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Gennaio 17, 2010 alle 11:47 pm #1543648damarzegPartecipante
Bepoc, sei sicuro che sul libro da te citato l’autore sostenga che è utile fornire al servizio stampa il profilo del monitor, includendolo nel file, ed è sbagliato invece farlo con il profilo della macchina di stampa? se è così, come si intende fare il soft-proofing delle caratteristiche della stampante, della carta e degli inchiostri se ci sono? Come fà lo stampatore a sapere come hai previsualizzato il file durante il lavoro? Cosa succede se cambi carta di stampa per esempio? Grazie per la tua pazienza.
Gennaio 16, 2010 alle 4:21 am #1543237damarzegPartecipantea proposito di fonti: da introduction to icc Profiles (http://www.drycreekphoto.com/Learn/profiles.htm): If you are sending the image out to be printed, either talk with the print operator first or give written instructions. You usually want to provide a file that has been converted to the printer profile. Tell the operator not to monkey with your image or apply any automatic enhancements. For more Fuji Frontier and Noritsu specific information, refer to our profile usage instructions. * A rough evaluation of your profile can be made by comparing anColorChecker electronic version of a GretagMacbeth ColorChecker® to the real thing. Other electronic formats, including CIE LAB, Adobe RGB, and Pro Photo RGB are available here.
Gennaio 16, 2010 alle 4:14 am #1543235damarzegPartecipanteScusa Bepoc da dove hai preso le tue informazioni, che Fireblade ha convalidato come autorevoli? Per quanto mi sforzi di cercare (da mesi) non ho trovato un singolo articolo che suggerisca di “embeddare” il profilo del monitor. L’unica fonte è il laboratorio dello stimato Fireblade. Grazie
Gennaio 16, 2010 alle 1:56 am #1543192damarzegPartecipanteIl supporto è al livello del sistema operativo. Ci riesci anche dal finder ad aprire i file della 5d mk II., basta avere l’os aggiornato. Ho letto che con la versione 10.6 a problemi ad aprire gli sRAW. Non capisco cosa intendi per RAW1 e RAW2 comunque forse ci sono settings che non conosco? Ciao
Novembre 29, 2009 alle 2:42 am #1530230damarzegPartecipanteGrazie per i complimenti, Si tratta della Val di Non. La prima in particolare è il lago di tovel nel parco Adamello Brenta. Ciao
Novembre 27, 2009 alle 6:25 pm #1529872damarzegPartecipanteFireblade, In effetti PTgui me lo hai suggerito tu in un post precedente e ti devo ringraziare anche per il consiglio di tenere la macchina in verticale. P.s. Il tutto è fatto senza cavalletto Grazie
Novembre 27, 2009 alle 5:22 pm #1529859damarzegPartecipanteDimenticavo di inserire alcuni dettagli tecnici sulla post: I software impiegati sono: PTgui PS CS4 Aperture
Novembre 27, 2009 alle 4:33 am #1529759damarzegPartecipanteWintermute, Hai capito perfettamente tutto ciò che ti ho scritto, adesso bisogna vedere se le informazioni erano accurate, ma visto che nessuno ha protestato o corretto le possiamo passare per buone fino a prova contraria. I lati oscuri restano parecchi bisognerebbe fare un po’ di esperienza di laboratorio ma forse non si può sapere tutto. La teoria funziona solo se il laboratorio di stampa fa le sue calibrazioni con cura e costanza. Il mio mi fa qualche sorpresa di tanto in tanto. Forse qualcuno ci può segnalare un laboratorio on-line che ritiene buono (Mabriola tu da chi ti fornisci?). Alla prossima Dario
Novembre 24, 2009 alle 3:01 pm #1528869damarzegPartecipanteCredo che l’indiscutibile esperienza di Mabriola confermi le mie teorie. Meno male!
