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Prospettive insolite

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  • #1687843
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: le 4 lenti del tessar mi fanno rimpiangere la semplicità del sistema analogico Claudio, scrivo a ruota libera, spero di non essere logorroico si parlava di filtro interposto tra soggetto e lente per ottenere un effetto di distorsione della realtà, con i soggetto posti oltre un vetro non trasparente è necessario che questi siano ad una determinata distanza, per ottenere un determinato effetto….. nelle istantanee “street” non è facile trovare la situazione ideale…… l’occasione giusta, il posto, la scena, le condizioni di luce per aspettare che il “tableau vivant” improvvisato si riempa degli elementi desiderati, a volte con inaspettate sorprese………. la foto 16 è stata una sorpresa, in quell’attimo lungo un secondo in cui osservavo un’altra finestra, ho visto il soggetto di lato, il tempo di scattare senza comporre e la scena si era già scomposta….. In questa foto la dimensione si sposta dall’astratto (come su “impronte”) al realistico, gli elementi che compongono la scena appaiono in modo distinto, mentre il soggetto sembra indefinito, fuori dai tradizionali schemi di composizione, narrazione…. su questo punto mi riallaccio al discorso con Gian Mauro, poco sotto……. [quote]Originariamente inviato da acrobat: Simpatica anche la seconda, denota istinto e scaltrezza…. 🙂 [lo] [lo]

    daiiiii….. 🙂 :im [/quote] Claudio, scrivo a ruota libera, spero di non essere logorroico ti sfido… 🙂 le 4 lenti del tessar mi fanno rimpiangere la semplicità del sistema analogico ..mi sento privilegiato, la 50Z monta il Tessar45 come standard… In questa foto la dimensione si sposta dall’astratto al realistico Si, ma resta sempre in una dimensione paradossale, grazie alla inquadratura selettiva e l’istante colto, ma io, personalmente, oserei dire che quì c’è (vedo) più astrazione che in quelle dei vetri di cui sopra, dove i soggetti restano forme semi indistinte, poco connotate grazie al grafismo dei riflessi e le distorsioni dei vetri, quindi in qualche modo soggetti della libera visione dell’osservtore; quì abbiamo un ragazzo, un corpo definito, che sfida la natura(la nostra di osservatori), aderendo e sovrastando i riflessi della finestra, la sua intenzione però sembra sfidare appunto la dimensione del possibile, contenuta dai vetri… Perlomeno, così mi suggerisce lo vino… … 🙂 [lo]

    #1687880
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da GianMauro: io, mi ritrovo moltissimi in queste parole, sono in pratica l’estrapolazione e l’essenza della mia ricerca fotografica. Non sono un bravo fotografo, forse per questo mi affascinano più le foto degli altri che le mie, ricerco nella realtà qualcosa di “non espresso” e tento e ritento ma mi impantano spesso nei mie pensieri, nelle mie immagini. La difficoltà consiste nel fatto che quasi tutto quello che doveva essere fotografato è stato fotografato, Basta pensare alla ridondanza di soggetti e scene che spesso noi tutti proponiamo nei vari post per averne un idea di massima. Il concetto dell’osservatore, che tu hai così chiaramente espresso, più volte da me citato in messaggi privati con Claudio (acrobat), è qualcosa a cui non riesco a sfuggire, mi tormenta e straccia (metaforicamente) la stragrande maggioranza delle mie foto, soltanto perchè, le ritengo banali o semplicemente un “già visto”. Il concetto di “sudditanza” di inferiorità del soggetto rispetto alla scena sembra quasi un controsenso ma in realtà esprime l’essenza della fotografia. Non è la cura maniacale al dettaglio che fa la foto, non è la perfezione o la replica della realtà che distingue, per quello bastano gli occhi, ma per immaginare, per sognare occorre vedere, avere una visione d’insieme ed è quella stessa visione che ti porta fuori gli schemi della fredda razionale replica. Un percorso difficile il mio, perchè queste cose che sapevo non riuscivo ad esprimerle perchè non le comprendevo fino in fondo. La cosa incredibile che ho dovute leggerle e farle risuonare insieme ad altre dissonanze per afferrarle…. come mi piacciono queste parole, me lo sono già sentito dire..

