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Se i grandi fotografi postassero sui forum

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  • #1822725
    Massimo
    Partecipante

    Rincaro ulteriormente…….
    Quando Marco posta le sue foto, spesso si parla di ricerca….. progettualità…… ecc. ecc. in questo momento non entro nel merito se i termini siano appropriati o no alle sue foto……. forse non lo sa neanche lui…….. (?)
    ma se quelle foto le postassi io, che sono solito fare tutt’altro genere di foto, i commenti sarebbero gli stessi?
    Uso me e Marco così non stiamo a scomodare ulteriormente i vecchietti e li lasciamo riposare in pace [inf]

    #1822727
    Franco
    Partecipante

    [quote=”Lookaloopy” post=648697]
    [quote=”fra65″ post=648695]
    perché? tu sul futuro hai una conclusione certa e inamovibile?
    parliamone….[/quote]

    Si, la mia conclusione è che non mi interessa chi abbia scattato la foto che sto osservando, se non mi piace mi sento libero di pensarlo e di esprimerlo, se il caso lo consente, al riguardo condivido al 200% il pensiero espresso da Anna:
    “Godiamocele se ci piacciono, ignoriamole se non ci dicono nulla, senza tante polemiche, sensi di colpa e vergogna.”

    Sempre riguardo al futuro, e diversamente invece da chi mi ha preceduto, la mia conclusione è che non intendo minimamente approcciarmi alla fotografia in modo accademico, rendendola solo l’ennesimo impegno, ma la utilizzerò come ho sempre fatto, come modo di esprimermi, per quanto banale possa risultare, e che con tutta la mediocrità di cui sono capace continuerò a disinteressarmi completamente di come la storia del futuro considererà le mie fotografie.
    [/quote]

    Dici che sul futuro sei in grado di determinare delle conclusioni certe e inamovibili, lo sospettavo e ti invidio molto, io per il momento ho già fin troppe difficoltà a soffermarmi sul presente.

    Comunque per un fotoamatore c’è tempo per fare tutto, impegno e divertimento, basta volerlo! ma non pensare ci sia una via corretta, il tuo percorso e qualcosa di personale, e il fatto che tu continui a prestare poca considerazione (così scrivi) delle tue foto in futuro, trovo sia molto triste.
    A tuo figlio consiglieresti di fermarsi alle scuole elementari, consiglieresti di non pensare al suo futuro, alla storia della civiltà che lui stesso è chiamato a rappresentare?
    Gli diresti, esci, vai a fare un giro in giardino e divertiti?
    Buon proseguimento….

    #1822731
    Claudio
    Partecipante

    Un estratto dal bugiardino di questo intervento. Quella che segue è una risposta dovuta a “serissimi dubbi” e nel contempo un intervento su un argomento di cui mi va di parlare, con chi ne abbia il piacere e l’interesse. Se qualcuno, scegliendo di leggere, incappasse in un termine che non conosce e non volesse sapere cosa significa è pregato di non supporre che io lo stia invitando ad andare a cercarlo sul dizionario o altrove. Io non ho mai invitato a fare un bel niente. Di certo né io né nessun’altro – come del resto è sempre accaduto – gliene faremo una colpa. Se qualcuno poi non avesse il tempo di leggere o avesse già capito che la lettura gli risulterà noiosa, presumo che non sarà così stupido e cocciuto da leggere ugualmente rinunciando a fare cose per sé più importanti o interessanti. Replicherò eventualmente solo a questioni di contenuto, e non a breve perché non ne ho il tempo.

    Steve McCurry e la foto della ragazza afgana. McCurry è un grande autore solo perché ha scattato quella foto? Naturalmente no: ci sono centinaia e centinaia di foto sue che possono aver avuto minor successo ma tutte più o meno dello stesso livello. Ma McCurry è un grande autore? Bè, gode sicuramente oggi di un notevole successo editoriale e di pubblico, e ovviamente della considerazione di alcuni critici contemporanei. Ma non andrei oltre. McCurry è innanzitutto un fotografo contemporaneo che – a torto o a ragione – sta avendo molto molto successo.

