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Giugno 17, 2009 alle 2:31 pm #1480824agomartiPartecipante
Ho recentemente letto un articolo su una rivista che parla di teorici problemi di messa a fuoco delle ottiche af formato 35 mm, non per il formato digitale, montate sulle reflex digitali, appunto. Si afferma che il problema è praticamente sconosciuto, ma non spiega le motivazioni. Io, usando le ottiche EF (e non le EF-S), non ho mai notato problemi di messa a fuoco. Qualcuno di voi ne sa niente? Grazie mille. Buona giornata.
Giugno 17, 2009 alle 2:35 pm #1480828firebladePartecipanteGli articoli su certe riviste dovrebbero essere utilizzati come imbottitura per gli imballaggi, previo passaggio nel tritadocumenti. I sistemi di autofocus non sono e non saranno mai infallibili, ed è noto, oltre che di dominio pubblico, che esistono situazioni tipiche in cui funzionano peggio, ad esempio in condizioni di luce scarsa o contrasto molto basso. Una precisazione: il “formato digitale” inteso come quello APS-C, è una definizione errata in modo grossolano. Il formato APS è nato negli ultimi anni 90 per le fotocamere a pellicola, ed era caratterizzato dal fatto che la pellicola fosse contenuta in una cartuccia codificata, che permetteva opzioni di gestione interessanti. Disgraziatamente però l’avvento del digitale concomitante, spazzò via questo formato che nelle intezioni dei produttori avrebbe dovuto sostituire il formato 135. Quindi chi parla di formato digitale, dimostra scarsa conoscenza in materia. [lo] [lo]
Giugno 17, 2009 alle 3:34 pm #1480854agomartiPartecipanteIn verità sono stato io ad usare l’espressione “formato digitale”, per sintetizzare al massimo (però se ci pensi è quello strausato e non capisco perchè non facciano il formato pieno anche sulle reflex semiprofessionali). Personalmente penso che il formato APS, che conosco bene fin dagli albori con la pellicola, sia stata solo una trovata commerciale con scarsi vantaggi, anzi… La dimostrazione è stata il suo fallimento sul nascere. Ritengo che lo scopo sia stato quello di automatizzare il più possibile il processo di stampa delle stampatrici automatiche, inserendo nel rullino la banda magnetica, con evidenti potenziali contenimenti in termini di costo per i laboratori. Dal punto di vista del fotografo invece non è cambiato nulla, anzi il risultato più evidente è stata la diminuzione della superficie impressionabile sulla pellicola, con conseguente perdita di definizione. Se poi passiamo al digitale, le case produttrici, ma ti ricordo che si tratta sempre del mio parere personale e in quanto tale assolutamente opinabile, non hanno il verso: esiste l’APS-C e l’APS-H, e il formato APS in generale differisce, in termini di misure, tra le varie case produttrici. Ho posto la domanda in quanto l’affermazione iniziale proviene da una rivista del settore che, sempre a mio parere, ha fatto la storia della fotografia in Italia. Quindi, o improvvisamente si sono bevuti il cervello, e dubito, oppure qualcosa di vero c’è. Comunque giusta la tua osservazione sulle condizioni critiche in cui si trovano ad operare a volte le ottiche autofocus. Però ti faccio notare che questo valeva anche ai tempi delle pellicole. Da quanto ho capito io si tratterebbe di altra questione. Speriamo che qualche illuminato ci possa illuminare. Ciao.
Giugno 17, 2009 alle 3:49 pm #1480866firebladePartecipanteOriginariamente inviato da agomarti: Comunque giusta la tua osservazione sulle condizioni critiche in cui si trovano ad operare a volte le ottiche autofocus. Però ti faccio notare che questo valeva anche ai tempi delle pellicole. Da quanto ho capito io si tratterebbe di altra questione. Speriamo che qualche illuminato ci possa illuminare. Ciao.
Beh, penso sia difficile esprimersi su un problema “non bene definito”. Per quanto riguarda le riviste, come saprai meglio di me, anche le grandi testate hanno venduto l’anima agli sponsor, si leggono a volte recensioni assurde, quali comparazioni tra marche diverse dove escono tutti vincitori, oppure all’estremo, l’accanimento contro marchi che probabilmente non sono adeguatamente sponsorizzati. Per non parlare degli innumerevoli siti che propalano comparazioni tra obiettivi effettuate in maniera casalinga e nemmeno documentata, che poi assurgono a verbo incontrovertibile per i fotoamatori, che ne sbandierano i risultati ai 4 venti come fossero i dieci comandamenti. Per quanto riguarda le dimensioni dei sensori sicuramente ai primordi il costo di produzione enorme avrà spinto i produttori su un formato ridotto, nemmeno standardizzato, ma sicuramente prossimo all’APS per cui avevano già disponibili gli obiettivi approntati (o in fase di studio) per lo sfortunato predecessore a pellicola. Poi si sa, l’evoluzione tecnica galoppa, ma il fatto che tale formato venga tutt’ora mantenuto è evidente segno che la richiesta del mercato, indipendentemente dai costi, è ancora molto forte per il formato ridotto che se da un lato offre svantaggi, quali aumentata profondità di campo e maggior rumore dovuto all’affollamento dei fotodiodi, dall’altro consente ai fotonaturalisti di sfruttare meglio i teleobiettivi senza svenarsi. [lo]
Giugno 17, 2009 alle 7:10 pm #1480976agomartiPartecipanteTerrò in considerazione la possibile influenza degli sponsor sui pareri delle riviste di fotografia. Intanto sto aspettando una risposta proprio dal sito della rivista in questione. Grazie ancora. Ciao.
