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Gennaio 21, 2009 alle 1:49 pm #1428519ajantaPartecipante
Ciao, sto per acquistare la 450D e vorrei anch’io utilizzare le mie ottiche Contax (28 e 135). Ho visto che esistono due tipi di adattatori con e senza microchip ma non mi è chiaro se la versione con microchip consenta l’autofocus o vi siano riserve. Quale anello hai acquistato? Grazie Ajanta
Originariamente inviato da kraken71: Salve a tutti, per quanto riguarda le ottiche Yashica MC mi risulta siano di qualità scadente. Altra cosa sono le ottime ML (zomom compresi). Da poco ho acquistato la Canon EOS 400D e nonostante non trovi malvagio il 18-55 di dotazione standard, ho comprato l’anello (su ebay) per adattarvi gli ZEISS 50 f.1,4 e 28 f.2,8. + Yashica ML 80-200 f.4. Vi posso assicurare che i primi scatti mi hanno messo i brividi. Per ora ancora non ho potuto fare una vera ricerca ma già capovolgendo (con l’apposito adattatore) il 50 zeiss le macro che ne vengono fuori sono “qualcosa”… “Forte” il fatto che con l’anello, per quanto si sia costretti ad usare gli obiettivi in manuale e non vi sia il simulatore di diaframma sul corpo macchina (si lavora a tutta apertura per focheggiare e poi si chiude il diaframma al numero F desiderato) l’esposimetro è abbastanza fedele (a certe focali in macro sballa: bisogna sottoesporre di uno stop) e il sistema di messa a fuoco indica la il corretto focus segnalando il punto focheggiato… Certo, per far foto in movimento aspetterò ancora un pò (lo zoom Yashica 80-200 è un buon obiettivo ma è un peccato non sfruttare la velocità di scatto dei Canon “plasticoidi”) è poi penso di dirottare su un Canon 55-250 IS.. Ne sento parlare bene…
Gennaio 20, 2009 alle 2:28 pm #1428128ajantaPartecipanteOriginariamente inviato da giesse: Ho acquistato recentemente due anelli adattatori per montare obiettivi Contax Zeiss su corpi EOS. Possiedo una EOS350D, quindi nulla di particolare riguardo alle prestazioni del mirino, anzi… Per il momento ho fatto soltanto delle prove al fine di valutare la praticità d’uso e le prestazioni ottiche. Riguardo alla praticità posso dire che, nonostante le limitate prestazioni del mirino, l’esposizione stop-down non pone grandi problemi. Per diaframmi fino a 4-5,6 l’obiettivo Zeiss è migliore o, al limite, uguale a uno zoom standard; da 5,6 in su diviene evidentemente più “buio”, tuttavia la messa a fuoco rimane relativamente agevole in luce diurna. In condizioni di scarsa illuminazione (e con necessità di diaframma chiuso) le soluzioni sono due: mettere a fuoco a tutta apertura o sfruttare la scala delle distanze (in formato APS-C la profondità di campo è sempre piuttosto elevata, il che semplifica il problema). Da notare, comunque, che, normalmente, o la luce è abbondante e il diaframma è chiuso, o la luce è scarsa e il diaframma è aperto, per cui il problema della scarsa luminosità del mirino si pone assai raramente. Infine, per quanto riguarda l’uso dell’anello, lo si collega all’obiettivo ottenendo un insieme compatto, come se fosse un obiettivo Canon EOS: per la rimozione, basta spingere con l’unghia una molletta di sblocco e ruotarlo in senso contrario. A fronte di queste limitazioni e della mancanza dell’autofocus, si può contare su una qualità ottica da urlo. Ho letto più volte commenti del tipo “le ottiche Contax Zeiss sono state progettate 20 o più anni orsono: in questo periodo la tecnologia ha fatto passi da gigante, quindi un’ottica Canon o Nikon attuale non è da meno…”. Non sono affatto d’accordo! Provare per credere! A mio giudizio, con l’avvento del digitale, ci siamo semplicemente assuefatti al nuovo standard in fatto di qualità finale: tutte le considerazioni che valevano un tempo riguardo alla “tridimensionalità”, “ariosità”, “resa dello sfocato”, ecc. delle ottiche Zeiss o Leica sono più che mai attuali. Scattare col 28 e il 50 Zeiss (per ora ho provato solo questi, ma presto proverò anche il 35 e l’85) e confrontarne i risultati con quelli di un pur buon obiettivo zoom APS-C attuale, dà la stessa sensazione che si prova confrontando la zona di muro dietro un quadro (rimasta “bianca”) con quella esposta all’aria, i cui colori sono progressivamente degradati senza che ce ne accorgessimo più di tanto. Infine, penso che molti ricorderanno le prime foto fatte col 50/1,8: sfido chiunque a paragonarne l’impatto emotivo con quello ottenuto da uno zoom 28-70 o 17-70 o giù di lì, con cui, il più delle volte, non ti rendi nemmeno conto se hai scattato in posizione grandangolare o tele. Non sono un “nostalgico”, ma piace condividere questa mia esperienza. Molti stanno vendendo interi corredi Contax Zeiss acquistati con anni di risparmi per cifre irrisorie, senza rendersi conto che, con poche limitazioni (che non spaventano chi ha acquistato un corredo Contax e quindi ha una certa “esperienza” fotografica), potrebbero dare ancora infinite soddisfazioni. Pensate! La tecnologia digitale Canon EOS e la qualità ottica Zeiss! Concludo ricordando che, in formato APS-C: – con un 28/2,8 hai un 45 in formato 24×36 (ogni foto è una poesia) – con un 50/1,7 hai un 80, sempre 1,7!, in formato 24×36 (che ritratti!)
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