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Giugno 6, 2011 alle 5:05 pm #1651147marco66Partecipante
Ho gia’ visto qualcosa di quello che si riusciva e credo si riesce a fare anche in camera oscura ma e’ comunque una distorsione della realta’ che viene costruita dopo lo scatto o magari si scatta pensando gia’ alle modifiche e al progetto finale. non per questo meno bella o di diverso valore artistico o professionale, ma forse e’ una strada che corre parallela alla fotografia tradizionale e’ un mio pensiero ma mi rendo conto che qui si entra in nebbie fitte.
Giugno 6, 2011 alle 6:20 pm #1651152AngorPartecipanteOriginariamente inviato da marco66: io credo che se non ci fosse stato l’avvento del digitale ci sarebbero meno fotografi in giro sia professionisti che amatori Forse compreso il sottoscritto molti si sono avvicinati alla fotografia pensando che il digitale fosse come ha detto Fire, un gioco ma poi i nodi vengono al pettine. la PP indispensabile nel digitale e anche nell’analogico va vista come un mezzo per rifinire l’opera grezza che e’ gia stata creata. con questo non rinnego PS o altri programmi e mi diverto moltissimo a modificare foto ma non ritengo sia vera fotografia casomai fantafotografia. [lo]
dopo varie riflessioni, nel corso di questi anni, sono arrivato ad una mia personale conclusione, che vede paradossalmente più netta la divisione tra fotografia e foto ritocco che non tra foto ritocco e computer grafica. In poche parole, io considera facente parte della fotografia tutto quello che interviene “globalmente” sull’intera immagine, in automatico piuttosto che in manuale (es. WB, nitidezza, contrasto, colori, filtri, ecc ecc, basta che lavorino su tutta l’immagine). Sono ancora incerto su come considerare alcune tecniche, ad esempio le mascherature selettive degli effetti (es. il b/n con punti di colore) ma tenderei a considerarli fotoritocco perchè alla fine sono cmq un’alterazione selettiva. Mentre è fotoritocco (o CG) quando vado ad operare selettivamente (manualmente o automaticamente) per modificare proprio gli elementi della composizione (es. aggiungere o modificare i cieli, togliere gli occhi rossi, regolare imperfezioni della pelle ecc). Per cui, rientrano nella mia definizione di fotoritocco anche quelle operazioni di mascheramento che si facevano in camera oscura, tanto quanto un pennello clona o rimuovi graffi di PS. Perchè questa distinzione, alla fine, è quella che comunque anche l’analogico permetteva in fase di scatto, con l’unica differenza di una maggiore comodità e di un maggiore gamma di effetti. Ma non posso accettare una definizione di “fotografia” che contempli la comodità! Se considero “fotografia” scattare una foto scegliendo di usare una pellicola particolare, con filtri davanti alle lenti, con sviluppo più o meno tirato ecc, non posso dire che fare le stesse cose in digitale non sia fotografia perchè meno complicato. Vedendo quindi la fotografia come il portare su un supporto la realtà che ho davanti all’obiettivo, il vincolo per essere fotografia è che non sia alterata la realtà stesssa. In altre parole, qualsiasi effetto che vada a lavorare sulla globalità dell’immagine NON MODIFICA LA REALTA’ che ho catturato, modifica solamente il modo in cui la vedo. HDR, saturazioni, B/N, maschere di contrasto, softfocus….sono tutte diverse VISUALIZZAZIONI di una realtà che, al momento dello scatto, esisteva ed è stata riportata sul supporto. Il fotoritocco, pur piccolo e infinitesimale come potrebbe essere togliere il classico palo che sbuca sempre dietro le teste dei ritratti, ALTERA la realtà. Se poi questo fa si che strumenti che fino a ieri erano appannaggio di pochi appassionati, o professionisti, come leggevo in un libro di fotografia, il professionista/esperto troverà sempre qualcosa che differenzierà il proprio lavoro da quello di un newbie.
