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prime impressioni tamron 70-300 vc usd

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  • #1650152
    picar68
    Partecipante

    Originariamente inviato da bepoc: x frescuzzo Da quello che scrivi la prima cosa che devi imparare è distingure le cose concrete dai miti. Il detto: “Un buon fotografo usa la macchina in M” è, con le fotocamere digitali, uno di questi miti. Con l’analogico, specialmente con le Dia, per ottenere il voluto livello di esposizione e contrasto occorreva usare il Manuale. E, per avere il risultato desiderato, dovevi pure conoscere bene come l’esposizione influiva sul risultato finale. Con il digitale, se la dinamica del soggetto è contenuta nella dinamica del sensore, lo puoi benissimo regolare dopo, prima della stampa e/o proiezione. Se la dinamica del soggetto eccede la dinamica del sensore, allora devi usare il Manuale anche con le digitali. Anche qui, però, se il soggetto è statico, con il digitale sei molto facilitato rispetto all’analogico. Fai diverse esposizioni che coprono tutto il range dinamico. Poi prendi quella che aggrada il tuo senso estetico e cancelli tutte le altre. Non Ti serve l’esperienza che era necessaria per conoscere a priori il risultato finale. Ho detto “cancelli” e non “tieni da parte”. Conservare tutto ha un costo in denaro trascurabile, ma un costo rilevante in termini del Tuo tempo quando cerchi qualcosa. Meglio conservare esclusivamente ciò che si pensa di riguardare in futuro.

    ecco… diciamo che affermazioni come queste (senza dubbio vere sia chiaro) affossano la fotografia intesa come arte ed il ruolo del fotografo che viene svilito a smanettone della post produzione. Dal mio punto di vista, chi ambisce a fare il fotografafo, è giusto che, prima di tutto, sappia dominare la sua macchina fotografica piuttosto che il suo pc. Infine le correzioni allo scatto si sono sempre fatte (ovviamente) e anche le elaborazioni ma pretendere di scattarlo e di “rifarlo” al computer e di volersi spacciare, poi, per fotografo è un po come pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca.

    #1650154
    Luca Lupi
    Partecipante

    Originariamente inviato da picar68: Dal mio punto di vista, chi ambisce a fare il fotografafo, è giusto che, prima di tutto, sappia dominare la sua macchina fotografica piuttosto che il suo pc.

    Perché secondo te conoscere i limiti della dinamica del proprio sensore non significa dominare la propria macchina? Bepo faceva riferimento ad aggiustamenti in post ponendo come presupposto che si fossero rispettati i limiti della dinamica del sensore in fase di ripresa. E questo non è da “smanettone qualunque” 😉

    #1650157
    picar68
    Partecipante

    mah.. non piu del conoscere la differenza che passa tra i vari tipi di pellicola di un tempo (forse anche piu complessa come cosa)! in ogni caso fotografare, concepire lo scatto, è cosa ben diversa dall’imparare a usare un programma di fotoritocco per salvare il salvabile. 😉

    #1650373
    Angor
    Partecipante

    Originariamente inviato da picar68: in ogni caso fotografare, concepire lo scatto, è cosa ben diversa dall’imparare a usare un programma di fotoritocco per salvare il salvabile. 😉

    sviluppare il RAW (che è quello a cui si riferiva bepoc) non è “salvare il salvabile”, è fare tu quello che altrimenti delegheresti alla macchina secondo un programma impostato da qualche ingegnere canon in modo che, mediamente, dia un risultato “buono”.

    #1651114
    picar68
    Partecipante

    certo.. prima la scatti e poi… la ri-scatti. eeeeembè, potenza dell’informatica!!! sono solo gli asini come me (fortunatamente sempre più pochi) che proprio non vogliono capire che conoscere la fotografia non serve ma che invece un bel corso intensivo di camera raw potrebbe renderli dei grandi fotografi… [bir]

    #1651115
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da Angor: sviluppare il RAW (che è quello a cui si riferiva bepoc) non è “salvare il salvabile”, è fare tu quello che altrimenti delegheresti alla macchina secondo un programma impostato da qualche ingegnere canon in modo che, mediamente, dia un risultato “buono”.

