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Settembre 23, 2010 alle 8:03 pm #1601432flx2000Partecipante
Originariamente inviato da fireblade: Ma sono io ad aver parlato di hard disk, per una affinità con la vicenda della fotocamera, il cui proprietario è probabilmente deceduto prima di far sviluppare il rullo. E chi ne è venuto in possesso non si è curato di aprirla, sino a quando è giunta a me. Quindi se io dovessi crepare ora, ed il mio materiale rimanesse abbandonato tanti anni, che ne sarebbe una volta rinvenuto fra mezzo secolo? Non spostiamo la discussione sui metodi di backup, altrimenti non ne usciamo più. 🙂 EDIT: il formato dei file forse sopravviverà, ma pensate ai connettori degli hard disk: oggi un hard disk ESDI utilizzato su macchine PS/2 IBM non è più avviabile, già oggi l’interfaccia IDE/EIDE è sempre meno diffusa. Anche supponendo che le informazioni restino integre dentro il supporto magnetico, chi riuscirà ad avviarlo fra 50 anni? Pensate davvero che continueranno ad usare connettori molex ed interfaccie SATA?
Chiaramente se parli di HDD, ovvero il sistema attuale di memorizzazione temporanea (che corrisponde al rullino non sviluppato) le probabilità di mantenere in vita i dati dopo 40 anni sono scarsissimi, sia perché il drive non sarà supportato dalle interfacce future, e soprattutto perché il suo processo costruttivo non è di base finalizzato alla memorizzazione a lungo termine. In questi termini, il rischio di perdere tutto è ben maggiore, ma il discorso comunque non regge. Infatti il rullino era sia lo strumento a breve termine (foto appena scattate) che il supporto di memorizzazione (foto da stampare più in là). Oggi abbiamo supporti diversi per scopi diversi, quindi bisogna considerare che se volessi mantenere nel tempo una foto non la metteresti nello strumento a breve termine (HDD) ma su uno a lungo termine (DVD, Backup, ecc.)
Settembre 23, 2010 alle 7:38 pm #1601416flx2000PartecipanteOriginariamente inviato da migliorabile: Cirtuiti integrati miniaturizzati che durano 100 anni? Domini magnetici (i bit degli HD) che non si spostano? In 100 anni? Oltre al fatto che cambieranno gli standard di rappresentazione delle informazioni. […] Alla fin fine, la cara vecchia carta e’ ancora il supporto con la maggior durata, se conservato opportunamente. La pietra dura anche di piu’ ma un DVD da 2TB in granito lo vedo scomodo da maneggiare 🙂 .
Non a caso ho parlato di DVD e non di HDD. Nei DVD i bit sono fissati fisicamente e non magneticamente; questo li rende più duraturi e immuni alle fonti elettromagnetiche e umide, se conservati a temperature idonee. Per quanto riguarda gli standard di memorizzazione, ad oggi non se ne è perso nessuno, nemmeno quelli più antichi e inutilizzati. Non credo che questo trend cambierà col tempo, anzi prevedo che si rafforzerà sempre più.
Settembre 23, 2010 alle 6:58 pm #1601406flx2000PartecipanteTra i vari software che puoi trovare anche per Mac ti consiglio di dare un’occhiata a Bibble, che uso quotidianamente al posto di tutti gli altri software per la fotografia Puoi trovare info qui http://www.bibblelabs.com/
Settembre 23, 2010 alle 6:54 pm #1601404flx2000PartecipanteBeh, io direi di sì. La tecnologia attuale – finché le condizioni di conservazione non si fanno estreme – è in grado di conservare le informazioni per molti anni. Così come un rullino fotografico, un DVD che non viene rotto o esposto ad agenti atmosferici fuori norma può conservare i suoi dati per oltre cent’anni. Certamente ci vorranno gli strumenti di pari epoca per visualizzarne il contenuto, ma considerando il periodo storico in cui è nata l’informatica mi sembra piuttosto semplice che ci sarà qualcuno che avrà conservato quel pezzetto di storia adatto ad analizzare “quell’antico DVD”. Dopotutto, tu stesso hai avuto a disposizione il giusto metodo per estrarre le foto da quel “reperto”, nonostante negli anni la tecnologia sia comunque andata avanti.
