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Aprile 28, 2013 alle 10:45 pm #1763559GianMauroPartecipante
Alvaro, in linea con il tuo macchiavellico concetto: Non mi interessa con cosa si fotografa e come si arriva al risultato finale, mi interessa solo il risultato finale. Domanda: ma se la fotografia di partenza è già buona (per tanti ovvi motivi) la sottoporresti comunque ad un post produzione?
Aprile 28, 2013 alle 10:53 pm #1763562albo49PartecipanteOriginariamente inviato da GianMauro: Alvaro, in linea con il tuo macchiavellico concetto: Non mi interessa con cosa si fotografa e come si arriva al risultato finale, mi interessa solo il risultato finale. Domanda: ma se la fotografia di partenza è già buona (per tanti ovvi motivi) la sottoporresti comunque ad un post produzione?
Ciao GianMauro, ti leggo con piacere. Per quello che mi riguarda non esiste una foto di partenza, ma solo un risultato finale. Capita a volte che faccio uno scatto finalizzato ad un’idea poi, visto sul monitor le mie certezze scricchiolano e da quella foto, con piccoli interventi, nasce un’altra idea. Non è che la foto viene snaturata, ma certamente un diverso taglio o una diversa conversione, modificano il pensiero iniziale.
Aprile 28, 2013 alle 11:08 pm #1763564lovis1PartecipanteOriginariamente inviato da FlavioFirenze: Ok, il saper usare programmi di photo editing è comunque una nota di merito, ma si può davvero parlare di “fotografia”, oppure è più postproduzione che altro? A cosa serve inseguire la macchina e la lente migliore se poi con un software si può fare quello che si vuole?
La fotografia è una forma artistica, quindi influenzata dalla creatività, dal gusto personale, dall’umore della giornata… in sostanza da noi stessi. Bisogna forse prima intendersi per dare una definizione di fotografia. Penso che questo non sia possibile.
Aprile 29, 2013 alle 12:31 am #1763582acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da FlavioFirenze: Ho sempre avuto questo “pallino” in testa, vorrei condividerlo con voi per sentire cosa ne pensate. L’avvento del digitale ha portato notevoli risparmi, ed anche la possibilità di modificare la foto al pc… La domanda che mi faccio è: ma una foto modificata DOPO lo scatto, non e’ in qualche modo come “barare”? Ci sono foto che sono indubbiamente fantastiche, occhi che brillano come diamanti, nitidezza spettacolare, cieli mozzafiato etc, ma il 90% delle volte questa bellezza viene raggiunta dopo una bella sessione di Photoshop o altro software di ritocco. Ok, il saper usare programmi di photo editing è comunque una nota di merito, ma si può davvero parlare di “fotografia”, oppure è più postproduzione che altro? A cosa serve inseguire la macchina e la lente migliore se poi con un software si può fare quello che si vuole?