Novembre 24, 2009 alle 5:54 am #1528841damarzegPartecipanteCiao Wintermute, Ribadisco che le mie sono idee personali derivate dalla mia esperienza nel campo della scienza del colore ma di un altro settore e che hanno qualche problemino ad adattarsi alla fotografia. Fatta questa premessa provo a risponderti:
k, qui ho il primo dubbio. Con “includerlo nel file” cosa intendi? Converti l’immagine dal profilo che essa ha a quello che ti fornisce il laboratorio? Sperando di non abusare della tua pazienza, ti faccio un esempio del mio “workflow”: io scatto in RAW, apro la foto con DPP, la modifico, le assegno il profilo sRGB (da Regolazione -> Spazio dei colori di lavoro -> sRGB) e poi la converto in TIFF selezionado “incorpora profilo ICC”. Ora mi ritrovo con un file TIFF che contiene al suo interno il profilo sRGB che ho impostato, giusto? Il mio laboratorio mi fornisce un profilo della carta+inchiostro con cui stampera’ la mia foto. Io prendo il mio file TIFF, lo apro con Photoshop. In questo momento il profilo utilizzato da Photoshop e’ quello specificato nel file TIFF e quindi sRGB. Devo quindi eseguire il soft-proofing: View -> Proof Setup -> Custom e in “Device to simulate” specifico il profilo fornitomi dal laboratorio. In questo modo Photoshop mi mostrera’ l’immagine cosi come dovrebbe venire in stampa e utilizzando la shortcut CMD+Y posso passare al volo dal soft-proof al profilo sRGB originale in modo da vedere le differenze. Con il soft-proof attivato effettuo le modifiche sul TIFF finche’ non sono soddisfatto. Ora che faccio? Io mi trovo con una foto TIFF con ancora il profilo sRGB orginale che pero’ e’ stata modificata in modo tale da “venir bene” in fase di stampa. Ora che faccio? Spedisco il TIFF con il mio profilo? In tal caso sara’ il laboratorio a convertirlo in quello delle stampante? Sara’ quindi lui a decide che intento applicare? O converto il TIFF al profilo usato per il soft-proof usando Edit -> Assign to Profile? In questo modo dovrei avere piu’ controllo su quale intento scegliere e sui suoi effetti. A questo punto mi viene un altro dubbio: che senso ha fare il soft-proofing se poi converto l’immagine nel profilo del laboratorio? Non si farebbe prima a convertire direttamente l’immagine in quel profilo e a eseguire le modifiche del caso? Se la risposta e’ si’, allora perche’ esiste il soft-proofing?
Quando attivi il softproof sei sicuro di quale stampante effettuerà il lavoro e ne emuli le caratteristiche. Modifichi il file affinchè questo venga stampato con le caratteristiche desiderate che non coincidono necessariamente con quelle desiderate per la visualizzazione sRGB. Quando in fine converti il profilo dell’immagine nativo in quello della stampante, in pratica, stai comunicando alla macchina che essa non deve effettuare nessuna modifica sul file e che questo è inteso per esclusiva stampa su quella macchina, con quella carta ecc.. Chiunque alto in seguito aprirà il file saprà che questo non è adatto alla visualizzazione ma solo alla stampa (PS regolarmente ti avverte). Lasciare il profilo inalterato equivale di contro ad avvertire il laboratorio che il tuo file non può essere stampato così come è ma deve essere regolato per compensare le caratteristiche della stamante cosa che tu hai già fatto manualmente. (?) (?)
Quello che io faccio con i profili è la cosa seguente: Il sistema operativo del mac mi gestisce il profilo del monitor in modo da renderlo un device “neutro” (cioè che nel limite delle sue capacità non altera i colori). Con aperture invece carico il profilo della carta utilizzata che deve anche includere le caratteristiche di stampa della macchina. Con includere qui cosa intendi? Converti ogni immagine nel profilo del laboratorio?
Quando dico includere intendo dire che tutte le variabili devono essere incluse nel profilo colore. Per esempio, nel caso di una stampa al laser, quelle che mi vengono immediatamente sono: tipo di Stampante con potenza relativa dei singoli laser, tipo di carta sensibile, caratteristiche chimiche del bagno di sviluppo ecc.. Quindi ogni profilo deve contenere tutte queste info e ogni immagine dovrebbe avere il profilo per cui è stata elaborata.