Settembre 17, 2010 alle 3:41 pm #1599934flx2000PartecipantePreferisco la prima, ma anche la seconda non è male!
Settembre 16, 2010 alle 8:47 pm #1599780flx2000PartecipantePrego, figurati. Adesso aspetto nuove foto per vedere i risultati. (o)
Settembre 16, 2010 alle 7:27 pm #1599755flx2000PartecipanteLa bimba è bellissima, ma non mi sento di dire lo stesso per lo scatto, purtroppo. Innanzitutto direi che è sottoesposto, soprattutto negli occhi non si distingue bene il nocciola dell’iride. Non sono sicuro nemmeno circa la messa a fuoco, perché mi sembra che la scena sia un po’ troppo poco nitida. L’apertura del diaframma a f/6.3, considerando il sensore molto ridotto della E-P1, è sconsigliata per i ritratti che hanno bisogno di un buon staccato con lo sfondo. Forse era meglio forzare un valore intorno al f/2.8. Ultimo ma non ultimo la composizione è un po’ troppo centrale e inquadrata. Togliere dall’inquadratura almeno la parte superiore della capigliatura avrebbe rafforzato gli occhi e reso più dinamica la foto. Mi spiace di aver elencato tutti questi “difetti”, ma spero che prenderai il mio parere soggettivo come un semplice suggerimento finalizzato al miglioramento della tecnica 😉
Settembre 16, 2010 alle 3:31 pm #1599694flx2000PartecipanteOriginariamente inviato da alfredo1971: Mi sapresti dire se in bibble c’è la funzione per visualizzare i punti della messa a fuoco? Grazie.
Non mi ricordo… Non ho Bibble in ufficio quindi non posso nemmeno controllare al volo, mi spiace.
Settembre 15, 2010 alle 8:56 pm #1599496flx2000PartecipanteGrazie Sandro, ma la tabellina mi serve anche per capire quello che succede nella realtà. A parte l’uso del banco ottico, la tabella mi ha mostrato che per qualsiasi apertura, qualsiasi focale e a qualsiasi distanza sia il soggetto l’operazione da fare per ottenere una profondità di campo pari a quella iniziale è aprire il diaframma di circa uno stop e mezzo. Esempio con soggetto a 30m: 135mm f/2.8 su FF –> profondità di campo totale = 8,51m che equivale a 85mm f/1.8 su APS-C –> profondità di campo totale = 8,58m Da f/2.8 a f/1.8 ci sono appunto 1 stop e mezzo di differenza, e questa proporzione rimane invariata cambiando qualsiasi parametro di scatto.
Settembre 15, 2010 alle 7:47 pm #1599469flx2000PartecipanteOk, allora facciamo delle premesse. Per avere un soggetto a pari grandezza su una APS-C rispetto ad una FF bisogna ridurre la focale reale di 1,6 volte, quindi 135mm su FF dà la stessa quantità di scena di 84mm su APS-C. Avendo diminuito la lunghezza focale abbiamo incrementato la profondità di campo, perciò è necessario correggere l’apertura per recuperare la situazione iniziale. Se sulla FF a 135mm usavamo f/2, sulla APS-C a 84mm dovremo usare f/1.2. Adesso provo a stilare una tabellina di conversione che copierò in risposta a questo topic. Edit: grazie Sandro, però con quel sito bisogna andare a tentativi per individuare l’apertura che dia la stessa profondità di campo. Vedo di fare la tabella e da essa ricavare la formula.
Settembre 15, 2010 alle 6:22 pm #1599442flx2000PartecipanteNon sono sicuro di aver capito tutto quello che hai appena detto, ma se vuoi una precisazione tieni presente che il mio discorso vale solo se la distanza del soggetto a fuoco è costante, quindi ovviamente a 108mm sarà più piccolo nell’inquadratura. Tieni comunque presente che la focale non cambia quando monti una lente su sensori di grandezza diversa. Cambia solo il crop sulla scena, e quando stampi le foto tutte alla stessa grandezza l’effetto è ‘COME SE’ avessi usato una lente con focale maggiorata di 1,6 volte, ma non è quello che succede in realtà. Infatti non serve usare la focale da 216mm nel calcolo. Se invece vuoi sapere l’apertura equivalente per avere la stessa quantità di profondità di campo mantenendo il soggetto delle stesse proporzioni nell’inquadratura nel passare da FF a APS-C, allora il calcolo da fare è differente.
Settembre 15, 2010 alle 6:13 pm #1599439flx2000PartecipanteNon sono un professionista ma un amatore “navigato”, con un po’ d’esperienza alle spalle. Purtroppo e per fortuna, come accade in molte arti, man mano che i risultati migliorano i tempi di lavorazione si riducono sempre di più. Infatti oggi tendo a scattare foto in modo che non abbiano bisogno di sistemazioni via software, e con Bibble mi limito a sistemare i livelli e il bilanciamento del bianco degli scatti che reputo più importanti in una serie. Photoshop non lo installo da anni, e al massimo mi limito a usare GIMP per ritagliare le scene ed eliminare eventuali elementi di disturbo ai margini. Riguardo i livelli e il bianco, Bibble mi permette di agire su questi parametri in maniera molto più veloce di qualsiasi altro programma che conosco. Il mio metodo è quello di suddividere mentalmente le foto in gruppi di scatti simili. Scelgo una foto di ogni gruppo e ne sistemo i livelli e il bilanciamento del bianco. Quindi clicco col tasto destro del mouse sulla miniatura della foto che ho elaborato e scelgo “Copy selective parameters” (o qualcosa di simile) che mostra una finestra di selezione. Lì scelgo solo “Levels” e “White balance” e premo “OK”. Quindi seleziono tutte le miniature delle foto simili a quella modificata, vi clicco col tasto destro del mouse e faccio “Paste selective parameters” (o qualcosa di simile) così in un colpo solo ho portato le modifiche che ho fatto a quella foto a tutte le altre. Quindi procedo con una foto di un gruppo diverso e così via. In genere la sistemazione di un centinaio di foto divise in 4-5 gruppi di scatti simili tra loro non mi prende più di mezz’ora. Spero di esserti stato d’aiuto! Ciao! PS: In genere le foto che non penso di stampare le archivio in JPG alla massima qualità, altrimenti per la stampa uso il formato TIF, sempre direttamente da Bibble.
Settembre 15, 2010 alle 5:39 pm #1599429flx2000PartecipanteIo ho solo indicato il fattore di equivalenza, per avere valori maggiori/minori parto da quello.
Settembre 15, 2010 alle 4:45 pm #1599420flx2000PartecipanteOriginariamente inviato da batinblack: Quale caratteristica dovra’ assolutamente avere la tua prossima fotocamera digitale? […] Rispondo qui perchè dall’altra parte il mio PC non me lo fa fare sull’altra sede. bat
Grazie, però bisogna scegliere una sola risposta su tutte.
Settembre 15, 2010 alle 4:36 pm #1599418flx2000PartecipanteMmm… No, non credo sia il giusto calcolo. Io uso un metodo diverso: chiudo l’otturatore di 1 stop e 2/3 quando passo da FF a APS-C. Nel tuo caso, sulla 400d, disponendo dello stesso 135mm userei F3.2 per avere la stessa profondità di campo che avrei avuto a F2 sulla 5d. Oppure, volendo mantenere F2, sarei passato da 135mm a 108mm, con un rapporto di 4/5. (135*4/5=108).
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