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Un calibratore per il monitor e la stampante

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  • #1801991
    Franco
    Partecipante

    @ Lovis : Nel B&W analogico si stampava a casa proprio per tenere sotto controllo il risultato finale.
    Standarizzare il processo di stampa consente al fotografo di poter ottenere il risultato voluto, se io vedo una cosa e la stampante ne crea un’altra, non và bene….

    @ fotograficamente : All’inizio tutto sembra strano e difficile, in realtà la stampa Ink è semplice, devi solo entrare in un nuovo mondo e imparare tante cose nuove.
    Stampi da PS, bene, se il risultato finale di fronte al risultato che tu vedi a monitor ti soddisfa significa che segui le procedure corrette, in realtà il monitor dell’imac è ottimo, solo che non è molto adatto per photoediting.
    Quando ti capiterà di calibrere il monitor ti renderai conto che probabilmente ora utilizzi una luminosità troppo elevata, dovrai abbassarla e durante la profilazione sarà il profilatore a farlo in modo automatico, in genere sul tuo monitor la luminosità corretta in una stanza semibuia sarà vicina alle 5 tacche, quindi bassa.
    Il vetro del tuo mac, che poi non è un vetro ma uno speciale plexiglass, è piuttosto spesso e a contatto con la sonda può fornire delle risposte non molto corrette, non puoi fare molto ma potrai limitare i danni profilando il monitor in presenza di luci ambientali molto basse, l’importante e che non ci siano delle fonti di luce vicine, ad esempio è sconsigliabile profilare il monitor di giorno con una finestra messa a lato rispetto il monitor, o in presenza di luci al neon o a basso consumo.
    Del resto anche lo sviluppo e l’elaborazione delle foto dovrebbe avvenire in condizione di luce (ambiente) molto basse e costanti, questo perché una differente intensità e qualità della luce ambiente può influenzare la visione (e quindi l’elaborazione e di conseguenza il risultato della stampa), ma anche perché è buona regola adattare l’occhio nelle stesse condizioni di luce.
    Io ho il colormunki della xrite (termocolorimetro per monitor e stampante), mi trovo bene ma devo dirti che stampando molto BN non ho grandi esigenze di profilatura della stampante, infatti mi capita di profilare le stampe molto raramente, anche perché, và detto, utilizzo sempre carte dei produttori che ti ho citato nel precedente post, che forniscono già un profilo generico che in genere soddisfa le mie esigenze (ma mi è capitato con alcune carte di trovare scarsa corrispondenza, ad esempio ilford), ma se avessi a disposizione un pacco di carte di un produttore che non fornisce profili carta per la mia stampante, sarei obbligato a produrre un’apposito profilo per quella specifica carta.

    I procedimenti che hai elencato sono corretti, per caricare l’aggiornamento per la tua stampante fai doppio click sull’immagine disco (.dmg) scaricata dal sito canon, successivamente comparirà una finestra con due opzioni, scegli il file .pgk e dopo il doppio click sarà sufficiente seguire le istruzioni, non devi far altro, non toccare, spostare o cancellare niente.
    La cartella colorsync è una cartella di sistema dedicata ai profili colore, saranno i programmi che necessitano di un profilo, ad andare a rovistare nella cartella per cercare quello di cui hanno bisogno, oppure come nel caso della procedura di stampa, ad offrirti tramite una finestra la possibilità di selezionare il profilo corretto. Per ovvi motivi con i profili carta dei vari produttori la procedura dev’essere manuale, dovrai metterli tu in colorsync, diversamente in questa cartella non dovrai togliere o mettere nulla, magari fare un po’ di pulizia quando lo riterrai opportuno, per questo ti dicevo di mettere in ordine i profili .icc delle carte, perché verrà il momento che in questa cartella ci saranno centinaia di profili, a volte con nomi abbreviati e non sempre comprensibili, metti conto che tra qualche anno acquisti un’altra stampante oppure la cambi con un’altro modello…… a quel punto se non hai tutto in ordine sarà un vero caos.
    PS: le sottocartelle presenti in colorsync non differenziano il contenuto della cartella principale, quindi puoi creare tutte le cartelle che desideri senza influire sui programmi che lavorano con questa cartella.

    #1801992
    lovis1
    Partecipante

    [quote=”fra65″ post=631189]@ Lovis : Nel B&W analogico si stampava a casa proprio per tenere sotto controllo il risultato finale.
    Standarizzare il processo di stampa consente al fotografo di poter ottenere il risultato voluto, se io vedo una cosa e la stampante ne crea un’altra, non và bene….

    Quando stampavo in analogico lo facevo (come ora nel digitale) perché la foto l’avevo in mente io e non lo stampatore. Non sempre si può sapere Franco cosa esce dalla stampante, anche quando hai una certa esperienza, alcune volte occorrono comunque più stampe anche su carte diverse per poter confrontare, e di standardizzazione non se ne parla. Se per tale termine intendi “io so certamente cosa succederà”…..penso non funzioni sempre così.

    #1802003
    Franco
    Partecipante

    Forse Paolo ti riferisci a qualcosa di diverso
    , la standardizzazione di un processo di stampa che parte dall’immagine grezza, mira al controllo della filiera per ottenere alla fine un risultato attendibile (non sicuro).
    Prendendo come riferimento nella cartella colori il colore pantone xxxx, nel monitor (con tutti i limiti del supporto diverso) dovrei vedere il colore che piu’ si approssima, cosi’ anche nella stampa digitale, ma oserei dire, ancor di piu’ nella stampa analogica per via degli innumerevoli processi che presentano una variabile…..

    #1802008
    fotograficamente
    Partecipante

    Allora ragazzi,
    grazie alle vostre risposte,mi sono schiarito veramente le idee.
    Il processo di stampa da PS fortunatamente,almeno quello mi era già chiaro,tanto da scrivere le ricette.
    Anche la calibrazione Monitor con il programma interno del Mac, è andata a buon fine,tanto che le stampe con i profili del produttore,
    nei mei casi,Canon,sono discretamente coerenti a quello che vedo a Monitor.
    Ho calibrato se così si può dire lo schermo Mac ,di buio e senza nessuna luce incidente.
    Lo stesso faccio quando elaboro le foto e quando le elaboro per la stampa,rigorosamente al buio.
    Concordo pienamente con Franco sulla eccessiva iniziale luminosità dello schermo,tanto che,un occhio sulla stampa e una alla foto stampata ancora visualizzata sul monitor,inizialmente ho dovuto abbassare di un bel po’ la luminosità dello schermo.
    Io ho un’esperienza di circa una cinquantina di stampe e nessuna accia.Solo qualche piccola differenza sulla saturazione di qualche tono del giallo-rosso.
    Quello che mi mancava, era riuscire a capire se comprando il calibratore,sarei poi riuscito ad adoperarlo.
    Insomma sapere, una volta creati i profili,come immetterli nel computer a disposizione della stampante.
    Devo dire che Franco con estrema pazienza,mi ha chiarito il processo passo passo,ed io ho capito che forse sì,
    il tutto può essere alla mia portata .
    Ora può darsi che come dice lovis,non ne valga la pena,ma io ho capito e questo conta molto per me.
    Adesso sono pronto ad andare a scandagliare prezzi e modelli dei calibratori,sapendo che sarò in grado di utilizzarli e valuterò.
    Tra l’altro grazie a Franco,appena posso(devo partire qualche giorno),mi lancerò nell’aggiornamento del drive dal sito Canon.
    Se qualcosa va storto tornerò a romperti Franco.
    Le tesi di Lovis vanno valutate,perché in effetti,come dice anche Franco,se dopo tutte le calibrazioni,i risultati non fossero
    soddisfacenti,si tornerebbe praticamente allo sperimentale.
    Franco tu hai mac? e il tuo calibratore funziona benino con il suo schermo?
    Io non so come ringraziarvi,le cose adesso sono veramente più chiare per me.
    Un riconoscente ciao.

    #1802033
    lovis1
    Partecipante

    [quote=”fra65″ post=631199]Forse Paolo ti riferisci a qualcosa di diverso…….
    [/quote]

    Probabilmente mi sono spiegato solo parzialmente. Facciamo l’esempio concreto di “fotograficamente”….ha realizzato un bel reportage sugli “Himba” ed è talmente soddisfatto che decide di esporre in una mostra delle stampe.I personaggi sono talmente belli con le loro tonalità color mattone che è importante far rendere al meglio questa peculiarità. Decide che per l’occasione si stampa su una carta in cotone in grande formato di peso consistente, ma non è certo dei diversi risultati che si potrebbero ottenere perché gli “Himba era la prima volta”, e quei cromatismi sono proprio nuovi nella sua esperienza di stampa. Quale tono di carta usare?….che marca?….più o meno ruvida?….meglio nero opaco o meglio quello photo?….le variabili sono talmente varie che per valutare il miglior risultato non possiamo sempre affidarci alle precedenti esperienze. Questa la mia opinione e come agirei, mi rendo conto che forse il caso è particolare, ma proprio da queste situazioni nasce la necessità di stampare in proprio e di poter gestire, anche con delle sperimentazioni, i casi particolari o comunque le situazioni in cui la stampa deve seguire in pieno quello che abbiamo in testa. Ciao Giulio [lo]

    #1802065
    fotograficamente
    Partecipante

    E allora non chiamiamola standardizzazione,aspita, chiamiamola miglior condizione possibile.
    Se non si può parlare di standardizzazione chiamiamola gestione del colore,per quanto possibile.
    Lovis non potrà negare,che senza basi specifiche, e punti fermi come la cognizione degli spazi colore ad esempio, per quanto puoi sperimentare,sarà difficile arrivare a buoni risultati.
    Esempio:
    so bene che non potrò arrivare a vedere su due monitor differenti magari uno discreto e uno scarso,
    come il mio I mac di casa e la schifezza di quello che ho a lavoro, ma anche su due buoni,nello stesso modo identico la foto.
    Ciò non significa però che sia buona mossa,per carenza di conoscenza, imprimere alla foto da vedere su vari monitor, uno spazio colore adobe rbg o prophoto ad esempio.
    Sapete benissimo che l’unica speranza di vederla decentemente, è quella di imprimere spazio srbc o dalla camera o dal raw.
    Cioè in quel piccolo spazio un po’ comune a tutti i monitor e stampanti modeste.Se poi si parla di web,ci vuole anche la gestione del colore da parte del browser a migliorare un po’ la cosa.
    Indi per cui superiamo già un primo gradino,non abbiamo “standardizzato” l’immagine a tal punto che da tutti i monitor la vedremo uguale, ma abbiamo fatto tutto quello che dipendeva da noi per far in modo che nella media dei monitor,l’immagine sia riprodotta
    con i colori più simile possibile a quelli che abbiamo visto noi,sul nostro, quando l’abbiamo salvata.
    Ora per stampare,il ragionamento è un po’ lo stesso,cerchiamo di metterci nelle migliori condizioni possibile,per quello che dipende da noi,che tutto avvenga nel modo più razionale possibile.
    Stabiliamo dei punti fermi come il rispetto degli spazi colore,la profilatura del monitor con l’uso del colo o spettrocolorimetro, l’uso di profili carta stampante il più accurati possibili,se sufficienti quelli del produttore ok,sennò auto prodotti con la medesima apparecchiatura.
    Da ora in poi l’occhio e l’esperienza,faranno come in tutte le attività la differenza.
    La conoscenza dei supporti cartacei per esempio,cosa che a me manca completamente; me la sono spassata con le lucide o semi,
    ma la volta che ho stampato matt,le cose non erano molto allegre.
    Quando dovrò ristampare su opaco l’esperienza sbagliata mi ha già fatto capire che dovrò elaborare con colori tenui.
    Indi per cui, con le dovute cognizioni e apparecchiature,nessuno ci toglierà la voglia di studiare,imparare e sperimentare.
    Solo per questo mi era venuta voglia di farmi regalare un calibratore,giuro!
    Ciao ragazzi è stato un piacere.

    #1802066
    Franco
    Partecipante

    [quote=”lovis1″ post=631226][quote=”fra65″ post=631199]Forse Paolo ti riferisci a qualcosa di diverso…….
    [/quote]
    Probabilmente mi sono spiegato solo parzialmente. Facciamo l’esempio concreto di “fotograficamente”….ha realizzato un bel reportage sugli “Himba” ed è talmente soddisfatto che decide di esporre in una mostra delle stampe.I personaggi sono talmente belli con le loro tonalità color mattone che è importante far rendere al meglio questa peculiarità. Decide che per l’occasione si stampa su una carta in cotone in grande formato di peso consistente, ma non è certo dei diversi risultati che si potrebbero ottenere perché gli “Himba era la prima volta”, e quei cromatismi sono proprio nuovi nella sua esperienza di stampa. Quale tono di carta usare?….che marca?….più o meno ruvida?….meglio nero opaco o meglio quello photo?….le variabili sono talmente varie che per valutare il miglior risultato non possiamo sempre affidarci alle precedenti esperienze. Questa la mia opinione e come agirei, mi rendo conto che forse il caso è particolare, ma proprio da queste situazioni nasce la necessità di stampare in proprio e di poter gestire, anche con delle sperimentazioni, i casi particolari o comunque le situazioni in cui la stampa deve seguire in pieno quello che abbiamo in testa. Ciao Giulio [lo][/quote]

    Giulio, prima ho sbagliato a scrivere il tuo nome, scusa.

    La scelta del tipo di carta da usare in stampa rientra tra le scelte artistiche, e su questo punto siamo tutti d’accordo, non si può standardizzare l’atto creativo.
    Però si parlava di aspetti tecnici, della standardizzazione della filiera del colore dalla postproduzione alla stampa, il cui perfezionamento non influisce negativamente sulle scelte creative, anzi, tutt’altro..……. se io desidero stampare l’incarnato di un volto con un determinato punto di ocra e invece la stampante ne improvvisa un’altro, è la stampante ad essere creativa, non io!!
    ciao 😀

    @ fotograficamente
    Si Claudio, ti riferisco alla luce della mia limitata esperienza, il colormunki lavora abbastanza bene sul vetro dell’imac, ma lavora meglio sullo schermo opaco (optional) del MBPro da 15” o 17” che è specifico per il photoediting, oppure sugli schermi per photoediting, se cerchi la perfezione, lo schermo dell’Imac non è molto adatto e se non fosse per la mancanza di spazio sulla scrivania avrei già optato per un secondo monitor in parallelo.
    Il problema che ho riscontrato con il colormunki e la mia stampante (canon 9500mk2) e l’impossibilità (solo su sistemi Mac) di escludere i driver della gestione del colore della stampante durante le fasi di stampa della chart colore, con ii programma in dotazione al colormunki.
    Ho poi risolto utilizzando un programma di canon che consente di gestire le funzioni del colormunki (e di qualche altro spettofotometro), prova a dare un’occhiata qui:
    http://www.canoniani.it/forum-canoniani/stampa-fine-art/505150-spettrofotometro-per-calibratura-stampante.html?start=10
    purtroppo il topic è vecchio e presenta dei difetti di visualizzazione, ma l’ultimo post si salva……..
    😉

    #1802069
    fotograficamente
    Partecipante

    Avevo sentito parlare del problema di escludere il drive della stampante, per alcuni modelli Canon,sempre per i sistemi Mac,anche per
    il processo di stampa vero e proprio e non solo delle chart dal relativo programma del colorimetro.
    Fortunatamente per la mia Pixma pro1,questo problema se ho capito bene non c’è.
    Infatti quando apro il drive stampante,in taratura colore,trovo automaticamente la spunta su color sync,
    la cartella che tu mi hai insegnato,è quella che contiene i profili che abbiamo scelto di usare.
    Ho guardato il topic che mi hai indicato,ma voglio aspettare a questo punto a farmi venire il mal di testa,
    quando avrò questo benedetto calibratore che risulta costoso.
    Una cosa però diciamocela.
    Io trovo scandaloso che i programmi che accompagnano attrezzature spacciate per professionali come la mia stampante, o la mia macchina fotografica (5dmarklll) possono a tutt’oggi presentare problemi di incompatibilità con i sistemi Mac e molti di questi,non girino proprio.
    Io ho riscontrato problemi anche per scaricare le foto dalla mark3 al computer tramite photo professional che non le vede,
    mentre la versione di P/P che avevo installato con il CD che accompagnava la Mark 2 tutto era ok.
    Ho comprato un lettore di schede poco male, ma non stiamo parlando dei programmi che regalano le riviste,che girano solo su windows e pazienza non si parla di pizze e fichi.
    Insomma Canon potrebbe anche accompagnare i suoi prodotti con programmi compatibili con tutti i sistemi operativi o no?
    Come si dice a Siena,tanto che voi, le regalano.

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