I bianchi bruciati o quasi, luminosi, vitali sono stati il primo particolare che ho notato. E il successivo confronto tra titolo e immagine mi ha posto di fronte a un contrasto tra quella mia prima impressione sui bianchi e il “tedio” del titolo. Qualche secondo, perché pochi attimi dopo quello stesso contrasto – da un lato la luce del cielo, dall’altro la regolarità delle trame sottoesposte del muro e la possibilità di leggere quest’ultimo (insieme alla porta chiusa) anche simbolicamente – si liberava di ogni perplessità e mi convinceva che lo scatto fosse apprezzabile proprio per tale ragione.
Ho visto poi la seconda immagine e ho ritrovato tutti gli elementi, seppure posti in un altro contesto, della prima foto. E in questo caso ho apprezzato proprio le variazioni sul medesimo motivo. Nella terza foto invece manca qualcosa, manca proprio quel contrasto, manca quello stacco netto del bianco, come se anziché un “tedio domenicale” tu avessi scelto di rappresentare una quotidianità opprimente.