Ciao Albo, a differenza del solito, su questo tuo scatto ho qualche perplessità a proposito dell’interpretazione, cioè su quello che la foto può comunicare. Provando a razionalizzare la mia prima impressione, trovo che la luce soffusa e la nebbia e la sagoma umana di spalle che si allontana dal buco nella rete (invece di avvicinarsi o di averlo quantomeno notato), non mi comunicano nell’insieme un senso di speranza. Il buco nella rete (forse anche perché si tratta di una di quelle reti di tessuto nelle quali anche con un taglierino volendo ci si può aprire un varco) mi trasmette più un senso di desolazione e incuria piuttosto che di falla in (quindi speranza rispetto a) un sistema reticolare che opprime o vincola, come si diceva, a tal punto da non potersene uscire quando si vuole. Meno riuscita dell’altra dunque, secondo me, se si considera solo il titolo (“Una falla nella rete. Speranza”). Quella che posso chiamare invece la seconda impressione, un giudizio più meditato insomma, a cui giungo a patto di considerare il titolo come un sottotitolo di “SocialNetwork”, mi porta a intendere e percepire la speranza (in questo caso la sagoma di spalle, affaccendata in impegni quotidiani – la spesa -, rappresenta perfettamente chi attraverso quella falla è passato ed ora si allontana verso una quotidianità che non è più quella problematica dei “drogati” da social network). Anche così però trovo che la foto comunichi non da sé, ma in quanto posta in successione all’altra. E questa non è una critica sul valore dello scatto, ma semplicemente una constatazione. Un saluto a tutti, Claudio.