Originariamente inviato da Albo49: La mia idea, che vedo non sono riuscito a fare percepire, è l’isolamento: affettivo, sociale, professionale.
Ovviamente non intendevo dire che tu la pensassi in questo modo, anzi: ho scritto proprio che la foto mi suggeriva un’accusa non solo verso l’oggettivazione della donna ma anche e forse soprattutto al fatto che tale oggettivazione è sempre più spesso considerata “quotidiana normalità”.
Originariamente inviato da Albo49: La mia idea, che vedo non sono riuscito a fare percepire, è l’isolamento: affettivo, sociale, professionale.
In realtà l’idea l’hai trasmessa solo che io l’ho letta egocentricamente, cioè “io dovrei essere più riconoscente/vicino/gentile verso queste persone” e non dal punto di vista delle donne ritratte. Forse da parte mia è un caso di “intossicazione da sovranalisi” oppure è la presunzione che come destinatario delle foto io debba necessariamente sentirmi parte dello scatto. Oppure più semplicemente (si fa per dire) tu riesci a fare delle foto che piuttosto che dire bisbigliano e suggeriscono, delle foto che in qualche modo sono anche dei test di Rorschach e fanno emergere prepotentemente la personalità di chi guarda. (se poi chi guarda è un egocentrico come me allora è finita 😀 ) Come già ti avevo scritto, da quel poco che so di fotografia mi par di intravedere nelle tue foto lo stile di Bresson e la tendenza a favorire le qualità di composizione formale piuttosto che la immediata fruibilità. Magari prendo un granchio grande come una casa però penso sarebbe molto interessante se tu volessi raccontarci come nasce una tua foto.
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