    Nel momento in cui accetti passivamente (ad esempio) l’esposizione calcolata dalla fotocamera hai già delegato ad essa il compito di ottenere il risultato, quale esso sia. Hai voglia poi di pastrugnare il raw.

    #1651116
    Angor
    Partecipante

    Ma la fotografia digitale E’ anche informatica. Certo, nulla vieta di ignorare completamente che si tratta di dati numerici che prima di arrivare ad essere visti devono essere elaborati, lasciando al caso o poco più tutta questa fase. Ma io credo che la conoscenza dello strumento sia necessaria anche nella più creativa delle arti, altrimenti non si sarà mai completamente padroni del risultato ottenuto.

    #1651121
    Angor
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Nel momento in cui accetti passivamente (ad esempio) l’esposizione calcolata dalla fotocamera hai già delegato ad essa il compito di ottenere il risultato, quale esso sia. Hai voglia poi di pastrugnare il raw.

    Dai, pensaci bene, non è proprio così: l’esposizione è uno, forse l’unico, dei pochi parametri che può essere benissimo analizzato da un sistema automatico. Perchè se voglio un’esposizione “normale” non è questione di gusti o di scelte, ma di posizionamento dell’istogramma. Certo, se voglio un’esposizione creativa (es. 4 o 5 stop sotto o sovra esposta) e scatto in automatico sbaglio tutto. Quando invece si parla di nitidezza, saturazione, WB, profili colore, viraggio, allora si che lasciando in automatico vuol dire far costruire la foto ad altri. Del resto, come si sarebbe risposto ad un fotografo “analogico” che avesse usato pellicole a caso con l’idea di non voler diventare un professore di chimica solo per scegliere correttamente la pellicola (ISO, colori, saturazioni….che cose astruse)? Qui è la stessa cosa: non serve diventare esperti informatici per regolare due parametri con DPP, è più semplice che scrivere in un forum…. Il problema più grosso della fotografia digitale è proprio nel nome che gli è stato dato: più la conosco, più mi rendo conto che l’assurdo è voler usare i mezzi digitali castrandone le immense possibilità (tecniche, ma anche artistiche) per cercare di simulare la fotografia analogica ricreandone i limiti.

    #1651123
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da Angor: Dai, pensaci bene, non è proprio così: l’esposizione è uno, forse l’unico, dei pochi parametri che può essere benissimo analizzato da un sistema automatico.

    Pensaci bene, l’esposizione è l’unico aspetto della fotografica che NON DEVE essere automatizzato, finché la situazione è “standard” tutto va bene, ma nel momento in cui si affacciano difficoltà il sistema automatico va in crisi e canna la foto. Il piacere di ragionare sull’esposizione e di ottenere di conseguenza il risultato voluto con la massima precisione è impagabile. Senza contare l’aspetto educativo. Quanto ai limiti….i limiti sono nella differenza tra la visione umana e quella meccanica, esistono su pellicola ed esistono identici sul digitale. L’idea di poter rimediare tutto elaborando il raw è solo un’illusione.

    #1651125
    Angor
    Partecipante

    L’idea di poter rimediare tutto elaborando il raw è solo un’illusione.

    ok, partendo dal presupposto che si sia sbagliato lo scatto e si cerchi di rimediare ad un danno fatto. ma il RAW va “elaborato” anche se le condizioni dello scatto originario erano perfette. Il RAW è SEMPRE elaborato, da qualcuno o da qualcosa. Sul discorso esposizione invece non sono daccordo: nel 99% dei casi, o cmq tutte le volte che si voglia una luce normale, il risultato dell’esposizione automatica non è diverso dal risultato di una scelta basata su occhio, orecchio e naso (perchè togliendo l’uso di esposimetri, interni o esterni che siano, non rimane poi molto). Viceversa, quando scattavo in jpg ricordo che nel 99% dei casi non ero soddisfatto della resa dei colori, del WB, del contrasto o della nitidezza….e operare sul jpg è veramente post produzione!

