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Studiando l’esposizione, domande ed esperimenti

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  • #1686710
    valeriobry
    Partecipante

    Chiedo scusa: utilizzare un esposimetro esterno ci riporta, credo, ai tempi dell’analogico. Come giustamente diceva Fireblade nel suo vecchio intervento, misurare con luce incidente permette di fare ottime diapositive. Io ho quasi sempre scattato diapositive, ma non lo faccio più e non so chi lo faccia ancora. Ho scattato anche Still Life con banco ottico e l’esposimetro esterno era necessario; sicuramente per delle foto in studio è ancora necessario. Ma, e qui arriva la mia domanda, a parte un benemerito progresso nella comprensione di cosa c’è dietro uno scatto, a cosa servirebbe al giorno d’oggi tutto ciò? Calcolare il 50%, 18%, 12% usare il cartoncino grigio (ce l’ho, e anche la scala dei grigi e dei colori) etc. etc. e poi magari scoprire che la foto non è neanche correttamente esposta? Secondo me, il digitale obbliga ad agire diversamente, non fosse solo che per il fatto che ogni scatto lo controlli immediatamente. Ricordate che negli studi di moda si facevano gli scatti di prova col dorso Polaroid? Adesso si guardano al PC collegato direttamente alla macchina. Insomma, se vogliamo scattare in analogico, facciamolo, ci mancherebbe altro, ed usiamo le tecniche dell’analogico. Ma se usiamo il digitale usiamo le tecniche ad esso connaturate. Spero di non aver detto troppe sciocchezze e che nessuno se ne sia risentito, perchè non era questa la mia intenzione, ma unicamente interrogarmi sulle tecniche fotografiche attuali.

    #1686711
    riofe2012
    Partecipante

    Originariamente inviato da dinifra: Gli esposimetri misurano l’esposizione come se gli oggetti fossero grigi medi …… Ecco spiegato in maniera rozza il pensiero di Gianmauro.

    Una maniera “rozza” che rende al 100%. Era questo che volevo sentire. Grazie Gianmauro. Allora dove sta il problema? Basta conoscere la giusta esposizione per il grigio medio e poi regolarsi se esporre sulle luci, sulle ombre o sui toni medi in relazione alla gamma d’esposizione del soggetto e del sensore. Per soggetti con ampia gamma in buona parte si ovvia con l’HDR. Quindi non condivido al 100% l’affermazione di Fireblade quando dice che “esporre per incidente salva le luci ed è un ottimo metodo per le diapositive in pieno giorno”. Tali valori dovrebbero essere usati come base e poi fare gli opportuni ritocchi in relazione al soggetto, + o – qualche stop.

    #1686712
    riofe2012
    Partecipante

    Valerio condivido pienamente tranne sulle dia che col sole pieno era meglio esporre sulle luci

    #1686713
    dinifra
    Partecipante

    Originariamente inviato da valeriobry: Chiedo scusa: utilizzare un esposimetro esterno ci riporta, credo, ai tempi dell’analogico. Come giustamente diceva Fireblade nel suo vecchio intervento, misurare con luce incidente permette di fare ottime diapositive. Io ho quasi sempre scattato diapositive, ma non lo faccio più e non so chi lo faccia ancora. Ho scattato anche Still Life con banco ottico e l’esposimetro esterno era necessario; sicuramente per delle foto in studio è ancora necessario. Ma, e qui arriva la mia domanda, a parte un benemerito progresso nella comprensione di cosa c’è dietro uno scatto, a cosa servirebbe al giorno d’oggi tutto ciò? Calcolare il 50%, 18%, 12% usare il cartoncino grigio (ce l’ho, e anche la scala dei grigi e dei colori) etc. etc. e poi magari scoprire che la foto non è neanche correttamente esposta? Secondo me, il digitale obbliga ad agire diversamente, non fosse solo che per il fatto che ogni scatto lo controlli immediatamente. Ricordate che negli studi di moda si facevano gli scatti di prova col dorso Polaroid? Adesso si guardano al PC collegato direttamente alla macchina. Insomma, se vogliamo scattare in analogico, facciamolo, ci mancherebbe altro, ed usiamo le tecniche dell’analogico. Ma se usiamo il digitale usiamo le tecniche ad esso connaturate. Spero di non aver detto troppe sciocchezze e che nessuno se ne sia risentito, perchè non era questa la mia intenzione, ma unicamente interrogarmi sulle tecniche fotografiche attuali.