    Quando si parla di “grandi autori” non si usa l’espressione per indicare sempre la stessa categoria di persone. Potremmo dire che lo si diventa nel tempo (che, tranne per qualche rara eccezione, non è il tempo di una vita) ecco si diventa “grandi autori” quando si contribuisce, nella propria disciplina, ad allargare il campo della materia/arte oppure quando in qualche modo (mai lo stesso) si sublima in un’opera concreta e soggettiva quello che nella propria epoca viene inteso dai più a livello teorico come “poesia”, “pittura”, “fotografia”, ecc. E “i più” non coincidono con la massa degli osservatori/lettori casuali: ad essere determinante è l’apprezzamento “dei più” all’interno della schiera dei cosiddetti detentori del gusto, ovvero critici accademici, direttori di musei, direttori di collane nelle case editrici, responsabili della selezione delle opere nelle gallerie e nelle case d’asta, ecc. tutti tra loro inscindibilmente legati (sebbene su piani e con esigenze differenti).

    Steve McCurry e la foto della ragazza afgana. Alberto Korda e la foto di Che Guevara. Una singola foto per quanto famosa (e sappiamo che il diventar famoso non è un delitto ed è cosa che può accadere per le più svariate ragioni) non garantisce certamente lo status di “grande autore” a chi l’ha scattata. Gli esempi che si possono fare (e che sono già stati fatti proprio su questo sito) sono davvero tanti: dalla foto dell’allunaggio alla foto degli scontri in Piazza Tienanmen, dalla foto della linguaccia di Eistein a…

    Proviamo a cambiare ambito. Alcuni anni fa sentii dire a qualcuno che aveva le referenze e soprattutto la cultura per dirlo che Dante Alighieri sarebbe stato considerato un grande autore della sua epoca anche se non avesse scritto la “Divina Commedia”. Una provocazione? Niente affatto: non era un modo per sminuire quella che oggi è probabilmente la più famosa opera letteraria italiana nel mondo. Semplicemente si voleva mettere l’accento su un aspetto risaputo ma troppo spesso dato per scontato: dietro o accanto alla “Divina Commedia” ci sono opere che da sole garantirebbero la grandezza dell’autore, anche se milioni di persone quelle opere non le conoscono o non sono in grado di apprezzarle.

    Qualcuno conosce Pietro Masturzo? Mi auguro di sì. E’ un grande autore che entrerà di certo tra i grandi nomi della storia della fotografia? E’ davvero troppo presto per dirlo, sebbene glielo si possa augurare. Però la foto con cui ha vinto nel 2009, a 29 anni, il World Press Photo of the Year è forse in grado di emozionare più delle due arcinote citate sopra. Ah tra l’altro questa foto, che non nasce certo per essere artistica ma come parte di un reportage, ha una storia senza sapere la quale non è granché facile comprenderla a fondo, emozionarsi. Già emozionarsi: perché l’idea di fotografia e quindi il fine e insieme la causa per cui Masturzo fa quello che fa è “testimoniare l’attualità attraverso un racconto di emozioni, più che di azioni”). Naturalmente i più acuti nella foto avranno notato il rumore…

    Aggiungo: si diventa grandi autori nel tempo e non è detto che lo si rimanga. Ancora una cosa su Dante. A chi conosca la “Divina Commedia” solo attraverso l’entusiasmo di Benigni verrebbe magari da pensare che sia sempre stata un’opera apprezzatissima. Eppure ci sono stati secoli in cui ha rischiato seriamente di venir per così dire declassata ad un rango di importanza assai inferiore di quello che ha oggi. Come mai? Semplicemente perché la ricezione delle opere e degli autori cambia notevolmente di epoca in epoca, seguendo ragioni che, senza aver prima studiato l’epoca che si va ad analizzare, è difficile se non impossibile comprendere. Un altro esempio analogo e più recente, preso sempre dal campo della letteratura, potrebbe essere quello di Salvatore Quasimodo: vinse un Nobel e ottente un consistente successo di critica, ma al momento, oggi, altri poeti un tempo meno considerati di lui stanno acquisendo una rilevanza probabilmente maggiore all’interno della storia della poesia italiana del medesimo periodo.

    Guardiamo ancora un attimo a McCurry. A molti che abbiano visto le foto con cui l’autore ha ritratto la terra de’ palombacci alla ghiotta, dello scarafischio e delle norcinerie, qualche perplessità sulla sua grandezza è venuta. Confesso: a me per primo. Forse le stesse perplessità che a qualcuno sono venute osservando certi “culi” di Franco Fontana o altre opere di altri fotografi di successo le quali non sono probabilmente tra le più riuscite di questo o quell’autore.