    #1651131
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da Angor: […] Il problema più grosso della fotografia digitale è proprio nel nome che gli è stato dato: più la conosco, più mi rendo conto che l’assurdo è voler usare i mezzi digitali castrandone le immense possibilità (tecniche, ma anche artistiche) per cercare di simulare la fotografia analogica ricreandone i limiti.

    Interessante riflessione. Rovescio della medaglia; la fotografia è detta ‘analogica’ (nuova identità – categoria vintage) in seguito all’avvento ‘della digitale’. Da quì la sua discesa e sofferenza, non per scelta creativa ma indotta dal mercato(credo sia indiscutibile). La potenza del digitale è tale che non dovrebbe avere necessità di contributi da altre parti, quindi cosa spinge i nuovi fotografi ad emulare e seguire le tracce della ‘analogica’ da loro stessi differenziata loro malgrado? Si può pensare che la prima corrente sia stata privata della sua identità a beneficio della seconda senza merito acquisito sul campo(conseguenze?).. potrebbe non essere una questione di definizione dei margini tecnici, potrebbe il problema essere la fotografia! Ma se è un problema di chi è?

    #1651134
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: La potenza del digitale è tale che non dovrebbe avere necessità di contributi da altre parti, quindi cosa spinge i nuovi fotografi ad emulare e seguire le tracce della ‘analogica’ da loro stessi differenziata loro malgrado?

    Secondo me sono due i fattori in gioco. Anzitutto il fatto che le foto digitali siano ottenibili da chiunque, senza nessun tipo di conoscenza fotografica. Questo crea una “spersonalizzazione” che rende le foto digitali tutte troppo simili tra loro. Riuscire a differenziarsi imitando i risultati della pellicola (e le sue imperfezioni) fornisce un’aura di unicità che gratifica il fotoamatore (che so, imitare la grana, piuttosto che la cornice della polaroid). Poi la mancanza di artigianalità in ciò che si fa. La fotografia digitale non è molto diversa da un videogioco: schiacci là e l’omino spara ed uccide. Ed uccide sempre nello stesso modo. Alla fine viene a mancare la gratificazione artigianale che caratterizza una stampa analogica. Tirarla fuori da una stampante inkjet non gratifica allo stesso modo, specie se poi pochi mesi dopo averla appesa al muro si scolora.

    #1651135
    Angor
    Partecipante

    secondo me, la cosa va vista in un’altra ottica (eheeheheh) sappiamo tutti che la focale MODIFICA pesantemente come la realtà venga riprodotta sul supporto. ma solamente se uso un foro stenopeico, posso non preoccuparmi della focale o del diaframma…. se uso una reflex, devo necessariamente scegliere la focale che dovrò usare per la foto se uso una reflex digitale, devo preoccuparmi anche di come verranno trasformati i dati acquisiti dal sensore. posso farlo creandomi mille profili, posso affidarmi al gusto di qualcun’altro, posso farlo dopo una foto per volta….ma devo farlo. Anche non far nulla equivale a fare una scelta. Ed è profondamente DIVERSO dalla PP. non si tratta di modificare l’immagine acquisita, si tratta di decidere come trasformare i dati grezzi in immagine visibile.

    #1651140
    marco66
    Partecipante

    io credo che se non ci fosse stato l’avvento del digitale ci sarebbero meno fotografi in giro sia professionisti che amatori Forse compreso il sottoscritto molti si sono avvicinati alla fotografia pensando che il digitale fosse come ha detto Fire, un gioco ma poi i nodi vengono al pettine. la PP indispensabile nel digitale e anche nell’analogico va vista come un mezzo per rifinire l’opera grezza che e’ gia stata creata. con questo non rinnego PS o altri programmi e mi diverto moltissimo a modificare foto ma non ritengo sia vera fotografia casomai fantafotografia. [lo]

    #1651145
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da marco66: ma non ritengo sia vera fotografia casomai fantafotografia. [lo]

    Allora ti consiglio la lettura del libro di Walter Torquati “I trucchi fotografici in camera oscura” del 1982.

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