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Prime foto – molte perplessità

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  • #1773902
    rossomoto
    Partecipante

    Originariamente inviato da fotoit: Il discorso è all’incontro, poiché il diaframma ottimale dovrebbe essere costante a tutte le focali ma per motivi economici e di spazio sulle lenti più economiche non lo è, menomale che almeno la differenza tra il minimo ed il massimo si mantiene di solito in un diaframma o un diaframma e mezzo, avere un obiettivo con un diaframma che va da 1 a 5,6 sarebbe molto macchinoso specie per l’uso del flash in manuale. Non mi intendo di tecnica ma per fare dei teleobiettivi con dimensioni ridotte si devono fare dei compromessi sopratutto sul diaframma,

    Oh, questa è una risposta. A me va benissimo una risposta in cui si dice “ci sono probabilmente dei limiti” e/o “forse è una scelta commerciale” e/o “un obiettivo del genere sarebbe scomodo da usare”. Una risposta del tipo “ovvio, ci sono dei limiti” non mi serve a niente.

    #1773908
    emmeti71
    Partecipante

    Originariamente inviato da fotoit: Il discorso è all’incontro, poiché il diaframma ottimale dovrebbe essere costante a tutte le focali ma per motivi economici e di spazio sulle lenti più economiche non lo è, menomale che almeno la differenza tra il minimo ed il massimo si mantiene di solito in un diaframma o un diaframma e mezzo, avere un obiettivo con un diaframma che va da 1 a 5,6 sarebbe molto macchinoso specie per l’uso del flash in manuale. Non mi intendo di tecnica ma per fare dei teleobiettivi con dimensioni ridotte si devono fare dei compromessi sopratutto sul diaframma,

    la questione è talmente più complicata che uno zoom a apertura costante è drammaticamente più complesso rispetto ad un obiettivo dove il massimo foro dove passa la luce è costante, ma non lo è a livello di numero f. La prova è semplice: la qualità bokeh di un obiettivo ad apertura variabile (ipotesi: 3,5-5), utilizzando la massima apertura disponibile, con sfondo sufficientemente lontano,è uguale per ogni lunghezza focale. Controprova: faccio la stessa foto utilizzando la massima apertura disponibile alla focale più lunga (5) e usando sempre f5 alla minima focale. Il bokeh a f5 sulla minima focale sarà affetto dalla forma delle lamelle, alla massima focale no. In un obiettivo reale, inoltre, la lunghezza focale non è la distanza fra il piano focale posteriore (pfp – nella cui prossimità si trova il diaframma) e il sensore, ma poichè ci sono delle lenti divergenti poste a valle del pfp, questa distanza che di solito è di pochi mm, va moltiplicata per l’ingrandimento dato da questo gruppo (o gruppi) di lenti divergenti. Inoltre, queste lenti in uno zoom sono mobili (come lo sono quelle poste davanti al PFP) il che significa che possono aumentare o ridurre l’ingrandimento a piacere. In pratica, la lunghezza focale reale è data da un valore più o meno fisso (il pfp si sposta di poco, sopratutto negli obiettivi in cui ruotando lo zoom non fuoriesce il barilotto) moltiplicato per un valore di ingrandimento dato dal gruppo di lenti posteriori. Il diaframma, invece, se ne frega delle lenti che stanno dopo di lui, Lui deve solo far passare piu o meno luce; il rapporto noto come numero f tiene conto solo della distanza e non dell’ingrandimento. . E’ per questo che gli zoom “economici” hanno una escursione comunque “limitata” di zoom, dipendendo solo da quanto il PFP si sposta in avanti e indietro. Per gli obiettivi ad apertura costante, subentra il meccanismo che fa sì che il diaframma si sposti in solido con il PFP e il gruppo di lenti posteriore, per mantenere la solita pupilla di apertura del diaframma

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