    E poi torno a ripetere: si diventa grandi autori nel tempo e non è detto che lo si rimanga. Un altro esempio, questa volta preso dal mondo della fotografia italiana. Fulvio Roiter, nato nel 1926, provenendo dall’ambiente fotoamatoriale ha saputo poi riscuotere un grande successo editoriale e di pubblico e ritagliarsi anche uno spazio a livello internazionale. Mario Giacomelli, nato nel 1925, al contrario faticò molto a farsi apprezzare (e accettare) nel mondo dei circoli e dei concorsi e, sebbene in vita abbia poi avuto le sue soddisfazioni, la sua “grandezza” è cresciuta solo gradualmente nel tempo, ma è cresciuta molto e probabilmente è destinata a crescere ancora.

    In precedenza ho citato Masturzo: uno che nonostante si sia trovato a realizzare scatti-notizia in ambiente di guerra ha scelto di non rinunciare a cercare di trasmettere le proprie emozioni attraverso le proprie foto: “Non ho la pretesa di essere comprensibile per tutti, ma ho l’ambizione che, mettendo un appunto accanto all’altro, forse riuscirò a far emozionare gli altri per quello che ha emozionato me”. Chissà se le sue parole e le sue idee, e più ancora le sue foto e le sue scelte concrete, ci possono magari insegnare qualcosa…

    P.S. La ricerca di una “ingenuità” (intesa come sospensione delle categorie di giudizio preesistenti, soprattutto di quelle che generalmente consideriamo ovvie e scontate) penso anch’io possa essere un buon mezzo per allargare le proprie percezioni e prospettive, e probabilmente sarà ciò che permetterà ad autori che oggi nessuno conosce di ampliare in futuro il campo del “fotografico”, riuscendoci proprio grazie al fatto di non essere partiti avendo la pretesa di sfondare a tutti i costi come unica ambizione; ma affiancando a quell’ambizione anche rigore, metodo e la conoscenza della tradizione in cui intendono inserirsi.

    #1822732
    anna
    Partecipante

    Clanon io sono una stupida cocciuta evidentemente…. chiudo l’argomento e passo la mano.

    #1822733
    Luca Lupi
    Partecipante

    [quote=”fra65″ post=648705]
    A tuo figlio consiglieresti di fermarsi alle scuole elementari, consiglieresti di non pensare al suo futuro, alla storia della civiltà che lui stesso è chiamato a rappresentare?
    Gli diresti, esci, vai a fare un giro in giardino e divertiti?
    Buon proseguimento….[/quote]

    Scusa Franco, come puoi pensare che questo e il mio approccio alla fotografia abbiano la benché minima relazione fra loro?
    Io attribuisco alle due cose un grado di priorità e importanza molto differente, quasi abissale, ma mi rendo conto che non può essere così per tutti, probabilmente è dovuto al mio scarso livello di cultura.
    Non posso rispondere alla tua domanda, posso dirti che se un giorno mio figlio decidesse di interessarsi alla fotografia e mi rivolgesse delle domande in merito mi limiterò a dirgi qual’è stato il mio approccio e quali benefici ne ho tratto. Punto.

    [quote=”anbe40″ post=648709]Clanon io sono una stupida cocciuta evidentemente…. chiudo l’argomento e passo la mano.[/quote]

    Si, anche io.

    #1822737
    lovis1
    Partecipante

    Volendo aggiungere al molto già detto sono convinto che dietro al percorso di questi grandi autori vi è una grande motivazione ,talmente forte che vita e fotografia si fondono. Anche il coraggio di credere che si potesse vivere con un certo tipo di fotografia è stato parte fondamentale nel loro percorso. Poi alcune persone hanno capacità di comunicazione che vanno oltre, indipendentemente dalle loro basi culturali, anche se un buon bagaglio aiuta. Tutti in sostanza ci possono provare…..ma chi ha il coraggio di farlo?….e questo naturalmente non solo in ambito fotografico, poi anche con un poco di fortuna si può sfondare.
    Max ha posto un curioso quesito, forse in maniera un poco di parte ( quella amatoriale )….prendere una porzione del “tutto”e giudicarla non penso sia un approccio corretto, sicuramente curioso, ma fine a se stesso. Immaginiamo di smontare una Ferrari e di estrapolare un singolo ingranaggio….potremmo scambiarlo tranquillamente con quello di una macchina agricola.

