- Questo topic ha 57 risposte, 20 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 16 anni, 7 mesi fa da beppe83.
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Aprile 3, 2008 alle 9:27 pm #1336633frabruniPartecipante
Ciao a tutti, dopo un pò di pausa dovuta al troppo lavoro rieccomi con un’immagine che aiuta a pensare inserita fresca fresca nell’album che stava piangendo per la desolazione. Spero vi piaccia, grazie in anticipo per i vostri commenti. francesco [IMG] public/imgsforum/2008/rajastan164.jpg[/IMG]
Aprile 3, 2008 alle 9:36 pm #1336637SpleenPartecipanteFrance la foto non si vede! Comunque ho già espresso il mio pensiero sul tuo fotoalbum. [ado]
Aprile 3, 2008 alle 9:42 pm #1336640frabruniPartecipantescusate non so perchè non si veda, mi spiace. Questo è il link: images.asp?id=59388&cat=10413&page=1 in ogni caso ci riprovo [IMG]public/imgsforum/2008/rajastan1641.jpg[/IMG]
Aprile 4, 2008 alle 1:31 pm #133679400infinito00PartecipanteScusa, ma a cosa deve far pensare?
Aprile 4, 2008 alle 1:46 pm #1336801firebladePartecipanteA me fa pensare, per esempio, che ci sono persone che vivono in condizioni che noi, nel nostro dorato benessere occidentale, consideriamo inaccettabili. Eppure hanno una dignità ed una umiltà che spesso qui non si vede più. Se poi si vuole analizzare la foto con la lente di ingrandimento per trovare difetti tecnici e compositivi poco importa. Spesso le foto imperfette ma emotivamente potenti sono le più belle. I miei complimenti a Francesco. [lo]
Aprile 4, 2008 alle 2:11 pm #133680600infinito00PartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: A me fa pensare, per esempio, che ci sono persone che vivono in condizioni che noi, nel nostro dorato benessere occidentale, consideriamo inaccettabili. Eppure hanno una dignità ed una umiltà che spesso qui non si vede più. Se poi si analizzare la foto con la lente di ingrandimento per trovare difetti tecnici e compositivi poco importa. Spesso le foto imperfette ma emotivamente potenti sono le più belle. I miei complimenti a Francesco. [lo]
Evidentemente e’ un mio limite… ma sinceramente lo scatto non mi fa pensare a cio’ che tu hai detto. Si avrebbe avuto lo stesso effetto nel ritrarre un muratore delle nostre zone che – visto cio’ che accade nel mondo del lavoro – presumo lavori con i mattoni in mano a vista come il soggetto ritratto e con pari dignita’. Imho si puo’ parlare di buon ritratto (e non ho assolutamente parlato di tecnica anche nel precedente post), ma se devo dire che guardando l’immagine di primo impatto questa mi induca a qualce riflessione, personalmente dico no. Ripeto che sara’ un mio limitie.
Aprile 4, 2008 alle 2:20 pm #1336809andriaPartecipanteUn ritratto riuscito. Mi hanno colpito molto le mani, perfettamente curate, come del resto tutta la persona. E si, ti fa pensare, che nonostante il tipo di lavoro, sicuramente duro, dove la tecnologia sembra essere quella di tempi molto lontani, si riesca a trovare il tempo e la voglia di curarsi (in tutti i sensi, dalla cura della persona a quella dello spirito). Mi fa pensare che vedendo questa persona si può vivere una bella vita, senza correre dietro alle ultime tecnologie, alle ultime mode. [chi] Complimenti.
Aprile 4, 2008 alle 2:23 pm #1336811alegundamPartecipanteE si probabilmente è un tuo limite….non tutti abbiamo lo stesso livello si sensibilità. Però è un peccato per un fotografo mancare di questo. Io per lavoro sono spesso in luoghi simili e posso assicurarti che ci sono situazioni a noi molto molto lontane. A me la foto da molto da pensare. Basta guardare l’espressione del viso di quel signore. Lui a mio avviso non è scontento affatto, anzi….:) Cmq bella foto.
