Home » Topic » Stampa digitale e Scanner » ricette per la stampa scambiasi

ricette per la stampa scambiasi

Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 28 totali)
  • Autore
    Post
  • #1788080
    fotograficamente
    Partecipante

    E’ cotta la stampa? Volevo dire, voi come la cucinate? Possibile che dopo un discreto corredo fotografico, ore al computer a fare i maghi del fotoritocco, a cosě pochi viene in mente di chiudere il cerchio? Emozionarsi sbilanciati verso il vassoio di uscita? Non ha prezzo!! (magari). Ho studiato abbastanza la gestione del colore,igamut,iprofili,le calibrazioni, le conversioni, prima di accendere i fornelli. Interessantisimmo e indispensabile per poter capire quello che si stà facendo. La tecnologia a dispozione certo fà la differenza, é vero. Ma all’atto pratico serve una ricetta. Persino un seminovello come me, con una discreta stampante,(Canon Pixma prò 1)non credo certo al top,un Imac(schermo non certo professionale) calibrato empirico,carte con relativi profili,rigorasamente di mamma Canon,ottengo dei risultati coerenti e incoraggianti. Perché seguo una certa ricetta.Sě ma però sempre quella. Mi piacerebbe discutere e scambiarmi ricette con voi. Buone stampe a tutti :al

    #1788082
    marco66
    Partecipante

    Anche io stampo qualcosa (epson 2880) uso carte a4 epson ,(5 stelle) e ilford smooth gloss per le stampe piu’ economiche (per dire) ilford fibre silk per quelle a cui tengo di piu,solo a volte a3. Ci sarebbero anche carte piu’ pregiate ma costano una fortuna (hahnemuhle,pictorico ecc) uso i profili forniti dalle case e sono soddisfatto . (Monitor profilato con Spyder 3) Chiaramente la mia stampante non puo’ competere per gamut colori con le professionali ma si difende bene, e mi piace anche il BN, (anche se quello da Co e altra cosa per me) non credo si possa fare molto per i risultati o usi il driver della stampante o da gestione da software di postP. Per personalizzare credo bisogni avere un calibratore di stampa dove si dovrebbe poter intervenire sul icc prodotto. non ho idea se ci sono degli editor per icc dove poter intervenire sul profilo [lo]

    #1788184
    fotograficamente
    Partecipante

    Non sembra che a parte marco 66 ci siano molti alla prova del cuoco. Allora provo io a dare la prima ricetta. Non sono un grande cuoco ma cucino. Si prenda uno schermo non proprio schifoso. Non potendolo calibrare per via della mancanza dell’ingrediente spettrofotometro,l’occhio e l’ingegno dell’arrangio é richiesto. Se Maometto… Se non puoi calibrarlo per far venire una stampa come la vedi a monitor, proviamo a far venire il monitor come vediamo le stampe di prova Facile farlo per la luminosità, ma anche per i colori qualcosa si può fare. Nel mac per es ci sono a disposizione vari profili e un softerino di calibrazione, nei window ci sarà qualche altra cosa. Poi serve Photoshop e relativa camera raw. Si apre la fotografia da cucinare scattata rigorosamente in raw. Si va sotto la fotografia a cliccare nel rigo celeste con scritti dei dati che corrispondono alle opzioni di flusso di lavoro. Qua però bisogna vedere uno che pentola per stampare ha. Se hai una bella stampante o che almeno tiene botta si fa una scelta, sennò se ne fa un’altra. Con una discreta stampante, nel campo spazio colore si sceglie Adobe rgb o come faccio io prophoto rgb. Con una stampante meno di livello si sceglie sRBC. Nel campo risoluzione credo che con stampanti Canon 300 pixel per pollice sia la migliore. Nel campo nitidezza si sceglie se per carta lucida opaca e quantità di nitidezza da applicare. Nel campo ridimensiona già si sceglie una volta per tutte la grandezza della foto da cucinare. Per una A4 potrebbe andare bene, lasciando uno spazio ragionevole ad una cornice, una dimensione di circa 6,3 MP. Nel campo profondità si lasciano 16 bit se hai una bella antiaderente, sennò meglio mettere 8, ma anche lasciarli a 16 non comporta problema. E ora veloci in cucina a sviluppare il file raw nello spazio colore prescelto. Qua chi piů ne sà piů ne fà con i potenti strumenti di ACR. Dato sfoggio dell’abilità di fotoritocco, mettiamo in salvo tutto, mi raccomando, esclusivamente in formato TIF. A questo punto l’acqua bolle e dobbiamo aprire il coperchio, cioé il tif salvato con photoshop. Con attenzione però sennò ci si scotta. Può darsi che quel cervellotico programma stia un po’ incavolato e possa dirvi male parole riguardanti certi spazi colori quando aprirete il vostro file TIF da cucinare. Bé gli risponderemo educatamente nella seconda parte della prova del cuoco So bene che tutto ciò sembra surreale ma to be continued [fru]

