Home » Topic » Tecnica fotografica » Troppo photoshop? Foto squalificate!

Troppo photoshop? Foto squalificate!

Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 49 totali)
  • Autore
    Post
  • #1456633
    fireblade
    Partecipante

    Per la prima volta in 35 anni, in Danimarca, al concorso foto dell’anno tre fotografi sono stati squalificati per avere esagerato nell’uso di photoshop: http://www.pressefotografforbundet.dk/index.php?id=11708

    #1456643
    LOOSE
    Partecipante

    La foto Haiti ottimizzata è troppo bella e svela il lato immaginifico che una semplice sovrapposizione di lenti non aveva permesso di rendere. Credo che quando una ottimizzazione serve a rendere una foto fruibile in maniera più completa, anzi, quando riesce a dare la percezione più completa della realtà stessa, vada ugualmente premiata ed accettata come autentica e vera.

    #1456652
    reynolds
    Partecipante

    Per me hanno fatto bene. L’uso sconsiderato di programmi di fotoritocco, come nel caso delle foto eliminate in questo concorso, porta spesso allo sconvolgimento totale dei parametri di ripresa. L’immagine modificata, soprattutto “Haiti” non ha più nulla in comune con lo scatto originale. Chi proviene dalla pellicola, come il sottoscritto, sa benissimo che anche in fase di stampa non si possono mai ottenere risultati del genere. Lasciamo quindi che la fotografia rimaga fotografia, la grafica è un’altra cosa.

    #1456659
    aleppiu
    Partecipante

    Anche per me hanno fatto bene, penso che alla fine l’abilita’ di un fotografo vero la si veda per quello che scatta senza far uso di pp!Sopratutto per quanto riguarda i concorsi….e poi quelle foto li erano state ritoccate pesantemente!:)

    #1456697
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da reynolds: Per me hanno fatto bene. L’uso sconsiderato di programmi di fotoritocco, come nel caso delle foto eliminate in questo concorso, porta spesso allo sconvolgimento totale dei parametri di ripresa. L’immagine modificata, soprattutto “Haiti” non ha più nulla in comune con lo scatto originale. Chi proviene dalla pellicola, come il sottoscritto, sa benissimo che anche in fase di stampa non si possono mai ottenere risultati del genere. Lasciamo quindi che la fotografia rimaga fotografia, la grafica è un’altra cosa.

    Dalla pellicola si otteneva questo e tant’altro. Solo che le tecniche erano alla portata di pochi smanettoni. Sicuramente i procedimenti erano più complicati, richiedevano magari il passaggio su pellicole piane intermedie, accoppiamenti di pellicole in fase di stampa, uso di rilevatori e bagni di intonazione particolari, filtraggi diversi sulla testa colore dell’ingranditore, mascherature, bruciature, ecc. Un grandissimo falso è già la stampa in B/N da pellicola. Il soggetto aveva i colori e li abbiamo trasformati in gradazioni di grigio. Con l’uso dei filtri (giallo, verde, arancio, rosso, polarizzatore) modifichiamo le gradazioni tonali dei singoli colori; le mascherature e le bruciature in fase di stampa modificano la resa tonale delle singole zone dell’immagine, evidenziando alcune, mascherando altre. Con l’uso di carte, sviluppi particolari, viraggi, ecc., modifichiamo il contrasto, la grana, la resa più o meno fredda dei neri e delle sfumature. Inclinando il piano dell’ingranditore modifichiamo la prospettiva. Solarizziamo, intoniamo, ecc. A questo punto mi chiedo: ma cosa fa di più Photoshop che non sia già stato fatto in camera oscura? Photoshop fa le stesse cose che si facevano prima. Le fa solo in modo più pulito, semplice ed automatico. Ma quella che conta è la testa del fotografo che stampa. Se non si sa quello che si fa, se non si ha gusto, arte, dal Phtoshop vengono fuori solo porcherie. Ed erano le stesse porcherie che potevano venire fuori dalla camera oscura. Quindi nei confronti del digitale abbiamo dei pregiudizi. Spesso solo perché non conosciamo a fondo la stampa in camera oscura. Quanto meno quella che facevano “in pochi”, perché pochi riuscivano ad cquisire le conosconze chimiche e fisiche della stampa analogica. Ma anche una volta, all’epoca dell’analogico, si scartavano foto dai concorsi, perché troppo ritoccate. Quindi la discussione, a mio avviso, non è tra la purezza del negativo e l’artificiosità del digitale. Questi sono pregiudizi. Il problema verte invece sulla artificiosità, sulle elaborazioni che si sono sempre fatte. In un concorso che non accetta elaborazioni, sono da escludere le immagini troppo elaborate, sia analogiche che digitali. Ma in ogni caso il B/N è sempre il più artefatto, il più falso di tutti i generi. Nei concorsi in B/N chissà perché non si fanno mai distinzioni tra immagini più o meno lavorate. Si accetta tutto senza condizioni o pregiudizi. Vorrei che si tenesse conto, invece, di tutto quel complesso di artefazione che è il sistema zonale, che inizia solo marginalmente all’atto della ripresa, ma che invece ha il suo pieno, ampio, elaborato sviluppo in camera oscura. Cosa c’é di diverso dalle elaborazioni col Photoshop? Solo che il Phtoshop è più rapido, pulito, meno elaborato e sporco. Ma le immagini di Bresson, di Capa, ecc. erano in gran parte frutto dello stampatore, con tagli ed alaborazioni, sistema zonale, ecc.. Ma la sostanza non cambia.