Giugno 6, 2011 alle 6:27 pm #1651153firebladePartecipanteOriginariamente inviato da marco66: ma e’ comunque una distorsione della realta’ che viene costruita dopo lo scatto o magari si scatta pensando gia’ alle modifiche e al progetto finale.
La “realtà” in fotografia non esiste, non è mai esistita. Già il semplice fatto di scegliere una focale, scegliere un punto di vista, scegliere un’esposizione ed un trattamento dell’immagine successivo, rende l’immagine stessa un’astrazione della realtà; rende il gesto di fotografare una scelta assolutamente arbitraria che riflette la propria visione di quella realtà. Rifuggite da queste visioni schematiche altrimenti rischiate di rimanere prigionieri di una definizione.
Giugno 6, 2011 alle 8:16 pm #1651167AngorPartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: Già il semplice fatto di scegliere una focale, scegliere un punto di vista, scegliere un’esposizione ed un trattamento dell’immagine successivo, rende l’immagine stessa un’astrazione della realtà; rende il gesto di fotografare una scelta assolutamente arbitraria che riflette la propria visione di quella realtà.
esatto, è per questo che ho coniato questa mia definizione dei limiti tra “fotografia” e “fotoritocco”. la fotografia “prende” l’immagine della realtà e la porta su un supporto, ADATTANDO l’immagine stessa a come io vedevo quella realtà ed a quali sensazioni mi dava…se faceva freddo, all’immagine della realtà (alla fotografia) darò dei toni freddi…se ero abbagliato dal sole brucerò i bianchi dell’immagine. il fotoritocco, invece, CAMBIA la realtà contenuta nell’immagine….posso lasciare tutti i colori e la luce “reale” (ma cosa vuol dire reale?), ma se gli sposto anche un solo filo d’erba, basta…non è più quella realtà ma una che ho voluto creare io. Certo, questo sposta un po il concetto classico di divisione tra foto e grafica basato solo sull’aspetto verosimile di un’immagine che vede ad esempio considerata fotografia far sparire palazzi, persone indesiderate, cieli e quant’altro basta che l’effetto finale sia di aspetto verosimile….e che viceversa condanna a CG un HDR o un filtro softfocus
Giugno 7, 2011 alle 9:16 pm #1651413alcarinPartecipanteè anche vero che si può pensare al fotoritocco nel momento dello scatto stesso, o almeno scattare in una certa maniera già prefigurandosi quale flusso di lavoro in camera bianca si dovrà fare con quello scatto… in effetti lo facciamo anche solo, tutte le volte, quando sottoesponiamo per non bruciare i bianchi, tanto ‘sviluppando il raw posso recuperare il dettaglio’. rimangono quindi sempre discorsi molto soggettivi, che rischiano inutilmente di autolimitare la creatività di ciascuno. insomma… il classico discorso ‘giustificativo’ di chi usa massicciamente photoshop 😉 io non lo uso massicciamente però 😉
Giugno 16, 2011 alle 12:57 am #1653038shinyeaglePartecipanteSalve a tutti! Leggendo le impressioni positive ho deciso di prendere questo obiettivo… Solo che a 300mm non mi mette a fuoco, o quanto meno è molto più lento del normale, persino del suo fratello minore 18-200. Capita anche a voi? E’ normale? Da 70mm a 135 è un fulmine da 1,5 a infinito in un battito di ciglia, ma quando arriva a 300 niente da fare… A meno di non usare la messa a fuoco manuale sempre attiva e “far intravedere il soggetto” dopo torna a funzionare. Può essere un problema della 40D? Grazie a tutti e buona serata!
Giugno 19, 2011 alle 4:40 pm #1653740luilorPartecipanteLa tua esperienza è abbastanza inquietante, hai provato ad esporre il problema al venditore? Avevi avuto modo di provarlo prima? Leggendo le recensioni giornalistiche su quest’obiettivo, dico la verità, un pensierino ce l’avrei fatto. Probabilmente sarà meglio rivolgersi ad un negozio fisico dove c’è possibilità di provarlo. Gli altri possessori cosa dicono?
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