    #1788199
    lovis1
    Partecipante

    Non ho ricette segrete per la stampa, ma ti posso descrivere il mio modo di procedere. Quando scatto in studio, ed in alcuni casi anche in esterno, prima di tutto eseguo un primo scatto (una volta stabilita l’illuminazione) inserendo nella scena un colorchecker con cui successivamente bilancerò il punto di bianco e calibrerò la fotocamera. Lavoro i file sempre in 16bit e stampo pure con quella profondità, con profili forniti dal produttore, ho provato a realizzare dei profili miei ma in sostanza non cambia nulla. Quando stampo in bianco e nero uso carte epson come la velvet, o comunque carte per fin art… la differenza in questi casi la fa il tipo di inchiostro nero inserito, io uso un ichiostro opaco per neri profondi.Importante anche la scelta di carte con il tono adatto al nostro scatto. Facendo un passo indietro, in riferimento agli strumenti di calibrazione, ho avuto modo di confrontare sonde “spiderpro” e “colormunki”….la spiderpro dovrebbe essere finita in un inceneritore. Uso una Epson 4880, e cerco sempre di fare una elaborazione accurata del file, anche in diverse versioni per poi scegliere quella che mi piglia di piů,ciao.

    #1788214
    GianMauro
    Partecipante

    No, siamo in diversi a stampare….. anche se magari forse cuciniamo poco. in sostanza io seguo in linea di massima la procedura che ha esposto Lovis, anche se uso lo spyder pro per il monitor Ho una Canon 9000 pro che, anche se non é il massimo per il b&w, dice cmq la sua. Uso molto i profili colore dei produttori della carta ma ne ho creati anche dei miei perché tra le tante cose, si deve tenere conto della temperatura colore della fonte luminosa del luogo di esposizione. Ciao

    #1788255
    fotograficamente
    Partecipante

    Ciao a chi ha risposto e a tutto il sito. Già si capisce che io sto dettando un ricetta che usa ingredienti,meno sicuri,perché non calibrati scientificamente. Mi interesserebbe approfondire i temi che avete introdotto. In particolare la calibrazione della fotocamera con il colorchecker, una procedura non credo costosa che mi piacerebbe che tu descrivessi. Poi le carte.Io non sono mai uscito da quelle Canon e relativi profili come raccomandato, per timore di buttare inchiostri, mentre un mio amico amatore ha stampato addirittura su carta di album da disegno, stile matt .Ormai però mi sono lanciato ha raccontare questa procedura o meglio ricetta, che in un anno di attesa della stampante ho avuto tempo di estrarre, dai trattati di cucina e mi sta dando soddisfazioni. Continuo abbiate pietà, e correggete, please [gra]

    #1788257
    GianMauro
    Partecipante

    Ciao, il colorcheck é uno strumento semplice, basta fotografarlo e il suo programma fa tutto il resto creando un profilo colore che puoi usare con i vari SW tipo Lr, DxO, PS ecc. In pratica calibri la fotocamera e ti assicuri cosě che tutti gli strumenti siano calibrati. i profili colori delle carte sono importantissimi specie se non si possiede (come me) un calibratore per stampanti, mentre ti consiglio quello per il monitor. Lovis fra l’altro ha fatto riferimento anche al bianco delle carte (alla sua temperatura colore), lo ha fatto perché la tecnologia di stampa é di tipo sottrattivo (CMYK)cioé il bianco non viene creato perché é quello della carta ….non vorrei complicare troppo le ricette 🙂 ciao

    #1788259
    fotograficamente
    Partecipante

    Allora ai fornelli! Se il capocuoco PS non si arrabbia all’apertura del file meglio, ma se dice qualcosa sugli spazi colore noi gli daremo ragione dicendogli ok proprio dove ha il pallino lui ,cioé su: usa il profilo incorporato. Appena se ne va però gli cambiamo i connotati. Dal menů modifica, impostazione colore, in spazi di lavoro sceglietene uno uguale a quello impostato prima, in flusso di lavoro di ACR ricordate? Io qua imposto ancora prophoto, gli altri erano Adobe e srbg. insomma siamo qua [IMG]public/imgsforum/2013/12/Schermata_2013-12-11_alle_22.58.251.png[/IMG]