“La domanda che mi faccio è” – Credo inconsistente; infatti, molti argomenti infine vanno sempre nella direzione del trito e ritrito, ‘ anche in analogico si è sempre modificato’, o partono da esso … “L’avvento del digitale ha portato notevoli risparmi” argomento inconsistente: Non sarei così sicuro che col digitale si spenda di meno. (La visualizzazione digitale di una fotografia non è equiparabile a quella di una stampa). L’assenza della stampa in virtù della visualizzazione al PC non è un risparmio di un costo, è una scelta e una conseguenza. La fotografia in stampa, tratta da una pellicola, ha in essa il suo destino naturale e direi inevitabile. La costosa stampa digitale (quella vera) è una scelta/necessità personale (escludendo l’ambito pro), a volte, a seguito di una suggestione che parte da un’inevitabile analogia… “ed anche la possibilità di modificare la foto al pc…” argomento inconsistente: ..che una fotografia-digitale sia possibile modificarla al PC non è una straordinaria opportunità, ma una conseguenza logica, essendo un prodotto informatico-numerico piuttosto che fisico. La F. digitale è un prodotto del PC, si potrebbe addirittura dire che la fotocamera è una sua periferica… Quindi è talmente ovvio che lo si faccia, che parlarne come se fosse un vantaggio rispetto al-la creazione del – passato è inconsistente. “A cosa serve inseguire la macchina e la lente migliore se poi con un software si può fare quello che si vuole? C’è chi fa il contrario…” Questo può essere un argomento, ma è relativo per lo più ad aspetti sociologici piuttosto che tecnici, infatti la maggior parte di queste ‘vittime’ sanno ben poco di immagine e fotografia, che però inevitabilmente poi, peserà sulla Fotografia nel suo significato storico, se, si da modo e accesso a tale ‘opportunità’… Cosa significa porsi la domanda, se è lecito o meno (barare)modificare al PC. Ma se è un processo prestabilito! Sicuro sia questa la domanda da porsi? [leg]
Aprile 29, 2013 alle 12:32 pm #1763615FlavioFirenzePartecipanteHo letto con piacere ed interesse i post di GianMauro, Albo e dMiki che hanno espresso la loro idea sull’argomento. Leggero’ sicuramente i libri che mi sono stati consigliati. Per quanto riguarda Acrobat invece, pur avendone apprezzato la citazione da Hamlet qualche post piu’ su, non ho colto il senso del suo “giudizio di consistenza” sul mio post spezzettato in singole frasi. Innanzitutto hai dato un “giudizio di consistenza” sul due delle frasi meno significative del mio intervento, mi spiego meglio; il mio obiettivo, come credo sia chiaro, era quello di chiedere pareri sulla PP, ed in che misura fosse accettabile il fatto che questa influisca sul risultato finale falsandone la foto originale. Tu mi fai la disamina su due frasi che ho usato per introdurre l’argomento, sicuramente luoghi comuni, ma dal peso praticamente nullo nel contesto dell’intero post. E comunque, col digitale molte volte non stampi, vero, ma sicuramente il costo delle pellicole e’ risparmiato; il fatto che la foto la puoi modificare al pc, a mio parere, non e’ assolutamente una conseguenza logica, ma un’opportunita’. Il mio argomento e’ inconsistente ai tuoi occhi, quanto il tuo e’ inconsistente ai miei. Fortunatamente, mi sento sollevato dal fatto che tu giudichi potenzialmente consistente la mia ultima domanda, ma il fatto che sia un argomento sociologico o tecnico non e’ consistente ai fini del mio post originale; ci saranno elementi sia dell’uno che dell’altro, e probabilmente anche alcuni psicologici e filosofici, ed infatti le risposte che sono state date lo confermano. Il fatto che la modifica al PC sia un processo prestabilito e’ la tua visione; se mi permetti… argomento inconsistente.
Aprile 29, 2013 alle 8:45 pm #1763718FrancoPartecipanteHo letto con piacere che il tema è stato affrontato con maturità, e condivido la maggior parte delle considerazioni finora espresse .
Originariamente inviato da FlavioFirenze: ……. Il fatto che la modifica al PC sia un processo prestabilito e’ la tua visione; se mi permetti… argomento inconsistente.
