- Questo topic ha 126 risposte, 20 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 9 anni, 10 mesi fa da Lorenzo Canoniani.
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Gennaio 16, 2015 alle 12:03 am #1822667ItzerPartecipante
Aggiungo che se tutte le altre, a volerlo cercare, possono avere un senso, la foto di Gregory Crewdson è talmente brutta ed anonima che qui non la commenterebbe nessuno.
Gennaio 16, 2015 alle 12:05 am #1822668annaPartecipantedico la mia… chissenefrega. [scu]
Gennaio 16, 2015 alle 12:11 am #1822671Luca LupiPartecipante[quote=”Lippolo” post=648643]Sull’ultima frase nutro serissimi dubbi…[/quote]
Si, anche io…
Gennaio 16, 2015 alle 12:12 am #1822673ClaudioPartecipante[quote=”Lippolo” post=648643]Sull’ultima frase nutro serissimi dubbi…[/quote]
Se ti limiti a dire che nutri dei dubbi (per quanto “serissimi”), la cosa è del tutto irrilevante per la discussione.
Se invece i tuoi dubbi si trasformano in frasi di senso compiuto in cui argomenti (e magari esemplifichi) le tue perplessità, a quel punto se ne può parlare.Gennaio 16, 2015 alle 12:17 am #1822675Luca LupiPartecipanteIo nutro dei dubbi al riguardo perché il modo in cui ci si può fare un nome non è sempre direttamente proporzionale all’aver saputo davvero parlare a tanti osservatori purtroppo.
A volte il grande nome deriva solo dall’aver calvalcato l’onda di una moda passeggera ma travolgente, oppure dall’aver ottenuto una pubblicità superiore ad altri grazie a mezzi che hanno poco a che fare con il valore intrinseco delle proprie opere…
Insomma io penso che il non mettere in discussione le opere di chi si è fatto un nome sia alquanto discutibile…
E purtroppo Claudio non tutti possono vantare una cultura tale da poter andare a fondo oltre il nome di ogni singolo artista che gli si pari davanti, e non credo gli si possa fare una colpa di ciò…Gennaio 16, 2015 alle 12:20 am #1822676FrancoPartecipante[quote=”clanon” post=648642]
Certo che il nome dell’autore conta. Eccome se conta. Deve contare. E conta contestualizzarlo in uno spazio-tempo culturale.
[/quote]Perfetto, il concetto è molto semplice, il valore (il “nome”) di un autore determina una serie di attributi che vanno oltre il valore intrinseco, tecnico, artistico dell’opera…
In poche parole, alcune opere hanno un valore storico (e di conseguenza anche economico) perché hanno fatto la storia, un po’ come il berretto di Napoleone, lo scheletro di un santo oppure una sacra reliquia, un quadro, oppure la foto di un autore che ha determinato la storia della fotografia influenzando generazioni di fotografi e lasciando a noi una grande eredità…..Perché la stessa foto fatta da noi ha poco valore?
perché non ci è costata nulla, l’abbiamo copiata.Gennaio 16, 2015 alle 12:30 am #1822678criscanonPartecipantePremetto che non conosco nulla della attività svolta da Mr. Thomas, del suo curriculum professionale e del contesto in cui ha fotografato.
Ma io uno scatto come quello l’avrei cestinato subito dopo averlo rivisto in camera.Stesso discorso vale per i primi due postati da Max nel suo primo intervento: a me sembrano solo foto-ricordo.
Le descrizioni sul contesto, sulla tecnica usata, il c.v. del fotografo e l’ attrezzatura usata non sono determinati per darmi una emozione , mi aiutano solo a capire come potrei migliorare i miei pochi e mediocri scatti (perlopiù foto-ricordo) che faccio per divertimento.Sono l’unico a pensarla così ? [scr]
Gennaio 16, 2015 alle 12:31 am #1822679Luca LupiPartecipante[quote=”fra65″ post=648654][quote=”clanon” post=648642]
Certo che il nome dell’autore conta. Eccome se conta. Deve contare. E conta contestualizzarlo in uno spazio-tempo culturale.
[/quote]Perfetto, il concetto è molto semplice, il valore (il “nome”) di un autore determina una serie di attributi che vanno oltre il valore intrinseco, tecnico, artistico dell’opera…
In poche parole, alcune opere hanno un valore storico (e di conseguenza anche economico) perché hanno fatto la storia, un po’ come il berretto di Napoleone, lo scheletro di un santo oppure una sacra reliquia, un quadro, oppure la foto di un autore che ha determinato la storia della fotografia influenzando generazioni di fotografi e lasciando a noi una grande eredità…..[/quote]Io avrei evidenziato “alcune opere”….