    #1788260
    fotograficamente
    Partecipante

    Non si vede molto

    #1788263
    fotograficamente
    Partecipante

    Adesso possiamo tranquillamente andare a vedere approssimativamente, come verrà la pasta asciutta. Al momento che abbiamo istallato la pentola stampante a vapore, é stato istallato anche il suo relativo drive, che contiene anche una vasta scelta di carte in vendita del produttore. Ebbene dalla sezione visualizza,imposta prova,personale,simula dispositivo, possiamo sceglierne una e farci un’idea.C’é anche una prova colori, per verificare che siano tutti ben stampabili e la prova bianco carta. Molto dipende dal piatto di portata ,cioé il tipo di carta. Con le lucide vita facile. Dobbiamo scegliere l’intento di rendering, che sarà ottima cosa impostare su colorimetrico relativo o percettivo. Io cmq non mi allarmo se in questa simulazione a video non tutto é perfetto.Trà un po’ avremo una visione piů realistica del piatto che verrà. Finite le verifiche, stiamo entrando nella fase cruciale della cottura. Torniamo al menů modifica, clicchiamo converti in profilo. In Spazio sorgente deve esserci prophoto o quello che avevi scelto(adobe,srbc), in spazio di destinazione lasciate stare la prima voce e nella seconda scegliete quello della carta che avevate previsualizzato e scelto prima. Cosě facendo non ci saranno spiacevoli sorprese e quello che vedremo su uno schermo non schifido, meglissimo se calibrato, sarà davvero molto simile a quello che verrà stampato. E’ il momento di aprire il fatidico comando: file, stampa. Adesso siamo dentro il drive della stampante e variano molto tra loro. Ma i passi fondamentali sono: verificare che il profilo di origine del documento sia lo stesso di quello di destinazione: cioé il tipo di carta scelto. Se la vostra stampante li supporta cliccare la casella 16 bit. Cliccare la casella di gestione del colore effettuata da photoshop. Quest’ultimo comando dovrebbe imporre al drive aiuto cuoco, di non impicciarsi ma di lasciare fare tutto a PS. Per alcuni drive é sufficiente a convincerli, altri dobbiamo andare a disattivarli manualmente dai menů del drive. Si và quasi a tavola,coraggio. Rimane da controllare il formato orizzontale o verticale, Contollare anche che sia in A4 o A3. Impostate una qualità di stampa alta. A proposito della grandezza della stampa, non dobbiamo impazzire a ricampionare l’immagine da :dimensioni immagine. Noi l’abbiamo già fatto in flusso di lavoro in ACR e questo ci toglie non pochi problemi. Flegghiamo su punto di nero. E vai aspita vai, se non ci siamo scordati di caricare la carta,diamo il comando stampa. (?)

    #1788265
    marco66
    Partecipante

    Originariamente inviato da lovis1: Non ho ricette segrete per la stampa, ma ti posso descrivere il mio modo di procedere. Quando scatto in studio, ed in alcuni casi anche in esterno, prima di tutto eseguo un primo scatto (una volta stabilita l’illuminazione) inserendo nella scena un colorchecker con cui successivamente bilancerò il punto di bianco e calibrerò la fotocamera. Lavoro i file sempre in 16bit e stampo pure con quella profondità, con profili forniti dal produttore, ho provato a realizzare dei profili miei ma in sostanza non cambia nulla. Quando stampo in bianco e nero uso carte epson come la velvet, o comunque carte per fin art… la differenza in questi casi la fa il tipo di inchiostro nero inserito, io uso un ichiostro opaco per neri profondi.Importante anche la scelta di carte con il tono adatto al nostro scatto. Facendo un passo indietro, in riferimento agli strumenti di calibrazione, ho avuto modo di confrontare sonde “spiderpro” e “colormunki”….la spiderpro dovrebbe essere finita in un inceneritore. Uso una Epson 4880, e cerco sempre di fare una elaborazione accurata del file, anche in diverse versioni per poi scegliere quella che mi piglia di piů,ciao.

    spiegami del Colormunki e spyder pro perche’ quest’ultimo e’ da inceneritore ,e’ poco preciso ? (lo uso anche io e non ho avuto modo di confronti)[lo]

    #1788303
    fotograficamente
    Partecipante

    A proposito del colorcheker, bisogna fotografarlo tutte le volte perché variano le condizioni di luce? Tipo cartoncino di grigio medio per il bilanciamento del bianco? E poi ogni volta a inserire i dati nel SW? Oppure basta calibrare ogni tanto? Quanto costa? A proposito del punto di bianco delle carte, come possiamo sceglierne uno adatto ad esporre la foto stampata a luce mista naturale + 5000 k? Dai scrivete che voi le avete un sacco di ricette. Della mia che ne pensate?