    questa parte non l’avevi inserita nell’MP, vedi che è valso la pena proseguire qui……. quello che hai scritto è molto bello e interessante, condivido. cito una famosa osservazione di W.Benjamin: “uno dei compiti principali dell’arte è stato da sempre quello di generare esigenze che non è in grado di soddisfare attualmente……….” ovvero, l’arte tende ad approfondire idee e punti di vista “insoliti”, tramite nuovi mezzi, nuovi metodi, nuove idee…… tutto è stato già fatto, però l’artista, nella sua ignoranza tende a proporre idee, concetti e formule apparentemente nuove. tutto questo è normale…… il genio artistico, crea qualcosa di veramente nuovo, tutti gli altri pensano di farlo…….. Se posso permettermi un consiglio, non curarti della singola fotografia, ma occupati soprattutto di un progetto artistico in modo che questo possa promuovere una finalità e di conseguenza un punto d’arrivo. Per progetto artistico mi riferisco a tutto quello che ti passa per la testa, spesso si tratta di un’intuizione che porta l’artista a provare un’irrefrenabile desiderio di compiere qualcosa. Coltiva questo progetto (o più’ progetti) e vedrai che col tempo si svilupperà con forme imprevedibili, sempre più’ complesse……. Fin quando il nostro progetto artistico risulta indefinito, casuale oppure effimero, di breve durata, non sarà possibile disporre di tutti i “mezzi” a nostra disposizione, ovviamente quanto detto non è una regola generale, valida per tutto/tutti, però vale la pena provare…….

    Originariamente inviato da GianMauro: Ci sono nel nostro comportamento punti in comune ma in altri siamo molto distanti. Tu sembri animato da un spirito altruistico: “…ma se riescono a trasmettere qualcosa, anche solo una piccola emozione, per me è sufficiente…..” sazi la tua anima con le emozioni che trasferisci attraverso le fotografie. Ma ciò impone che le tue fotografie siano viste e cosa più importante che siano capite. Io invece no, non ho bisogno di questo, scatto solo per me…. e questo non lo capisco…… non sono così egoista.

    Questo è in realtà l’unico argomento di cui m’interessava discutere qui. Molti anni fà un’utente, ora non più’ attivo sul sito mi chiese come mai non postavo foto, come mai non ero interessato ad avere un fotoalbum oppure un sito, la mia risposta fu’ che per me la foto “moriva” nel momento in cui era ultimata…….. forse rimase traumatizzato dalla risposta perchè non mi scrisse piu’. 🙂 Non stampo in camera oscura da molto tempo, all’inizio del 2000 passai alle tecniche digitali comprando diverse stampanti fotografiche (epson e HP), ma siccome all’epoca la qualità delle stampe inkjet era molto scarsa, abbandonai l’idea di stampare in proprio, fino allo scorso anno. A questo punto mi ritrovai in una situazione in cui non potevo neppure dire che la foto era “morta”, ultimata, in quanto non avendo un corpo non aveva vita, non era reale. Fu’ allora che capii cosa s’intendeva esattamente per “immagine virtuale”, in contemporanea mi venne una specie di crisi esistenziale 🙂 detto così farà sorridere, ma ti garantisco che all’epoca la cosa mi fece tutt’altro che ridere. Continuavo a fare fotografie, per recondita esigenza, ma rifiutavo la loro esistenza. dopo questa piccola premessa, dovrò deluderti ma quando scrivevo: “…ma se riescono a trasmettere qualcosa, anche solo una piccola emozione, per me è sufficiente…..” prova a leggere la frase che ho in firma…….non mi riferivo alle emozioni che le mie foto possono trasmettere ad altre persone, mi riferivo essenzialmente alle emozioni che queste foto trasmettono a me, e quindi indirettamente anche allo spettatore. Con questo non voglio dire che sono insensibile all’altrui apprezzamento, al dialogo costruttivo, alla critica oggettiva/soggettiva lo scambio di idee è spesso d’aiuto nella crescita personale e come vedi, non mi risparmio…… Ovviamente non siamo tutti uguali, però da quello che scrivi, GianMauro, la tua esigenza di fotografare “solo per te” è normalissima, succede anche a me, tendenzialmente sei un artista. La fotografia è arte e sotto certi versi soffre/gode di caratteristiche comuni ad altre forme d’arte come pittura, scultura, scrittura……. però a differenza di altre forme di arte, nella fotografia molti fotoamatori sono artisti, anche se non sanno di esserlo. Una prerogativa dell’artista è soddisfare un’esigenza interiore a CREARE, quando quest’esigenza è molto forte, molto sentita, l’artista non riesce a vedere nient’altro, tutte le finalità vengono messe in secondo piano e CREARE diventa una priorità…… si riduce al lastrico, trascura amici e famiglia, perde la testa……. Chiarito questo punto, mi riallaccio a quanto detto sopra, se per te, come per me, la foto muore dopo lo scatto, cosa rimane dopo? personalmente, per me rimane l’esigenza di CREARE nuovamente, senza fine, senza un fine fuori dalla “CREAZIONE”…… allora, tu mi chiederai, quello che rimane dopo, il quadro, la scultura, la fotografia, la poesia…….. cos’è? solitamente usiamo definirla “opera d’arte” ovvero la testimonianza, nulla di più’, che certifica il lavoro svolto da un determinato autore. Il fine di un’artista, fondalmentalmente non è l’opera d’arte, ma l’esecuzione, la CREAZIONE! quando CREIAMO imitiamo Dio, e nel fare questo non pecchiamo di egoismo (anche se molti filosofi direbbero il contrario), piuttosto, siamo un tantino presuntuosi……. 🙂 pecchiamo perfino di materialismo quando sottovalutiamo il fine (la creazione) a favore del risultato (l’oggetto, la foto). Nella fotografia si tende ad iconizzare l’immagine contenuta nella foto (l’oggetto), dimenticando spesso che questa è (può essere) un’oggetto artistico. In questi anni ho visto molte persone, anche molto brave, che per seguire il proprio istinto creativo (senza comprendere l’esatta natura di quest’istinto) si sono ridotte quasi sul lastrico, hanno trascurato amici e famigliari, hanno perso la testa dedicando buona parte del loro tempo libero per una causa, spesso indefinita……. è importante definire la finalità del nostro agire…… passatempo? hobby? arte? attrazione tecnologica? foto ricordo? collezionismo? fine ludico? conoscenza? tutte queste cose messe insieme? (sarebbe grave) successivamente è necessario valutare le potenzialità….. condivisione con amici sul web? sbocco professionale? collaborazione con testate giornalistiche? mostre personali? concorsi? fotoalbum? pubblicazioni? per il momento mi premeva scrivere queste righe, grazie

