- Questo topic ha 11 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 10 mesi fa da Franco.
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Gennaio 13, 2012 alle 8:06 pm #1688992pattivaltPartecipante
Chi mi può aiutare? Avrei bisogno di sapere il filosofo che ha scritto questa frase: ” La fotografia è un frammento il cui peso morale ed emotivo dipende dal contesto in cui viene immessa”. Serve a mia figlia per l’università e mi sembrava ragionevole chiedere a chi, della fotografia ne conosce ogni aspetto!! Grazie mille in anticipo a chi saprà rispondermi!!! [gra] Ciao a tutti! Paty
Gennaio 13, 2012 alle 8:20 pm #1688995FrancoPartecipanteè un concetto molto caro a Susan Sontag forse presente in “sulla fotografia”…… dovrei controllare 😉
Gennaio 13, 2012 alle 10:28 pm #1689027acrobatPartecipanteInteressante… [leg] Allora io guarderò in un altro libro, sempre della Sontag, e in uno della Freund… 😉
Gennaio 13, 2012 alle 11:38 pm #1689049GianMauroPartecipanteLa fotografia è un frammento il cui peso morale ed emotivo dipende dal contesto in cui viene immessa cioè come dire che l’interpretazione di una foto dipenda esclusivamente dall’aspetto socio-culturale di chi l’osserva. Sembra ragionevole ma non ne sono del tutto convinto. Forse per la morale può può essere vero, nel senso che la nostra cultura, i nostri costumi hanno sicuramente influenze sulla nostra moralità, ma non mi convince l’aspetto emotivo. Ho sempre ritenuto l’emotività una grandezza (passatemi il termine… ma rende bene l’idea secondo me) soggettiva, legata all’Io. Una grandezza (scusate le ripetizioni) Capitalista, mentre la frase della Sontag mi sembra…….. un po’ troppo Socialista. Sbaglio?
Gennaio 14, 2012 alle 6:30 pm #1689158FrancoPartecipanteOsservazione acuta Gian Mauro, a mio parere il discorso è ad un piano piuttosto ideologizzato, del resto l’autore è fortemente schierato, anche a livello politico, ma non per questo privo di essenziali verità, sotto certi versi si cerca di “liberare” la fotografia dal preconcetto che in essa siano contenute TUTTE le verità, che nell’oggetto “in se” siano contenuti elementi facilmente assimilabili da chiunque, in qualsiasi contesto. In queste righe la Sontag avverte un’indispensabile legame tra la fotografia, il singolo frammento di una realtà, e l’eredità dei costumi e abitudini presenti in un definito contesto (di società, luogo, ceto, credo, ecc ) in cui la foto viene osservata, affermando che quest’ultimo esercita una notevole influenza nell’emotività dello spettatore, procurando differenti stati d’animo, emozioni…… diverse interpretazioni di una singola fotografia. ti riporto la traduzione originale di Ettore Capriolo per Einaudi, presente nel testo “sulla fotografia” di Susan Sontag: “Ogni fotografia è soltanto un frammento, il suo peso morale ed emotivo dipende da dove viene inserita. Una fotografia insomma, cambia a seconda del contesto nel quale noi la vediamo” ……………….. “ognuna di queste situazioni suggerisce un uso diverso delle fotografie, ma nessuna può fissarne il significato. Vale per ogni fotografia ciò che Wittgenstein diceva delle parole, che il significato E’ l’uso.” (S.Sontag)
Gennaio 15, 2012 alle 5:00 am #1689257GianMauroPartecipanteIn pratica si afferma una sorta di “teoria della ralatività” interpretativa. Cioè tutto dipende dal tipo di osservatore, almeno cosi diceva Albert Eistein….. interessante
Gennaio 15, 2012 alle 4:29 pm #1689278FrancoPartecipanteWittgenstein era noto per il pensiero, diciamo, molto molto relativista . non a caso, la citazione della Arbus in questo preciso contesto. La fotografia “in se” non ha valore assoluto, pur essendo una manifestazione oggettiva, incontestabile, non possiamo attribuire all’immagine fotografica un’esistenza fuori dalla soggettività umana, quindi, la foto non può avere valore diverso dall’interpretazione derivata dal pensiero umano. L’immagine è come un libro: carta, inchiostro è fantasia! Non tutte le foto, però, godono dello stesso impatto visivo, ci sono immagini che possiedono un’alto contenuto d’informazioni, di non facile usufrutto, in questi casi l’influsso esercitato dalle situazioni ambientali, e non solo, anche dai costumi propri di chi osserva l’immagine, è di maggiore portata, come scriveva la Arbus. Non tutti saranno d’accordo su questo punto, in passato molti canoniani erano in profondo disaccordo e ci furono discussioni molto calde. Eppure si tratta di una verità elementare! ops . ho usato il termine “verità”, ehm . ci sono cascato pure io.. ..
Gennaio 15, 2012 alle 11:43 pm #1689355acrobatPartecipanteForse, GianMauro ti sei ingarbugliato a causa di un’attribuzione gratuita, quella dell’interpretazione, ma nella frase non si fa alcun riferimento ad essa, e credo che, anche gli aspetti emotivi non siano da riferirsi ad una supposta ‘interpretazione’, infatti l’interprete di una fotografia non è il referente, lo è il fotografo, dunque l’emotività si può riferire all’impatto che l’immagina offre all’osservatore, che reagirà con emotività o meno secondo il suo coinvolgimento, una persona ‘arida’, di fronte a un’immagine forte potrà reagire con inaspettata freddezza, una persona ‘informata’ potrà essere sollecitata maggiormente e leggervi un contesto più ampio. Ma non credo siano inversamente proporzionali… Bravo Franco, dunque ne eri quasi sicuro della Sontag… E pensare che passai buona parte del pomeriggio scandagliando 4 libri, nel tentativo di individuare la frase, però è stato interessante… 🙂 [lo] [lo]
Gennaio 16, 2012 alle 2:45 am #1689395GianMauroPartecipanteNon mi è chiaro, cioè la parola usata contesto in cui è immessa non ha a che fare con interpretazione?
Gennaio 16, 2012 alle 2:56 pm #1689446FrancoPartecipanteforse c’è un’equivoco sul termine “interpretazione” .. Il significato della frase della Sontag và oltre, supera il concetto di emozione inteso come semplice carica emotiva interiore, dando ad essa un’appartenenza fortemente legata ai fattori ambientali esterni, influenzata dai pensieri e immagini “presenti” nei ricordi e nell’inconscio di ognuno di noi. quando scrive “ . il suo peso morale ed emotivo dipende da dove viene inserita (immessa)” penso si debba riferire all’USO dell’immagine in un determinato contesto, e infatti dopo l’autore specifica: “Una fotografia insomma, cambia a seconda del contesto nel quale noi la vediamo” visto che siamo in “educazione all’immagine” e magari qualcuno è interessato all’argomento….. esempio pratico : applico la foto che raffigura un noto politico in parlamento, i luoghi sono: – assemblea degli eletti del PDL – copertina di una rivista sul tavolo di un coiffeur – l’entrata della Fiat di termini – un bar di Arcore – nella metropolitana – corteo di manifestazione anarchica – sede stampa rai – esposizione di reportage d’autore secondo voi susciterà reazioni diverse? o saranno identiche per tutti gli osservatori? quindi, visto che il significato di un’immagine và letto nella mente dello spettatore nella vostra mente, voi che vi apprestate a passare le soglie della fiat di Termini, arrabbiati e rasseganti con il mondo intero, voi che sedete davanti l’assemblea politica, o sfilate con cartelli di protesta contro la disoccupazione, oppure ancora, leggete seduti su una svogliata sedia del parrucchiere . quali emozioni, moti e sensazioni fisiologiche, pensieri e perfino grandi deduzioni, scoperte addirittura, riesce a scatenare questo piccolo pezzetto di carta, “frammento di realtà”? oppure vi lascia del tutto indifferenti . tutto questo E’ la fotografia ed E’ fortemente influenzato dalle circostanze ambientali. lo stesso esempio può essere fatto per immagini, con una nota foto di HCB: questa foto susciterà diversi stati emotivi e assumerà diversi connotati morali (politici, culturali, educativi,) secondo il luogo in cui verrà esposta .. [IMG]public/imgsforum/2012/1/HenriCartierBresson15.jpg[/IMG] mentre quest’altra foto, sempre di HCB, forse perché il messaggio risulta meno ambiguo e di lettura immediata, è meno soggetta ad interpretazioni (da parte dello spettatore), eppure: [IMG]public/imgsforum/2012/1/carceri.jpg[/IMG] provate ad immaginarla, anche se l’occhio critico del fotografo, soprattutto se influenzato dal nome dell’autore e dalle circostanze critiche del forum, potrebbero essere d’intralcio nell’analisi….. – davanti le casse di un supermercato – nella sede di un commissariato – in una mostra di HCB – nella sede del PDL – in un’ufficio d’amministrazione aziendale – in un corteo femminista scusate se mi sono divertito un pò con esempi e foto “crude” . ma questa è la forza dell’immagine, spesso arriva dove le parole finiscono….
Gennaio 17, 2012 alle 1:34 am #1689592GianMauroPartecipantePer fra65: scrivo brevemente per non darti l’impressione di lasciarti in asso con il post. Sto studiando, per colpa di Claudio ho comprato “L’errore fotografico”, mentre per colpa tua, ho ordinato il saggio della Sontag. Ora leggendo “L’errore..” ho trovato molti spunti interessanti e pertinenti con le tue espressioni vedi i riferimento agli “aforismi” di Man Ray ed altri. Mi si apre un mondo, non nascondo il mio stupore e la mia ignoranza. Aggiungo: “una fotografia è giudicata differentemente, a seconda del luogo in cui viene mostrata, delle mani che la tengono e sopratutto degli occhi che la guardano” .delle mani che la tengono……….. che parole fantastiche piene di significato! Quindi Franco e anche tu Claudio (malefico virus culturale), dovete avere un po’ di pazienza, devo studiare, capire e metabolizzare i concetti prima di continuare a……. scrivere con Voi
Gennaio 17, 2012 alle 5:43 am #1689629FrancoPartecipante. sono 2 libri molto interessanti per la bibliografia sulla fotografia, non sui manuali, Claudio è ferratissimo e possiede una bella collezione. In “l’errore fotografico” vengono riportati molti aneddoti su Man Ray, un’altro testo einaudi di una certa importanza e di facile lettura, mentre il saggio della Sontag richiede una maggiore concentrazione perché sviluppa concetti a volte non immediati, però si legge scorrendo….. bello l’aneddoto….. ciao [lo]
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