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Se vi avanzano due soldini…

  • Questo topic ha 79 risposte, 28 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 13 anni, 7 mesi fa da Anonimo.
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  • #1637603
    Nessuno
    Partecipante

    Che avrebbe di bello questa foto oltre l’espressione? Ha tagliato pure i piedi…. mah….

    #1637612
    Franco
    Partecipante

    Se proprio dobbiamo parlare di regole……. le misure non sono rispettate con precisione sartoriale, ma in ogni caso, è chiamato “piano Americano”….. taglio dalle ginocchia in su’……. [lo] 😉

    #1637625
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da McBrandon: non credo esista un modo sicuro ed efficiente per scovarli e capirli, sopratutto quando ci sono in ballo anche elementi inerenti l’estetica ed il gusto personale come nella fotografia: si procede a tentoni imparando dall’esperienza, dai consigli degli altri, attraverso ragionamenti razionali e, talvolta, ci si affida anche un pochino al proprio istinto.

    Ciao Brando, riprendo questa discussione perchè la tua riflessione è quantomai profonda e interessante, mi fa piacere provare a ragionarci su. Poni l’accento su 3 parole, che potremmo definire concetti, essenziali: l’errore, l’estetica fotografica, l’istinto. L’errore e l’estetica fotografica – nel lavoro di HCB, così come in quello di moltissimi fotografi contemporanei, esiste ed è esistita la sperimentazione e la volontà di esplorare nuovi territori dell’immagine. Ora, non mi riferisco solo a questo scatto, che peraltro ritengo abbastanza semplice e tutto sommato “convenzionale”, ma al lavoro di molteplici fotografi che hanno volutamente commesso errori, infranto regole, hanno insomma SBAGLIATO considerando l’errore come un approccio possibile alla ricerca e alla sperimentazione estetica e linguistica, e tramite questi errori hanno trovato un nuovo e personalissimo, emozionante e anticonvenzionale linguaggio fotografico. L’istinto e l’estetica – in particolare, HCB ha fatto di questo il suo marchio di fabbrica, il suo approccio alla fotografia fatto di estrema snellezza, di velocità di scatto, di saper cogliere l’attimo, il momento. Parliamo di un artista che per tutta la vita si è adoperato nella ricerca di qualcosa di sublime, ha intrapreso un grandioso viaggio nell’esistenza per fermarne i momenti più intensi sulla pellicola, come solo un grandissimo fotografo sa fare. E a volte l’istinto prevale sulla composizione, prevale sulla perfezione dello scatto, prevale su tutto e “coglie un attimo”, scatta. Guardando le cose da questo punto di vista, un “errore” è assolutamente insignificante. [lo]

    #1637626
    xilvia
    Partecipante

    boh non lo so…eppure in questo scatto io ci vedo tanta vita: la fierezza del bimbo nel portare ciò che appartiene al mondo dei grandi (il vino); le bimbe che sbirciano l’ometto in erba; la madre che ancora veglia su tutto quanto, ma da lontano, che sa di doverlo lasciar crescere quel figlio…la strada per crescere è lunga e corre nel fotogramma… non è un bellissimo scatto? se il mio peggiore scatto fosse questo…magari!