    #1788311
    GianMauro
    Partecipante

    Il colorchecker lo devi sicuramente utilizzare ogni volta che cambia la luce ma standardizza anche i colori che vengono “catturati” (ricordati che i colori che osservi sono un risultato di fenomeni di assorbimento e riflessione della luce) e attraverso la foto vengono tarati successivamente dal SW che crea poi un profilo. Stiamo parlando però di situazioni particolari adatte a foto pensate per esempio in studio o comunque per Set fotografici decisamente molto poco amatoriali. Il colorchecker ha senso solo se si dispone di una serie di periferiche a loro volta calibrate e standardizzate. Non ha senso avere un colochecker (costo sui 120 euro) se poi usi un monitor di scarsa copertura colore e non tarato…. tanto vale conviene spendere i 120 euri per la sonda! Il punto del bianco delle carte é “contenuto” all’interno del profilo colore del produttore… le conseguenze in fase di stampa sono ovvie. Per quel che riguarda la luce di esposizione i plug in tipo Easy Photo print pro di Canon contengono la possibilità nella “gestione colore” di cambiare la “Modalità Colore” funzione della luce di esposizione. Per mia esperienza l’Intento di Renderig va impostato sempre Percettivo. [IMG]public/imgsforum/2013/12/DPP_0001.JPG[/IMG] [IMG]public/imgsforum/2013/12/DPP_0002.JPG[/IMG] Se stampi in B&W, per evitare una situazione del genere, puoi semplicemente chiedere alla stampante di utilizzare il nero o i neri e disattivare gli altri colori. Tutto in questo caso dipende dal risultato che vogliamo ottenere, nel senso che con il diminuire dei colori da far utilizzare alla stampante (oggi mediamente tra 8 e 9 cioé R, G, C, Y, M e Cphoto, Mphoto + K e Kphoto) diminuisce anche la varietà di grigi visualizzabili. ciao

    #1788336
    lovis1
    Partecipante

    Originariamente inviato da marco66: spiegami del Colormunki e spyder pro perche’ quest’ultimo e’ da inceneritore ,e’ poco preciso ? (lo uso anche io e non ho avuto modo di confronti)[lo]

    Lo spider pro é stato il primo che ho utilizzato….sia sull’ imac, sul macbook pro che sul piů grande macpro dotato di un monitor piů performante con trattamento antiriflesso. Ho avuto subito difficoltà nello stampare quello che lavoravo, ed inizialmente davo colpa ai monitor apple, troppo generosi con la brillantezza dei colori, ma la cosa non mi quadrava con il monitor del macpro un poco piů affidabile. Notavo che dopo la calibrazione (il prima e dopo per intenderci) la variazione delle tonalità era troppa, tenendo conto che tale operazione la effettuo ogni 15gg, e non é possibile che dei monitor si scombinino in cosě poco tempo. Tengo, come scritto nel passaggio precedente, un flusso di lavoro costante in modo di potermi garantire dei risultati abbastanza costanti, ma le continue variazioni delle tonalità dei monitor mi metteva decisamente in difficoltà. Poi dietro consiglio di chi già lo usava mi son deciso per il colormunki….dopo la prima calibrazione ,che ha drasticamente cambiato l’aspetto tonale di tutti e tre i monitor, le cose sono andate decisamente meglio. Le risposte in stampa sono diventate costanti e le successive ricalibrazioni hanno prodotto delle variazioni di tonalità praticamente impercettibili, stabilizzando cosě anche tutto il mio flusso di lavoro. Il mio flusso di lavoro interno naturalmente, poi in caso di tipografie delegate alla stampa di cataloghi entriamo in un altro mondo, ed in questo caso é meglio recarsi in loco per verificare i primi fogli di prova….certo che se queste si trovano in Cina esiste sempre la preghiera, la credenza nell’occulto, un kit di ceri,….insomma tutto quello che ti può far star meglio.

    #1788338
    lovis1
    Partecipante

    Originariamente inviato da fotograficamente: Dai scrivete che voi le avete un sacco di ricette.

    Le ricette sicuramente sono utilizzate da chi della stampa ne fa una professione. Credo che chi lo fa in casa debba, per contenere i costi, affidarsi alle procedure sicure dei software in dotazione. La strada che trovo piů redditizia penso sia quella dell’elaborazione corretta e rivolta alla valorizzazione delle potenzialità intrinseche in molti scatti, che poi si traducono di conseguenza in una buona stampa….un BW cosě cosě produrrà un’analoga stampa anche con ricette magiche. Riguardo al colorchecker penso anche io che vada utilizzato solo in quei casi in cui la reale fedeltà dei colori é cosa importante….ma si contano realmente sulle dita di una mano, ciao.

Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 28 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX