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Riflessioni!

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  • #1770496
    Peter72
    Partecipante

    Ottimi i lavori, in tutte e due le versioni c’è grande proprietà di linguaggio reportagistico, il primo più finito e pronto, l’altro rimasto ancora in una versione limbo, anche se reputo gli scatti altrattanto validi e di forza, ad esempio il domatore con tutti quei giochi di forme e colori. La focale e, quindi la scelta di contestualizzare di più mi da un po l’idea di un tuo approccio più timido (reflex), quasi a non accettare un attrezzatura più invadente…..ti dico questo perchè accadeva anche a me con la FF. Per quanto riguarda il sistemare i soggetti nelle foto di racconto, sembra che sia una prassi consolidata (più che altro ammazza lo spione…che elemento), quello però che ha fatto Pellegrin, se fosse vero è molto più grave,portarsi addirittura il modello da casa…mi sembra troppo!! Ad esempio ho avuto modo di conoscere Salgado, indirettamente, ed è una persona che promuove negli scatti e nei suoi lavori, quello che propone poi nella vita di tutti i giorni: gran bella persona oltre che grande fotografo!! Ciao e complimenti, ti auguro di trovare un persorso che ti soddisfi al più presto!! Pietro

    #1770535
    Franco
    Partecipante

    Belli gli ultimi interventi e l’esposizione di GM.

    Originariamente inviato da pdigiambattista: ………. Purtroppo almeno per me, la reflex mi porta ad essere eccessivamente razionale, a pensare troppo le immagini, a filtrare troppo la mia visione originaria ed istintiva. E’ un poco difficile descrivere ciò, ma posso dire che più pensi e più l’immagine finale spesso(almeno nel fotogiornalismo)perderà in contenuto, probabilmente sarà perfetta dal punto di vista tecnico e dell’inquadratura, ma non è questo che io cerco……….

    Sotto questo punto di vista, ti capisco, ma non è solo una questione di composizione, piu’ razionale e studiata con la reflex, piu’ istintiva quando l’apparecchiatura è meno esigente, ma anche altro, molto altro…… Semplificando, l’inconscio tecnologico contenuto in una reflex è spesso in antitesi con quello contenuto in una holga o in un iphone, risulta quindi normale che queste peculiarità, che non dimentichiamo, SONO una parte fondamentale della fotografia, siano rappresentative del risultato, condizionando fortemente l’azione del fotografo. Non molti fotografi riescono ad ammettere questa semplice verità e questo condiziona ulteriormente il risultato perché cercato dove non può esserci, salvo fare salti mortali per produrre, o meglio dovremmo dire, fingere (postprodurre) il risultato ottenibile con (da) alcune macchine, interfacciandolo con altre macchine ancora……. Possiamo chiederci come poter evitare le ripercussioni psicologiche dovute dal condizionamento del mezzo, ma non possiamo evitare che il mezzo compia il lavoro per cui è stato costruito, possiamo limitare le conseguenze (con accorgimenti come quello che ti ha indicato Pellegrin, corretto ma incompleto), ma non possiamo sperare che un somaro diventi uno stallone e viceversa, una reflex moderna è stata concepita per evitare (!) risultati come quelli che si ottengono con un’Holga, il suo IT ha degli imput completamente opposti e a volte non complementari. La domanda da porsi e che giustamente ti sei posto è: può una reflex moderna svolgere il compito “sporco” ma genuino e istintivo di una vecchia telemetro, oppure di una reflex meccanica con ottica, una rolleiflex, oppure altre macchine che contengono un IT appositamente elaborato per imitare il lavoro svolto, spesso in modo “naturale” (senza IT) da altre macchine, tipo Holga, polaroid e compatte di basso lignaggio, oppure APP (con IT) come hipstamatic, polamatic, vintage cam, reflex, retriva, ecc… ? La risposta è spesso solo una: NO, può solo simularlo. A questo punto la domanda dovrebbe essere, può una reflex moderna simulare il lavoro svolto da macchine come quelle sopra elencate? in questo caso la risposta può essere, SI, ma solo fingendo, a nostra volta, un comportamento, un’azione intesa come approccio alla fotografia che non potrà mai essere totalmente “naturale”, ma piuttosto un surrogato che in fondo, nelle pieghe del nostro inconscio, sappiamo non essere genuino….. Probabilmente non ami il caffè dolce, e tanto più’ con dolcificante, e lo preferisci amaro, con moka…… in questo caso, c’è una strada da percorrere, e torna indietro, ma non dobbiamo sottovalutare l’idea di guardare avanti, ma senza nostalgia, altrimenti corriamo il rischio di seguire una chimera che non porta a nulla …… 😉 [lo]

