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Settembre 1, 2011 alle 7:47 pm #1664141Antony999Partecipante
[quote]Originariamente inviato da Albo49: dimentichi che siamo in un forum dove molti inseriscono foto per avere un giudizio. In questo contesto la citazione di un grande autore (Salgado) come riferimento
Settembre 1, 2011 alle 2:44 am #1664032Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da Albo49: .. Due autori in particolare hanno proposto una serie di immagini che prese singolarmente sarebbero state inesorabilmente cestinate. Il commento preventivo ha fatto in modo che il nostro giudizio non si limitasse al solo aspetto tecnico.
Se ascoltiamo due persone che parlano per strada e non conosciamo gli antefatti di quel discorso, difficilmente riusciamo a capire il vero significato di quello che dicono. La fotografia
Marzo 4, 2011 alle 3:16 pm #1633782Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da scaramik: utilizzo principalmente digital photo professional grazie mille, ciao.
Mi permetto di consigliarti il decodificatore RAW di Adobe Photoshop o Lightroom. Ha una notevole versatilità di comandi che consentono un controllo completo ed intuitivo dell’immagine. Chi ha stampato in camera oscura si adatta molto facilmente. Solo in casi sporadici richiede l’ulteriore intervento con Photoshop (cornici, riduzione di risoluzione per web, ecc.)
Marzo 3, 2011 alle 3:12 pm #1633576Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da scaramik: … io scatto sempre e solo in raw, evidentemente ho toppato in post. ciao.
Che programma usi per la decodifica RAW e l’elaborazione? Conviene fare tutte le elaborazioni possibili nel decodificatore RAW (soprattutto se usi lo splendido decodificatore di Photoshop CS3 o CS4, oppure Lightroom) e solo dopo salvare in TIFF o JPG. Per la pubblicazione sul forum, riduci l’immagine a 72 bpi per canale e 800 il lato massimo e salva come file normale, dopo attivato le opzioni “mantieni proporzioni” e “ricampiona immagini” nella maschera di salvataggio (quindi non come “immagine per web”).
Marzo 1, 2011 alle 8:33 pm #1633193Antony999PartecipanteSei molto bravo. Scusa se ho osato giudicare la tua immagine. Un mio amico dice sempre che non bisogna dare consigli agli altri. Se li vogliono te li chiedono espressamente; ovviamente pagando. Ciao Antonino
Marzo 1, 2011 alle 8:25 pm #1633191Antony999PartecipanteIl B/N della prima potrebbe essere così: [IMG]public/imgsforum/2011/3/ll_IMG_0789_2_bn_c.jpg[/IMG] Ma l’immagine di partenza è leggermente impastata. E’ stata recuperata una sottoesposizione?
Marzo 1, 2011 alle 7:46 pm #1633188Antony999PartecipantePropongo una mia soluzione per le due immagini. [IMG]public/imgsforum/2011/3/ll_IMG_0789_2.jpg[/IMG] Ho raddrizzato la prospettiva verticale, centrato l’inquadratura orizzontale e modificato gli annerimenti. Per quanto riguarda la seconda: [IMG]public/imgsforum/2011/3/IMG_0788_22.jpg[/IMG] Avrei lasciato un po’ di margine in più a sinistra, per rendere simmetrici gli archi del ponte (entrambi sull’ombra della base degli archi. Avrei cercato di scattare quando i soggetti si trovavano in una posizione meno centrale nel senso orizzontale(un po’ prima o un po’ dopo). Per la seconda avrei abbassato l’inquadratura verso la base delle arcate, ponendo la linea di passaggio delle persone al di sopra del terzo alto. Ho scurito l’arco destro e schirito quello sinistro, Conviene fotografare in RAW. Tenere le alte luci prossime al margine dx dell’istogramma e recuperare i toni bassi in post.