Giugno 17, 2009 alle 7:36 pm #1480992firebladePartecipanteOriginariamente inviato da agomarti: Intanto sto aspettando una risposta proprio dal sito della rivista in questione. Grazie ancora. Ciao.
Allora tienici informati, sono molto curioso anche io 🙂
Giugno 18, 2009 alle 12:54 pm #1481245agomartiPartecipanteVi riporto testualmente l’articolo che sono riuscito a trovare in pdf: “Laltra questione sconosciuta dai fotografi che scattano con la pellicola è rappresentata dai problemi di messa a fuoco derivanti dallaccoppiata obiettivo/reflex digitale. Molte ottiche AF progettate per le reflex a pellicola possono essere innestate su quelle digitali ma spesso osservando le immagini scattate abbiamo la cattiva sorpresa e diciamo: Ma io non avevo messo a fuoco lì!. Il difetto è fastidioso e può manifestarsi in due modi conosciuti come front focus e back focus. Nel primo caso la messa a fuoco viene effettuata prima del soggetto, nel secondo caso al di là del soggetto. Anche in questo caso un menu dedicato consente di effettuare la taratura di fino della messa a fuoco automatica in un intervallo di +/-20 step, memorizzando la regolazione fino ad un numero consistente di obiettivi”. Buona giornata.
Giugno 18, 2009 alle 12:58 pm #1481247Luca LupiPartecipanteArticolo ricco di imprecisioni direi. Noto ad esempio che si attribuiscono problemi di back/front focus solo a obiettivi progettati per la pellicola, mentre ne soffrono a volte anche esemplari progettati per corpi macchina digitali e a volte il problema risiede nella macchina e non nell’ottica. Inoltre non su tutti i corpi macchina è disponibile la taratura fine della messa a fuoco..
Giugno 18, 2009 alle 1:07 pm #1481252gianluigi71PartecipanteInsomma l’articolo, parla di difetti co lo stile em l’ha detto mio cuggino, tu nel primo l’hai riportato ancora peggio. La sagra della sciocchezza insomma. La verità è che gli obiettivi e/o macchine hanno sempre avuto delle piccole imprecisioni, solo che con la pellicola si “notavano” meno, in quanto dovendo passare dal processo di stampa, e visto che nessuno stampava quotidianamente nel formato 1 metro per 1 metro, il difetto si notava poco. Adesso con il digitale chiunque (anche il redattore di un giornale, me lo ha detto mio cuggino :)) può utilizzare il lentino di ingrandimento per guardare l’immagine al 400% e cominciare a farsi le più disparate pippe mentali sui problemi di fuoco. Ciao.
Giugno 22, 2009 alle 5:02 pm #1482653anthropic_principlePartecipanteOriginariamente inviato da gianluigi71: La verità è che gli obiettivi e/o macchine hanno sempre avuto delle piccole imprecisioni, solo che con la pellicola si “notavano” meno, in quanto dovendo passare dal processo di stampa, e visto che nessuno stampava quotidianamente nel formato 1 metro per 1 metro, il difetto si notava poco.
Parole sante… 🙂
Giugno 22, 2009 alle 5:16 pm #1482657firebladePartecipanteSono articoli scritti da persone impreparate, che devono riempire le loro pagine tra un pubblicità e l’altra. Che tristezza. Il panorama editoriale fotografico è veramente desolante.
Giugno 24, 2009 alle 3:21 am #1483243anthropic_principlePartecipanteOriginariamente inviato da perbo: verissimo! cmq sono destinate a perire tutte, al di là della (solitamente misera) qualità delle pubblicazioni. dopo averne letta qualcuna, la cosa non mi dispiace più di tanto.. è solo questione di tempo.
Fortunatamente non c’è solo la stampa nostrana… 😉 Chasseur d’Images la trovo decisamente interessante e così pure Shutterbug. Da 3 o 4 anni sono le sole 2 riviste di fotografia che leggo con continuità…
Giugno 27, 2009 alle 10:25 pm #1484631agomartiPartecipanteHo avuto risposta e l’arcano, mica tanto poi, è stato risolto. La questione si è rivelata di fatto, inesistente. Ovvero: l’articolo si riferiva al fatto che è possibile che qualche modello di fotocamera abbia il sensore non perfettamente allineato all’equivalente piano di messa a fuoco della pellicola. Ma a questo punto il digitale non c’entra niente. Così come ti può capitare la fotocamera digitale fallata, può accaderti di beccare una fotocamera analogica fallata o un’ottica, o tutte e due. Insomma, nel ringraziare chi mi ha risposto, ho scritto che a questo punto la questione non è rilevante, tant’è che può riguardare articoli di prodotti fotografici e non, e quindi l’autore poteva anche non dire niente. Va bene che il digitale permette degli ingrandimenti molto più spinti a costo zero e quindi se si dovesse presentare l’inconveniente con il digitale sarebbe più evidente, ma capite anche voi che non si può fare di un caso molto particolare una regola generale. Grazie a tutti. Buona serata.
Giugno 28, 2009 alle 7:15 pm #1484874AngorPartecipanteok…però perchè questo problema dovrebbe essere più evidente con gli obiettivi progettati per le analogiche? mah, IMHO semplicemente non vogliono ammettere di aver pubblicato una cosa senza senso.
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