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Slow Photo – Scattare con lentezza

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  • #1598415
    porcospino99
    Partecipante

    Ho notato e visto che condivido quanto riportato dal manifesto volentieri segnalo. ciao http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2010/09/09/scattare-con-lentezza/ Mi preme sottolineare due passaggi in particolare: 1) • Esaltiamo un approfondimento meditativo così da consentire lo stabilirsi di un transfert emozionale tra il fotografo e ciò che viene fotografato. 2) Riteniamo non significativo alle nostre finalità il tipo di mezzo tecnico di ripresa e di fruizione dell’immagine stessa utilizzati.

    #1598440
    albert_insane
    Partecipante

    ciao porcospino, condivido in pieno le riflessioni presentate… pur ritenendole di respiro più ampio. la consapevolezza di vivere immersi nel bello che ci circonda dovrebbe(ahimè, dovrebbe) portarci con naturalezza all’osservazione, e quindi alla riflessione. per natura umana, è oggi più facile oggi fermarsi a riflettere davanti a situazioni o scene negative, che prendono a pugni la nostra insonnolita coscienza.

    #1598441
    fireblade
    Partecipante

    E’ sempre possibile scegliere, è sempre possibile fermarsi, è sempre possibile riflettere. Ma bisogna volerlo veramente, deve essere una scelta consapevole frutto della ragione. Poi il resto vien da sé.

    #1598817
    albert_insane
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: E’ sempre possibile scegliere, è sempre possibile fermarsi, è sempre possibile riflettere. Ma bisogna volerlo veramente, deve essere una scelta consapevole frutto della ragione. Poi il resto vien da sé.

    sono d’accordo con te fireblade, tuttavia mi accorgo della sempre minore propensione dell’uomo a fermarsi e…scegliere. c’è intelligenza, c’è conoscenza e innumerevoli possibilità, ma sembra come se le scelte più importanti nella vita le abbia già fatte qualcun’altro per te, imponendo modelli di vita(e in senso più ampio anche modelli di sviluppo sociale) buon lunedi 🙂

    #1598819
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da albert_insane: sono d’accordo con te fireblade, tuttavia mi accorgo della sempre minore propensione dell’uomo a fermarsi e…scegliere. c’è intelligenza, c’è conoscenza e innumerevoli possibilità, ma sembra come se le scelte più importanti nella vita le abbia già fatte qualcun’altro per te, imponendo modelli di vita(e in senso più ampio anche modelli di sviluppo sociale) buon lunedi 🙂

    In effetti la questione è grave. Amo molto osservare il comportamento delle persone, specie dei giovani, e non ti nascondo che sono molto, molto preoccupato. Subiscono passivamente modelli di comportamento imposti dal marketing, così li vedi griffati, saturi di inutili gadget elettronici (dai super cellulari ai lettori mp3, tutti oggetti che alienano dalla realtà). Non parlano tra loro, se non di stupidaggini. I tatuaggi, i piercing e le loro risate nervose tradiscono un’allarmante insicurezza, una tragica impreparazione ad affrontare la vita. Frequentano centri commerciali e discoteche, che sono i templi della distruzione della personalità. Non si soffermano a contemplare, a ragionare, a riflettere. Le famiglie non esistono più, non educano, non puniscono. Tutti in corsa verso la distruzione, ma con mutande rigorosamente firmate da Calvin Klein. Per fortuna c’è chi si tira fuori da questa vera e propria bolgia infernale, e mi piace pensare che molti dei frequentatori di questo forum, anche grazie al nostro impegno quotidiano, hanno cominciato a ragionare diversamente, prima nella fotografia, poi anche nella vita di tutti i giorni. E’ importantissimo formarsi una cerchia di amici con cui condividere i propri valori, la solitudine di una persona diversa dalla massa pesa come un macigno, e questo sforzo, se condiviso, rende la vita più piacevole. Buon lunedì anche a te 🙂

    #1598823
    Luca Lupi
    Partecipante

    Che bella discussione 🙂 Oltre al non scattare con lentezza, volevo condividere con voi l’esperienza che ho vissuto sabato pomeriggio, che potrei definire: ‘Non scattare’. Sono andato a trovare i miei genitori, a Grazzano Visconti, e nel pomeriggio abbiamo approfittato della bella giornata per fare un giro in collina. Mentre stavamo passando dalla Val Nure alla Val Trebbia, su una strada panoramica immersa tra i campi e le vigne, alla nostra destra si è materizlizzato un giovane daino, che correva parallelamente alla nostra auto. Ci siamo subito fermati e abbiamo spento il motore, e per la prima volta non sono stato preso dalla smania di tirar fuori dallo zaino la 450d e il 70-300, ho intuito subito che lo scatto non c’era, la luce era sbagliata, e, soprattutto, tempo di tirare fuori l’armamentario e impostare la macchina e la bestiola sarebbe sparita senza che io potessi nemmeno inquadrarla. Invece ho tirato giù il finestrino e mi sono goduto la sua eleganza mentre si avvicinava alla strada, si fermava giusto un istante a guardarci e tornava indietro saltellando fino a nascondersi nella vigna. Per una volta sono stato contento di non aver scattato, mi sono letteralmente goduto lo spettacolo!

    #1598827
    EnricoX
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: In effetti la questione è grave.

    Caro Sandro, come spesso succede le tue parole spingono a profonde riflessioni. Sono d’accordo, i giovani più di tutti subiscono il fascino di queste nostre esistenze accellerate, vergini come sono di sensazioni, emozioni. Molti semplicemente non conoscono, non sanno cosa potrebbe essere, cosa potrebbero provare nel fare qualcosa di diverso. Ma come sempre, credo si possa definire una costante, non è facile, non è comune, non è da tutti saper apprezzare determinate cose, apprezzare il benessere e la bellezza date da qualcosa di non materiale, la felicità, per come vedo io le cose, è qualcosa di così semplice, così immediato, che in tanti troppi non la vedono, e si affannano a correre dietro a tanti inutili orpelli. Come un oggetto smarrito in casa, che si cerca inutilmente, salvo poi scoprire che era semplicemente posato sul tavolo di cucina. Buon lunedì anche a te! [app]

    #1598850
    albert_insane
    Partecipante

    rincaro la dose con un altra considerazione: al di là della rincorsa smodata a certi modelli di progresso predigeriti(“prenditi la nuova canon 0.5D da 72mpx e sei figo”, mangia da macdonald e diventi grasso ma figo ecc ecc), mi fa paura la non trasmissione di messaggi “sostenibili” per la società del domani. tecnologia e progresso, internet come le nuove scoperte nel farmaceutico, non possono che portare benefici alla qualità della vita, ma se poi passa solo il modello dello sfigato “ti sei laureato con 110 e lode in astrofisica? ma guarda che faccia hai!”, mentre vengono osannate le bambolette svestite che popolano gli studi delle tv private. la famiglia come prima cellula nella società per la trasmissione di valori e conoscenza? letteralmente sparita…. meglio litigare se questa va fondata sul matrimonio piuttosto che sul giuramento formale sopra il sacro libro dei vampiri. il nobel della pace a internet? adesso l’unico messaggio veramente “di pace” con una certa risonanza che passa sulla rete è il grido disperato delle popolazioni che muoiono sotto il fango, o le testimonianze registrate al cellulare delle repressioni in atto sotto certi regimi nei confronti di chi chiede libertà…quella libertà che ogni giorno dimentichiamo appunto sopra il tavolo. sinceramente mi sembra troppo poco per un nobel(per uno strumento potente come è la rete). la fotografia è una leva che qualcuno può scegliere per fermarsi e riflettere, perchè questo sta nel concetto stesso. alcuni possono sceglierne altri… lo scopo però deve essere quello, il migliorare la società migliorando se stessi. p.s. per la serie “la foto che non ho scattato” … l’altra sera mi fermo al semaforo e davanti il baretto che dà sulla strada, mi vedo 6 pensionati che ridono seduti al tavolo con una donna di colore sui 35 anni. questo nella regione che da sempre dà più consensi alla Lega. ancora una volta…che messaggio sta passando? 😛

    #1598854
    porcospino99
    Partecipante

    Visto che si è parlato di giovani con tre figli a carico mi pongo spesso il problema di messaggio e valori da passare e della difficoltà nel trasmettere queste cose. Cerco di basarmi su due “pilastri” : esperienza ed esempio. Esperienza che bisogna fare e far passare le cose con del vissuto e non raccontandole o guardandole attraverso un video ed esempio che posso dare con comportamenti adeguati a quanto voglio trasmettere ai figli. La fotografia può essere (essendo una mia passione) anche un mezzo per tramettere la “lentezza” di cogliere un momento un aspetto o di godersi un momento un paesaggio soffermandosi per la giusta foto difronte ad esso. E la lentezza nel senso anche ampio del termine è al giorno d’oggi un valore non solo un modo di vivere. ciao

    #1599019
    acrobat
    Partecipante

    ..per i soggetti ‘malati’ di oggi, privati di libertà culturale e di volontà di sapere, la impersonalità della tecnica risolve la loro precaria identità. Codesti soggetti osì prodotti, assolvono le istanze della tecnica, essi ‘sono’ in funzione della tecnica, i quali non possono vedere altro che un mondo-apparato, con l’ansiosa ricerca di perfezionare e colmare i vuoti della loro dotzione di strumenti… Cl. [IMG]public/imgsforum/2010/9/_MG_5743_ri_ctr_GP-Ba_09.JPG[/IMG] L’uomo è l’animale non ancora stabilizzato. Nietzsche

