- Questo topic ha 9 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 16 anni, 9 mesi fa da lidiapoe.
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Febbraio 10, 2008 alle 6:41 am #1324658FrancoPartecipante
avete notato che quando il soggetto è una persona, questa può: – essere ripresa – farsi riprendere Guardando una foto intuiamo subito se lo scatto è stato progettato e il modello è conscio e coopera con il fotografo, oppure il soggetto si trova in una situazione naturale. Da questa semplice scelta di ripresa partono due scuole di pensiero: – modello in posa – soggetto improvvisato Queste scuole di pensiero prendono spunto da esigenze ben precise, che potremmo riassumere in due grandi categorie: – scatto speculativo – fotografia d’attualità datemi una mano…… non ho trovato un termine migliore di “scatto speculativo” anche se non definisce bene quello che volevo dire, per scatto speculativo intendo tutte le fotografie che possono venire ricondotte ad un’esigenza da parte del fotografo o del soggetto, a produrre quel determinato scatto. due esempi di gruppi di grandi fotografi in cui questa scelta è stata portata all’estremo, come filosofia di ripresa e quindi attrezzatura utilizzata e approcio col soggetto: – Edward Weston, H.Newton….. Robert Capa, Doisneau, H.C.Bresson, Walker Evans, Bill Brandt prima maniera….. Cosa ne pensate di questa suddivisione? Rientra nel vostro modo di vedere la fotografia, o la scelta viene decisa in funzione del soggetto e delle esigenze?
Febbraio 10, 2008 alle 11:43 am #1324665gloster1974PartecipanteWow giusto tu potevi inaugurare questa sezione e lo fai con un concetto importante. Si la suddivisione c’e’ e condivido il termine che hai scelto per gli scatti che io definisco rubati o meglio spontanei. Invece per quelle foto dove il soggetto umano e’ evidentemente in posa io lo definirei uno scatto plastico , poice’ e’ plasmato in base ai gusti ed esigenze del fotografo stesso. se devo dare anche una ma preferenza bhe’ lo scatto spontaneo non ha paragoni per me , forse anche per la dificolta’ che ne deriva. Senza nulla togliere a quei ritratti plastici che riescono a reglare emozioni.
Febbraio 10, 2008 alle 12:16 pm #1324671KekkoYPartecipanteEcco un pivello di primo pelo che dice la sua: più che speculativo io lo definisco costruito (anche se ogni tanto questo termine ha preso un’accezione negativa) o preparato. La suddivisione è netta e fondamentale; aggiungo che nel primo caso la fotografia è finalizzata al soggetto, mentre nel secondo è finalizzata al fotografo; ovvero se in una foto vuoi rendere il carattere, l”anima” della persona, se vuoi poter dire <<è lui!>> allora devi usare il fattore sorpresa, non c’è posa che renda adeguatamente uno stato d’animo; chi “comanda” qui è il soggetto. Al contrario quando a “comandare” è il fotografo è lui che gestisce tempi e pose, è lui che interpreta il ritratto attraverso i suoi occhi. Spesso è il soggetto stesso che passa da una sponda all’altra, vuoi perchè si accorge di essere ripreso e “si mette in posa” oppure perchè dopo il primo impatto “accetta” la presenza della fotocamera senza che questa alteri i suoi atteggiamenti.
Febbraio 10, 2008 alle 12:33 pm #1324673lidiapoePartecipanteE’ con gioia che si inaugura questa sezione tanto voluta dai canoniani. Questa vuole essere un angolo open surce, dove ognuno mette parte della sua sensibilità fotografica e artistica,e questo è un primo post che mi piace, perchè bene introdurrà l’argomento che avevo pensato come primo trd e che si riferisce ad autori che hanno rinnovato il concetto di fotografia, da statico in dinamico o, come lo ha definito fra65 da posa o speculativo. Ricordo ancora una volta a tutti che non cerchiamo esperti, ma utenti sensibili che hanno voglia di chiaccherare sulla bellezza della fotografia, delle mode che l’hanno segnata, le culture, e della loro visione personale. Un abbraccio a tutti.
Febbraio 10, 2008 alle 1:56 pm #1324686lorenzo1910PartecipanteRicordo che i primi ritratti che vidi,a metà degli anni 70, erano stati scattati da un mio amico con una OM-1 e un 200mm a un gruppo di ragazzi,fra i quali io,a loro insaputa… Ebbene,rimasi affascinato da quei primi piani che rivelavano il vero carattere del soggetto (foto che ci furono mostrate tra l’altro in formato 30×45)… Non discuto la bellezza di un ritratto “costruito” ma quello spontaneo,secondo me,è il ritratto.