    #1770549
    saiot
    Partecipante

    La domanda da porsi e che giustamente ti sei posto è: può una reflex moderna svolgere il compito “sporco” ma genuino e istintivo di una vecchia telemetro, oppure di una reflex meccanica con ottica, una rolleiflex, oppure altre macchine che contengono un IT appositamente elaborato per imitare il lavoro svolto, spesso in modo “naturale” (senza IT) da altre macchine, tipo Holga, polaroid e compatte di basso lignaggio, oppure APP (con IT) come hipstamatic, polamatic, vintage cam, reflex, retriva, ecc… ? La risposta è spesso solo una: NO, può solo simularlo.

    Dal mio punto di vista la moderna reflex digitale fa parte di un sistema tecnologico che include anche l’hardware e il software per la post produzione. Perché ritengo che la DSLR usata al meglio produca solo del materiale grezzo che deve essere poi finito in PP. Se si vuole ottenere un risultato già finito in macchina è più comodo ed efficace utilizzare strumenti che sono pensati per questo, come le compatte. Per questo non penso che la PP sia una “simulazione”, ma piuttosto una finitura. Per questo penso che la risposta alla tua domanda sia “sì”, il sistema tecnologico che ruota attorno alla DSLR è così flessibile e neutro da poter produrre i risultati ottenibili con sistemi più specializzati e rigidi. Ci sono solo 2 differenze: la quantità di lavoro necessaria: in un caso viene fatto tutto automaticamente (dalla chimica e dalla fisica o dal software), nell’altro bisogna fare del lavoro guidato dall’intenzione la relazione con lo strumento: in un caso si possono usare strumenti piccoli e poco condizionanti sia per chi scatta che per chi è ripreso, nell’altro su usa una strumentazione più ingombrante e condizionate per tutti

    #1770628
    pdigiambattista
    Partecipante

    Rispondendo a Peter72, ti ringrazio per gli apprezzamenti (fanno sempre piacere!. Per il resto volevo poi chiarire un qualcosa che probabilmente hai male interpretato o che comunque forse io ho esposto nella maniera sbagliata: il fotogiornalista di cui parlavo rispetto al bambino, non era Pellegrin. Inoltre non è che egli si fosse portato da casa un modello. praticamente egli aveva (il luogo era l’Africa)un bambino di colore e lo aveva messo vicino ad una piccola finestra dentro una casa/baracca in modo che lacuce che entrava lo illuminasse nel modo da lui voluto. Praticamente la foto non aveva nulla di naturale , ma era assolutamente preparata.

    #1770632
    pdigiambattista
    Partecipante

    Riguardo a Fra65, posso dire che il tuo discorso la tua approfondita analisi ha in se tanto di vero. Non ho nulla da eccepire riguardo ad essa, solo vorrei almeno per ciò che mi riguarda cercare con il tempo, l’adattamento, lo studio o chiamiamolo come vogliamo, cambiare il finale del tuo post. Insomma non vorrei sottovalutare come tu dici, l’idea di guardare avanti, ma senza nostalgia, evitando così il rischio di inseguire per il resto della vita una vera e propria chimera che citando ancora le tue sante parole, “non porta a nulla”

    #1770634
    GianMauro
    Partecipante

    …. direi che sta già succedendo

    #1770637
    pdigiambattista
    Partecipante

    Spero non in senso negativo, nel senso di inseguire una chimera che non porta a nulla!

    #1770676
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da saiot: Dal mio punto di vista la moderna reflex digitale fa parte di un sistema tecnologico che include anche l’hardware e il software per la post produzione. Perché ritengo che la DSLR usata al meglio produca solo del materiale grezzo che deve essere poi finito in PP. Se si vuole ottenere un risultato già finito in macchina è più comodo ed efficace utilizzare strumenti che sono pensati per questo, come le compatte. Per questo non penso che la PP sia una “simulazione”, ma piuttosto una finitura. Per questo penso che la risposta alla tua domanda sia “sì”, il sistema tecnologico che ruota attorno alla DSLR è così flessibile e neutro da poter produrre i risultati ottenibili con sistemi più specializzati e rigidi. Ci sono solo 2 differenze: la quantità di lavoro necessaria: in un caso viene fatto tutto automaticamente (dalla chimica e dalla fisica o dal software), nell’altro bisogna fare del lavoro guidato dall’intenzione la relazione con lo strumento: in un caso si possono usare strumenti piccoli e poco condizionanti sia per chi scatta che per chi è ripreso, nell’altro su usa una strumentazione più ingombrante e condizionate per tutti