Qui salta fuori un altro dei miei dubbi ancestrali: il ruolo del profilo del monitor. Il profilo del monitor, come dici tu, viene usato dal sistema opearivo per “normalizzare” la situazione, ci da la certezza che i colori che vediamo siano veritieri. In base a questo principio mi sono sempre chiesto se era ragionevole e corretto assegnare ad ogni immagine il profilo del Monitor invece che il classico sRGB. Il perche’ di questo dubbio forse riesco a chiarirlo con un esempio: io e un mio amico abbiamo entrambi un proprio minitor calibrato e profilato. Io voglio passare una foto al mio amico in modo che possa vederlo sul suo monitor. Per questo motivo converto la mia immagine nel profilo del mio monitor ed includo tale profilo nell’immagine che gli passo. In questo modo quando il suo programma di visualizzazione la aprira’ potra’ visualizzare l’immagine cosi’ come io l’avevo vista. Io mi immagino che il programma esegua i seguenti passi di conversione: 1. data una specifica coordinata RGB della mia immagine, attraverso il profilo del mio monitor risalira’ alla corrispondente coordinata univoca LAB 2. presa questa coordinata LAB, il programma consultera’ il profilo del monitor del mio amico, individuera’ la coordinata LAB identica e recuperera’ la coordinata RGB da comunicare allo schermo. In questo modo il mio amico vedra’ gli stessi colori che io ho visto sul mio monitor. E’ corretto come ragionamento? Sto forse sbagliando qualcosa a livello concettuale? Se invece del profilo del mio monitor includo il classico profilo sRGB (per esempio quello fornito da Photoshop, il sRGB IEC61966-2.1), come fara’ il programma del mio amico a visualizzare correttamente i colori visto che questo profilo non e’ caratteristico del mio monitor? Mi rendo conto che due monitor profilati mostrano gli stessi colori per una data foto, ma qual e’ l’anello di congiunzione che rende cio’ possibile? Dovrebbe essere il profilo colore inserito nell’immagine, ma quale va inserito?
La mia teoria è la seguente: La sonda che calibra il monitor vede i colori non in RGB ma in uno spazio colore NON DEVICE DIPENDENT come pere esempio XYZ. La situazione prima della calibrazione potrebbe essere esemplificata come: i colori di esempio R1G1B1(quelli del file) sono uguali a X1Y1Z1(quelli che si aspetterebbe di vedere la sonda) meno una differenza dovuta alle caratteristiche del tuo monitor. Chiameremo queste differenze a1b1c1 Formuletta R1G1B1=X1Y1-a1b1c1 Il compito del software è quello di calcolare le differenze (note in questa conversazione con a1b1c1) in modo da metterci nella condizione R1G1B1+a1b1c1=X1Y1Z1 (dove a1b1c1 sono il profilo del tuo monitor). E se non ti ho confuso adesso non so più che fare 🙂 Siccome i colori R1G1B1 appartengono al file che vogliamo visualizzare e i colori X1Y1Z1 sono colori uguali per tutti l’unica cosa che cambia sono le differenze. A questo punto non escludo che si possa calcolare a ritroso il giusto valore X1Y1Z1 ma a che scopo, visto che la sonda ha già fatto il lavoro che vuoi fare cioè portare tutti i colori in uno spazio comune per tutti? Adesso devo rileggere tutte le cassate che ho scritto… non ce’ la posso fare. Spero che un’anima pia mi corregga così se non ho capito qualcosa o se non ho capito proprio niente mi rimetto a studiare. Ho colto l’occasione per riordinare le mie idee sull’argomento comunque e cosi “dormirò sonni tranquillo” pure io. Dario
Novembre 2, 2009 alle 7:56 pm #1522125damarzegPartecipanteRiparo all’errore includendo la parte del manuale di lightroom che descrive il dafarsi per includere il profilo del device di stampa: Set print color management You can specify whether Lightroom or the printer driver handles color management during printing. If you want to use custom printer color profiles created for specific printer and paper combinations, Lightroom handles the color management. Otherwise, the printer manages it. If Draft Mode Printing is enabled, the printer automatically handles color management. Note: Custom printer color profiles are usually created using special devices and software that generate the profile files. If printer color profiles are not installed on your computer or if Lightroom cannot locate them, Managed By Printer and Other are the only options available in the Profile area of the Print Job panel. 1. In the Color Management area of the Print Job panel, choose one of the following from the Profile pop-up menu: * To use a printer color profile to convert the image before sending it to the printer, choose a specific profile listed in the menu. Important: If you choose a custom printer color profile in Lightroom, make sure color management is turned off in the printer driver software. Otherwise, your photos will be color managed twice, and the colors might not print as you expect. * To send the image data to the printer driver without first converting the image according to a profile, choose Managed By Printer. If you choose Manage By Printer, make sure to enable ICM Method for Image Color Management (Windows) or select ColorSync in the Color Management settings (Mac OS) for the printer driver software so that the correct profile is applied before printing the image. Depending on the print driver software, you can usually find the color management settings after the Print Document dialog box opens at SetupPropertiesAdvanced (Windows), or in the pop-up menu below the Presets menu after the Print dialog box opens (Mac OS). * To select printer profiles to appear in the Profile pop-up menu, choose Other and then select the color profiles in the window that opens. Note: Generally, youll choose this option if no profiles are listed in the Profile pop-up menu, or if the profile you want isnt listed. Lightroom tries to find custom print profiles on your computer. If its unable to locate any profiles, choose Manage By Printer and let the printer driver handle the print color managing. 