    #1687881
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: In questa foto la dimensione si sposta dall’astratto al realistico Si, ma resta sempre in una dimensione paradossale, grazie alla inquadratura selettiva e l’istante colto, ma io, personalmente, oserei dire che quì c’è (vedo) più astrazione che in quelle dei vetri di cui sopra, dove i soggetti restano forme semi indistinte, poco connotate grazie al grafismo dei riflessi e le distorsioni dei vetri, quindi in qualche modo soggetti della libera visione dell’osservtore; quì abbiamo un ragazzo, un corpo definito, che sfida la natura(la nostra di osservatori), aderendo e sovrastando i riflessi della finestra, la sua intenzione però sembra sfidare appunto la dimensione del possibile, contenuta dai vetri… Perlomeno, così mi suggerisce lo vino… … 🙂

    assolutamente si, Claudio, la dimensione è paradossale, direi surreale, ma a mio parere non astratta, anzi, se vogliamo essere precisi neppure le foto alla finestra su impronte hanno un carattere astratto…. lo vino forse era troppo buono…. 🙂 [bir]

    Originariamente inviato da lovis1: ………….Sarei imbarazzato nel commentarle una ad una…complimenti ancora,Giulio.

    grazie Giulio, però scrivendo questo, sei tu ad imbarazzare me, grazie, veramente….

    #1687906
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: assolutamente si, Claudio, la dimensione è paradossale, direi surreale, ma a mio parere non astratta, anzi, se vogliamo essere precisi neppure le foto alla finestra su impronte hanno un carattere astratto…. lo vino forse era troppo buono…. 🙂 [bir] ivendo questo, sei tu ad imbarazzare me, grazie, veramente….

    Ecco, forse non era buonissimo, ma ero buono il berlo.. sembra quasi, un’astrazione del bello? 🙂 [bir] Ciao

    #1688049
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: Ecco, forse non era buonissimo, ma ero buono il berlo.. sembra quasi, un’astrazione del bello? 🙂

    colgo la sottile battuta….. sai cos’è, io tendo a restringere il concetto del termine “astratto”, mentre tu tendi ad allargarlo…….. dopotutto il termine astratto non è un termine assoluto, ad esempio nel linguaggio comune è utilizzato in modo molto ampio. Mentre in arte è piu’ sentita la necessità di classificare le varie correnti, stili, epoche, scuole………. Mentre in fotografia? guardando qui su canoniani, si continua a utilizzare la classica classificazione per genere che non tiene minimamente conto dell’elemento arte nell’immagine: ritratto, avifauna, notturne, sport, glamour, B/N, “elaborazioni”, ASTRATTO…………. seguendo questo genere di classificazione devo concordare con te e convenire che molte, anzi diciamo tutte le foto presenti in questo topic sono “astratte” 😉 😉 😉 😉 ciao