    #1600120
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: L’uomo è l’animale non ancora stabilizzato. Nietzsche

    avevo il sospetto che il 70-200 f/2,8 IS avesse avuto in dono dai progettisti il primo seme che distingue gli esseri superiori, lo si notava dal carattere antropomorfo e socializzante, quasi un amico, non un mezzo meccanico, in grado di sorreggerti nei momenti critici, quelli piu’ difficili e bui…… al suo cospetto mi verrebbe quasi da dire, com’è umano lei! che bel post, è insolito trovarlo dopo aver letto una sfilza di richieste di aiuto tecnico, comparazioni tecnologiche, quindi scusate se mi sbilancio in alcune interpretazioni personali…… Il mondo di oggi è basato sull’uso speculativo del tempo, il tempo è oggetto di scambio, è una merce preziosa, venduta a caro prezzo. In passato, mi raccontavano i miei genitori, nel paesino dove vivevano, quando era arrivata l’ora di mietere il grano correvano voci nei campi “Ad’mò Cichè taja al comp ant’la S’gnureina” detto in dialetto monferrino, tradotto vuol dire “Francesco domani taglia il campo nel bricco signorina”. All’alba del giorno dopo, nel bricco S’gnureina si erano riuniti spontaneamente amici e conoscenti con i falcetti in mano, senza che nessuno avesse chiesto loro qualcosa, avrebbero lavorato in allegria tutto il giorno, concedendosi solo una pausa all’ora di pranzo nell’ombra dei canneti che all’epoca servivano per legare i germogli della vite, dove li aspettava un pò di pane, aglio e salame, qualcuno era salito nel vigneto che sovrasta il campo e aveva raccolto nel grembiule delle piccole pesche, piccole ma molto dolci, che allietavano il duro faticar dei contadini d’allora. Dopo una penichella nel canneto, avrebbero lavorato tutto il pomeriggio per trasportare i covoni, e la sera, dopo essersi rinfrescati con l’acqua fresca del pozzo nel cortile di Cichè, erano soliti riunirsi in cantina dove il padrone di casa aveva riservato loro delle bottiglie di barbera vecchio, di quello che si apre nelle occasioni importanti…… poco dopo il tramonto rincasavano, da quelle parti la sera finisce presto, il giorno dopo un’altro campo si sarebbe tinto di oro, magari il loro. il tempo esiste perchè esistiamo, non è la proporzione del tempo a determinare la qualità del vissuto, ma la dimensione in cui questo viene percepito….. sotto quest’aspetto se vogliamo trasferire lo stesso ragionamento in chi si diletta in questa “disciplina” chiamata slow photo, non è fondamentale porre l’autovelox alla propria fotocamera che non ha nessuna colpa se scatta 6 ft/sec, è indispensabile una ricerca interiore basata sull’annichilimento del tempo come merce di scambio, per raggiungere la necessaria consapevolezza del gesto, grazie ad una ricerca progettuale con finalità artistiche. io dedico 2 ore alla fotografia e in questo lasso di tempo dovrò fare XX fotografie……. no! la fotografia è solo un pretesto per guardare, anzi gustare (con tutti i sensi di cui disponiamo) il mondo visto da una prospettiva diversa rispetto i ritmi scanditi dai rigori delle necessità odierne, è necessario acquisire una visione senza tempo, introspettiva, simbolica e originale, in cui la fotografia è l’immagine del vissuto nella dimensione in cui siamo, ed è grazie a questa dimensione che le nostre fotografie assumono un valore piu’ alto. l’esistenza è un susseguirsi di fotografie non fatte, tutto il resto è merce di scambio… volendo portare un esempio volgare…… …….Mi attrae l’immagine di una persona che attraversa la strada, ha un atteggiamento curioso, con quella buffa valigia, lo seguo con lo sguardo nel mirino e faccio partire qualche scatto: merce di scambio? …….Attraversando in auto una strada di montagna vedo un paesaggio da cartolina, scendo dall’auto e riprendo la maestosità del panorama: merce di scambio? …….La mattina mi sveglio presto per andare all’oasi, mi aspettano le garzette e se sono fortunato farò qualche foto al falco di palude: merce di scambio? …….Stasera ho un paio di ore libere, farò una passeggiata solitaria in città. Il passante, il paesaggio, le garzette sono tutte presenti, quando guardo il passante e vedo un uomo sfinito dalla giornata di lavoro, lo seguo con lo sguardo, poi attraverso anch’io piazza della repubblica e mi dirigo in via lagrange, il sole si è abbassato, la via è un pullulare di persone, sembra un torrente che spinge il flusso in fondovalle e con esse mi lascio trasportare, ho già preso qualche decina di foto, senza premere il pulsante di scatto, e se lo farò sarà perchè quello scatto è un evento vissuto, in esso sarà presente ciò che ho vissuto in quel momento, l’interpretazione che ho voluto dare alla scena, perchè così l’ho vissuta, anche se non è quello che ho visto. Da qui si può comprendere come la fotografia, in questi casi, possegga l’indissolubilità dell’autore, in essa è presente la scena e al tempo stesso lo spettacolo vissuto dallo spettatore, il primo spettatore di una fotografia è il fotografo, che la vive, e che successivamente farà rivivere il vissuto ad altri spettatori posti davanti al potere evocativo dell’immagine. ebbene si, la fotografia è anacronisticamente lenta, il mondo stà mutando, ma non siamo obbligati a seguirlo, sprecar tempo dietro inutili e tediose immagini che non evocano nulla, solo un inutile oggetto riprodotto in serie, ricordi di ciò che non è stato, manifestazioni di banalità senza anima e mente.

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