Marzo 1, 2011 alle 5:05 pm #1633156Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da Lookaloopy: Per quanto condivida in parte la tua analisi, quest’ultimo consiglio è alquanto opinabile, gli scatti sono stati effettuati da Carlo con 100 macro chiuso a f10 e l’MT-24, che è un flash dedicato alla fotografia macro, e non può essere utilizzato che frontalmente dato che si monta sulla lente frontale. [scu]
Ma quello è un flash anulare per usi particolari. Serve soprattutto per usi medici; per eliminare le ombre nel campo di ripresa, con soggetti piccoli. E’ esattamente quello che non va bene per la macro normale.
Marzo 1, 2011 alle 5:00 pm #1633155Antony999PartecipanteMeglio così. Ma, se possibile, allarga l’inquadratura.
Marzo 1, 2011 alle 4:04 pm #1633148Antony999PartecipanteCondivido il commento precedente. Il triangolo chiaro delle braccia svia l’occhio dal viso. Le macchie bianche sopra la testa ed i toni chiari sotto le braccia fanno il resto. Le braccia orizzontali rendono statica l’immagine, allargandola, e portando l’occhio fuori dall’immagine e quindi dal viso.
Marzo 1, 2011 alle 3:58 pm #1633144Antony999PartecipanteSi nota l’uso del flash frontale. Appiattisce i piani in profondità, togliendo modellato e brucia il primo piano. Tutte e tre le foto sono piatte, parzialmente sfocate (usi il cavalletto?) e con riflessi antiestetici nel primissimo piano. Nella prima immagine. La fascia bruna verticale divide l’immagine in tre parti. L’occhio vede solo tre fasce di colore. Sembra una foto astratta. Nella seconda. Troppo spazio a sinistra ed in alto. Le due foglie più grandi sono troppo centrali. Nella terza. I cerchi bianchi risaltano su tutto. Il soggetto colorato risulta secondario. Nella macro evita sempre la luce flash frontale, usa il cavalletto ed un diaframma molto chiuso.
Marzo 1, 2011 alle 3:38 pm #1633139Antony999PartecipanteIl colore attira lo sguardo più del B/N. La splendida ragazza risulta mortificata. Il corno che tocca il bordo attira troppo l’attenzione, portando l’occhio fuori dal rettangolo dell’immagine.
Settembre 27, 2010 alle 5:28 pm #1602204Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da bepoc: Se la parola “fotoamatore” conserva il suo significato, la mercificazione dovrebbe essere esclusa. La ricompensa non e` il vile denaro ma la soddisfazione dell’opera prodotta. Anzi qualsiasi forma di retribuzione dovrebbe essere rigettata come un insulto alla propria purezza. O forse anche i fotoamatori stanno diventando venali?
Condivido il principio. Ma bisogna considerare alcune situazioni reali e pratiche. Fai una mostra, ti chiedono delle fotografie. Fotografi qualcuno e ti chiede le foto. Ti chiedono, come capita talvolta a me, delle foto per giornali o riviste, opuscoletti di enti e manifestazioni pubbliche. Se vuoi semplicemente cercare di recuperare le spese (io stampo da solo le mie foto e non voglio far finire le mie immagini nell’archivio di qualche laboratorio che potrebbe sfruttarle senza che io lo sappia), come ti comporti? Non puoi emettere ricevuta e loro, data la normativa vigente, non ti possono pagare senza di essa. Quando la foto viene pubblicata qualcuno può pensare che ti sei fatto pagare senza ricevuta. E puoi trovarti in difficoltà col fisco, non avendo la partita IVA. Se qualcuno (magari geloso) ti vuole dare fastidio, tu non hai un giustificativo del rimborso spese. Anche se regali le foto, non puoi ritenerti al sicuro che qualcuno pensi ad una vendita sottobanco per lucro. Il fatto di poter recuperare, almeno in minima parte, le spese per l’organizzazione di una mostra, a tuo avviso, è da ritenersi tanto moralmente deprecabile? Se invece appartieni da un’associazione locale, puoi giustificare le spese e ricevere perfino compensi sotto forma di contributi comunali, regionali, provinciali o di privati. Ma tu lavori (e l’organizzazione di una mostra comporta dispendio di denaro: manifesti, locandine, carta da stampa, inchiostri, supporti, ecc.) e gli altri soci, passivamente, si spartiscono con te i tuoi rimborsi spese.
Settembre 22, 2010 alle 4:10 pm #1601160Antony999Partecipantemarco66 Se osservi le fotografie di Giacomelli e di Ghirri, noterai l’essenzialità dei toni, la tecnica che sembra elementare, se confrontata con la perfezione tecnica dei toni e dei dettagli delle immagini di Ansel Adams. Adamns è il massimo tecnico della storia della fotografia. Giacomelli usava una scala di toni ridottissima, un contrasto elevatissimo (guarda l’immagine dei pretini!). Eppure Giacomelli e Ghirri sono gli unici fotografi italiani tenuti in grandissima considerazione all’estero. Eppure Ghirri fotografava con la Polaroid, o comunque con mezzi tecnici essenziali, gli interni dei cortili dei palazzi! Ma Ghirri è l’unico teorico italiano della fotografia che sia riconosciuto all’estero. Forse è l’unico teorico italiano in assoluto! Vedi come, nell’arte, la tecnica conta fino ad un certo punto, o addirittura molto poco. I grandissimi fotografi di National Geographic documentano l’evoluzione della società, pubblicizzano le bellezza del mondo. Luigi Ghirri e Giacomelli erano artisti. Questa è la differenza. Essi sono considerati maestri perché i successori non ha fatto che ripetere il loro modo di fotografare, i loro soggetti, il loro modo di concepire la fotografia. E la fotografia italiana è ancora troppo legata a Giacomelli (figlio del suo tempo), mentre la fotografia internazionale ha subito notevoli propulsioni verso altri orizzonti. Ed invece avrebbe dovuto seguire soprattutto le più aperte idee artistiche di Luigi Ghirri.
Settembre 22, 2010 alle 3:57 pm #1601155Antony999Partecipantemarco66
ma definire arte certe cose mi viene difficile un artista si esprime in vari modi a volte anche bizarri strani inconsueti incomprensibili ma di fondo ci deve essere lo studio l’applicazione il talento che gli permettono di eseguire le sue opere. i graffi su tela li puo’ fare chiunque ma chiunque anche un quadro del caravaggio lo puoi riuscire a fare ma devi studiare applicarti l’arte e anche sapere e conoscenza che viene tramandata cosa tramandi con i graffi su tela.
Il nodo della questione sta nel fatto che, come affermava Man Ray, In qualsiasi forma sia rappresentato, alla fine loggetto deve divertire, disorientare, annoiare, o far riflettere, ma non suscitare ammirazione per la sua perfezione tecnica che abitualmente si cerca nelle opere darte. Le strade sono piene di artigiani bravissimi, ma di così pochi sognatori pratici. Quindi non sono le difficoltà tecniche che fanno grande l’opera d’arte, ma l’aspetto concettuale. Un bravissimo pittore che copia un quadro di Caravaggio resta un abilissimo pittore, ma non è un artista, nel senso moderno del termine. Allo stesso modo, chi copia una partitura musicale o una poesia o un qualunque romanzo, non è per questo solo fatto un musicista, un poeta, uno scrittore. Da quello che ho appreso ultimamente, Caravaggio non è stato il primo ad usare quella luce particolare, che mette in particolare rilievo i soggetti, esaltandone le forme, i gesti, le espressioni, la forza, la sofferenza, ecc. Ma egli è stato frse il primo che ha preso persone della strada facendole posare in un certo modo, per rappresentare principi, santi, assassini, ecc.; Riuscendo, nello stesso tempo ad infondere il loro, proprio grazie a quella luce particolare, la loro forza, la determinazione, l’orrore, ecc. Altri bravissimi “dipintori” dell’epoca, altrettanto bravi nella tecnica, non hanno riassunto nelle loro opere quelle “idee”, quelle invenzioni, quell’insieme di tecnica e pensiero, che hanno fatto di Caravaggio il grandissimo pittore che è stato. In Leonardo non si legge solo la perfezione tecnica, ma tutto lo scibile umano del suo tempo. Ogni pennellata di Leonardo ha un senso, una razionalità ed una trascendenza che fanno di lui “Leonardo”. Allo stesso modo, altri hanno dipinto fanciulle, e scene religiose. Ma Raffaello aveva il gusto più raffinato della bellezza femminile. I suoi angeli sono creature ultraterrene! Michelangelo ha riempito le sue opere di grandissima tecnica, di prospettiva, di anatomia perfetta, ma soprattutto di profondi e misteriosi concetti teorici, teologici, filosofici e storici. Guido Reni è un grandissimo pittore. Ma le sue opere non hanno lo spessore artistico di Michelangelo, di Leonardo e di altri grandissimi. Le sue grandissime opere (soprattutto dal punto di vista fisico delle misure) risentono dell’ortodossia del tempo. Orami contano perchè raffigurano la loro epoca. Quindi, al di là della tecnica, contano i pensieri, le idee. Picasso ha stravolto completamente la pittura del suo secolo e quella del passato, eppure pare strano, a chi non approfondisce le sue opere, la sua concettualità, che le sue figure contorte e spezzate possano contenere idee. L’arte del passato mirava alla rappresentazione dei santi, dei grandi personaggi. Poi qualcuno ha mutato la prospettiva dell’arte; non più figure, ma situazioni comuni, concetti, sensazioni, sentimenti, impressioni, attimalità, evoluzione nel tempo, ecc.. Per questi argomenti non è necessario l’uso delle “velature” leonardesche. Non occorre la prospettiva e neanche la perfezione della figura. Bastano linee, colori, ombre, macchie, tagli, buchi. Ma quei buchi, quelle linee, quelle macchie arrivano perfino a definire buchi neri, curvature spazio-temporali, strazi della personalità, sofferenza e ombre della coscienza. Essi sono misteri dell’anima, della vita, dell’universo. Nesuna forma perfetta, precisa, risoluta dei dettagli, potrebbe definire questi concetti. Allo stesso tempo ti invito ad approfondire il contenuto di una quadro di Leonardo, Michelangelo, alla luce degli ultimi studi critici. Se ti lasci condurre per mano al di là della perfezione tecnica, scoprirai cosa contengono, insospettabilmente, le loro opere. Perché, trattandosi di raffigurazioni del reale immaginato, ci lasciamo abbagliare dalla perfezione delle forme, dalla apparente facilità di lettura della superficie, dalla bellezza accademica, e non cogliamo i significati reconditi. Quando osserviamo le loro opere a stento sappiamo che rappresentano un papa, un cardinale, un angelo. E già fatichiamo a collocarli nella loro epoca. Ma non sospettiamo neanche lontanamente che quelle figure nascondono critiche feroci alla politica e alla religione. In ogni gesto di quelle figure c’é un perché teologico, filosofico, storico. Osserva la figura effeminata (femminile) che è accanto a Cristo, nell’ultma cena di Leonardo. E’ la Maddalena? Era lei l’apostolo preferito di Cristo? Pensa quali concetti sono nasconti in quel quadro! Michelangelo era protestante. Ha dipinto la Cappella Sistina: la sede della cristianita, il luogo dove si eleggono i pontefici. Leggi le ultime scoperte sul Giudizio Universale. Quell’opera pare tanto il manifesto del protestantesimo. Gliel’ha dipinto sotto gli occhi! Se vuoi parliamo anche dei tagli di Fontana. ma credo che qualcosa l’ho già detto in proposito in questo post. Quando si vuole raffigurare con un’immagine la paura, l’angoscia, si ricorre all'”Urlo” di Munch. Quando si vuole identifica la società americana, si ricorre alla Marilyn, alle scatole di fagioli, alle bandiere di Andy Warhol. Capisci ora come si rappresenta un concetto astratto con poche linee e con poco, o scarso, dettaglio e sofisticazione tecnica?
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