    #1688072
    GianMauro
    Partecipante

    Interessante il concetto della foto “ultimata” per un certo periodo anch’io ho pensato la stessa cosa, non provenendo culturalmente dalla pellicola non ho mai stampato in camera oscura, però ho subito percepito che la foto non poteva essere solo un file nel pc. Uno degli acquisti più importanti, per la mia maturazione fotografica, è stato proprio quello della stampante di grande formato. Si, il formato, è sempre stato un cruccio non ho mai condiviso formati come il 10×15 o 13×18 (quelli li utilizzo solo come provini) il formato A4 mi sembra così innaturale (anche se lo utilizzo per il portfolio) e stampo quasi esclusivamente in A3. La vera realizzazione della fotografia è la stampa, tenere tra le mani quel foglio di carta non è un’esperienza da poco per chi vive come Noi in maniera Romantica la fotografia. E’ vero l’anima della fotografia è la stampa, non la riproduzione sul monitor. Lì la foto muore, non in senso metaforico, muore proprio. Tu non puoi saperlo ma le mie foto non sono in bella mostra, non tutti sanno dove sono appese in casa. Non sono appese in salone non lo sono neanche nello studio (perchè non l’ho), ma sono in un piccolo corridoio, quasi nascosto, dove continuamene scambio e riscambio posizioni e foto, in base all’umore o semplicemente per noia. Il concetto di intimità legata alla realizzazione dello scatto, legato alla volontà di concepire un mondo tutto mio, una visione del mondo più garbata e meno ostile della quotidianità è come un’ancora per la mia mente, un punto di riferimento. Ti chiederai ma se non vuoi che gli altri le vedono perchè ti sei disturbato ad appenderle? Semplice, mi metto al centro del corridoio e le guardo da solo o con mia figlia, che ha solo 3 anni e già tiene in mano la mia SLR, non solo quasi sempre mi è vicina mentre stampo e le compongo nei passpartù. Grazie della tua generosità GianMauro

    #1688150
    Franco
    Partecipante

    il discorso della stampa è piuttosto complesso……. comunque, quando scrivevo: “…….mi chiese come mai non postavo foto, come mai non ero interessato ad avere un fotoalbum oppure un sito, la mia risposta fu’ che per me la foto “moriva” nel momento in cui era ultimata” forse non mi sono spiegato ma si tratta di un’esigenza fisiologica…… volevo dire che per me la foto (l’oggetto della CREAZIONE) termina nel momento dello scatto e quello che viene dopo, quindi sviluppo, stampa, esposizione, ecc è solamente la “celebrazione” di un’evento già accaduto, che (per me) risulta di minore importanza per il semplice motivo che cessa di essere oggetto delle mie attenzioni creative, “vive una vita” estranea ai miei interessi CREATIVI. La fotografia virtuale, con le sue situazioni di permanenza (apparente assenza di caducità, “morte”) ha acutizzato questo aspetto. il processo creativo non trovava un completamento perché questa “morte necessaria”, questa impermanenza del gesto CREATIVO non poteva seguire il normale flusso delle cose terrene, CREATE….. la fotografia virtuale aveva introdotto nuove regole che solo adesso riesco a comprendere e adattare alle mie esigenze….. ho guardato le tue foto su flickr, ho notato che su canoniani hai solo 1 foto, mi sono piaciute quelle degli interni di case diroccate (the doors), i treni in HDR, gli studi sul corpo, alcune inquadrature sulla spiaggia, punti di vista, l’amicizia, pioggia sui vetri (guarda caso!), dietro le quinte, vecchietto in proporzione aurea, saline 2……..

    #1688400
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: sai cos’è, io tendo a restringere il concetto del termine “astratto”, mentre tu tendi ad allargarlo…….. ..ehe… :O Mentre in fotografia? guardando qui su canoniani, si continua a utilizzare la classica classificazione per genere che non tiene minimamente conto dell’elemento arte nell’immagine: ritratto, avifauna, notturne, sport, glamour, B/N, “elaborazioni”, ASTRATTO…………. seguendo questo genere di classificazione devo concordare con te e convenire che molte, anzi diciamo tutte le foto presenti in questo topic sono “astratte” 😉 😉 😉 😉 ciao

    Infatti, più le classificazioni aumentano, minore sarà la capacità di “leggere”… 😉 [lo]