    Sul raw in PP possiamo fare tutto, lo sappiamo, una reflex tende a produrre un risultato neutro, sterile, perfetto, questo risultato può essere modificato, mentre il contrario risulta quasi impossibile, a giochi fatti è facile peggiorare, difficile migliorare. Tramite uno strumento di PS, le “azioni”, possiamo perfino creare uno standard predefinito da applicare in modo automatico a tutti i nostri scatti, oppure attraverso altri metodi si può creare degli standard riproducibili a piacere su ACR. Quando scrivevo di “simulazione” mi riferivo ai programmi che simulano il risultato di una polaroid, di una certa pellicola, oppure di un obbiettivo, e guarda caso si tratta di elementi dove l’IT è molto presente. Se rileggi la frase in cui mi citi, noterai che parlavo di macchina, non di PP. Parli di “finitura” ma non si può parlare di finitura a priori di qualcosa che non esiste, la finitura è sempre a posteriori, un’abito sartoriale può essere finito solo dopo aver visto il cliente e aver preso le sue misure, eseguito il taglio e la cucitura, l’imbastitura. Quella che tu chiami “finitura” è “inconscio tecnologico” presente nell’apparecchio di ripresa, ma anche nei mezzi di PP quando questi soprassiedono il risultato finale. In questo topic si parlava dell’IT di una moderna macchina reflex digitale, che mira ad un risultato quasi opposto rispetto apparecchiature come la holga, questo è evidente. Queste “intenzioni” inconsce presenti nell’apparecchiatura tendono a condizionare fortemente l’azione del fotografo e questo crea un disturbo tangibile in coloro che sono abituati a lavorare in un certo modo, come mi è parso di capire dalla descrizione di GianBattista, ed è lo stesso “disturbo” che provo anch’io e che in questi anni mi ha portato a cambiare e provare molte attrezzature, spesso inutilmente. L’IT contenuto nella fotocamera reflex non può essere modificato, come avviene con l’applicazione di un cellulare, è dotato di un pò di flessibilità, ma non molto, è “duro”, all’interno delle potenzialità di lavoro concede poca autonomia all’autore. Per portarti un’esempio, se un’obbiettivo vignetta a TA, cosa puoi fare? è una caratteristica fisica, in molte fotocamere moderne subentra la correzione delle aberrazioni dell’ottica, e la vignettatura come per magia sparisce, l’IT ha compiuto il suo compito. Tu pensi che questo controllo non sia soddisfacente? preferisci lavorare in PP sul RAW? cosa fai? muovi una slide che riduce la luminosità ai lati, questa operazione è stata compiuta grazie all’IT contenuto nel programma di PP! In futuro si può immaginare che il controllo dell’apparecchiatura sulle operazioni “necessarie” sarà molto di più massiccio, l’unificazione tra cellulare e fotocamera compatta passerà attraverso questa semplificazione, la fotocamera sarà composta da alcuni moduli “rigidi” regolati da software, applicazioni inserite a discrezione del possessore dell’apparecchio. Questo apparecchio che Gianbattista ha idealizzato, attualmente possiamo riassumerlo nell’attuale smartphone, come ho ripetuto diverse volte. Diverse compatte o mirrorless hanno la possibilità di variare in macchina alcune impostazioni e simulare ad esempio il tipo di pellicola, come avviene con le fuji mirrorless, ovviamente su jpg, dove sono stati inseriti perfino alcuni “difetti” caratteristici delle invertibili fuji, ad esempio l’esaltazione sul canale G, e non a caso (riferito all’IT) questa è una delle macchine che piu’ si avvicina alle esigenze di GianBattista, anche se di certo non è il suo “ideale”, è tutto finto, simulato come in un videogame, e questo è solo l’inizio……..