2. Choose a rendering intent to specify how colors are converted from the images color space to the printers color space: Note: The printers color space will generally be smaller then the images color space, often resulting in colors that cant be reproduced. The rendering intent you choose attempts to compensate for these out-of-gamut colors. * Perceptual rendering tries to preserve the visual relationship between colors. Colors that are in-gamut may change as out-of-gamut colors are shifted to reproducible colors. Perceptual rendering is a good choice when your image has many out-of gamut colors. * Relative rendering preserves all in-gamut colors and shifts out-of gamut colors to the closest reproducible color. The Relative option preserves more of the original color and is a good choice when you have few out-of-gamut colors. Ciao
Novembre 2, 2009 alle 4:51 pm #1522067damarzegPartecipanteTi chiedo prima di tutto scusa visto che ho postato un pannello di Aperture e non di Lightroom. Non so perchè ho pensato che ti riferivi ad Aperture. Credo comunque che puoi trovare le stesse opzioni in Lightroom. Il profilo nativo è quello impostato nella macchina fotografica (sRGB o Adobe RGB). Alcuni laboratori però chiedono di utilizzare il profilo della macchina di stampa per effettuare quello che Aperture chiama l’ onscreen proofing e di includerlo nel file in modo da evitare la conversione in fase di stampa. Quello che io faccio con i profili è la cosa seguente: Il sistema operativo del mac mi gestisce il profilo del monitor in modo da renderlo un device “neutro” (cioè che nel limite delle sue capacità non altera i colori). Con aperture invece carico il profilo della carta utilizzata che deve anche includere le caratteristiche di stampa della macchina. Includere il profilo del monitor nel file, secondo me, non ha senso ma altri ti diranno esattamente l’opposto. Ho gia avuto questa conversazione con Fireblade che è del parere opposto (almeno credo). Quale profilo includere nel file ti conviene concordarlo con il service di stampa. Questo è quello che dice il sito da cui mi fornisco: ” Profili colore per le stampe fotografiche I profili colore Digitalpix sono realizzati per mezzo di particolari software e attrezzature professionali. Il profilo colore (profilo ICC) è un indispensabile strumento che indica alla stampatrice come riprodurre ogni determinato colore; le diverse variabili come macchina fotografica, monitor, ecc. interpretano i colori in base allo spazio di lavoro di riferimento, il profilo Digitalpix servirà ad uniformare l’interpretazione di questi colori considerando il comportamento delle variabili quali carta, emulsione, chimica e stampante e quindi a garantire una corretta interpretazione dei colori e la più fedele riproduzione degli stessi su un supporto diverso come la carta fotografica. I nostri profili vengono creati su spazio colore sRGB e sono scaricabili dal nostro sito, ogni carta ha un profilo di riferimento, questo con uso corretto degli stessi garantisce risultati in stampa molto affidabili; Digitalpix effettua con regolarità l’aggiornamento e l’eventuale modifica dei profili, in questo modo l’utente che utilizzerà la modalità standard potrà sempre verificare i risultati mentre l’utente che desidera stampare in modalità nativa potrà utilizzarli per la preparazione dei file.” Spero di non averti confuso ancora di più ma purtroppo posso parlare della mia esperienza e sicuramente troverai persone più competenti di me. Dario
Novembre 2, 2009 alle 2:37 am #1521953damarzegPartecipantequesta storia dei bianchi bruciati che non si possono avere in una foto, secondo me, l’ha messa in mezzo qualche bacchettone. Nel tuo caso per esempio rendono la foto veramente piacevole visto il modo dolce in cui la bruciatura dissolve nel colore della pelle. Senza quel bianco bruciato la foto sarebbe molto meno interessante.
Ottobre 20, 2009 alle 5:24 pm #1518057damarzegPartecipanteMa si potrebbe, come si fa in televisione, sfocare o pixellare le parti intime? Almeno per non perderci lavori interessanti che sembra un rischio più grave di quello di offendere qualche sensibilone. Ritengo, comunque, questa soluzione uno scempio e tutto ciò mi ricorda quando si è deciso di coprire i quadri di Michelangelo con degli assurdi panni ma almeno, non andando a distruggere l’originale, non si commette un crimine contro l’arte e non si perdono buone opportunità di crescita per tutti.
Ottobre 20, 2009 alle 4:55 pm #1518048damarzegPartecipanteIn fondo siamo nel paese della censura che vi aspettavate?
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