    #1688424
    Franco
    Partecipante

    qualcuno potrebbe chiedersi…….. la capacità di lettura dipende soprattutto dalla cultura di chi legge, la lettura si avvale delle parole, che in sintesi, sono classificazioni di tutto ciò che ci circonda….. il dizionario è un’ordinata classificazione di termini, se non ci fosse non potremmo comunicare, come un bambino che conosce solo 5-6 parole….. però tu, quando parlavi di “leggere” non ti riferivi alla normale lettura, presumo; Intendevi la capacità di “vedere” le cose, le immagini, il soggetto nel suo insieme, libero da preconcetti e schemi; decifrare, leggere fuori dai normali canoni del “lessico” imposto dalle classificazioni. è vero, quando classifichiamo e creiamo un’ordinamento, restringiamo le nostre capacità di lettura intesa in modo più ampio. Trovo però che questo discorso esuli dalla conoscenza e comprensione dei termini utilizzati nel linguaggio, come avviene in molti campi prima è necessario apprendere, comprendere, poi dimenticare per poter vedere oltre, ma questo processo non preclude il passaggio e l’utilizzo delle “classificazioni”, soprattutto in ambito della critica, giudizio dell’immagine. grazie comunque dell’approfondimento, è sempre un piacere…. 😉 [bir]

    #1688429
    Franco
    Partecipante

    inserisco un’altro paio d’immagini di vetrine: 18 La scacchiera [IMG]public/imgsforum/2012/1/18_-_scacchi_-_02-13_2011_Torino_0378aBNrit800.jpg[/IMG] 19 photoshop, fuga dalla realtà [IMG]public/imgsforum/2012/1/19_-_photoshop__fuga_dalla_realt__-_02-13_2011_Torino_0202cBNa700.jpg[/IMG]

    #1688562
    GianMauro
    Partecipante

    Fantastica la 19 ma che c’è scritto sulla nuvoletta del fumento?. Osservando la 18, invece, trovo molto suggestivo l’accoppiata tra la fantasia del vestitino e la saracinesca (credo) P.S. Grazie per aver visto le mie foto, son felice che ti siano piaciute. Quelle dei treni non sono HDR (che fra l’altro è una tecnica che non amo), quei colori sono ottenuti solo regolando i livelli colore con Lightroom, in pratica non sarebbero neanche delle elaborazioni, ma regolazioni

    #1688627
    Franco
    Partecipante

    hai ragione, l’adesivo (messo in modo abusivo su alcune vetrine del centro) della foto 19 non è leggibile, ma anche la foto è stata sviluppata velocemente per il web, con elevata compressione e pochi interventi. Oggi dovendo inserirla in mezzo ad altre stampe A3+, l’ho sviluppata curando il rumore, curve…. ho fatto un pò fatica a far stare il crop nei 500kb, ma infine c’è l’ho fatta…… [IMG]public/imgsforum/2012/1/02-13_2011_Torino_0220dBNstampaQUADRO7001.jpg[/IMG] nelle tue foto con i treni, l’effetto è comunque riuscito, i soggetti si prestano bene….. ciao [lo] [lo]

    #1688664
    barbara_74
    Partecipante

    Mancando da un po’ di tempo in canoniani, mi ero persa questa meravigliosa “carellata” di scatti. Che ho rivisto tutta! Che dire.. sai cogliere i particolari e attraverso la foto comunichi a noi cosa i tuo occhi vedono, che forse è la cosa piu’ difficile da fare. Alle volte i miei occhi vedono determinati particolari ma non riesco a valorizzarli nelle foto che faccio e così quando rivedo la foto scattata, non viene trasmesso quel che i miei occhi vedevano.. oddio forse non si capisce nulla di quel che sto dicendo..ma il concetto è quello.. Complimenti le tue foto parlano e comunicano! [ado]

    #1688683
    Franco
    Partecipante

    no, quello che scrivi è chiarissimo……. Che la foto possa trasmettere qualcosa allo spettatore, oltre a me, che la foto possa parlare e comunicare, come hai scritto, è per me appagante, è il principale motivo che mi spinge ad “esporre” le foto, insieme all’esigenza artistica (di cui si parlava qualche post indietro con GianMauro) che esprimo in fase di esecuzione dello scatto, ti ringrazio quindi del commento. Quella che descrivi come difficoltà a valorizzare e tradurre in immagini tutto ciò che vedi e provi al momento dello scatto, è attinente a quanto si è scritto in queste pagine, l’immagine possiede un linguaggio, questo linguaggio lavora su diversi livelli, coscienti e non; Riuscire a gestire questo linguaggio è fondamentale, un pò come conoscere le parole per scrivere e parlare in modo efficace…. Grazie del passaggio ciao [lo] [lo]

    #1688724
    gamone
    Partecipante

    Credo che tu riesca a fare con le fotografie ciò che la maggior parte delle persone con una reflex al collo non riesce a fare, e cioè comunicare e trasmettere il proprio pensiero! Io questa la chiamo maestria! [chi] Salute.

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