    #1770682
    saiot
    Partecipante

    il punto del mio intervento era che – dal mio punto di vista – non si può separare la DSLR dall’hardware e dal software di PP. Quindi non è corretto analizzare solo l’inconscio tecnologico contenuto nella macchina di ripresa, ma bisogna guardare anche a quello contenuto nei mezzi di PP, perché le 2 tecnologie sono parte dello stesso sistema. Semplificando, il primo produce risultati “freddi”, ma sono solo un semilavorato, un input del secondo stadio che apre il ventaglio delle possibilità creative, da quelle più algide a quelle più calde. Dici che l’IT di una DSLR non si può cambiare come si cambia l’app del telefono, ma questa differenza non la vedo, anzi, mi sembra esattamente il contrario, perché a valle della macchina possono cambiare tutto l’IT che voglio, sia dal punto di vista hardware che software e il compito della macchina è proprio produrre il risultato più neutro possibile in modo da mantenere inalterate tutte le possibilità di sviluppo succesive. E’ solo che nel cellulare e nelle compatte l’apparecchio di registrazione e quello di elaborazione è unico, mentre nel sistema DSLR si utilizzano due sottosistemi specializzati (e quindi più potenti, flessibili, ma anche complessi, costosi, ingombranti e lunghi). Del resto è esattamente quello che succedeva con la pellicola, dove il risultato finale era determinato sì dallo strumento di acquisizione (macchina+pellicola) ma anche dal processo di sviluppo e stampa. Poi con l’avvento del colore lo sviluppo e la stampa è stato sempre più delegato e quindi reificato, come se fosse un procedimento puramente automatico, ma in realtà è pienamente parte della fase creativa, al pari del momento dello scatto.

    #1770710
    Franco
    Partecipante

    Ti anticipo che non mi trovi d’accordo su nessun punto della tua esposizione, inoltre quello che scrivi non riguarda gli aspetti presi in considerazione nei miei precedenti post, per chiarezza tento una replica…..

    Originariamente inviato da saiot: il punto del mio intervento era che – dal mio punto di vista – non si può separare la DSLR dall’hardware e dal software di PP. Quindi non è corretto analizzare solo l’inconscio tecnologico contenuto nella macchina di ripresa, ma bisogna guardare anche a quello contenuto nei mezzi di PP, perché le 2 tecnologie sono parte dello stesso sistema.

    Perché non è corretto analizzare solo l’IT contenuto nella macchina da ripresa? Nei precedenti post parlavo di sensazioni provate nell’uso, e di aspetti tecnici legati alla ripresa, dove la PP non centra nulla, proprio nulla….. quindi, perché dovremmo parlare di PP?

    Originariamente inviato da saiot: Semplificando, il primo produce risultati “freddi”, ma sono solo un semilavorato, un input del secondo stadio che apre il ventaglio delle possibilità creative, da quelle più algide a quelle più calde.

    sei sicuro di quello che scrivi? vorresti affermare che una fotocamera digitale è incompleta senza un programma di PP?

    Originariamente inviato da saiot: Dici che l’IT di una DSLR non si può cambiare come si cambia l’app del telefono, ma questa differenza non la vedo, anzi, mi sembra esattamente il contrario, perché a valle della macchina possono cambiare tutto l’IT che voglio, sia dal punto di vista hardware che software e il compito della macchina è proprio produrre il risultato più neutro possibile in modo da mantenere inalterate tutte le possibilità di sviluppo succesive.

    quando scrivo che “L’IT contenuto nella fotocamera reflex non può essere modificato, come avviene con l’applicazione di un cellulare” scrivo una cosa ovvia, non puoi rispondermi che non è così ed è l’esatto contrario, “perché a valle della macchina posso cambiare tutto l’IT che voglio”….. “a valle della macchina” vuol dire fuori dall’IT contenuto nella macchina, l’opposto di quello che scrivevo io…….

    Originariamente inviato da saiot: E’ solo che nel cellulare e nelle compatte l’apparecchio di registrazione e quello di elaborazione è unico, mentre nel sistema DSLR si utilizzano due sottosistemi specializzati (e quindi più potenti, flessibili, ma anche complessi, costosi, ingombranti e lunghi).

    Vorresti affermare che un sistema reflex non è un sistema “finito”??? e richiede un’elaborazione esterna (PostProduzione)…. mentre una compatta e una fotocamera di uno smartphone è finito e non richiede PP??

    Originariamente inviato da saiot: Del resto è esattamente quello che succedeva con la pellicola, dove il risultato finale era determinato sì dallo strumento di acquisizione (macchina+pellicola) ma anche dal processo di sviluppo e stampa.

    mi spiace contraddirti nuovamente, avrei preferito evitarlo, ma le cose non sono esattamente così, questo è poco importante nel discussione che si stava facendo, comunque digitale e pellicola negativa (ma sotto certi aspetti anche quella invertibile) non sono la stessa cosa. Il processo analogico è incompleto perché per essere visto richiede una serie di processi che si concludono con la stampa o la proiezione su schermo, Invece il supporto digitale è “finito”, che poi non lo sia per qualcuno, è un’altro discorso…..

