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Riflessioni: Titoli e Descrizioni delle Foto

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  • #1729653
    emmeti71
    Partecipante

    cos’è questo? Un quadro di cavalli, teste mozzate, un accozzaglia di braccia e gambe. no, è Guernica.

    #1729672
    Franco
    Partecipante

    ottimo……. quando le truppe tedesche invasero la francia e degli alti ufficiali videro il quadro ebbero modo di esclamare: che orrore!, si narra che Picasso gli rispose “l’avete fatto voi”. tolto questa parentesi, meno male che si chiama Guernica e non XXX altrimenti si potrebbe pensare a qualcosa di strano…… 🙂

    #1740554
    gianandreaL
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: …….. meno male che si chiama Guernica e non XXX altrimenti si potrebbe pensare a qualcosa di strano…… 🙂

    E se si chiamasse “Solitudine”, o “Depressione”…

    #1741432
    Franco
    Partecipante

    scusa, non avevo visto il tuo post…….. solitudine, depressione? colgo la sottile provocazione, in Guernica c’è anche il malessere che in quel periodo colpiva Picasso, un’opera d’arte contiene l’essenza di chi l’ha eseguita, ma non sempre, dipende se l’artista dipinge ciò che vede oppure ciò che immagina, la stessa cosa potremmo dire della fotografia. Se l’opera si chiamasse “solitudine o depressione” acquisirebbe una diversa significazione rispetto “Guernica”. Usando un linguaggio leggermente più’ tecnico, non dobbiamo pensare che il significato è presente nell’opera indipendentemente dal titolo, così come non possiamo pensare che il titolo possa dare all’opera un valore diverso dal contenuto, il titolo apre semplicemente un varco, offre allo spettatore un “segno”. In ogni soggetto e in ogni oggetto è impressa una significazione, è compito del soggetto definire il segno dell’oggetto, e questo avviene anche grazie ai segnali che accompagnano l’oggetto, il titolo di una foto è un segnale, un segno! Non sò se il concetto arriva, quello che volevo dire e che il titolo non può giustificare o addirittura sostituire le carenze dell’immagine, perché non si pone come “insieme” dell’immagine, ma piuttosto come “accompagnamento”, per usare un termine fondamentale in semiotica, si pone come “segno”. Quindi, la presenza di un segno non toglie nulla e non dà nulla oltre l’immagine, perché il “significante” è già impresso dentro di noi, il titolo apre solo una strada, un percorso d’indagine, una chiave di lettura….. Questa foto l’ho scattata la scorsa settimana, e stasera l’ho sviluppata insieme ad altre, non ha titolo. Come già detto in altre occasioni i titoli delle mie foto vengono quasi sempre definiti a posteriori, e hanno un’unico scopo, quello di determinare, evocare un percorso di osservazione basato su una progettualità. Facciamo un’esperimento, prova a guardare la foto che segue per 3 volte e in ognuna pensa ad uno di questi titoli: – Il terzo occhio dei mass-media – Incidenti di percorso – L’essenziale è invisibile agli occhi [IMG]public/imgsforum/2012/11/2012-11_04_Torino_0013aBN1000.jpg[/IMG] Giudicando la foto dopo aver letto i tre titoli, probabilmente si arriverebbe a determinare 3 diverse interpretazioni della stessa foto, non perché la foto è diversa, non perché il titolo l’ha arricchita di qualcosa ma semplicemente perchè in noi è presente un grande numero di chiavi di lettura, il titolo funge da serratura, applicando la giusta chiave (osservazione: soggetto) alla serratura (titolo:segno) della porta (immagine:oggetto), essa viene aperta determinando un significato, o meglio, per usare un termine preso sempre in prestito dalla semiotica, un significante. [lo]

    #1741586
    gianandreaL
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: scusa, non avevo visto il tuo post…….. solitudine, depressione?

    Era una provocazione e già lo sai. Il piacere di leggerti, la curiosità di conoscere la risposta, la necessità di uno spunto per introdurre un ulteriore elemento all’argomento in oggetto. Questi i motivi. Ti ringrazio, per l’attenzione e la risposta. Un’ipotetica perdita della targhetta con la scritta “Guernica” non toglierebbe dunque nulla alla compiutezza dell’opera. La sua significazione sarebbe indeterminata ma non per questo non potrei far emergere un mio significante, uno fra i tanti possibili. (utilizzo i termini tecnici che tu hai introdotto, non mi appartengono, ma sono funzionali alla sintesi. Correggimi se l’utilizzo non è appropriato). Il punto è questo quale significante emergerebbe. La forza dell’opera, la sua compiutezza, la sensibilità del fruitore, gli occhi con i quali guarda, il suo umore ecc. ecc. ecc. tutto diventa determinante. “Guardando la foto che hai appena scattato, se questa arriva prima al cuore e poi agli occhi, hai raggiunto lo scopo!” è una citazione ma proprio non ricordo dove l’ho letta. 🙂 In conclusione: Il titolo come segno indispensabile per dare una significanza all’immagine. L’immagine senza titolo perché sia specchio dei nostri sentimenti e faccia affiorare la significazione con la quale siamo in sintonia. L’immagine può naturalmente essere la stessa, le letture fatte in successione. Scegliete voi l’ordine. [lo]

    #1741603
    Franco
    Partecipante

    “Guardando la foto che hai appena scattato, se questa arriva prima al cuore e poi agli occhi, hai raggiunto lo scopo!” l’ho trovata insieme ad altri scritti dell’infanzia che una decina di anni fà avevo digitalizzato per eliminare inutili cartacce (infatti li chiamai “cartacce”), quaderni e fogli sfusi senza una logica d’insieme, alcuni datati alcuni no, ma che poi è andato tutto perso a causa di un guasto all’HD, questo aforisma si è salvato perché casualmente non avevo buttato tutti i quaderni……. Ricorda vagamente la frase di Bresson : “È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere”, ma il significato è completamente diverso, Bresson si riferiva alla necessità di una sinassi di forze tra mente occhi e cuore, nel momento che precede lo scatto. Nella mia frase riportavo una NECESSITA’ da parte mia di “vedere” la fotografia nell’atto compiuto, prima col cuore piuttosto che con la mente, con la ragione…… questo è attinente alla discussione che stiamo facendo e ti ringrazio di averla citata. anche per me i termini utilizzati sono insoliti e potrei aver scritto delle cose non corrette, quindi correggimi pure se sbaglio per problemi di tempo sarò breve……. a mio parere la targhetta con la scritta “Guernica” è parte dell’opera, ma non dell’immagine! scrivi: “Il titolo come segno indispensabile per dare una significanza all’immagine. L’immagine senza titolo perché sia specchio dei nostri sentimenti e faccia affiorare la significazione con la quale siamo in sintonia” esatto, proprio così…. anche la scelta di non titolare una foto è una scelta artistica ed equivale ad attribuire all’immagine una significanza che dev’essere ricercata unicamente nell’immagine, così come attribuire all’immagine il nome “proprio” del soggetto, come ad esempio “aratro” oppure “ritratto di Elisabetta”, è anch’esso un “segno” che và oltre il significato stesso del nome….. [lo]

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