    Con un esposimetro esterno e magari a luce incidente hai uno strumento importante per azzeccare l’esposizione e per ottenere l’effetto che hai in testa. Se non conosci la teoria non te na fai niente di un esposimetro e le foto verranno un po’ a caso ma se la conosci e hai un esposimetro ottieni risultati migliori. E questo vale per l’analogico e per il digitale. Con il digitale l’unica differenza è che vedi subito il risultato e se puoi riesegui lo scatto ma se non puoi? Se la farfalla è volata via? Se il calciatore ha già segnato? Se tuo figlio ti volta le spalle e quel bel sorriso lo hai perso? Ciao Francesco

    #1686714
    riofe2012
    Partecipante

    Originariamente inviato da dinifra: Con un esposimetro esterno e magari a luce incidente hai uno strumento importante per azzeccare l’esposizione e per ottenere l’effetto che hai in testa. Se non conosci la teoria non te na fai niente di un esposimetro e le foto verranno un po’ a caso ma se la conosci e hai un esposimetro ottieni risultati migliori. E questo vale per l’analogico e per il digitale. Con il digitale l’unica differenza è che vedi subito il risultato e se puoi riesegui lo scatto ma se non puoi? Se la farfalla è volata via? Se il calciatore ha già segnato? Se tuo figlio ti volta le spalle e quel bel sorriso lo hai perso? Ciao Francesco

    assolutissimamente vero anche questo

    #1686717
    valeriobry
    Partecipante

    Valerio condivido pienamente tranne sulle dia che col sole pieno era meglio esporre sulle luci Sì, certamente, ed ho sempre esposto anch’io sulle alteluci, altrimenti la dia veniva fuori sbiadita, grazie anche alla sua ridotta latitudine di posa. Incidentalmente: penso che le DIA abbiano costituito un’ottima scuola in vista del digitale! Francesco: certamente hai ragione anche tu, non intendevo dire che certe tecniche siano ormai inutili. Ma nel giusto ambito: sicuramente nelle prove di still life che sono state postate. Di certo però non userei mai cartoncini, esposimetri esterni etc. per immortalare una farfalla che certo non aspetterà tutti i miei traffici propedeutici allo scatto, nè posso chiedere lo stesso al giocatore davanti al portiere. Se poi devo riprendere mio figlio (tre anni), lo so io che fine farebbe il cartoncino! Trovo comunque interessante approfondire questi argomenti, che sicuramente sono un passo avanti rispetto all’eterno dubbio: 24-70 o 24-105? 7D o 5D?

    #1686719
    pippobassi
    Partecipante

    Concordo in pieno con quanto espresso sopra. Ovviamente poi ci sono dei sistemi più o meno validi per “tirare a campare”, mi spiego. Io fotografo tanto i miei bambini avendone 3, occorre imparare un sistema per fare la bella foto senza “asciugare” il piccolo soggetto. Io mi sono abituato a cercare il grigio 18% in natura. una sufa, un cappotto, una strada asfaltata da tanti anni ecc.. Poi punto, blocco l’esposizione, faccio la messa a fuoco ed eseguo. Io così mi trovo molto bene ma anche il trucco della mano non è male! Ciao!

    #1686727
    diego_75
    Partecipante

    L’esposizione è tutto in fotografia, gli esposimetri non sono intelligenti, sono tarati secondo alcuni parametri, quindi, o li conosci e sai come gestirli, o vai a caso. Se intendo fotografare una strada innevata occorre compensare l’esposizione, l’esposimetro non riesce a capire che si tratta di neve, a meno che non abbiate tempo da perdere e riprovare a scattare diverse volte guardando l’istogramma nel display. Personalmente preferisco comprendere i principi che ci sono dietro in modo tale da sapere preventivamente come si comporterà l’esposimetro.

    #1686731
    dinifra
    Partecipante

    Comunque il “trucco” della mano non è una novità, c’è in molti libri (anche Forti lo suggerisce). Altri trucchi sono misurare l’esposizione del cielo o di una strada asfaltata chiara. Insomma sapendo che il riferimento è un grigio basta trovare un elemento che rifletta in maniera simile e calcolare le differenze in maniera appropriata. Molto spesso l’esperienza sul campo aiuta. Ciao Francesco

    #1686734
    GianMauro
    Partecipante

    Originariamente inviato da valeriobry: Chiedo scusa: utilizzare un esposimetro esterno ci riporta, credo, ai tempi dell’analogico. Come giustamente diceva Fireblade nel suo vecchio intervento, misurare con luce incidente permette di fare ottime diapositive. Io ho quasi sempre scattato diapositive, ma non lo faccio più e non so chi lo faccia ancora. Ho scattato anche Still Life con banco ottico e l’esposimetro esterno era necessario; sicuramente per delle foto in studio è ancora necessario. Ma, e qui arriva la mia domanda, a parte un benemerito progresso nella comprensione di cosa c’è dietro uno scatto, a cosa servirebbe al giorno d’oggi tutto ciò? Calcolare il 50%, 18%, 12% usare il cartoncino grigio (ce l’ho, e anche la scala dei grigi e dei colori) etc. etc. e poi magari scoprire che la foto non è neanche correttamente esposta? Secondo me, il digitale obbliga ad agire diversamente, non fosse solo che per il fatto che ogni scatto lo controlli immediatamente. Ricordate che negli studi di moda si facevano gli scatti di prova col dorso Polaroid? Adesso si guardano al PC collegato direttamente alla macchina. Insomma, se vogliamo scattare in analogico, facciamolo, ci mancherebbe altro, ed usiamo le tecniche dell’analogico. Ma se usiamo il digitale usiamo le tecniche ad esso connaturate. Spero di non aver detto troppe sciocchezze e che nessuno se ne sia risentito, perchè non era questa la mia intenzione, ma unicamente interrogarmi sulle tecniche fotografiche attuali.

    Infatti, il mio era solo un’esercizio. Sono un tipo curioso e mi piace studiare. Ciao

    #1686735
    GianMauro
    Partecipante

    Originariamente inviato da dinifra: Gli esposimetri misurano l’esposizione come se gli oggetti fossero grigi medi cioè un grigio ottenibile sul tuo computer con 128 di Rosso, 128 di Verde e 128 di Blu. Questo grigio riflette il 18% della luce che riceve e così è stato per decenni. Le macchine fotografiche più recenti in realtà espongono per un grigio che riflette il 12%. Ecco spiegato in maniera rozza il pensiero di Gianmauro.

    non avrei saputo spiegarlo meglio grazie

    #1686764
    valeriobry
    Partecipante

    Ciao Gianmauro, credo che alla fine della discussione tu abbia detto la cosa giusta: “sono un tipo curioso e mi piace studiare”. Sono perfettamente d’accordo e spero che in tutti noi non manchi mai questa curiosità!

    #1686766
    dinifra
    Partecipante

    Originariamente inviato da valeriobry: Ciao Gianmauro, credo che alla fine della discussione tu abbia detto la cosa giusta: “sono un tipo curioso e mi piace studiare”. Sono perfettamente d’accordo e spero che in tutti noi non manchi mai questa curiosità!

    Certo Valerio, è proprio la curiosità che crea il progresso in tutti i campi. Qui più modestamente se ci si incuriosisce possiamo fare un salto di qualità nel nostro hobby. Ciao Francesco

    #1686770
    GianMauro
    Partecipante

    Assolutamente d’accordo con entrambi

    #1686825
    riofe2012
    Partecipante

    Originariamente inviato da GianMauro: No, sono due modi diversi usati per esprimere lo stessa concetto. Comunque oggi rivedrei molto il concetto e non utilizzeri il grigio al 18% ma bensì al 12%, come del resto fatto notare da fireblade

    al 18% corrisponde 128, 128, 128. al 12% cosa corrisponde ?

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