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Quanto si dovrebbe lavorare un RAW?

Stai visualizzando 9 post - dal 1 a 9 (di 9 totali)
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  • #1418787
    Orionlight
    Partecipante

    Parliamo della post-produzione.. Oggi come oggi con i file RAW (e del digitale in generale) ci si può sbizzarrire con l’editing dell’immagine, grazie a sw come Photoshop o Aperture. Voi quanto lavorate e quante pensate sia giusto lavorare un’immagine? Mi spiego, molte volte si vedono immagini accattivanti ma frutto di fin troppo editing (simulazioni di x-process, eccessi cromatici, contrasti, vignettature, ecc).. Ecco, mettiamo che scattate una foto, venuta bene ma con qualcosa di “insipido”.. Cosa pensate sia meglio fare? (ab)usare di qualche effetto di moda oggi per renderla migliore o magari tenerla quasi come l’originale per non contaminare troppo lo scatto?

    #1418793
    jurigab
    Partecipante

    E’ una discussione trita e ritrita. Secondo me è giusto lavorare il file per ottenere il risultato che si vuole. Discorso diverso è iniziare a mettere insieme parti di più scatti, eliminare parti intere del fotogramma ecc.. In ogni caso la fotografia è arte e mezzo di espressione e come tale non può e non deve avere dei paletti. Sta poi ad ognuno di noi decidere dove fermarsi

    #1418807
    ugo9924
    Partecipante

    Originariamente inviato da ilcalmo: Elaborazione si, elaborazione no. E basta non se ne può più, andate a fotografare. ):( (n) 🙁

    quoto al 100%, non importa si o no, l’importante è riuscire a raccontare quello che si ha in testa al momento dello scatto 🙂 [nat]

    #1418810
    mauromo69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Orionlight: Ecco, mettiamo che scattate una foto, venuta bene ma con qualcosa di “insipido”.. Cosa pensate sia meglio fare?

    Se si pensa prima di scattare nessuna foto a te sarà insipida… se l’intento è comunicare qualcosa non ci saranno immagini fuori fuoco non nitide o non sature… se invece l’intento è scattare come viene viene allora non ci sarà software che tenga….. tieni sempre a mente che la post produzione puoi scegliere se farla te o farla fare alla macchina digitale… Buone feste Mauro

    #1418824
    slave1
    Partecipante

    A mio avviso lo scatto in RAW prescinde la volonta di ritoccare + o – pesantemente la foto , il RAW consente anche semplicemente di regolare al meglio esposizione, bilanciamento del bianco , curva dei toni e riduzione rumore senza perdite di qualità, tutte cose che non vanno a modificare la foto ma permettono solitamente di evitare errori di impostazione durante lo scatto e regolazioni approssimative fatte dal software della macchina durante la conversione in JPEG, in sostanza il RAW ci permette di non lasciare al caso nessun aspetto tecnico dello scatto.

    #1418848
    dready
    Partecipante

    Beh, se scatti in RAW per me tutte le foto sono insipide!! Richiedono tutte un minimo di PP: io come minimo setto il bilanciamento del bianco, aggiusto livelli, saturazione, curve, elimino dominanti di colore, e aumento la nitidezza. (o) Questo perta via circa 10 minuti a foto. Poi se la fotografia merita, allora brucio le ombre e schemo le luci un po’ e poi proprio ad esagerare magari bilancio i livelli ed opero sulle curve selettivamente su aree ancora un po’ scialbe (ad es. cieli slavati). Cerco però sempre di non esagerare. 😀 Per avere un’idea guarda la mia galleria su Flickr. In alcuni caso giusto per divertimento faccio elaborazioni più pesanti: HDR, cross processing, effetto orton, velvia, ecc… ma queste sono poche. (o) 😉

    #1419149
    thewizardofwiz
    Partecipante

    …a parte i sette passaggi tecnici conclamati da Scott Kelby, ritengo che il raw non debba essere ulteriormente lavorato per motivi tecnici ma, eventualmente e -secondo bisogno- solo per fini artistici in altre parole: una schifezza d’immagine rimane tale anche se “paciugata” in postproduzione, un’immagine che invece racconta esattamente quello che aveva intenzione di raccontare l’autore può essere “aiutata” in qualche modo. se poi uno non sa fotografare (pellicola o digitale che sia) e ritiene che la postproduzione possa rendere BELLI/VALIDI i propri errori alias immagini insulse, beh… lasciamolo al suo credo Fabio/aldilà del genere, gusto o background fotografico

    #1419511
    slave1
    Partecipante

    Quando si scatta con una fotocamera digitale in formato JPEG in realtà il post produzione viene effettuato a bordo macchina , in quanto il passaggio da RAW a JPEG prevede cha la fotocamera ,autonomamente o comunque in base alle impostazioni fornite in fase di scatto , applichi il bilanciamento del bianco , la curva toni ,il contrasto e la nitidezza ,la saturazione colori ecc..ecc…, quindi credo che effetturare questi passaggi dopo lo scatto, su PC, con + cura e precisione, possa conferire alla foto JPEG un aspetto + aderente alla realtà o comunque a quello che i nostri occhi hanno visto ed interpretato della realtà al momento dello scatto.

    #1419522
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da slave1: Quando si scatta con una fotocamera digitale in formato JPEG in realtà il post produzione viene effettuato a bordo macchina…

    Verissimo. Invece il RAW è un formato che lascia l’immagine “rozza” proprio perchè si parte dal presupposto che sarà il fotografo ad intervenire per interpretare l’immagine al meglio. Il programma della nostra macchina interpreta e migliora il Jpeg. Invece salva il RAW quasi come è stato visto dall’obiettivo. Il RAW è come un negativo analogico. Bisogna sapere dove mettere le mani, con capacità tecnica, creatività e gusto in ogni dettaglio! Il ragionamento su questo argomento è stato affrontato varie volte su questo forum. Ma per chi non l’ha letto si può riepilogare brevemente. Chi non ha mai stampato in proprio le proprie foto analogiche crede che la stampa venisse effettuata in modo oggettivo, senza interpretazione da parte dello stampatore. Questo era vero per la stampa commerciale delle “foto della domenica”. Ma la foto amatoriale evoluta è tutt’altra cosa. In camera oscura si faceva più o meno, solo in modo più sporco e complesso, tutto quello che si fa in camera chiara. A parte la diapositiva che è, e resta, un caso limite ed unico, la stampa dalla pellicola è sempre stata frutto della fase di ripresa e di quella della stampa. Lo stampatore bravo ha sempre dato un suo contributo positivo e sostanziale per migliorare la fotografia. Tutti i grandi fotografi avevano (o erano) un ottimo stampatore, e miglioravano le loro immagini in fase di stampa. In fase di stampa si può circoscrivere, esaltare, nascondere quello che è importante o secondario, per dare maggiore leggibilità e significato alla propria immagine. Perché solo in sala posa si può costruire la nostra realtà, come la volevamo; nella natura essa è sempre un po’ casuale, quindi bisogna addomesticarla al nostro sentire. Perché la fotografia non è solo documentazione, ma anche arte creativa estetica. Il jpeg è limitato ed è un formato interpretato dai programmi dell’apparecchio e compresso con perdita di qualità. Per apprezzare la differenza tra Jpeg e RAW bisogna solo chiedersi se vogliamo che sia l’apparecchio coi suoi programmi a decidere le differenze di contrasto, colore e luminosità tra le varie zone della nostra immagine, “oppure noi” con il nostro gusto e creatività. Basta aprire il file Jpeg e richiuderlo, senza aver apportato correzioni, per avere già un decadimento dell’immagine. Il Jpeg va bene per la foto rapida e di documentazione, che non richiede maggiore attenzione di quella data all’atto della ripresa. Il RAW invece è un vero e proprio negativo e consente al fotografo di esprimere il massimo della propria creatività.

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