Perché la stessa foto fatta da noi ha poco valore?
perché non ci è costata nulla, l’abbiamo copiata.Si può copiare qualcosa anche se non se ne è mai conosciuta prima l’esistenza?
Gennaio 16, 2015 alle 12:44 am #1822681LuppoloPartecipanteSpiego il mio serissimo dubbio: con un nome, McCurry
Fotografo incredibilmente sovrastimato… Con un nome scintillante…Gennaio 16, 2015 alle 1:03 am #1822682FrancoPartecipanteNon è molto importante se sono state copiate, Luca, possono essere state fatte senza la consapevolezza di fare una copie, e appartenere all’eredità storica e di conseguenza essere parte del nostro bagaglio culturale, oppure semplicemente siamo arrivati in ritardo e prima di noi sono arrivati 100.000.000 di altri fotografi, la nostra opera in ogni caso avrà sempre poco valore, storico ed economico (anche se per il prezzo il discorso è più complesso).
Per questo, e mi riallaccio ad un’altro topic dove si parlava delle foto del concorso FOAM dedicati ai giovani artisti emergenti della fotografia, in un quadro come quello sopra descritto è facile comprendere perché il mercato dell’arte (che è formato da gruppi più o meno grandi e singoli collezionisti che mirano alla speculazione) è interessato alle opere che escono fuori dai normali canoni e schemi artistici, insomma, le foto che hanno una possibilità di crescita economica…
Gennaio 16, 2015 alle 1:05 am #1822683Luca LupiPartecipanteEh ma Franco, c’è ben poco al giorno d’oggi di cui non si possa dire che sia già stato fatto..
Gennaio 16, 2015 alle 1:07 am #1822684Luca LupiPartecipante[quote=”Lippolo” post=648659]Spiego il mio serissimo dubbio: con un nome, McCurry
Fotografo incredibilmente sovrastimato… Con un nome scintillante…[/quote]Ottima sintesi, molto più efficace della mia approssimativa spiegazione
Gennaio 16, 2015 alle 1:08 am #1822685LuppoloPartecipanteGrazie Looka…
Gennaio 16, 2015 alle 1:09 am #1822686MassimoPartecipanteBene bene….. questa discussione mi piace
Gennaio 16, 2015 alle 1:11 am #1822688annaPartecipanteSulla Fotografia
Sempre, quando le parole “arte” e “artistico” vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo.
Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie fotografie si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perchè io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.
La maggior parte dei fotografi va ancora alla ricerca dell’effetto “artistico”, imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al lavoro la caratteristica più valida che dovrebbe avere: la qualità fotografica. Negli anni recenti si è molto discusso se la fotografia possa essere o meno un lavoro artistico comparabile alle creazioni plastiche. Naturalmente ci sono opinioni diverse.
Ci sono coloro che accettano veramente la fotografia come mezzo di espressione alla pari di qualsiasi altro, e altri che continuano a guardare in modo miope al ventesimo secolo con gli occhi del diciottesimo, incapaci di accettare le manifestazioni della nostra civiltá meccanica.
Ma noi usiamo la macchina fotografica come uno strumento, proprio come il pittore usa il pennello, queste diverse opinioni non hanno importanza. Noi abbiamo l’approvazione di coloro che riconoscono i meriti della fotografia nei suoi aspetti multipli e l’accettano come il mezzo più eloquente e più diretto per fissare, per registrare l’epoca presente. Sapere se la fotografia sia o non sia arte importa poco. Ciò che è importante è distinguere tra buona e cattiva fotografia. Per buona si intende quel tipo di fotografia che accetta tutte le limitazioni inerenti alla tecnica fotografica e usa al meglio le possibilità e caratteristiche che il medium offre. Per cattiva fotografia si intende ciò che è fatto, si potrebbe dire, con una specie di complesso d’inferiorità, senza apprezzare ciò che la fotografia offre in se stessa, ma al contrario ricorrendo a ogni sorta di imitazioni.
Le fotografie realizzate in questo modo danno l’impressione che l’autore quasi si vergogni di fotografare la realtà, cercando quasi di nascondere l’essenza fotografica stessa della sua opera, con trucchi e falsificazioni che può apprezzare soltanto chi possiede un gusto deviato.
La fotografia, proprio perchè può essere prodotta solo nel presente e perchè si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a ciò si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un chiaro orientamento sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire.
Tina Modotti
Mexican Folkways
ottobre-dicembre 1929 -
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