Aprile 4, 2008 alle 2:30 pm #1336815axelaPartecipanteA me fa pensare molto, nonostante la fatica e le condizioni di vita il tizio sorride, mentre se adesso mi guardo intorno vedo solo colleghi incazzati che davanti ai loro pc cercano di risolvere i loro problemi a lavoro. Insomma un bel sorriso mette di buon umore anche chi ti sta vicino a lavoro, quindi sorridiamo di + a chi ci sta intorno. Ciao Ale [lo]
Aprile 4, 2008 alle 2:39 pm #133681900infinito00PartecipanteOriginariamente inviato da alegundam: E si probabilmente è un tuo limite….non tutti abbiamo lo stesso livello si sensibilità. Però è un peccato per un fotografo mancare di questo. Io per lavoro sono spesso in luoghi simili e posso assicurarti che ci sono situazioni a noi molto molto lontane. A me la foto da molto da pensare. Basta guardare l’espressione del viso di quel signore. Lui a mio avviso non è scontento affatto, anzi….:) Cmq bella foto.
Che sia un mio limite, mi pare di averlo gia’ detto e ti ringrazio di averlo rimarcato. Inoltre non non sono un fotografo, dato che per esserlo presumo non basta avere quattro vetri e postare qualche immagine. Premesso cio’, ribadisco che – imho – non ho nulla contro la foto, ma trovo inappropriato il suo titolo. Questo scatto induceva tanto alla riflessione, ma così tanto che solo dopo il mio intervento sono arrivate le solite e scontate repliche (a pensar male si fa peccato, ma molte volte si azzacca). O tutti erano talemnte intenti a riflettere che non trovavano le parole per esprimere un loro concetto? Trovo nella foto un soggetto felice, spensierato, ben inserito nel suo contesto. A cosa mi deve far riflettere? Ad uno stato di poverta’? Ad una sua mancanza di agiatezza? Non mi pare proprio. Ad un suo stato di sottomissione? Non penso.
Aprile 4, 2008 alle 2:40 pm #1336821mabriolaPartecipanteIl muratore delle ns zone mi fa riflettere ma non allo stesso modo perchè sono stato spesso in zone nel mondo dove ho potuto soffrire dello sguardo di queste e altre situazioni simili dove il “muratore” non occidentale però quando torna a casa sua (diciamo casa per essere buoni) porta con se il lavoro di 14 e più ore pagato frazioni di quanto in occidente. Per me che queste situazioni le ho assaggiate da vicino vedere questa imamgine mi fa risalire tutto a galla con ovvie forti emozioni ed una lacrima. Bravo almeno in me hai rimescolato qualcosa di vissuto.
Aprile 4, 2008 alle 2:46 pm #133682200infinito00PartecipanteOriginariamente inviato da mabriola: Il muratore delle ns zone mi fa riflettere ma non allo stesso modo perchè sono stato spesso in zone nel mondo dove ho potuto soffrire dello sguardo di queste e altre situazioni simili dove il “muratore” non occidentale però quando torna a casa sua (diciamo casa per essere buoni) porta con se il lavoro di 14 e più ore pagato frazioni di quanto in occidente. Per me che queste situazioni le ho assaggiate da vicino vedere questa imamgine mi fa risalire tutto a galla con ovvie forti emozioni ed una lacrima. Bravo almeno in me hai rimescolato qualcosa di vissuto.
Certo, ma se asetticamente prendi quest’immagine e non mischi le tue esperienze personali, non dirmi che ti puo’ evocare tanto. Forse all’autore che ha visutto e partecipato a dei monmenti, a lui che ha contestualizzato la foto caricandola di sue emozioni e sensazioni provochera’ sicuramente riflessioni ed emozioni, come i ricordi lo hanno fatto giustamente – e dico giustamente – con te.
Aprile 4, 2008 alle 2:50 pm #1336824mabriolaPartecipanteFabio concordo con il tuo pensiero, a me fa molto riflettere perchè inevitabilmente ed immediatamente rimanda a ricordi vissuti. Però credo faccia riflettere anche aldila, semplicemente lasciando l’imaginazione libera di spaziare a contesti inusuali, posti e condizioni diverse, luoghi dove la soglia di sofferenza del vissuto possa essere ad un livello diverso dal nostro etc. Credo possa provocare asetticamente un tipo di riflessione del genere se provo ad estraniarmi dalle mie emozioni personali.
Aprile 4, 2008 alle 2:54 pm #1336827andriaPartecipanteOriginariamente inviato da 00infinito00: … Premesso cio’, ribadisco che – imho – non ho nulla contro la foto, ma trovo inappropriato il suo titolo. Questo scatto induceva tanto alla riflessione, ma così tanto che solo dopo il mio intervento sono arrivate le solite e scontate repliche (a pensar male si fa peccato, ma molte volte si azzacca). O tutti erano talemnte intenti a riflettere che non trovavano le parole per esprimere un loro concetto? …
Purtroppo, per un imprevisto, la mia risposta sono riuscito a inserirla dopo la tua, ma ti assicuro che era precedente.
Originariamente inviato da 00infinito00: Certo, ma se asetticamente prendi quest’immagine e non mischi le tue esperienze personali, non dirmi che ti puo’ evocare tanto. Forse all’autore che ha visutto e partecipato a dei monmenti, a lui che ha contestualizzato la foto caricandola di sue emozioni e sensazioni provochera’ sicuramente riflessioni ed emozioni, come i ricordi lo hanno fatto giustamente – e dico giustamente – con te.
e non solo con Mabriola, non ho avuto bisogno di vivere certe esperienze per farmi riflettere guardando questo ritratto
Aprile 4, 2008 alle 3:01 pm #1336830AnonimoOspiteOriginariamente inviato da andria: Un ritratto riuscito. Mi hanno colpito molto le mani, perfettamente curate, come del resto tutta la persona.
Non mi sembrano ben curate. Ha un’ematoma sotto un’unghia. Le unghie molto corte, consunate dall’uso. Le mani riflettono il lavoro pesante cui sono adibite ogni giorno, senza risparmio. Ha i denti che sporgono molto dalle gengive. Quindi carenze alimentari, ecc.
E si, ti fa pensare, che nonostante il tipo di lavoro, sicuramente duro, dove la tecnologia sembra essere quella di tempi molto lontani, si riesca a trovare il tempo e la voglia di curarsi (in tutti i sensi, dalla cura della persona a quella dello spirito). Mi fa pensare che vedendo questa persona si può vivere una bella vita, senza correre dietro alle ultime tecnologie, alle ultime mode. [chi] Complimenti.
La foto è bella. Peccato i bianchi sparati. Forse si poteva tagliare un po’ di più il contono e mettere più in evidenza il soggetto, che è la parte più interessante. Inquadratura verticale. Il viso sembra di bronzo scavato. E’ lo specchio di una dura esistenza. Ma all’uomo basta poco per vivere quando ha uno scopo. E lo scopo può anche essere semplicemnte sopravvivere ogni girno, alla fame, alla sete, alla guerra. Poi la fatica non conta. Quando, invece, manca la speranza, quando si vive nei ghetti, tra gente indifferente che è capace di passarti vicino e lasciarti per terra, allora si sente la sofferenza e la disperazione. E’ soprattutto il confronto che rende infelici. Invece questa gente vive in comunità, si scambia aiuto e conforto, condivide quel poco che la natura offre, spesso anche con soddisfazione. Basta poco per essere felici. Non hanno la TV che li confronta con la ricchezza spudorata e vergognosa di pochi, o che li fa sentire falliti se non si omologano con gli stereotipi falsi, dettati dal consumismo. Per loro l’esistenza è fatta come la conoscono: lavoro, fatica e sofferenza. Ma anche speranza. E, quando la pancia è piena e non c’é il terrore della guerra ad incombere sulle loro esistenze, sono felici anche col poco che hanno.
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