    Originariamente inviato da saiot: Poi con l’avvento del colore lo sviluppo e la stampa è stato sempre più delegato e quindi reificato, come se fosse un procedimento puramente automatico, ma in realtà è pienamente parte della fase creativa, al pari del momento dello scatto.

    sviluppo e stampa sono processi automatizzati, al pari della ripresa ma questo prescinde dai contenuti creativi, attenzione a questo aspetto che può dare adito a molti equivoci. ciao [lo]

    #1770731
    saiot
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: sei sicuro di quello che scrivi? vorresti affermare che una fotocamera digitale è incompleta senza un programma di PP?

    E’ esattamente quello che affermo di una moderna fotocamera reflex digitale, naturalmente a condizione che uno la voglia usare al pieno delle sue possibilità.

    Originariamente inviato da fra65: Vorresti affermare che un sistema reflex non è un sistema “finito”??? e richiede un’elaborazione esterna (PostProduzione)…. mentre una compatta e una fotocamera di uno smartphone è finito e non richiede PP??

    esatto, sempre a condizione che si voglia usare la reflex al massimo delle sue potenzialità. Ho capito che non siamo d’accordo su questo punto e non voglio convincerti, ci mancherebbe. Per me una fotografia digitale richiede sempre una PP, i telefoni o le compatte ne applicano una (o un limitato insieme) in modo automatico (o semiautomatico), mentre la reflex ti lascia grande libertà nell’applicare quella che vuoi (compreso applicarne una automatica o semiautomatica in macchina o in un momento successivo). Quindi ritengo che nel giudicare il risultato finale si debba considerare sia la fase di ripresa che quella di PP (automatica o manuale che sia), esattamente come per giudicare una foto analogica devo considerare sia la ripresa che lo sviluppo e la stampa.

    #1770735
    Luppolo
    Partecipante

    anche con una reflex può non servire PP, dipende da quello che vuoi se esponi bene, componi bene, hai una buona luce e una buona lente la PP può essere talmente ridotta da considerarla praticamente assente, basterebbero un paio di picture-style personalizzati

    #1770757
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da saiot: ……..

    ok, ci rinuncio, comunque se hai degli ulteriori dubbi su quello che ho scritto, dimmi pure…. Ritornando alla riflessione di GianBattista, riguardo la mancanza di freschezza e spontaneità provata con altri sistemi e galeotta nel “suo” sistema digitale, di cui mi sento partecipe anch’io, ti cito testualmente: “Quella fresca, spontanea, quella che parte dal cuore ed è capace di evocare, di denunciare, di sorprendere e commuoverci, insomma quella fotografia dov’è?” la tua soluzione qual’è? post produrre tutto? (dimenticando una cosa elementare, che la PostProduzione, come dice il nome, è posteriore allo scatto e non influisce sugli stati emotivi, sulla concentrazione e sull’esecuzione dello scatto). La mia riflessione, ricordo molto brevemente, si limita ad osservare che l’IT presente in una moderna macchina reflex digitale, svolge (sull’argomento in questione) un ruolo fondamentale, poi ognuno può trarre le considerazioni che vuole, e magari grazie a questa riflessione trovare un percorso in grado di saziare la propria sete di fotografia….. GianMauro, tu cosa ne pensi? 😉

    #1770774
    saiot
    Partecipante

    Originariamente inviato da Lippolo: anche con una reflex può non servire PP, dipende da quello che vuoi

    certo, ma il discorso era partito dal confronto tra le foto fatte con l’app per iphone e fatte con la reflex. in soldoni mi sono limitato a ricordare che quelle dell’iphone sono come sono perché è stata applicata una PP in modo automatico, e che quelle della reflex possono essere rese allo stesso modo applicando lo stesso tipo di PP, solo con maggiore consapevolezza e controllo.

    #1770775
    marco66
    Partecipante

    mah secondo voi l’it del medium non lo possiamo plasmare a secondo dei nostri intenti. (monto un 17mm fisso a f32, metto in P sballo le curve all’occorenza) O non e’ la stessa cosa Comunque seguo con interesse i pareri in merito all’argomento . [lo]

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