Potremmo dire che la fotografia è una sequenza di passi prestabiliti, e questi sono proporzionati alla complessità della tecnologia utilizzata. La tecnologia digitale possiede migliaia di processi prestabiliti, la fotografia stenopeica molto, molto meno . Acrobat, Claudio, è stato sintetico ma probabilmente intendeva dire che se è vero che nell’analogico la PP di una foto è un processo obbligato e sotto certi versi inevitabile, irreversibile, nel digitale è un percorso non obbligato ma prestabilito, predefinito all’origine, dove però le variabili e le opportunità di modifica sono teoricamente infinite, reversibili, ed è proprio su quest’ultimo punto che si condensano i principali dubbi, che a volte diventano nubi cariche di pioggia pronte a riversare temporali, tempeste, nubifragi……… anche se nel tuo caso è stata una semplice pioggerellina, in passato abbiamo dovuto sopportare ben altri uragani. Esempio diretto: come si aggiunge un titolo, oppure una firma ad una foto digitale? nell’analogico è possibile scrivere con una matita sul margine della foto oppure dietro, ma nel digitale? solitamente il titolo è situato nei metadati oppure nell’immagine, scritta in modo automatico con i programmi di editing, in questo caso il percorso è predefinito, non possiamo variare la “meccanica” del percorso, l’immagine digitale è inclusa in modo criptico all’interno di processi predefiniti, che non lasciano molto spazio d’intervento al di fuori delle metodiche standard .. Ritornando al tema, alla liceità della PP in una foto digitale, io non ridurrei la questione al digitale in particolare, la f.analogica è altrettanto elaborata, ma in modo differente. Come mai con l’avvento della f.digitale sono sorti tutti questi quesiti sulla pertinenza nell’uso dei programmi di editing? se consideriamo che in passato lo sviluppo e l’elaborazione in laboratorio era considerata l’essenza artistica della fotografia, che la differenziava dai processi di riproduzione seriale, tanto criticati da coloro che vedevano in questi, la prova che la fotografia è in fondo un mezzo privo di valore artistico, al pari della litografia oppure di una moderna stampa offset di un’opera originale. Bisogna comunque rilevare che nella f.digitale viene a mancare il referente (la pellicola) tanto caro agli utilizzatori di supporti analogici, la perdita di valori dovuta da questa decurtazione (o meglio, da questa idea) è tale che il fotografo si sente diviso tra l’esigenza di riconoscersi in un’identità, l’impronta analogica, e l’evidenza che questa perdita, in sostanza non fosse dovuta da un’illusione di un’epoca sotto certi versi limitata, che vedeva nei traguardi e nei mezzi messi a disposizione, un limite e appunto, un’illusione. Ed è proprio questa illusione ad essere il punto di rottura tra coloro che ancora oggi sostengono con forza la superiorità del mezzo analogico, pur non ravvisando il motivo di questa loro “sensazione”. Riportando il tutto in ambito razionale troviamo alcune spiegazioni piuttosto plausibili, ma al tempo stesso ancora in via di definizione, la fotografia è in evoluzione, in movimento, e con questa anche il concetto stesso di fotografia. La referenzialità della pellicola percepita in epoche passate fu’ un pretesto molto forte per attribuire alla fotografia un valore che fin dagli albori della sua storia gli fu’ caro, la necessità di trovare un referente in grado di avvalorare l’idea di artisticità dell’opera fotografica, una realtà propria, vicina ma al tempo stesso lontana dalla realtà circostante. Con il digitale il concetto di realtà è stato messo in discussione e ancora oggi è idea diffusa che il digitale non possedendo l’impronta caratteristica dell’opera d’arte corporea e irriproducibile, tipica della pellicola, tutto debba essere ricondotto in ambiti prettamente produttivi, addirittura estranei al mondo dell’arte, dove la realtà intesa come riproduzione del reale è tanto eterea quanto il concetto stesso di artisticità dell’opera. La fotografia ha perso l’aura di unicum artistico, ma nella pratica si rivela per quello che è, un potente mezzo di comunicazione, di veicolo di dati e informazioni, emozioni e sensazioni difficilmente rappresentabili in altro modo, sotto questo punto di vista l’elaborazione, la PP, tornando a noi, assume un valore formale in un percorso prestabilito, con una dignità propria simile alla forma originaria, anzi del tutto compatibile. La fotografia ha perso alcuni connotati, in modo irreversibile, perché non sono mai esistiti, ma questa è la novità, che alcuni non riescono ad accettare. 😉
Aprile 29, 2013 alle 10:55 pm #1763735ClaudioPartecipanteHo appena finito di leggere questa discussione, e mi pare che la maggior parte degli interventi dicano della legittimità della postproduzione, pur se coi dovuti distinguo. Ma… distinguo dovuti a chi? Bè, innanzitutto alla storia della fotografia, alla sua tradizione e poi, nei termini più immediati, alla fotografia analogica nella forma assunta nel periodo immediatamente precedente all’avvento del digitale. Mi trovo d’accordo con Giulio e Carlo che hanno messo al centro il bisogno di intendersi sul termine “fotografia”, prima di poter rispondere a Flavio. Un esempio. E’ piena la storia della critica dell’arte di presunte morti di categorie che sono (o finiscono per essere) però immortali. Barthes parlava della morte dell’autore di un’opera facendo scandalo, ma oggi nessuno più sogna di scandalizzarsi perché leggiamo “morte dell’autore” come “morte di un certo modo di intendere l’autore di un’opera”. E tutto diventa molto più accettabile. E così pure sono stati ricomposti gli apparenti dissidi relativi alle presunte morti di dio (leggi: “di un certo modo di intendere e percepire il divino”), del romanzo, della tragedia, ecc. Basta fare uno sforzo per comprendersi anziché arroccarsi sulle proprie posizioni. E poi a quel punto ci si capisce. Non ci si capisce solo con quelli (i “bigotti” di cui parlava Alvaro?) che a partire da “un certo modo di praticare e intendere la fotografia” (il proprio!) vogliono farlo diventare l’unico modo di intendere e praticare la fotografia. Bè, se dovessimo accettare certe definizioni restrittive (ad esempio quelle che vedono la postproduzione come un surplus non fotografico), penso che in molti di noi smetterebbero di fare “fotografia”… ma continuerebbero a fare quello che stanno facendo dandogli al massimo un altro nome! Per me la postproduzione non è assolutamente un “barare” (e non mancano negli interventi che mi hanno preceduto molti argomenti a sostegno di questa tesi), a patto che si stia parlando di fotografia artistica. La fotografia intesa come “documento” è un’altra cosa e ovviamente si basa su altri presupposti. Poi ci sarà sempre quel poliziotto addetto a elaborare le foto dell’autovelox che a causa di mal indirizzate velleità artistiche si metterà a cambiare i numeri delle targhe con la funzione timbro clone… Ciao!
Aprile 29, 2013 alle 10:58 pm #1763736acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da FlavioFirenze: Ho letto con piacere ed interesse i post di GianMauro, Albo e dMiki che hanno espresso la loro idea sull’argomento. Leggero’ sicuramente i libri che mi sono stati consigliati. Per quanto riguarda Acrobat invece, […]
Mi dispiace, non vi era motivo di prendersela, il tuo messaggio è basato sul risentimento. Non lo comprendo del tutto ma lo rispetto. Ciao
Aprile 30, 2013 alle 12:54 pm #1763823FlavioFirenzePartecipanteNon nascondo che un po’ di risentimento l’ho avuto, perche’ ho avuto l’impressione che la tua risposta sia stata un po’ “snob”; al solito, meglio una chiacchierata a quattr’occhi dove non si da adito a errate interpretazioni. Ovviamente il rispetto c’e’ per tutti 🙂 Leggendo le varie risposte, molti per giustificare la PP come processo fisiologico notano come questa fosse presente anche nell’era analogica. Non ho mai avuto l’occasione di entrare in un laboratorio di sviluppo fotografico, quindi la mia conoscenza in materia e’ zero. Ma credo che sia cosi’ anche per molti altri giovanotti come me che hanno avuto a che fare solo col digitale. Quello che mi chiedo adesso quindi e’… come si rapporta la PP analogica a quella digitale? Era davvero possibile apportare ad una foto le stesse modifiche che si possono fare col pc (non in termini di semplicita’, ovviamente molto minore, ma in termini di effettiva fattibilita’)?
