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Novembre 3, 2010 alle 3:08 am #1610704patosanPartecipante
Grazie a tutti per i commenti! @reynolds Hai perfettamente ragione, ma mi sono trovato a scattare dietro una vetrata (peraltro pulitissima) e l’unico modo che ho trovato per evitare riflessi è stato quello di appoggiare il 35L al vetro, con la conseguenza di non poter curare molto l’inquadratura. Ho provato diversi tagli, ma non sono riuscito ad ottenere una composizione equilibrata.
Aprile 27, 2010 alle 8:57 pm #1569724patosanPartecipanteGrazie MoSfEt, ero un po’ più giù, tra Malcesine e Brenzone; abiti in un territorio favoloso, che invidia. Un altro paio dalla stessa giornata:
Novembre 12, 2009 alle 9:13 pm #1525395patosanPartecipanteFino a qualche decennio fa chi iniziava a fotografare non partiva mai da uno zoom (o kit che dir si voglia), ma da un 50 o 35, luminosi. Perché questa buona tradizione si sia persa è un mistero (del marketing probabilmente), ma sarebbe da farci un pensierino. So che probabilmente stravolgo ragionamenti già fatti, ma perché non approfitti dell’usato prendendo una 5D e affiancandoci un 35 f2 o un 50 1.8 ? Avresti una buona resa tonale (importante per i quadri) un’ottimo comportamento ad alte sensibilità (penso alle mostre), una splendida accoppiata per i ritratti. Resterebbe esclusa la possibilità di “rubare” scatti da lontano, ma già stai pensando al 70-200 f4.
Novembre 2, 2009 alle 3:32 am #1521967patosanPartecipanteNessun problema con l’adattatore, sia senza che con il chip di conferma della messa a fuoco (e ti consiglio quest’ultimo). Solamente bisogna esercitare un po’ di forza in più per innestare l’obiettivo sull’anello, rispetto a quella necessaria normalmente. [lo]
Novembre 1, 2009 alle 4:39 pm #1521705patosanPartecipanteNon conosco il Pentacon purtroppo, ma ho l’Elmarit. Secondo me perde qualcosa nel passaggio al digitale per quanto riguarda contrasto e saturazione, soprattutto se confrontato all’Elmarit 90 e al summicron 50. Comunque l’accoppiamento delle lenti leica, dalla resa un po’ fredda, con i toni “tiepidi” dei CMOS canon a me piace molto. Sotto qualche esempio, senza pp se non ridimensionamento. [IMG]public/imgsforum/2009/11/_MG_6707.JPG[/IMG] [IMG]public/imgsforum/2009/11/_MG_6719.JPG[/IMG] [IMG]public/imgsforum/2009/11/_MG_6728.JPG[/IMG]
Settembre 18, 2009 alle 3:24 am #1507835patosanPartecipanteA che profondità di colore lavori (8 o 16 bit)? Se lavori a 8 bit (es. partendo dal jpg) potrebbe trattarsi di un problema di posterizzazione (banding).
Settembre 13, 2009 alle 9:04 pm #1506254patosanPartecipanteNon so se può essere d’aiuto nella decisione, ma ecco un ritratto fatto con il 100 macro su 40D: [IMG]public/imgsforum/2009/9/n11.jpg[/IMG] Personalmente non ritengo l’eccessiva nitidezza o l’apertura massima a f2.8 degli handicap in un certo tipo di ritratti (Salgado usa spesso un 60 macro f2.8). La vera controindicazione secondo me è una transizione tra zone a fuoco e fuori fuoco eccessivamente secca, innaturale, poco tridimensionale. [lo]
Settembre 5, 2009 alle 4:25 pm #1503881patosanPartecipanteSe intendi leica-R esistono adattatori (con e senza chip di messa a fuoco) senza lenti, per qualche prova puoi vedere qua (mi auto-cito :s) forum_forum.asp?forum=3§ion=29&post=265119
Agosto 13, 2009 alle 5:19 pm #1497777patosanPartecipanteIl Sistema Zonale è stato sviluppato per consentire di riprodurre in fase di stampa la miglior gamma dinamica possibile, nei limiti dei mezzi utilizzati (lastra e carta fotografica). E’ quindi una procedura che coinvolge tutte le fasi dell’atto fotografico, dalla composizione alla stampa, consentendo il massimo controllo della tonalità ottenute. Ha il suo fulcro nella corretta misura esposimetrica di ogni “zona” della scena inquadrata. E’ indispensabile un’ampia esperienza in tutte queste fasi, perché il fotografo deve essere in grado di “previsualizzare” il risultato finale su carta. Viste le premesse è una tecnica che non si può utilizzare in photoshop, o meglio in linea teorica photoshop potrebbe essere solo una fase dell’intero processo. Questo articolo cerca di adattarlo all’epoca digitale, conservandone lo spirito e gli intenti: http://hannemyr.com/photo/zonesystem.html
Agosto 1, 2009 alle 1:03 pm #1495261patosanPartecipanteSe ricordo bene Il libro della fotografia di Andreas Feininger contiene un capitolo sulla camera oscura, molto pratico. L’altro testo “sacro” è Il Negativo di Ansel Adams. Se devo darti un consiglio io cercherei di iniziare con la stampa, mentre lascerei lo sviluppo ad un laboratorio, per il semplice motivo che la stampa è un evento ripetibile, mentre lo sviluppo no, e un errore non è rimediabile. Quello che ho imparato dai tanti insuccessi è che la camera oscura richiede pulizia e rigore assoluti, l’ideale sarebbe avere una stanza (con acqua corrente o vicino al bagno) dedicata, come diceva bepoc la lotta con la polvere è epica, e uno sgabuzzino ne è zeppo. La soddisfazione (e il divertimento) è grande, ma la strada per arrivare ad un buon risultato lunga, nel mio caso più lunga della ricerca di un bravo stampatore. [lo]
Luglio 26, 2009 alle 12:13 am #1493503patosanPartecipantePosto che il 50ino è un ottimo obiettivo e una buona “scuola” per imparare a fotografare, su una APS-C rischia di essere un po’ troppo lungo come unico obiettivo a disposizione. L’apertura massima di 1.8 aiuta in condizioni di luce scarsa, ma anche nei ritratti perché riesce a far risaltare il soggetto aggiungendo tridimensionalità all’immagine. Potrebbe anche essere utile nei concerti, ma bisogna porsi vicinissimi al palco (meglio SUL palco).
Luglio 24, 2009 alle 2:49 pm #1493121patosanPartecipanteInteressa, interessa… 😉 Ho provato un po’ la versione precedente, che aveva qualche problemino (crash saltuari). La prima impressione è che producesse immagini con un lievissimo dettaglio in più della concorrenza, ma anche più “rumorosi” (e con tonalità più fredde). Ad ogni modo grazie per la segnalazione.
Luglio 22, 2009 alle 3:46 am #1492308patosanPartecipanteBenvenuto! Ho trovato che ci sono (state) 4 versioni del 70-200 f2.8 in casa sigma: * 70-200mm F2.8 EX APO – Versione originale, minima distanza di messa a fuoco 1.8m (1999) * 70-200mm F2.8 EX DG – Lenti trattate per migliorare problemi di flare (2005) * 70-200mm F2.8 EX DG Macro (HSM) – minima distanza di messa a fuoco 1m (2006) * 70-200mm F2.8 EX DG Macro HSM II – migliorate performance ottiche (2007) Nelle specifiche sul sito della sigma si legge che nell’ultima versione hanno aumentato da due a tre il numero di lenti ELD (Extraordinary Low Dispersion). Cosa questo poi comporti nella qualità dell’immagine non so dirtelo…
Luglio 18, 2009 alle 12:10 am #1491216patosanPartecipanteGiusto perché ho una birra in mano… Tra quelli provati Summicron 50 f/2. Tra quelli desiderati Canon EF 200 f/2. [bir]
Luglio 16, 2009 alle 5:37 pm #1490793patosanPartecipanteTi rispondo con qualche considerazione personale sulle foto in notturna: 1) l’immagine deve essere nitida, a fuoco, non mossa: sono tre punti che non si potranno mai correggere in pp, quindi vanno ben valutati prima. I mezzi per ottenerli sono bassi ISO, iperfocale, cavalletto (e aggiungo scatto remoto o autoscatto, alzo specchio); 2) il bianco deve essere bilanciato: in notturna si ottengono dominanti calde in corrispondenza delle fonti di luce ad incandescenza, fredde in caso di lampade fluorescenti. Qui bisogna farsi un po’ di esperienza, ogni situazione è diversa e va valutata attentamente. Se ben dominato il colore della luce può essere un mezzo espressivo molto potente; 3) il soggetto deve essere interessante: molto più che durante il giorno, è facile ottenere risultati banali, che non comunicano nulla. Nella tua foto ad esempio la fascia superiore di cielo nero “appesantisce” il soggetto; inoltre avrei messo in evidenza (con un taglio o con una focale più lunga) lo stadio e il tevere, sfruttando magari il contrasto tra luce fredda e calda. Il punto 1) riguarda la tecnica e con lo studio del manuale e di un buon libro (es. Giulio Forti, Teoria e pratica della reflex, ed. Reflex) si può migliorare facilmente; per gli altri due non c’e’ una bacchetta magica, ma funziona l’esperienza e il senso (auto)critico. [lo]
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