    #1822739
    Mullahomark86
    Partecipante

    Cerco di tornare all’originale quesito posto da Max. Se Cartier Bresson postasse oggi la foto proposta da Max io gli farei i miei più sinceri complimenti. Il valore delle buone fotografie non conosce età o strumenti, del passato o del presente che siano. L’orizzonte è storto? E chissenefrega. E’ assolutamente irrilevante.
    La foto di Capa è un caso diverso: è assolutamente impossibile guardarla estrapolandola dal contesto e dal momento in cui è stata fatta. E’ una testimonianza (una delle poche) di un evento che non si ripeterà più. E a questo punto tutte le categorie possibili e immaginabili che ci costruiamo per parlare di una foto, saltano per aria.

    p.s: Clanon così rischi di uccidere qualcuno per sfinimento!

    [lo]

    #1822741
    Mullahomark86
    Partecipante

    Anna passo a risponderti punto per punto perchè sono argmenti che mi interessano molto.

    [quote=”anbe40″ post=648674] Marco, hai mai pensato che anche questo potrebbe rivelarsi un altro periodo eroico della fotografia?[/quote]

    Non lo so, può essere. Sicuramente il linguaggio della fotografia è cambiato, non è più quello di Bresson, della Modotti o di Weston. Una certa incrollabile fiducia nei confronti dell’influenza della fotografia sulla società, sul suo potere rivoluzionario, è morta. Purtroppo (almeno secondo me), il pericolo è che muoia anche il desiderio di un’estetica, qualunque essa sia. Affidarsi solo ed esclusivamente alla realtà per come la si vede, senza la guida di un’educazione a guardare, può portare, come sta già succedendo, ad un rigetto di qualunque forma. Il che, ovviamente, non è detto che sia un male.

    [quote=”anbe40″ post=648674] Va bene dare un peso “storico” a quelle immagini ma è anche giusto guardare avanti. Una fotografia che oggi noi consideriamo “inutile” forse un giorno verrà rivalutata per quello che è: un documento di questa epoca.
    Bresson, Capa, Chappell, Adams, Modotti, Taro, Bourke-White, Weston e tanti tanti altri hanno fatto la storia della fotografia, ora spetta a noi, con le vecchie e nuove tecnologie fare la nostra storia fotografica
    Spetta a noi dare alla fotografia una “nuova” collocazione e spetta a noi capire il ruolo che sta assumendo nella vita quotidiana di ogni persona.
    La storia è importante e ci dovrebbe insegnare a non commettere gli stessi errori, e la storia fotografica non potrà mai avere una evoluzione seria se piuttosto che crearne una nuova e più bella ci si fossilizza nel passato e si inventano brutturie definendole “arte fotografica”.[/quote]

    La storia è importante per potersene costruire una propria. E’ importante assorbirla, come e quanto sta a ognuno stabilirlo, e poi dimenticarla. Come la tecnica.

    [quote=”anbe40″ post=648674]Trovo inutile anche fare commenti da forum su immagini che oggi come oggi hanno un valore di documento storico e/o artistico.
    Ci si può fare una risata ma dopo un po’ ci si stanca.

    Edit: ci si stanca anche a leggere lunghi trattati filosofici con poche verità assolute incomprensibili, in un forum dove l’aria dovrebbe essere respirata da tutti senza dover ogni volta aprire un dizionario.[/quote]

    Qui non posso che concordare 🙂

    #1822742
    Alessandro Ingoglia
    Partecipante

    Ho letto con molto interesse questa discussione e non ho fatto in tempo ad inserirmi prima per mancanza di tempo.
    Devo dire di essere in linea con quanto già detto da Clanon e Franco e non starò qui a ripetere le loro già esaustive considerazioni, che condivido.
    Noto tra l’altro che tutta la discussione è un po’ sbilanciata perché chi sostiene (come Clanon e Franco e mi aggiungo anche io e mi scuso se scordo qualcun altro) il valore della Fotografia come arte con una sua storia che va (o quantomeno andrebbe) inevitabilmente presa in considerazione quando guardiamo una foto o la facciamo, articola con lunghe spiegazioni, facendo giustamente riferimento ad autori, periodo storico e tutto ciò che contribuisce a esplicare il proprio pensiero; chi ribatte, e mi duole dirlo, spesso si arrocca su posizioni di chiusura, che sinceramente faccio fatica a capire … Vi pongo una domanda: come si fa ad amare la fotografia e contemporaneamente a disconoscere il valore che essa ha espresso dalle sue origini fino ad oggi???
    Credo che così come abbiamo letto il manuale della macchina fotografica e un manuale di tecnica possiamo benissimo leggere libri che parlano di fotografia in senso più ampio. Non è un delitto non conoscere le cose, ma persistere in determinate convinzioni dettate inevitabilmente dalla non conoscenza….

    Rispondo anche a Max che credo mi abbia indirettamente citato più volte in diversi topic riguardo l’abuso delle parole “serie” “ricerca” e “progetto” sulle foto di Marco… se non ricordo male sono stato io il primo ad usarle guardando le sue foto, perché una sequela di foto messe in fila, formano automaticamente una serie, e per semplicità non saprei come chiamarle diversamente. Riguardo a “ricerca”: è evidente guardando le foto che c’è una “ricerca” di linguaggio, forse non voluta (ma non credo) o non ancora consapevole, ma penso con ciò di avere sminuito il valore di quelle foto, anzi … D’altronde penso che ognuno di noi, nel nostro modo di fotografare faccia una ricerca, è la consapevolezza e la progettualità che c’è dietro a fare la differenza… Quindi se ho usato queste parole è perché ho riscontrato questi valori in quelle foto, o forse perché nel mio percorso personale sto cominciando a considerare la fotografia anche in questi termini…
    Ciò non vuol dire che considero di serie B la fotografia che non risponde a questi criteri… o chi fa fotografia senza seguire un progetto prestabilito…
    Buona luce a tutti!

    #1822743
    Luppolo
    Partecipante

    Ale, secondo te chi privilegia l’immagine (senza necessariamente ripercorrerne la storia, la genesi e la storia personale dell’autore) lo fa per ignoranza e volontà di rimanere nel proprio stato di ignoranza?

    E se fosse solamente un diverso approccio a questo fantastico mondo?

    #1822744
    Massimo
    Partecipante

    [quote=”Find my self” post=648718]Rispondo anche a Max che credo mi abbia indirettamente citato più volte in diversi topic riguardo l’abuso delle parole “serie” “ricerca” e “progetto” sulle foto di Marco…[/quote]
    Non mi riferivo a te, il mio è un discorso molto più generalizzato di quanto può sembrare da quello che ho scritto. Era uno sfogo dovuto anche alla frequentazione di circoli fotografici dove ci sono persone che sanno dire sempre e solo quelle 4 cose 😉

    #1822745
    fotoit
    Partecipante

    [quote=”Find my self” post=648718] Vi pongo una domanda: come si fa ad amare la fotografia e contemporaneamente a disconoscere il valore che essa ha espresso dalle sue origini fino ad oggi???[/quote]

    Ha me non sembra che qualcuno abbia affermato ciò, un conto è riconoscere il valore che la fotografia ha espresso sin dalle sue origini, un conto è voler per forza seguire le orme di chi ci ha preceduto, i tempi passano tutto cambia.

    #1822747
    Massimo
    Partecipante

    Dipende tutto da cosa intendi per fotografia……… nel mio caso è un hobby che mi appassiona moltissimo, grazie al quale passo molto tempo in posti che mi piacciono e in compagnia di amici………. della sua storia…… dei suoi risvolti socio/culturali mi interessa poco o nulla……..

    #1822748
    fotoit
    Partecipante

    [quote=”maxcasa72″ post=648723]Dipende tutto da cosa intendi per fotografia……… nel mio caso è un hobby che mi appassiona moltissimo, grazie al quale passo molto tempo in posti che mi piacciono e in compagnia di amici………. della sua storia…… dei suoi risvolti socio/culturali mi interessa poco o nulla……..[/quote]

    Sono più che d’accordo e questo non vuol dire che non sappia apprezzare certe foto di una volta, ma spesso l’apprezzamento è guidato pensando all’epoca e magari pensando “guarda questo cosa è riuscito a fare nonostante le poche risorse dell’epoca”, appunto le apprezzo per l’epoca ma sicuramente non sono all’altezza di certe foto di oggi, ma ovviamente con i metodi odierni è anche più facile.

    #1822751
    lovis1
    Partecipante

    [quote=”fotoit” post=648724………..ma sicuramente non sono all’altezza di certe foto di oggi, ma ovviamente con i metodi odierni è anche più facile.[/quote]

    Paragonare foto di periodi così distanti non so quanto senso possa avere, mentre trovo più corretto il ragionamento di “Max” quando afferma….”ma se avessi postato io quelle fotografie?” (es. quelle di Marco). In questo mi trova d’accordo, se ho ben inteso il suo pensiero, almeno qui sul forum la “neutralità” del commento penso vada preservata al massimo cercando di non farsi influenzare troppo dalla fama , o meno di chi posta.
    Poi chi oltre alla tecnica possiede anche una buona cultura fotografica…..tutto di guadagnato.

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