Aprile 30, 2013 alle 1:28 pm #1763831marco66Partecipantee comunque rimane sempre solo un mio parere Ma quando usiamo una lettura spot ,quando ritorniamo a fare una foto perche la luce di una certa ora non ci piace ,quando aspettiamo la nebbia per fotografare una vallata ,quando aspettiamo il vento che faccia muovere una bandiera quando usiamo un qualsiasi filtro ecc. ecc Non facciamo gia’ post produzione ,manipolando la luce e faccendo diventare la scena quello che vogliamo noi …. Si puo’ (chi e capace) fare tutto questo e anche bene in PP cosa cambia se a foto stampata non ci sono differenze. [lo]
Aprile 30, 2013 alle 3:22 pm #1763852FrancoPartecipanteIl photo editing digitale ha emulato le stesse esigenze e soluzioni che si creano in un processo di sviluppo e stampa analogica, parliamo di esigenze del fotoamatore evoluto, guidato da intenti artistici che lo portano a seguire personalmente il processo di sviluppo della foto oppure ad affidarsi a professionisti (a volte il negoziante di foto-ottica) in grado di soddisfare le sue esigenze, questi piccoli laboratori in passato erano molto comuni, oggi sono quasi del tutto scomparsi. Escludiamo da queste considerazioni il dilettante, il cosiddetto “fotografo della domenica” che scatta spinto dal desiderio di documentare (anche con ambizioni estetiche e qualitative) e fà stampare dal fotografo sotto casa, altrimenti corriamo il rischio di far confusione, poichè in questo caso dovremmo dar molto peso ad alcuni fattori sociologici e di stretta pertinenza di ambiti non prettamente fotografici, ampliando un discorso già di per sè a rischio di incomprensioni, meglio piuttosto rimandare chi fosse interessato a dei testi che trattano l’argomento, alcuni li ha elencati GianMauro, una piccola riserva devo farla su “dopo la fotografia” di F.Ritchin, dove sono presenti alcuni punti che non condivido, essendo intrisi, come a volte avviene in certi ambiti, di teorizzazioni asettiche. Aggiungerei anche “la bellezza in fotografia” di Robert Adams, e “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” di W.Benjamin, quest’ultimo è un testo base piuttosto tecnico, e anche “le idee della fotografia” di Marra, quest’ultimo autore, uno dei miei preferiti nel panorama Italiano, è molto sensibile all’argomento in questione. Il confronto tra digitale e analogico è stato portato solo per dare una risposta alla specifica domanda e per analizzare il motivo per cui, quello che in passato era ritenuto da tutta la comunità di fotografi come l’essenza della fotografia artistica, oggi è sul banco degli imputati, accusato da alcuni di avere snaturato la fotografia. Questo paradosso è spiegato dall’incompatibilità stessa del confronto, che non ha un motivo valido per essere posto, la f.analogica è un mondo a parte e la f.digitale dev’essere vista per quello che è, con tutti gli annessi e connessi della PP, acronimo utilizzato per definire la post-produzione digitale, o la definizione che preferisco: “camera chiara” se vogliamo dare una continuità alla storia. 😉
Aprile 30, 2013 alle 3:46 pm #1763863albo49PartecipanteOriginariamente inviato da FlavioFirenze: …… Quello che mi chiedo adesso quindi e’… come si rapporta la PP analogica a quella digitale? Era davvero possibile apportare ad una foto le stesse modifiche che si possono fare col pc (non in termini di semplicita’, ovviamente molto minore, ma in termini di effettiva fattibilita’)?
hai voglia, guarda cosa facevano i bravi professionisti ed anche altri. 🙂 [IMG]public/imgsforum/2013/4/come_si_stampa.jpg[/IMG]
Aprile 30, 2013 alle 3:54 pm #1763866marco66PartecipanteCos’e una palette di PS instato embrionale. Appena posso ne metto una delle mie 🙂 [lo]
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