Febbraio 11, 2008 alle 1:26 am #1324843beppe83PartecipanteRicordo di aver partecipato ad uno stage nel quale un fotografo africano eseguiva dei ritratti con la sua hasselblad…i ritratti erano ovviamente “plastici” tuttavia tutti concordarono sul fatto che il fotogfrafo era riuscito a tradurre in immagini l’essenza della personalità del soggetto che aveva ritratto…insomma,io credo che sia il fotografo a far emergere(se ne è capace) la personalità del soggetto ritratto,e non la scelta dell’una o dell’altra filosofia di scatto…
Febbraio 11, 2008 alle 5:42 am #1324964FrancoPartecipanteaggiungo che è proprio un modo di vedere la fotografia, un diverso approcio, da una parte il fotografo è: -spettatore dall’altra: – testimone da una parte: – cerca l’inquadratura dall’altra: – crea l’inquadratura la persona inquadrata può essere: – modello nell’inquadratura oppure – soggetto dell’inquadratura la differenza, l’approcio alla fotografia da parte del fotografo e del soggetto è sostanziale anche se il risultato può essere uguale…… in ogni genere di fotografia, sia essa d’attualità oppure speculativa, è l’abilità dei componenti, fotografo e soggetto a rendere nel modo migliore, a tal punto che si può costruire una scena tanto da farla sembrare vera, oppure sentire, fiutare l’evento che si presenta davanti i nostri occhi spontaneamente e capire quando e come la fotografia dev’essere scattata. L’abilità del fotografo: – costruisce, impone la personalità del soggetto all’interno di una scena ideale oppure: – trova lo spirito del soggetto immerso nel suo ambiente Il soggetto a sua volta: – fingerà piu’ o meno uno stato di naturalezza oppure: – esprimerà con naturalezza il suo essere Prima che il discorso si esaurisca, faccio un saluto a tutti coloro che sono intervenuti [lo]
Febbraio 11, 2008 alle 6:44 am #1324975FrancoPartecipanteRitratto consapevole perchè? Perchè se vogliamo ottenere un risultato, una determinata foto, per un concorso, per una commissione, per una semplice idea, è necessario scegliere il modo piu’ adatto per fare lo scatto, oppure, com’è avvenuto per alcuni grandi, la scelta viene fatta per tutti i loro lavori (almeno per certi periodi della loro carriera). “Foto speculativa” perchè? …….perchè subentrano interessi ad ottenere un risultato. “Foto d’attualità” perchè? …….perchè nasce nel momento che fugge ad ogni istante che passa. Il Ritratto consapevole può essere speculativo oppure d’attualità (o trovate voi i termini piu’ adatti per definirli), in tutti due i casi questo non determina un merito perchè non c’è una scala di valori per una o l’altra scelta, anche se nel genere che usiamo definire fotogiornalismo oppure nel reportage documentaristico, nel rispetto dello spettatore che si aspetta che ALCUNE (buona parte) delle foto siano d’attualità e non in posa, è eticamente scorretto l’utilizzo di pesanti manipolazioni della scena. Dorothea Lange scriveva: “non è importante quello che si fotografa, ma il modo in cui si fà”.
Febbraio 11, 2008 alle 12:30 pm #1324993alexhPartecipanteSecondo me il vero ritratto è quello spontaneo, non speculativo dunque, perché in posa ciascuno può apparire per ciò che non è! Detto questo mi è capitato di fare ritratti in posa ed è stata una mia idea, ma lo scatto rubato, magari a metà tra reportage e ritratto per me è il migliore, stupendo argomento intavolato da fra!
Febbraio 11, 2008 alle 9:26 pm #1325148lidiapoePartecipanteLa fotografia, cos’è: per me è l’istante che dura eterno. Fermare il tempo con un click. Il ritratto, per me, è fermare l’emozione negli occhi di chi guardo. Non sò se sono capace di ritrarre una persona che non conosco, probabilmente no se me lo chiedo. Il ritratto perciò è consapevole anche in questo senso per il mio modo di sentire: uno scambio di emozioni e ricordi che si vuole rimangano rapiti sulla pellicola, o il file digitale che sia. Scatto consapevole e attimo rubato sono indissolubilmente il mio modo di intendere un ritratto. Ma forse sono troppo celebrale. Fatto stà che al di là delle attitudini personali di ognuno di noi nel fotografare, penso che questa sia una delle passioni, con la pittura, più belle del mondo [amo]
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