    #1456701
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antony999: Un grandissimo falso è già la stampa in B/N da pellicola. Il soggetto aveva i colori e li abbiamo trasformati in gradazioni di grigio. Con l’uso dei filtri (giallo, verde, arancio, rosso, polarizzatore) modifichiamo le gradazioni tonali dei singoli colori; le mascherature e le bruciature in fase di stampa modificano la resa tonale delle singole zone dell’immagine, evidenziando alcune, mascherando altre. Con l’uso di carte, sviluppi particolari, viraggi, ecc., modifichiamo il contrasto, la grana, la resa più o meno fredda dei neri e delle sfumature. Inclinando il piano dell’ingranditore modifichiamo la prospettiva. Solarizziamo, intoniamo, ecc.

    Non è un falso, è un’astrazione. Credo che la cosa abbia una valore differente, senza contare il valore storico del bianco e nero. Agli inizi non vi erano le pellicole a colori, l’uso del bianco e nero era obbligatorio. A mio avviso definirlo ‘falso’ è un po’ forzoso, credo che il bianco e nero abbia un forte potere evocativo: laddove il colore non è determinante, ma lo è il carattere del soggetto, la scelta del bianco e nero puo’ essere ancora oggi vincente. [lo]

    #1456718
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Non è un falso, è un’astrazione.

    Ma tutta la fotografia “creativa” è astrazione, elaborazione della realtà. Un po’, invitabilmente, lo è anche quella di documentazione. Si rileva solo un aspetto della realtà, lo si elabora già nella ripresa, con la scelta dell’inquadratura, del diaframma, ecc. Chiave alta, chiave bassa. Si idealizza, si drammatizza, ecc.

    Credo che la cosa abbia una valore differente, senza contare il valore storico del bianco e nero. Agli inizi non vi erano le pellicole a colori, l’uso del bianco e nero era obbligatorio. A mio avviso definirlo ‘falso’ è un po’ forzoso, credo che il bianco e nero abbia un forte potere evocativo: laddove il colore non è determinante, ma lo è il carattere del soggetto, la scelta del bianco e nero puo’ essere ancora oggi vincente. [lo]

    Sicuramente il B/N ha grandissimo fascino e grandissime potenzialità creative. Ma è pur sempre una elaborazione della realtà, che invece è a colori. Ma nel mio post non miravo a sminuire il B/N. Tutt’altro. Semplicemente facevo rilevare che le potenzialità del B/N sono frutto di elaborazioni. Le nuvole sono evidenziate coi filtri. Come pure le tonalità del verde degli alberi. L’uso dei filtri rossi o verdi consente di differenziare il rosso dal verde, che la pellicola B/N faceva fatica a differenziare. Anche quella ortocromatica. Una foto in B/N analogico è sempre pesantemente elaborata in camera oscura. I toni sono alterati, i neri scuriti fino al nero puro. Le varie gradazioni sono artificiosamente alterate col sistema zonale, con il rivelatore; con le mascherature e le bruciature. Con la gradazione della carta si modifica il contrasto. Il risultato finale, nel B/N, è frutto di elaborazioni in camera oscura, come il digitale è frutto della camera chiara. Gli eccessi di elaborazione sono sempre esistiti. Molti manifestano un pregiudizio nei confronti del digitale che non ha ragione di esistere, basta conoscere a fondo il procedimento di stampa da negativo. Molti grandissimi maestri del B/N devono il loro successo allo stampatore. Lo stampatore può modificare (ed ha modificato) in modo sostanziale il significato stesso dell’immagine. Il 50% del significato e del valore di una foto è “da sempre” dovuto alla stampa. Il mio post, quindi, voleva solo rilevare che non esiste una foto negativa “pura” ed un digitale “impuro” perché artefatto, come molti pensano. Solo la diapositiva può considerarsi “pura”; salvo l’uso del tipo (marca) che condiziona la grana, la risoluzione dei colori più caldi o più freddi, della sensibilità, dell’uso dei filtri. I “puristi” della fotografia dovrebbero considerare questi fattori. Anche nei concorsi fotografici “dell’era analogica”, si scartavano fotografie troppo elaborate. Invece questo ragionamento non è mai stato fatto col B/N. Quando il B/N fine art è elaborazione spinta fino all’eccesso. Non a caso si distinguono i due procedimenti: quello normale (quello che è stato registrato sul negativo ed è stato in parte già modificato nei toni, nel contrasto), e quello “fine art”, che è elaboratissimo in ogni dettaglio, fino ad avere un risultato che è completamente diverso da quello ottenuto in ripresa. A mio parere quindi il discorso tra analogico e digitale non è molto diverso. Per entrambi non basta muovere i cursori del Photoshop o buttare le foto in un rivelatore chimico qualunque. Bisogna capire quello che si fa: avere gusto ed un punto di arrivo ben preciso, gradevole e significativo. Con questo non difendo i pasticcioni di Photoshop. Chiamo solo in causa anche quelli della camera oscura. Ed affermo che in ogni caso la fotografia è frutto di ripresa e stampa; di conoscenza tecnica e capacità creativa. Non faccio alcuna differenza tra camera oscura e camera chiara. L’importante è che quello che viene fuori abbia un senso, una qualità. Se poi ci si vuole imporre delle regole, nel grado di elaborazione delle immagini da ammettere ad un concorso, bisogna comunque ricordare e tenere presente che anche il negativo aveva i suoi “pasticcioni”. E quelli del B/N fine art non sono mai stati considerati “eccessivi”; ma sempre e solo “artisti”. L’astrazione quindi non è solo appannaggio del B/N, ma anche del negativo colore e del digitale. A mio parere non cambia nulla.

    #1456722
    fireblade
    Partecipante

    Il tuo ragionamento non fa una grinza, e più volte, da queste pagine, ci siamo dovuti “difendere” dagli integralisti della fotografia, che come tutti gli integralisti del mondo, basano i loro preconcetti sull’ignoranza pressoché totale della materia di cui parlano a vanvera. Lo scopo per cui ho riportato la notizia di questa discussione è proprio quello di instaurare un sereno dibattito, anche per aprire gli occhi a molti giovani fotografi, nati con il digitale ed il computer nelle mani, ma del tutto scevri dalle conoscenze di camera oscura che, per inciso, fanno bene a tutti, anche a chi di pellicola non vorrebbe più sentir parlare. Personalmente non sono contro la postproduzione, ci mancherebbe altro, anzi, sul colore la superiorità del digitale è evidente (anche per colpa della massificazione commerciale che ha spazzato via i laboratori capaci), mentre sul bianco e nero, probabilmente si puo’ arrivare con stampe ai pigmenti, carte baritate e tanta esperienza ad ottenere risultati analoghi a quelli da pellicola, tuttavia la cosa è laboriosa e, per me, terribilmente noiosa. Conoscendo le peculiarità di molte pellicole, e scegliendo quella che ritengo adatta di volta in volta, posso ottenere con un solo clik (quello dell’otturatore) ottimi risultati senza passare ore ed ore al pc. C’è da dire anche che molti usano un approccio ibrido: scatto su pellicola e successiva scansione e stampa in digitale: è un approccio molto interessante, e vale la pena di approfondirlo: spesso scansiono la pellicola, effettuo una stampa di prova su formato 10×15, dopodiché passo al laboratorio la negativa e la stampa come campione, con la raccomandazione: “la voglio così”, e quasi sempre riescono ad accontentarmi 😉

    #1456723
    Antony999
    Partecipante

    Riporto un’immagine di un progetto di stampa fine art. [IMG]public/imgsforum/2009/4/giapp_cont.jpg[/IMG] Il fotografo ha predisposto il piano di stampa B/N da negativo , dopo la provinatura, per il laboratorio. Zone da mascherare, zone da evindenziare con 1, 2 stop di esposizione in più. Notate qualcosa di diverso da quello che si fa con Photoshop? Cosa resta del “purismo” della fotografia “classica” su negativo?

    #1456729
    heimdal
    Partecipante

    devo dire che questa discussione mi conforta 🙂 [gra]

    #1456742
    porcospino99
    Partecipante

    la discussione è molto interessante… per quanto riguarda la notizia da cui è partita, (eliminazione da concorso per troppa manipolazione), penso che i concorsi dovbrebbero essere chiari su quanto si può fare e quanto no, in fondo alcune modifiche (con risultati diversi magari) si ottengono anche in camera oscura tradizionale scegliendo una carta piuttosto che un’altra o lavorando sui tempi ecc ecc. sarebbe bello se i concorsi fossero chiaramente suddivisi in due classi (con e senza modifiche). Personalemente però ritengo che un buon lavoro di pc non rovini la foto, e possa rendere meglio l’astrazione di cui si parla in altri post, certo è che tra una foto “manomessa” male ed in modo palese per renderla bella (in particolare la modifica delle persone) preferisco una mediocre ma originale Ciao

    #1456756
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da porcospino99: …. preferisco una mediocre ma originale Ciao

    Anch’io! Ma visto il tempo che passiamo a fotografare, un po’ alla volta si può arrivare a rendere significato e qualità insieme. Almeno dobbiamo tentare. Se poi non è possibile avere entrambi, ben venga il solo significato. Infatti nel reportage si ammettono anche foto con non grandi problemi tecnici, ma ricche di contenuto.

    #1456891
    davide68
    Partecipante

    Quando si parla di photoshop mi intrometto sempre perche’ comunque si formano due fazioni con dei confini molto sfumati, ed ogni volta mi do’ la stessa risposta. O il fotografo e’ “laico” ed immortala la realta’ in modo oggettivo per documentarla o condividerla e quindi la post deve semplicemente ripristinare il divario tra la visione fisiologica e perfetta dell’occhio,con quella artificiale e scadente della macchina, Oppure il fotografo e’ un “artista creativo” e nessuno puo’ piu’ dirgli niente su quali devono essere i suoi limiti di post perche’ l’artista ha la sua personale visione del mondo. Ecco che un concorso credo debba esser chiaro nell’indicare se si vuole una “foto” o un’immagine. Quanto piu’ belle sarebbero le nostre vie del centro senza auto,segnali e pubblicita’? Questo vede l’artista che c’e’ in me ed in PP posso realizzarlo. Il fotografo reale invece si ritrova sempre foto con le auto in mezzo,anche di notte! Le auto possono essere un colore, una bottiglia che galleggia, la pelle non perfetta della modella. A questo punto come giudicare l’una o l’altra? Io sono di parte, non usando PS, ma cmq un po’ frustrato lo sono vedendo i risultati altrui, ma credetemi che quando non ho passato 2 ore davanti al pc a “truccare” una foto e magari anche il piu’ novello mi dice che bella, la soddisfazione e’ tripla perche’ quel colore e calore ottenuti sono frutto di una cosa pensata ed eventualmente ottenuta da me’ con le mie capacita’ e le mie conoscenze. Artigiano ma al momento dello scatto. Mi son fatto prendere spero di non esser andato fuori argomento, scusate.

    #1457013
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da davide68: Io sono di parte, non usando PS, ma cmq un po’ frustrato lo sono vedendo i risultati altrui, ma credetemi che quando non ho passato 2 ore davanti al pc a “truccare” una foto e magari anche il piu’ novello mi dice che bella, la soddisfazione e’ tripla perche’ quel colore e calore ottenuti sono frutto di una cosa pensata ed eventualmente ottenuta da me’ con le mie capacita’ e le mie conoscenze. Artigiano ma al momento dello scatto.

    Condivido il tuo modo di vedere le cose. Ma il problema vero nasce nel momento in cui si partecipa ad un concorso. A che punto si fermeranno le elaborazioni altrui? Tu hai faticato tanto per trovare le condizioni ambientali giuste per la tua foto, un altro ha abbreviato drasticamente l’attesa col PC. Non può esserci paragone tra i due. Questo è il motivo, ed a ragione, per cui nei concorsi si cerca di limitare o regolamentare gli interventi. In genere l’occhio attento ed esperto sa scoprire le elaborazioni. Ma alcuni barano in modo molto sofisticato, per cui occorre rassegnarsi. Diverso è il ragionamento, invece, di chi si illude che l’analogico fosse pulito ed onesto. Molti portavano il negativo allo sviluppo e ritiravano le foto, perfette, senza mai accorgersi del lavoro dello stampatore. Quindi i punti salienti del discorso sono due: 1) non esiste differenza tra elaborazioni digitali e analogiche, almeno dal punto di vista delle possibilità. 2) chi pensa che l’analogico fosse “pulito” non sa o non vuole vedere. Chi bara in un concorso vuole vincere ad ogni costo. Che valore ha la sua vittoria ottenuta barando? Ma c’é gente che non si fa alcuno scrupolo.

    #1457021
    davide68
    Partecipante

    Hai presente il bodybuilding? Abbiam parlato della stessa cosa, trasposta nella fotografia. Anche la storia dell’analogico a questo punto credo sara’ forse uguale, non voglio mettermi contro nessuno. Ora si dopano con sostanze moderne una volta si buttavan giu’ tonnellate di uova. A entrambi partiva il fegato ed entrambi imbrogliavano a modo loro x vincere.

Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 49 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX