Il fatto che tu sia sempre insoddisfatto delle tue fotografie è un ottimo punto di partenza: secondo me non bisognerebbe mai esserlo troppo. L’insoddisfazione è una condizione necessaria per continuare a cercare stimoli e conoscere meglio se stessi in relazione al fotografico. Il confronto è prezioso: con altri amatori, con fotografi professionisti, con le fotografie degli autori del passato e degli autori contemporanei. Conoscere e guardare le immagini degli altri è fondamentale per costruirsi una personale visione delle cose.
E tutto questo, secondo me, già costutuisce una base “tecnica” da applicare poi nel proprio modo di relazionarsi con la fotografia. Non è importante quale mezzo tu decida di usare, l’importante è imparare e conoscerlo e a sfruttarlo in pieno per seguire e realizzare le tue intenzioni espressive.
Ultima cosa: il confronto con gli altri autori, come per esempio la Maier da te citata ma vale per tutti, anche per quelli meno famosi, può essere rischioso se, inteso come desiderio di pura emulazione, porta a mettere in secondo piano la propria autonomia espressiva. Diventa fruttuoso, invece, se affrontato come uno scambio, un arricchimento, una conoscenza da poter usare al momento giusto senza necessariamente sacrificare la propria personalità fotografica.
[lo]