdite improvvise dei dati). Insomma, non liquiderei la cosa in modo così lapidario 😉
Dicembre 26, 2009 alle 6:11 pm #1537874marsssPartecipantesecondo me analogico e digitale parlando di risultati finali sono due mondi completamente diversi. Il risultato finale dell’analogico è una foto stampata che riceve luce dall’esterno e la riflette, nel digitale è una foto vista a schermo che è retroilluminata. Certo il digitale si può stampare ma non è obbligatorio nè necessario. per l’analogico la stampa da negativo è fondamentale se vuoi vedere qualcosa. inoltre per fare uscire qualcosa di almeno simile all’originale analogico devi avere: a) attrezzatura notevole b) saperla usare. Alla fine cmq non puoi prescindere da un minimo di Pp per aggiustare quanto lo scanner ti ha restituito. Per non parlare di un monitor calibrato che ti restituisca sfumature per lo meno simili all’originale. Con questo non voglio dire che non bisogna scansionare, ci sono tante motivazioni per farlo, la prima di tutte condividere delle belle foto con noi canoniani, ma bisogna essere coscienti che quello che si vede non è e non sarà mai simile all’originale.
“Quando acquisisci una esperienza sui vari tipi di pellicola in commercio, sai bene che potrai arrivare a determinati risultati, che dipendono appunto dall’emulsione, da come la esponi, da come viene sviluppata, dall’attrezzatura che usi. La combinazione di questi fattori permette di arrivare a risultati finiti con un semplice clic, quello dell’otturatore.In digitale invece….prima di trovare un flusso di lavoro adeguato ce ne vuole, in ogni caso devi preventivare un bel po’ di tempo davanti al pc.” L’esperienza che acquisisci con i vari tipi di pellicola non penso ti arrivi per infusione dello spirito santo ma perché presumo hai studiato, scattato tantissimo, stampato altrettanto fino ad arrivare dove volevi arrivare. Con il digitale non è molto diverso, una volta che hai trovato il tuo modo di lavorare e hai diciamo così “accordato” gli strumenti non scatti più senza cognizione di causa. E attenzione usare bene gli strumenti di Pp non significa giocare a caso ma avere in mente cosa vogliamo e sapere come ottenerlo. Dicembre 26, 2009 alle 7:03 pm #1537891firebladePartecipanteOriginariamente inviato da marsss: secondo me analogico e digitale parlando di risultati finali sono due mondi completamente diversi. Il risultato finale dell’analogico è una foto stampata che riceve luce dall’esterno e la riflette, nel digitale è una foto vista a schermo che è retroilluminata. Certo il digitale si può stampare ma non è obbligatorio nè necessario. per l’analogico la stampa da negativo è fondamentale se vuoi vedere qualcosa.
Questo assunto è basato sul concetto che la foto digitale non debba essere stampata, e la cosa mi sembra un po’ limitativa. Per quale motivo la foto digitale deve essere vista solo a monitor? A mio avviso la percezione della fotografia basata sulla visione della stampa permette non solo di sorvolare su presunti difetti tecnici (rumore, poco dettaglio ecc), ma conferisce alla foto una consacrazione (perdona il termine liturgico) che permette di osservarla con occhi diversi. In questi presupposti quindi non esiste nessuna differenza tra fotografia digitale e fotografia analogica, così come l’apporto della postproduzione permette la creazione di fotografie artistiche che un tempo si ottenevano a prezzo di notevoli sacrifici. Per dirla secondo Baudelaire: “La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”.
inoltre per fare uscire qualcosa di almeno simile all’originale analogico devi avere: a) attrezzatura notevole b) saperla usare.
Ne sei veramente sicuro? Io sono convinto che ciò che la fa differenza sia principalmente la consapevolezza del fotografo degli strumenti che utilizza, ed il modo in cui li utilizza per raggiungere lo scopo che si è prefisso. Se questo scopo non esiste, e si scatta senza cognizione, non ci saranno attrezzature di sorta in grado di capovolgere le sorti di fotografie mal pensate e mal realizzate. Occorre quindi lavorare tanto sulla consapevolezza di ciò che si vuol raggiungere. Lo stesso nostro forum rispecchia tutto questo: vediamo molto spesso lavori eseguiti con attrezzature di prim’ordine che sono totalmente privi di ogni spessore, perché l’autore si è dedicato principalmente a costruire un corredo di pregio, ma non ha saputo costruire la sua preparazione spirituale alla fotografia.
Alla fine cmq non puoi prescindere da un minimo di Pp per aggiustare quanto lo scanner ti ha restituito. Per non parlare di un monitor calibrato che ti restituisca sfumature per lo meno simili all’originale. Con questo non voglio dire che non bisogna scansionare, ci sono tante motivazioni per farlo, la prima di tutte condividere delle belle foto con noi canoniani, ma bisogna essere coscienti che quello che si vede non è e non sarà mai simile all’originale.
L’originale in realtà non esiste affatto secondo me: esso è trasfigurato dalla visione che ne abbiamo avuto e dall’intento di rappresentazione di questa stessa visione. La fotografia, salvo quella scientifica, non è descrittiva, ma è un complesso procedimento cognitivo che tramite uno strumento -qualsiasi esso sia- ci permette di mostrare agli spettatori la nostra specifica visione del soggetto. Troppe sono le differenze tra in nostro sistema neurale di visione e la fotografia per azzardare un parallelo, tanto vale -secondo me- prendere la fotografia in modo molto più filosofico, e cercare una propria via, che soddisfi le nostre aspettative ed il nostro bisogno di bellezza, quale esso sia non importa molto; è importante riuscire a trarre questa soddisfazione dal nostro lavoro, che lo renderà sicuramente più appagante che collezionare obiettivi o macchine fotografiche.
L’esperienza che acquisisci con i vari tipi di pellicola non penso ti arrivi per infusione dello spirito santo ma perché presumo hai studiato, scattato tantissimo, stampato altrettanto fino ad arrivare dove volevi arrivare. Con il digitale non è molto diverso, una volta che hai trovato il tuo modo di lavorare e hai diciamo così “accordato” gli strumenti non scatti più senza cognizione di causa. Assolutamente si. Ma nello specifico della fotografia in bianco e nero a pellicola ti faccio osservare che dopo aver acquisito codesto fardello d’esperienza, e quando hai compreso cosa usare, in che occasione farlo, e perché (sempre secondo i tuoi desideri), la fotografia diventa “automatica”, ossia riesce ad esprimere il tuo pensiero in modo efficace, senza troppo lavoro a posteriori. Personalmente la scansione dei negativi mi serve solo per presentare le foto nel web, in quanto faccio stampare i negativi da ingranditore, ma sono anche convinto, per prove che ho fatto in passato, che la stampa di qualità tramite scansione del negativo sia un’ottima alternativa, specie oggi, visto che di laboratori capaci di stampare tradizionalmente non ne sono rimasti molti. Sempre parlando di bianco e nero, il digitale non ti offre la stessa immediatezza, dovrai -sempre- manipolare la fotografia in misura minore o maggiore, e questo può essere una componente molto importante di tutto il procedimento. C’e anche da considerare che determinata attrezzatura può influire sulla resa finale rendendola più o meno confacente ai nostri desideri. Sempre parlando personalmente, non riesco più a “digerire” la freddezza della resa digitale in bianco e nero, forse perché so che con tale pellicola, ed un obiettivo di 30 anni fa riesco al primo colpo ad ottenere esattamente il risultato che avevo in mente. Ovviamente non pretendo che questo debba essere universalmente valido, sarei un imbecille. Voglio solo portare il mio contributo “d’annata” alla discussione, che ha preso una piega interessante a mio avviso. Non sto affatto cercando una contrapposizione dialettica tra i due sistemi, anzi, se noti, sto invece cercando dei parallelismi, che alcuni saggisti hanno individuato da tempo, mentre noi comuni mortali fotoamatori, cerchiamo invece di erigere dei muri molto alti per difendere il nostro orticello privato, forse perché temiamo che il vicino sia più bravo e ci vergognamo di mostrargli il nostro blando risultato. 🙂
Dicembre 26, 2009 alle 7:45 pm #1537911marsssPartecipanteintanto ciao sempre un piacere parlare con te: volevo fare una precisazione quando scrivo: inoltre per fare uscire qualcosa di almeno simile all’originale analogico devi avere: a) attrezzatura notevole b) saperla usare. non mi riferisco alla macchina fotografica o agli obiettivi sono d’accordo con te che non è l’attrezzatura che rende una foto più o meno bella, ma il saperla scattare.Qui nella discussione da cui siamo partiti io invece mi riferisco alla scansione di una foto analogica quindi parlavo principalmente dello scanner che deve essere assolutamente di alto livello per tentare di rendere la precisione di una stampa chimica, oltre al fatto che chi scansiona deve possedere delle conoscenze sul mondo digitale e sui software utilizzati. Quando dico che alla fine nel passaggio dall’analogico al digitale tramite scanner non si può mai arrivare a riavere l’esatta copia dell’originale tu rispondi: “L’originale in realtà non esiste affatto secondo me: esso è trasfigurato dalla visione che ne abbiamo avuto e dall’intento di rappresentazione di questa stessa visione”. Personalmente sono d’accordo non esiste mai una copia perfetta di qualcos’altro ma qui io entro nello specifico dicendo che non puoi riprodurre una foto analogica in digitale senza alterarne quell’insieme di fattori che la rendono, proprio per il fatto di essere analogica diversa dal digitale. quando dici: Personalmente la scansione dei negativi mi serve solo per presentare le foto nel web, in quanto faccio stampare i negativi da ingranditore, ma sono anche convinto, per prove che ho fatto in passato, che la stampa di qualità tramite scansione del negativo sia un’ottima alternativa, specie oggi, visto che di laboratori capaci di stampare tradizionalmente non ne sono rimasti molti. Di sicuro la scansione da negativo non è stata improvvisata ed è stata fatta con gli strumenti adatti e con le conoscenze giuste perché parli di “stampa di qualità”. Leggendo la tua conclusione mi trovi perfettamente d’accordo. Mi è capitato di assistere a discussioni estenuanti tra amanti dell’analogico (di solito persone che hanno rifiutato in toto il mondo del computer) e difensori del digitale fino alla morte (di solito persone giovani che non hanno mai preso in mano una macchina analogica o se l’hanno fatto si sono annoiati subito). Discussioni che finivano con un nulla di fatto per l’estremismo delle due parti. A mio avviso il digitale è figlio diretto dell’analogico, così come il processo di camera oscura era fondamentale per l’analogico così la camera oscura digitale lo è per il digitale. Entrambi i sistemi non possono prescindere dallo studio e dalla conoscenza. Con la tua esperienza fare una foto con un obiettivo di 30 anni fa e una pellicola che conosci a menadito ti da risultati ottimi. Gli stessi risultati li può ottenere una persona che che scatti in digitale e abbia solide conoscenze del mezzo e della camera oscura digitale poi.
Dicembre 26, 2009 alle 9:02 pm #1537924firebladePartecipanteIn effetti mai come oggi è richiesto al fotografo moderno un gran bagaglio di conoscenze, che oltre ad investire i campi della fotografia tradizionale, tocca pesantemente l’informatica e la manipolazione digitale delle immagini. Avere entrambe le fattispecie di conoscenza a mio avviso forma il fotografo “finito”, colui che sceglie il mezzo da utilizzare in rapporto ai suoi bisogni espressivi. Come hai saggiamente detto, spesso i detrattori del digitale sono coloro che non hanno mai voluto espandere le conoscenze e sono rimasti arroccati sulle loro consolidate conoscenze, crogiolandosi nella convinzione che non ci sia nulla di meglio, così come i detrattori della pellicola sono presumibilmente giovani talenti informatici, che non si sono voluti prendere la briga di approfondire la conoscenza degli strumenti del passato, dando per scontato che ciò che è moderno sia automaticamente il massimo. Sono entrambi comportamenti deplorevoli? Difficile dirlo, sono sicuramente visioni personali, e come tali vanno rispettate visto che non possiamo imporre alcunché. Tuttavia condividere le proprie esperienze, estraendole da comportamenti partigiani, è sicuramente un gran passo avanti verso quell’auspicata consapevolezza di cui abbiamo parlato ormai più volte. Per mia natura cerco sempre di assorbire dagli altri quel che di buono mi sembra vi sia in essi, senza badare ai lati negativi, che è sufficiente ignorare. In fin dei conti è la base dell’amicizia saper tollerare i reciproci difetti condividendo invece interessi comuni. Ora, essendo abbondantemente andati fuori tema bisognerebbe che un moderatore mi richiamasse all’ordine…non se ne puo’ proprio più, ma visto che non hanno il coraggio di farlo, lo faccio io, in un generoso impeto di autocritica. Ci voglia scusare quindi l’autore del topic se sulla scansione delle foto da pellicola abbiamo imbastito una discussione decisamente fuori argomento 🙂 Aggiungo solo, per rientrare in carreggiata, che sulla scansione dei negativi sono perfettamente d’accordo sul fatto che occorrano scanner di qualità, ma sul fatto che essa snaturi l’essenza analogica del negativo, trasmutandolo in qualcosa di differente – l’immagine digitale- vorrei rimandarti alla lettura di un saggio molto interessante : “Un’autentica bugia, la fotografia, il vero il falso.” di Michele Smargiassi, edito da Hoepli invece, sulla percezione dell’immagine fotografica: “L’errore fotografico” di Cheroux Clement, edito ancora da Hoepli. Giusto per rifletterci un po’ sopra 🙂
Dicembre 31, 2009 alle 3:07 pm #1539007porcospino99Partecipante. Ci voglia scusare quindi l’autore del topic se sulla scansione delle foto da pellicola abbiamo imbastito una discussione decisamente fuori argomento 🙂 Aggiungo solo, per rientrare in carreggiata, che sulla scansione dei negativi sono perfettamente d’accordo sul fatto che occorrano scanner di qualità, ma sul fatto che essa snaturi l’essenza analogica del negativo, trasmutandolo in qualcosa di differente – l’immagine digitale- vorrei rimandarti alla lettura di un saggio molto interessante : “Un’autentica bugia, la fotografia, il vero il falso.” di Michele Smargiassi, edito da Hoepli invece, sulla percezione dell’immagine fotografica: “L’errore fotografico” di Cheroux Clement, edito ancora da Hoepli. Giusto per rifletterci un po’ sopra 🙂 [/quote] ma che scusare…. la leggo solo ora ma è stata una discussione interessantissima…. scaturendo poi da una “scarsa” scansione mia mi fa solo che onore…. per quanto riguarda il fotografare in analogico e poi scansionare il senso (almeno per me!!!) è solo uno: condividere con canoniani (o altri) la mia produzione artistica (vogliate passarmi il termine assolutamente e volutamente esagerato) fotografica con l’analogico. ho deciso di riprendere a scattare in analogico solo per due motivi: imparare meglio a fotografare obbligandomi a ragionare e non a pensare tanto poi con il raw aggiungo uno stop di luce e poi la resa (in particolare con il bn ma non solo) dell’analogico a me personalmente (ma non solo a me 🙂 ) emoziona di più da qui la decisione al momento di non investire in scanner di qualità e costosi non è mia intenzione al momento usare il poco tempo a disposizione per scansionare negativi, fatto salvo qualche scatto per confrontarmi o che per vari motivi voglio avere su supporto elettronico anche se di qualità mediocre. Se dovessi avere la foto anaologica del secolo e volessi scansionarla posso sempre ricorrere ad un laboratorio (o fare un salto a Genova da Fire 🙂 :)) ciao e grazie
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