    #1637680
    Franco
    Partecipante

    ancora sull’errore……… avevo deposto ogni velleità, di discutere sull’argomento…….. ho avuto la netta sensazione che fossero parole sprecate. Cos’è un errore? si può fare errori tecnici (messa a fuoco scorretta, PdC sconveniente, tempo troppo breve per fermare il soggetto, ecc…) oppure errori nella composizione (soggetto disposto male nell’inquadratura, oppure parziale, porzione della scena troppo ampia, soggetto “impallato”, di spalle, con gli occhi chiusi, in controluce, ecc..). In ogni caso l’errore viene condannato dai “maestri” di fotografia, un pò come il maestro delle elementari sgrida l’alunno che ha dimenticato la tabellina: “quando sarai grande dovrai conoscere i numeri…”….. poi da grande scopre che esistono i calcolatori elettronici e si dimentica le tabelline, ok, questo è un altro discorso….. non mettiamo il dito nella piaga. Acrobat penso non si riferisse all’aspetto pratico dell’errore (la capacità di apprendere procedendo per tentativi ed errori, il metodo ipotetico-deduttivo) piuttosto penso che si riferisse all’abitudine, a dire il vero molto in auge tra i fotografi, di essere perseguitati dall’idea di commettere un’errore, e quindi di conseguenza, l’impossibilità di commettere l’errore in modo consapevole, pregiudicando la libertà espressiva caratteristica essenziale di ogni forma artistica. SI E’ ARTISTI SOLO QUANDO SI AGISCE CON UNA SUFFICIENTE LIBERTA’ ESPRESSIVA Finchè vediamo l’errore in sè, non saremo liberi di esprimerci nella maniera corretta. Finchè le regole saranno dogma, il nostro lavoro sarà mediocre, inteso nel senso etimologico del termine: nel medio, in mezzo, nel limbo mediano che Dante diede a Catone, il luogo dove le anime cercano la LIBERTA’ dal peccato: l’errore Cristiano (se guardiamo le cose con l’addebito delle colpe e dei meriti) oppure più’ semplicemente, tra la nostra volontà di cercare e la libertà di creare. Quello che Acrobat voleva dire è che fin quando l’errore non riprenderà la sua ideale natura, quella di strumento indispensabile dell’apprendimento, il fotografo non sarà in grado di accettarlo come inevitabile parte di un processo espressivo. Non dimentichiamo che (Enrico l’aveva accennato nelle pagine precedenti) HCB aveva il surrealismo nel sangue, prima e dopo la fotografia venne la pittura. Sebbene il suo modo crudo di scavare nell’inconscio delle abitudini della società umana possa far pensare che la sua fotografia sia permeata di realismo, nella realtà se osserviamo le sue fotografie troviamo tutti i tratti del surrealismo, sia nei soggetti che nell’approccio del fotografo, perfino nei mezzi utilizzati. Nel surrealismo l’errore è parte fondamentale del processo creativo, per il fotografo surrealista ciò che conta è esercitare la sua azione (fotografica) libero dai preconcetti della mente, col fine di far emergere l’inconscio……. questo concetto è fondamentale nella crescita artistica di un fotografo, l’errore dev’essere parte integrante del suo lavoro, l’inevitabile prezzo da pagare per creare (qualcosa di nuovo: la creazione si differenzia dalla copia proprio per questo!!!!) 😉 [lo]

    #1637700
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: avevo deposto ogni velleità, di discutere sull’argomento…….. ho avuto la netta sensazione che fossero parole sprecate.

    Carissimo Franco, le parole scritte che possono essere lette, finchè sono permeate di contenuti come le tue, non sono mai sprecate. 😉

    #1637724
    Anonimo
    Ospite

    Originariamente inviato da EnricoX: Carissimo Franco, le parole scritte che possono essere lette, finchè sono permeate di contenuti come le tue, non sono mai sprecate. 😉

    Concordo in pieno. (o)

    Originariamente inviato da EnricoX: Ora, non mi riferisco solo a questo scatto, che peraltro ritengo abbastanza semplice e tutto sommato “convenzionale”, ma al lavoro di molteplici fotografi che hanno volutamente commesso errori, infranto regole, hanno insomma SBAGLIATO considerando l’errore come un approccio possibile alla ricerca e alla sperimentazione estetica e linguistica, e tramite questi errori hanno trovato un nuovo e personalissimo, emozionante e anticonvenzionale linguaggio fotografico. L’istinto e l’estetica – in particolare, HCB ha fatto di questo il suo marchio di fabbrica, il suo approccio alla fotografia fatto di estrema snellezza, di velocità di scatto, di saper cogliere l’attimo, il momento. Parliamo di un artista che per tutta la vita si è adoperato nella ricerca di qualcosa di sublime, ha intrapreso un grandioso viaggio nell’esistenza per fermarne i momenti più intensi sulla pellicola, come solo un grandissimo fotografo sa fare. E a volte l’istinto prevale sulla composizione, prevale sulla perfezione dello scatto, prevale su tutto e “coglie un attimo”, scatta. Guardando le cose da questo punto di vista, un “errore” è assolutamente insignificante. [lo]

    Sono contento che questa discussione sia proseguita in questa maniera, peraltro piuttosto interessante. Già che ci sono colgo anche l’occasione di rignraziare te, Acrobat, Fra65 e tutti gli altri che hanno avuto modo, coi loro interventi, di aprirmi ulteriormente gli occhi. Credevo, fino adesso, che una foto seppur bella, ma con degli errori potesse perdere anche molto del suo fascino, per finire di diventare qualcosa di carino, ma nulla di più: non qualcosa a cui puntare nel tentativo di migliorarsi insomma (questo parlando in generale, di certo non mi paragono ai grandi fotografi… ne ho di strada da fare). Mi sono reso conto, grazie a voi, che una foto può essere bella anche nella sua imperfezione (non che ci sia qualcosa di perfetto a sto mondo, sia chiaro) se in grado di suscitare emozioni. Sicuramente mi ci vorrà un po’ per togliermi il vecchio fardello che mi sono portato fino ad esso (e magari rischierò di cascarci), comunque il primo passo l’ho fatto e me ne aspettano tanti altri.

    Originariamente inviato da fra65: Quello che Acrobat voleva dire è che fin quando l’errore non riprenderà la sua ideale natura, quella di strumento indispensabile dell’apprendimento, il fotografo non sarà in grado di accettarlo come inevitabile parte di un processo espressivo.

    Credo di aver capito… In sostanza, io consideravo l’errore come qualcosa di negativo che può portare al positivo (il migliorarsi), mentre invece andrebbe considerato in veste totalmente positiva in quanto segno/stimolo che porta alla sperimentazione: non cercare l’errore per evitarlo in futuro (apprendere dagli sbagli), ma cercarlo per farne esperienza, capirne pregi e difetti della nuova scoperta e, nel caso si riveli utile, riadattarlo secondo le proprie esigenze scoprendo magari qualcosa di nuovo e comunque di diverso. [pen]

    Originariamente inviato da fra65: Nel surrealismo l’errore è parte fondamentale del processo creativo, per il fotografo surrealista ciò che conta è esercitare la sua azione (fotografica) libero dai preconcetti della mente, col fine di far emergere l’inconscio……. questo concetto è fondamentale nella crescita artistica di un fotografo, l’errore dev’essere parte integrante del suo lavoro, l’inevitabile prezzo da pagare per creare (qualcosa di nuovo: la creazione si differenzia dalla copia proprio per questo!!!!)

    Mmmm… in sostanza, dopo aver avuto modo di fare la propria esperienza iniziale, tentare di puntare verso una sorta di “istintivismo” (senza, ovviamente, scattare a casaccio)? [scr] Un istintivismo vincolato il meno possibile (meglio ancora se totalmente libero) da calcoli e composizioni. [pen]

    #1638037
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da EnricoX: Carissimo Franco, le parole scritte che possono essere lette, finchè sono permeate di contenuti come le tue, non sono mai sprecate. 😉

    Ciao Enrico grazie dell’incoraggiamento….. allora continuo 😉 …………..è difficile vedere i “miti” nella loro interezza, mi riferisco a HCB…….. Con le parole non sempre possiamo dare luce, dov’è buio. E chi comprende dalle parole, è perché ha già visto la luce….. Tu comprendi, ma per molti di noi che indossiamo il “velo di Maya”, i maestri della fotografia come HCB è come se fossero usciti fuori dalla nota allegoria di Platone “La caverna” e avessero fotografato noi chiusi dentro la grotta……. prova ad osservare le foto che hanno fatto la storia, i paesaggi sembrano usciti da un sogno onirico e le persone indossano maschere di cavernicoli……… raffigurano tragedie, virtù’, stortezze e bellezze varie. La visione è fuori, il contenuto dentro….. è tutto come dovrebbe essere, tutto al suo posto. la fotografia è questo, l’immagine consunta di una realtà familiare (inteso come “appresa, conosciuta”), la foto di un bambino con i bottiglioni che attraversa la strada della vita per venirci incontro, oggi forse sarà morto, ma con questa istantanea possiamo rivivere la sua ombra, per un breve istante impressa sulla pellicola. Tutto questo è fuori, è oltre, e non è possibile giudicare se l’osservatore guarda dalla caverna….. Come avviene nelle antiche “icone” in cui il linguaggio grafico è codificato all’interno di metafore in parte simboliche, in parte distinte nell’immaginario comune certe fotografie sono “icone” che richiedono di essere semplicemente osservate senza giudicare, perché il giudizio compete a chi può leggere l’immagine nella sua interezza….

    Originariamente inviato da McBrandon: ………. andrebbe considerato in veste totalmente positiva in quanto segno/stimolo che porta alla sperimentazione: non cercare l’errore per evitarlo in futuro (apprendere dagli sbagli), ma cercarlo per farne esperienza, capirne pregi e difetti della nuova scoperta e, nel caso si riveli utile, riadattarlo secondo le proprie esigenze scoprendo magari qualcosa di nuovo e comunque di diverso.

    La tua descrizione è giusta, sintetica e chiara. L’approccio indeterministico è quello più’ corretto…… Senza la paura di commettere errori possiamo migliorare la qualità delle foto, inoltre provando e sperimentando riusciamo ad apprendere che proprio nell’errore vi è la genuina bellezza dell’incompiuto, dell’inatteso, dell’istantaneo…… l’errore è l’opposto delle regole, a volte l’errore ispira, altre volte consente di apprendere tecniche e metodi d’approccio al soggetto che la ragione con tutte le sue le regole, aveva precluso…. però non sempre viene apprezzato, la cultura di massa impone modelli d’apprendimento diversi e purtroppo spesso imparariamo LEGGENDO TROPPO E COMPRENDENDO POCO, quindi risulta normale che la maggioranza dei fotografi sia assolutamente impreparata a recepire il messaggio contenuto in un certo tipo di fotografia. Ci troviamo impreparati perché apprendiamo per intercessione di manuali e forum che puntano esclusivamente (a volte con cognizione di causa, profitto) all’uso di tecniche, tecnologie e insegnamenti a “prova d’errore” che a lungo andare anestetizzano gli stimoli di ricerca. Purtroppo questa è la realtà, da sempre! e non dobbiamo stupirci che molti artisti abbiano passato la vita incompresi, e invece chi produce “copie perfette” ha l’onore del plauso dei “mediocri”, che sono la maggioranza. Nei pochi casi “predestinati” sarà poi la storia a controvertite questa realtà, quando le opere che hanno qualcosa da raccontare si distingueranno dalle copie (per copie non intendo “plagio”, ma “simili ad altre, senza vena creativa”) …. Ma la cosa non si ferma qui, dentro di noi c’è un enorme potenziale espressivo che aspetta solo di essere lasciato libero, di solito è la ragione che ferma questa “carica” accumulata nella sfera del subconscio….. un pò come una molla sotto carica, siamo stressati, nevrotici e non riusciamo a capire il motivo…….. nella fotografia compriamo ottiche, attrezzature e accessori con ritmi cadenzati, leggiamo, proviamo, sperimentiamo ma siamo sempre al punto di partenza…… le foto sono dritte, cromaticamente corrette, definite, ben inquadrate……… ma………………… Quando abbiamo la possibilità di liberare questa molla riusciamo finalmente ad esprimere le cose che abbiamo dentro, allora capiamo che ciò che cercavamo era dentro di noi ed eravamo noi, la nostra ragione, a frenare le potenzialità ……. ci siamo liberati dal fardello delle regole e finalmente possiamo creare, fare arte. In un modo o nell’altro tutti noi facciamo arte, chi più’ chi meno, ma non sempre quest’arte è libera d’esprimere il suo potenziale nel modo più’ corretto: c’è l’arte più genuina e quella più “confezionata”, convenzionale. La differenza tra le due è la LIBERTA’ del nostro agire, più’ o meno condizionato dalla nostra ragione.

    Originariamente inviato da McBrandon: Mmmm… in sostanza, dopo aver avuto modo di fare la propria esperienza iniziale, tentare di puntare verso una sorta di “istintivismo” (senza, ovviamente, scattare a casaccio)? [scr] Un istintivismo vincolato il meno possibile (meglio ancora se totalmente libero) da calcoli e composizioni. [pen]

    un’istintivismo puro genera forme artistiche grezze, schizofreniche, Anche se in alcuni casi può essere utile scavare l’inconscio per disporre di un’intuizione pura, come ad esempio nell’arte astratta, per alcuni generi è indispensabile disporre di una guida in grado di pilotare l’istinto. Comunque, l’istintivismo puro non esiste, la ragione è sempre presente in modo latente, non possiamo evitarlo (senza l’uso di dannose “forzature”), ma possiamo agire nel modo più’ opportuno alla situazione in cui ci troviamo. L’argomento potrebbe dare adito a diverse interpretazioni, quindi porto un’analogia…… quando guidi una moto oppure un’automobile pensi alla guida? No! l’ottimo pilota guida senza pensare, utilizzando solo l’istinto. Il pensiero renderebbe l’azione di guida enormemente più’ lenta, limitata, insufficiente, insicura e pericolosa…… prova a immaginare cosa potrebbe accadere: “allora, all’incrocio mi sposto di 1 mt a destra e affianco l’auto sull’altra corsia con un margine di sicurezza di 70 cm, a 1200cm dalla linea di stop incomincio a frenare facendo una leggera pressione sui freni fino a 400cm, poi aumento l’azione della frenata, fino a bloccare i freni a 50 cm dalla linea di stop…….” se dovessimo guidare in questo modo l’auto durerebbe poco e lo stress da traffico prenderebbe il sopravvento…. A volte succede di guidare senza coscienza di quello che si fà, il tempo scorre e i pensieri (la ragione) vagano per altri lidi, pensiamo alle faccende di lavoro, domestiche, ecc……. eppure guidiamo!……….. allora la ragione non è indispensabile! Fotografare dev’essere come guidare, è necessario imparare tutte le regole per poi dimenticarle, lasciando che la guida sia in parte, azione dell’inconscio, in questo modo si potrà ottenere un risultato artistico tanto più’ puro quanto più’ inconscio. Però attenzione, con questo non voglio dire che grazie all’inconscio potremo fare fotografie migliori rispetto un’esercizio ragionato……… non tutti hanno le doto di Valentino Rossi, semplicemente, avremo a disposizione una libertà espressiva maggiore, è per l’artista, questo vuol dire molto…. ciao e buone foto 😉

    #1638039
    mabriola
    Partecipante

    …tornando al tema..se mi avanzassero due soldi…li metterei da parte…

    #1638040
    Anonimo
    Ospite

    Grazie Fra65, grazie per aver esternato le tue opinioni e le tue ulteriori spiegazioni: ne farò tesoro e farò in modo che mi spronino al miglioramento ed ad una diversa visione della fotografia.

    #1638084
    gamone
    Partecipante

    Ciao a tutti, volevo esprimere la mia opinione sulla questione “errore” facendo un esempio lontano dalla fotografia, spero che venga compreso. Mi è capitato spessissimo, mixando le mie canzoni, di sentirmi dire frasi del genere: spingere il rullante a +3db in confronto alla voce è SBAGLIATO… E’ sbagliato perchè lo dice tizio che ha scritto un manuale sulla registrazione sonora? Secondo me sarebbe meglio dire che non è convenzionale per tutta una serie di dettagli tecnici (il rullante potrebbe coprire la voce mettendola in secondo piano). Anche diversi brani dei Queen hanno utilizzato delle tecniche di mixaggio non convenzionali per quel periodo, eppure mi pare che i risultati siano stati favolosi. La storia della musica è piena zeppa di queste situazioni, e credo anche la storia della fotografia. Tornando alla foto in questione trovo azzardato quindi affermare certe cose, spinti dalla certezza di ciò che si è letto sui manuali. Chissà cosa direbbero queste persone guardando il ritratto della Gioconda, notando che la parte sinistra è più in basso di quella destra. Salute a tutti.

    #1638090
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da mabriola: …tornando al tema..se mi avanzassero due soldi…li metterei da parte…

    ..io sarei già ‘partito’ 🙂

    #1638372
    mabriola
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: ..io sarei già ‘partito’ 🙂

    be anche io volendo, sarebbe una buona soluzione alternativa…

    #1638399
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da McBrandon: Grazie Fra65, grazie per aver esternato le tue opinioni e le tue ulteriori spiegazioni: ne farò tesoro e farò in modo che mi spronino al miglioramento ed ad una diversa visione della fotografia.

    grazie a te, McBrandon, per l’opportunità che ci hai dato di discutere di questi argomenti. Nel forum, oltre alle necessarie discussioni tecniche sull’attrezzatura, ogni tanto ci sono confronti su temi che riguardano la fotografia “vissuta”, com’è avvenuto in questo topic…… il confronto è sempre utile, soprattutto quando è aperto e gradevole. Un saluto [lo]

    #1638714
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da McBrandon: (rischiare – filosofia – incomprensione ) Mmmm… qui temo si rischi di andare un po’ sul filosofico (tant’è che non sono sicuro di aver capito il discorso). 🙂 Spero di non ripetermi e di non dire cose ovvie… […]

    Già con tale preambolo hai ampiamente ricorso ad una ripetuta banalatà … col ricorrere alla filosofia puoi rischiare di capirci qualcosa! Tutto ciò che fai seguire dopo mi pare ovvio, forse gratuito o istruttivo; grazie per averlo posto a seguito di una mia considerazione, anche se non c’entra… scrissi [con quali strumenti sei in grado di determinarne l’esistenza? ] Era un tentativo (forse inopportuno) di farti notare con freddezza(per rafforzare il discorso) quanto fossi pedante nel continuare a giudicare ‘errore’ quel taglio sul piede pur riconoscendo di non poterlo determinare… Ma, cos’è sta filosofia! … 🙂 Scusa t’avevo perso e ripescato con una ricerca su me stesso… E scusa se sono freddo, infatti essendo antipatico ti risposi per compensare; perchè sembri simpatico. Ciao

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